L’adolescenza è un vero e proprio caos: infinite emozioni invadono la mente senza farti capire più nulla…
Rabbia e tristezza si fanno sentire sempre più frequentemente facendo volar via intere giornate, rovinandole.
Si iniziano a fare dei sacrifici, prendere delle decisioni, organizzare le giornate, prendersi cura di sé stessi (cosa che in precedenza richiedeva il sostegno dei genitori). Insomma, si impara a vivere!
E’ il periodo dello sviluppo, quando litigi e incomprensioni sono in cima alla classifica degli imprevisti da gestire ed è proprio questa la parte complicata: il controllo delle emozioni.
Iniziamo a conoscerci veramente provando (spesso fallendo) ad accettare i propri cambiamenti fisici: il suono arzillo e squillante della voce dei bambini si trasforma in cupo e rimbombante, alcune parti del corpo si allargano accompagnate dai soliti insulti di questi tempi.
E’ il periodo della sopportazione, forse per il semplice motivo che ci rendiamo conto del vero significato delle opinioni (spesso negative) altrui e dell’importante peso che possono assumere.
Per adeguarsi a queste critiche si cerca di modificare la propria personalità e integrarsi in un gruppo. Proprio per questo durante l’ adolescenza è complicato sentirsi a proprio agio con le altre persone…
Ovviamente si cambia anche caratterialmente: i modi di fare di noi ragazzi/e è palesemente cambiato. Siamo suscettibili, facilmente irritabili e permalosi; tutto ciò perché nella maggior parte dei casi c’è una mancanza di assistenza da parte di una figura adulta. Quella dei genitori è un’altra enorme parentesi difficile da chiudere.
Ormai anche il rapporto con loro è rovinato: parecchie volte ci ritroviamo in disaccordo, situazione che porta noi giovani a fare delle scelte insensate e immature che a loro volta vengono giudicate dal mondo intero.
Non credo di aver esagerato, infatti in quest’età ci si sente sempre al centro dell’attenzione in modo costante con miliardi e miliardi di occhi puntati addosso, bocche che si aprono per contraddirti continuamente e mani pronte a spingerti in fondo a un burrone.
Per risalire questo precipizio, l’unica cosa da fare è resistere e adeguarsi al pianeta Terra e alla sua evoluzione, magari anche scivolando con un piede durante la scalata. Ma è proprio in questo momento che bisogna essere rapidi a riaggrapparsi alla parete del burrone e riprendere la salita.
Questa arrampicata per me rappresenta la crescita: dura, faticosa e colma di imprevisti, ma alla fin fine ognuno arriverà in cima.
Chiara B. IIIDS
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