Tutto quello che sto per raccontare è successo oggi, martedì, 14 febbraio 2017, a Venezia.
Sono andato a dipingere l’appartamento, dove tra poco andrò a vivere, spero con il mio amore.
Quando ho finito di dare la seconda mano di colore, dal momento che era tardi, così com'ero, con gli abiti da lavoro, sono corso in fioreria a prendere una rosa rossa e in gioielleria a ritirare l’anello che ho scelto per Giulia.
Stasera le chiederò di sposarmi. Sarà un San Valentino molto speciale!
Passando per una calle molto stretta, intasata da turisti giunti in città per Carnevale, premuto dalla folla che marciava nelle due direzioni opposte, mi sono sbilanciato a sinistra verso una signora inglese che mi ha detto “no, thanks”. Io ho sorriso e le ho detto “this is not for you, it is for my girlfriend!”.
Lei ha riso, imbarazzata. In fin dei conti come darle torto, è facilissimo pensare che un indiano vestito con una tuta da imbianchino e una rosa rossa, in mano, sia un venditore ambulante!
Avrei dovuto spiegarle che in realtà sono italianissimo e fortunatissimo ad essere stato adottato, quando ero molto piccolo, da una deliziosa coppia di Veneziani e che sono stato ancora più fortunato ad aver incontrato, alla scuola superiore, una ragazza che si è innamorata di me, anche se ero tanto diverso dagli altri.
Comunque non mi sono offeso per il misunderstanding, ho solo pensato che queste situazioni, in futuro, saranno sempre meno frequenti, in fin dei conti, ai giorni nostri, non si pensa più che tutti i Tedeschi siano nazisti e nemmeno che tutti gli Italiani siano mafiosi.
Cambierà, sì, cambierà, anzi le cose sono già cambiate e stanno già cambiando. Giulia ed io siamo un effetto di questo cambiamento, di quest’apertura, di questo mondo dove esiste una sola razza: quella umana!
IIIBL
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