Sono sempre vissuto in montagna, isolato.
A farmi compagnia c’erano solo gli animaletti del bosco: gli uccelli che mi raccontavano il mondo visto dall'alto, i topolini che mi raccontavano il mondo visto dal basso e gli scoiattoli che mi raccontavano il mondo dall'alto e dal basso. Erano molto simpatici, mi facevano compagnia, ma anche una grande invidia: perché io quel mondo non lo potevo vedere.
Noi alberi siamo così: rimaniamo immobili, sempre lì nel posto dove siamo nati.
Spesso le volpi e i caprioli mi parlavano di un animale, che io non avevo mai visto.
Dicevano fosse malvagio: sparava, feriva, cacciava. Perciò, tutto sommato, stare fermo in quel posto non era così male, ero al sicuro: lì l’uomo non c’era mai stato.
Ma un giorno di novembre tutto cambiò…
Mi svegliai a causa di un forte rumore, guardai in basso e vidi sotto la mia chioma degli esseri, che dalla descrizione fatta dai miei amici animali, sembravano uomini.
Dalla paura svenni: non sono mai stato coraggioso e tutto quello che è nuovo mi spaventa tantissimo.
Appena mi risvegliai mi accorsi che mi avevano legato e incappucciato, disteso dentro qualcosa di freddo che faceva un gran fracasso e si muoveva. In realtà non ero ferito e per la prima volta in vita mia potevo anche muovere i piedi.
Ad un certo punto, finì il movimento e si arrestò il dondolio: tutto faceva presagire che quella fosse la mia fine. Udii un tonfo, mi sentii sollevare in verticale e i miei piedi sprofondarono in una terra soffice e ricca.
Mi tolsero il cappuccio e le corde, mi diedero da bere e mi guardai attorno: ero in un luogo strano, circondato da un sacco di piccoli uomini che sembravano felici. Attorniato da una foresta di pietra, sentivo nell'aria nuovi e dolci profumi. Anch'io ora stavo ammirando il mondo.
C’era tanta vita attorno e tutti si prendevano cura di me: appesero ai miei rami molte sfere colorate simili a grandi bacche, frutti e pigne, poi delle bellissime stalattiti e mi avvolsero tutto il corpo con soffici liane. Lo fecero gentilmente, accarezzandomi: forse non tutti gli uomini sono pericolosi.
Nei giorni successivi l’atmosfera diventò ancora più magica: le persone cantavano tutte insieme come gli uccellini e sorridevano.
Non mi ero mai sentito così tanto amato.
Una sera successe una cosa bellissima: tutti si disposero attorno a me, in una specie di girotondo, mi guardarono con trepidazione e… 3-2-1 accesero le stelle con cui mi avevano ammantato.
In quel momento tutti si scambiarono un
“Buone feste”,
non so di preciso cosa voglia dire
forse che è bello
gli altri
amati far sentire.
IIAL
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