Ieri, 23 ottobre, noi ragazzi delle classi terze della Fogazzaro siamo andati alla Biennale Arte di Venezia.
Abbiamo visitato entrambe le sedi espositive: l'Arsenale e i Giardini.
Molte opere hanno come tema la crisi climatica.
All'Arsenale
Trojan (2016-2017), di Yin Xiuzhen, rappresenta una ragazza su un sedile di un aereo in posizione di sicurezza, perché l'aereo sta per precipitare. L'opera è stata realizzata con un telaio metallico e vestiti usati, ed è così grande che ci si può entrare (esattamente come nel cavallo di Troia). Ovviamente l'opera sta ad indicare che noi siamo i passeggeri dell'aereo che sta precipitando, perché non siamo in grado di prenderci cura del nostro pianeta.
Crochet Coral Reef delle australiane Christine e Margaret Wertheim è un incrocio tra scultura e modello botanico biologico, che denuncia la devastazione della barriera corallina.
Otong Nkanga, artista della Nigeria, evidenzia l'inquinamento dei fiumi, a causa del petrolio.
Data-verse 1, 2019 è un'opera di Ryoji Ikeda: una proiezione continua di dati che mostra i cambiamenti negativi della terra a una velocità supersonica.
Jimmie Durham dedica una serie di sculture ai grandi mammiferi che per sopravvivere alla catastrofe ambientale saranno costretti a mutare.
Ai Giardini
La prima opera che abbiamo visto, da lontano sembrava un albero di Natale... Da vicino faceva paura. C'è un intreccio di cavi, una costruzione che si sta demolendo, la terra è nera e ci sono conchiglie e teste artificiali sparse qua e là.
L'opera è di Korakit Arunanondchai che rappresenta l'inquinamento nella sua terra la Thailandia.
Poi abbiamo visto Do real things happen in moment of rationality? di Nabuqi: una mucca che "gira" in un paesaggio che sembra reale e naturale, mentre in realtà è completamente artificiale.
Il titolo della Biennale è May you Live in Interesting Times, ma forse al posto di interesting si dovrebbe usare l'aggettivo stupid...visto che è proprio la stupidità dell'uomo che ha creato l'allerta ecologica che stiamo vivendo!
Gioia Abigail Zia
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