lunedì 31 gennaio 2022

Le nostre regole sull'uso di WhatsApp

1. Un gruppo WhatsApp va utilizzato per lo scopo per cui è nato

2. Non si offende e non ci deve essere turpiloquio

3. Non si deve violare la privacy altrui, inviando foto o messaggi personali

4. Si deve rispettare l'orario concordato:

dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00

il sabato e la domenica dalle 11.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 19.00

5. I messaggi scritti devono essere comprensibili (no abbreviazioni e/o messaggi frammentati) e si devono usare gli audio solo quando è strettamente necessario

6. Non si deve essere insistenti nell'invio dei messaggi

7. Non si devono inviare catene di Sant'Antonio

8. Gli stickers devono essere usati con parsimonia (massimo 2)

9. Si devono leggere i messaggi anche per evitare risposte multiple (spesso uguali)

10. Non si deve eccedere con i video

IAL

lunedì 24 gennaio 2022

Attività SapereCoop: ASCOLTARE LE IMMAGINI

 


Un silent book è un libro che non si legge, perché è costituito da sole immagini, senza parole.
Con l'esperto di SapereCoop abbiamo "letto" tre silent book: The silent red book, The silent blue book dell'artista Maya Walczak e La Porta della sudcoreana Ji Hyeon Lee.

Non vi racconterò la storia di nessuno di questi libri, perché ogni persona che li "legge" formula l'interpretazione che più le piace, dato che essendoci solo immagini la storia fornisce al "lettore" l'opportunità di crearsi il proprio racconto.

In generale i silent book sono un mezzo, non solo per comunicare messaggi o emozioni, essi forniscono inoltre un modo per raccontare la propria storia, anche a persone di nazionalità diverse.

Per concludere, consiglio a tutti di provare a leggere un silent book: è un'esperienza magica che permette di allenare la propria fantasia!

Michele IIIAL


venerdì 21 gennaio 2022

Caviardage d'inverno

 

Il freddo mi congela
i pomeriggi sono bui
le ore passano veloci

Aurora IIIAL



Sulla neve avevo freddo
maglie mi avvolgevano
ma erano troppo sottili

Matteo IIIAL

venerdì 14 gennaio 2022

Tele e camaleonti: opinioni di un Anonimo sul conformismo

Il conformismo è un fenomeno che tutti vedono sotto una cattiva luce. In realtà il conformismo varia, tanto che può essere sia positivo che negativo. A parare mio lo si può sperimentare a qualsiasi età, però il periodo in cui si è più soggetti a questo processo è sicuramente quello adolescenziale. Il periodo più confusionario di tutti, quando si pensa solo ad essere accettati, inclusi nel gruppo, e se si viene rifiutati si è disposti a stravolgere il proprio carattere e il proprio fisico. Comunque credo di essere stato soggetto a questa evoluzione pure io: una volta, prima delle medie, nel gruppo di amici ero sempre solare e felice ma anche permaloso. Mentre ora sono diverso: non apatico, ma sicuramente più spento. Ciò è dovuto ai miei denti. Da piccolo li trascurai tanto, perciò si sono ingialliti e per quanto io li lavassi non sono tornati bianchi come quelli delle altre persone. Quindi ho pensato che, ridendo meno, la gente non mi avrebbe detto nulla riguardo alla mia bocca, e così accadde. Fortunatamente oggi ci sono le mascherine... Per cui mi estraneo un po' dalla comitiva di amici, ma ci sono comunque persone che mi fanno stare bene e di cui mi piace il carattere; quindi le imito. Un po’ come se io fossi un camaleonte e i miei amici una tela piena di sfumature colorate, nella quale posso mimetizzarmi. Perciò credo che il conformismo sia un qualcosa di positivo finché si mantiene un po’ della propria personalità. Invece diventa negativo quando si stravolge totalmente il proprio carattere e il proprio modo di essere. Il mio parere è che si possa essere sia tele che contemporaneamente camaleonti.


L'adolescenza e i suoi imprevisti

L’adolescenza è un vero e proprio caos: infinite emozioni invadono la mente senza farti capire più nulla… 

Rabbia e tristezza si fanno sentire sempre più frequentemente facendo volar via intere giornate, rovinandole.

Si iniziano a fare dei sacrifici, prendere delle decisioni, organizzare le giornate, prendersi cura di sé  stessi (cosa che in precedenza richiedeva il sostegno dei genitori). Insomma, si impara a vivere!

E’ il periodo dello sviluppo, quando litigi e incomprensioni sono in cima alla classifica degli imprevisti da gestire ed è proprio questa la parte complicata: il controllo delle emozioni.

Iniziamo a conoscerci veramente provando (spesso fallendo) ad accettare i propri cambiamenti fisici: il suono arzillo e squillante della voce dei bambini si trasforma in cupo e rimbombante, alcune parti del corpo si allargano accompagnate dai soliti insulti di questi tempi.

E’ il periodo della sopportazione, forse per il semplice motivo che ci rendiamo conto del vero significato delle opinioni (spesso negative) altrui e dell’importante peso che possono assumere.

Per adeguarsi a queste critiche si cerca di modificare la propria personalità e integrarsi in un gruppo. Proprio per questo durante l’ adolescenza è complicato sentirsi a proprio agio con le altre persone…

Ovviamente si cambia anche caratterialmente: i modi di fare di noi ragazzi/e è palesemente cambiato. Siamo suscettibili, facilmente irritabili e permalosi; tutto ciò perché nella maggior parte dei casi c’è una mancanza di assistenza da parte di una figura adulta. Quella dei genitori è un’altra enorme parentesi difficile da chiudere.

Ormai anche il rapporto con loro è rovinato: parecchie volte ci ritroviamo in disaccordo, situazione che porta noi giovani a fare delle scelte insensate e immature che a loro volta vengono giudicate dal mondo intero.

Non credo di aver esagerato, infatti in quest’età ci si sente sempre al centro dell’attenzione in modo costante con miliardi e miliardi di occhi puntati addosso, bocche che si aprono per contraddirti continuamente e mani pronte a spingerti in fondo a un burrone.

Per risalire questo precipizio, l’unica cosa da fare è resistere e adeguarsi al pianeta Terra e alla sua evoluzione, magari anche scivolando con un piede durante la scalata. Ma è proprio in questo momento che bisogna essere rapidi a riaggrapparsi alla parete del burrone e riprendere la salita.

Questa arrampicata per me rappresenta la crescita: dura, faticosa e colma di imprevisti, ma alla fin fine ognuno arriverà in cima.

Chiara B. IIIDS

martedì 11 gennaio 2022

Che cosa è "il Manifesto della comunicazione non ostile"?

Il Manifesto della comunicazione non ostile è una carta che elenca dieci princìpi utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete.  

Se i suoi principi venissero rispettati, la Rete diventerebbe un luogo accogliente e sicuro per tutti.

Ecco il decalogo del Manifesto:

1. Virtuale è reale

Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.

2. Si è ciò che si comunica

Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.

3. Le parole danno forma al pensiero

Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.

4. Prima di parlare bisogna ascoltare

Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.

5. Le parole sono un ponte

Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.

6. Le parole hanno conseguenze

So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.

7. Condividere è una responsabilità

Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.

8. Le idee si possono discutere.

Le persone si devono rispettare

Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.

9. Gli insulti non sono argomenti

Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.

10. Anche il silenzio comunica

Quando la scelta migliore è tacere, taccio.