Anna è il simbolo del ricordo.
Il suo diario è uno dei libri più letti al mondo.
La famiglia di Anna, quando i nazisti presero il potere, dovette trasferirsi dalla Germania ad Amsterdam in Olanda.
Presto Anna, a causa delle nuove leggi sulla razza, non poté più frequentare la scuola o andare in bicicletta. Anche lei, come tutti gli altri ebrei, venne obbligata a portare sui vestiti una stella di stoffa gialla come segno di riconoscimento.
Il padre di Anna si accordò con alcuni operai della sua fabbrica affinché gli portassero i pasti al rifugio dove si nascose con la sua famiglia, quando iniziarono le deportazioni degli ebrei.
Anna sognava di fare la scrittrice; per il suo tredicesimo compleanno le avevano regalato un diario: per gli oltre due anni che rimase nascosta, lei annotò i suoi sentimenti e pensieri in quel diario.
Sfortunatamente la polizia nazista scoprì Anna e la sua famiglia: vennero deportati in campo di concentramento, dove Anna morì di tifo alcuni mesi più tardi.
Mohamed Mtira e Gioia Zia (IIIAL)
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