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lunedì 24 gennaio 2022

Attività SapereCoop: ASCOLTARE LE IMMAGINI

 


Un silent book è un libro che non si legge, perché è costituito da sole immagini, senza parole.
Con l'esperto di SapereCoop abbiamo "letto" tre silent book: The silent red book, The silent blue book dell'artista Maya Walczak e La Porta della sudcoreana Ji Hyeon Lee.

Non vi racconterò la storia di nessuno di questi libri, perché ogni persona che li "legge" formula l'interpretazione che più le piace, dato che essendoci solo immagini la storia fornisce al "lettore" l'opportunità di crearsi il proprio racconto.

In generale i silent book sono un mezzo, non solo per comunicare messaggi o emozioni, essi forniscono inoltre un modo per raccontare la propria storia, anche a persone di nazionalità diverse.

Per concludere, consiglio a tutti di provare a leggere un silent book: è un'esperienza magica che permette di allenare la propria fantasia!

Michele IIIAL


sabato 30 maggio 2020

"Novecento" di Alessandro Baricco


Io ne ho viste, di Americhe... Sei anni su quella nave, cinque, sei viaggi ogni anno, dall'Europa all'America e ritorno, sempre a mollo nell'Oceano, quando scendevi a terra non riuscivi neanche a pisciare dritto nel cesso. Lui era fermo, lui, ma tu, tu continuavi a dondolare. Perché da una nave si può anche scendere: ma dall'Oceano... Quando c'ero salito, avevo diciassette anni. E di una sola cosa mi fregava, nella vita: suonare la tromba. Così quando venne fuori quella storia che cercavano gente per il piroscafo, il Virginian, giù al porto, io mi misi in coda. Io e la tromba.
Gennaio 1927. Li abbiamo già i suonatori, disse il tizio della Compagnia. Lo so, e mi misi a suonare. Lui se ne stette lì a fissarmi senza muovere un muscolo. Aspettò che finissi, senza dire una parola. Poi mi chiese:
"Cos'era?".
"Non lo so."
Gli si illuminarono gli occhi.
"Quando non sai cos'è, allora è jazz."
Poi fece una cosa strana con la bocca, forse era un sorriso, aveva un dente d'oro proprio qui, così in centro che sembrava l'avesse messo in vetrina per venderlo.
"Ci vanno matti, per quella musica, lassù."
Lassù voleva dire sulla nave. E quella specie di sorriso voleva dire che mi avevano preso.
Suonavamo tre, quattro volte al giorno. Prima per i ricchi della classe lusso, e poi per quelli della seconda, e ogni tanto si andava da quei poveracci degli emigranti e si suonava per loro, ma senza la divisa, così come veniva, e ogni tanto suonavano anche loro, con noi. Suonavamo perché l'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era e chi era.

mercoledì 27 maggio 2020

"Il diario di Eva" di Mark Twain



SABATO
Anche le stelle sono belle. Ne vorrei un paio, me le metterei nei capelli. Ma ho la sensazione che non riuscirò mai ad averle. Vi sorprenderebbe scoprire quanto distino, perché non sembrano così lontane. Quando la notte scorsa per la prima volta sono apparse, ho provato a tirarne giù qualcuna con un bastone, ma con mia grande sorpresa non sono riuscita a toccarle; poi ho provato con zolle di terra, ci ho provato e riprovato tanto da restare, alla fine, senza forze, ma non sono riuscita a colpirne una, mai. Il fatto è che sono mancina e non mi riesce di tirare come si deve. Anche quando prendevo per bene di mira la stella che volevo colpire, colpivo l'altra, sebbene qualche volta ci sia arrivata vicinissima, perché ho visto la macchia nera della zolla penetrare le aureole dorate delle stelle, credo quaranta o cinquanta volte e mancarle per un'inezia; se solo fossi riuscita a resistere appena un poco di più, una forse sarei riuscita a colpirla.
Così per un po' ho pianto, reazione naturale, credo, per una della mia età, poi, dopo essermi riposata, ho preso un cestino e mi sono incamminata alla volta di un punto, sul bordo estremo del cerchio, là dove le stelle erano vicine alla terra e dove avrei potuto raccoglierle con le mani e sarebbe stato meglio così, perché in quel modo avrei potuto coglierle amorevolmente, senza spezzarle. Ma era più lontano di quanto pensassi e alla fine dovetti rinunciarvi; ero stanca al punto da non riuscire a trascinarmi un passo più in là; e avevo un gran male ai piedi. 

lunedì 25 maggio 2020

"Martin Eden" di Jack London


Un dipinto a olio catturò la sua attenzione, tenendola avvinta. Un'onda violenta e schiumosa si infrangeva tuonando contro uno scoglio sporgente; basse nubi procellose coprivano il cielo; e, oltre la linea dei frangenti, un pilotina a vele ammainate, inclinata a tal punto che ogni particolare del ponte era visibile, beccheggiava contro un cielo burrascoso al tramonto. Era bello e quella bellezza lo attirava in modo irresistibile. Dimenticò la sua andatura goffa e si avvicinò sempre di più al dipinto. La bellezza svanì dalla tela. Il suo volto assunse un'espressione perplessa. Fissò quel che ora gli sembrava una negligente imbrattatura, poi fece qualche passo indietro. All'istante tutta la bellezza balzò di nuovo nella tela. "Un quadro con il trucco," si disse, e non ci pensò più, benché nella ridda di sensazioni che lo affollavano trovò il tempo di avvertire una punta di indignazione all'idea che tanta bellezza venisse sacrificata per un trucco.


"Allora, ti è piaciuta?" gli chiese una sera, tornando a casa dall'opera. Dopo aver tirato la cinghia per un mese intero, quella sera Martin era riuscito a portarla a teatro. Ancora vibrante ed eccitata da quanto aveva appena visto e ascoltato, gli aveva fatto quella domanda dopo aver atteso invano che ne parlasse lui per primo.
"Mi è piaciuta l'overture, " le rispose. "Era splendida."
"Sì, ma l'opera in sé?"
" Anche quella era splendida; cioè, l'orchestra era splendida, anche se avrei preferito che quei tizi che saltabeccavano di qua e di là avessero tenuto la bocca chiusa o abbandonato il palcoscenico."
Ruth era sbigottita.
"Non starai parlando della Tetralani o di Barillo?" domandò.
"Tutti quanti... pacchetto completo."
"Ma sono artisti fenomenali," protestò lei.
"Eppure sono riusciti a rovinare la musica, con tutte quelle pagliacciate assurde."
"Ma non ti piace la voce di Barillo?" gli chiese. "Dicono che è secondo solo a Caruso."
"Certo che mi piace, e la Tetralani mi è piaciuta ancora di più. Ha una voce divina... o almeno così mi pare."
"Ma...ma..." balbettò Ruth. "Non riesco a capire cosa vuoi dire. Ammiri le loro voci, eppure sostieni che hanno rovinato la musica."
"Esatto, proprio così. Pagherei qualsiasi somma per sentirli in concerto, ma pagherei ancora di più per non sentirli, quando l'orchestra suona. Temo di essere un realista irrecuperabile. I grandi cantanti non sono grandi attori. Ascoltare Barillo mentre canta una frase d'amore con una voce d'angelo e ascoltare la Tetralani che gli risponde come un altro angelo, il tutto sostenuto da un'insuperabile profusione di musica ardente e piena di sfumature è incantevole, davvero incantevole. Non solo lo riconosco, ma lo affermo in maniera perentoria. Ma nel momento in cui li guardo, l'effetto è rovinato... quando guardo la Tetralani, quasi un metro e ottanta senza scarpe per novanta chili, e Barillo, con il suo metro e sessanta scarso, il viso unticcio e il petto di un maniscalco tracagnotto e rachitico; peggio mi sento quando tutti e due si mettono in bella posa, e si portano le mani al petto, e si sbracciano come dei pazzi di un manicomio. E io dovrei accettare questa grottesca pantomima come la fedele rappresentazione di una scena d'amore tra una principessa meravigliosa e slanciata e un giovane principe, bello e romantico? No, mi dispiace, proprio non ci riesco. E' assurdo, ridicolo, irreale. E' proprio questo il punto: non è reale. Non venirmi a dire che la gente si corteggia a quel modo; non è mai successo. Miseria, se ti avessi corteggiato così, mi avresti mollato un bel paio di schiaffoni".
"Ma tu non capisci, " protestò Ruth. "Ogni forma d'arte ha i propri limiti."

giovedì 30 aprile 2020

Eugenio Montale (Genova 1896 - Milano 1981)


La poetica di Montale si distingue per un linguaggio ricco e vario, che mescola termini tecnici a parole quotidiane, dialettali, gergali ma anche rare o poetiche. Con la stessa libertà il poeta usa i versi della tradizione. Presta grande attenzione alla musicalità del testo e al valore espressivo del suono.
Le sue liriche sono caratterizzate da alcuni motivi ricorrenti:
- il male di vivere, ovvero l'incapacità dell'uomo contemporaneo (privo di certezze e di valori in cui credere) di vivere in modo sereno, libero dalle sue inquietudini e dalle sue illusioni;
- il paesaggio ligure, terra natale del poeta, che, con la sua asprezza e aridità, è il simbolo di questa condizione dell'esistenza;
- una visione pessimistica della vita, paragonata a un orto circondato da una muraglia sulla cui cima si trovano cocci di bottiglia ( Meriggiare pallido e assorto);
- l'impossibilità, anche da parte della poesia, di trovare il senso della vita umana.
L'attenzione alle piccole cose, ai dettagli del paesaggio e della natura, l'uso di una terminologia precisa e specifica (soprattutto nella descrizione degli elementi della flora e della fauna) ricordano la poesia di Pascoli. La natura descritta da Montale, però, non è bella, poetica e rassicurante: al contrario sembra segnata dalla sofferenza e "dal male di vivere". In una sua famosa lirica dal titolo Non chiederci la parola, Montale dichiara che nemmeno i poeti sono più capaci di dare risposte all'uomo, poiché non hanno valori o certezze da tramandare:

Codesto solo oggi possiamo dirti:
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Per le sue raccolte poetiche, tra cui Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera e altro, Montale riceve il premio Nobel per la letteratura nel 1975.

mercoledì 22 aprile 2020

Mattina" e "Fratelli" di Giuseppe Ungaretti


MATTINA
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

M'illumino
d'immenso

(dalla raccolta l’Allegria)


Il chiarore di un'alba illumina un giorno di guerra e invade l'animo del poeta atterrito dalla guerra, che porta con sé soltanto distruzione, lutto e paura della morte. Questa lirica, in apparenza molto semplice, racchiude in sé le caratteristiche principali della poesia ermetica: la brevità della composizione e del verso, l'uso di figure retoriche capaci di sintetizzare grandi concetti nello spazio di poche parole, l'emergere di tematiche autobiografiche e intimistiche che lasciano trasparire gli stati d'animo del poeta, la rottura delle forme metriche tradizionali.



FRATELLI
Mariano, il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
 fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

(dalla raccolta l’Allegria)


In una forma essenziale, privata di qualsiasi elemento superfluo (primo fra tutti la punteggiatura), Ungaretti esprime i propri stati d'animo e il proprio punto di vista sulla guerra: violenza, orrore, paura e dolore, che mettono l'uomo di fronte alla consapevolezza della sua fragilità e all'immagine così vicina e presente della morte. In questo scenario desolante, l'individuo riscopre la solidarietà umana, che ha origine in quel sentimento di fratellanza che accomuna tutti gli uomini, rendendoli uguali e uniti a prescindere dall'appartenenza a una trincea, a un esercito, a un Paese.




Poesia: "San Martino del Carso" di Giuseppe Ungaretti

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato

Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916

(dalla sezione Il Porto sepolto della raccolta l’Allegria)


Dalla visione realistica di un paese distrutto dalla guerra, il poeta passa alla riflessione sulla fine di persone che gli erano care.
Il «cuore» del poeta diventa sia il cimitero posto a testimonianza dei valori andati perduti, sia il luogo più sconvolto dalla distruzione stessa.
Da un lato c’è il consueto corrispondersi tra paesaggio e interiorità; dall'altro l’interiorità del poeta assume su di sé il compito di restituire alla distruzione una disperata armonia, quasi raccogliendo l’eredità di tutte le assenze.




Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Ungaretti, figlio di genitori toscani, nasce nel 1888 ad Alessandria d'Egitto, dove trascorre gli anni della giovinezza. Nel 1912 si reca a Parigi, dove entra in contatto con l'ambiente culturale internazionale e conosce, tra gli altri, il pittore cubista Picasso e il poeta futurista Marinetti. Nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, decide di arruolarsi volontario e combatte come fante sul Carso. L'esperienza della guerra, a cui aveva aderito con tanto entusiasmo, lo segna profondamente, ispirandogli le più belle poesie delle sue raccolte. Ungaretti muore a Milano nel 1970.


Dopo aver combattuto sul  Carso e aver visto spegnersi tante giovani vite, Ungaretti comprende che la guerra è molto diversa da come l'aveva immaginata: non gloria, eroismo, coraggio, ma violenza, patimenti d'ogni genere e paura.
E' proprio in questo periodo che maturano i temi della sua poesia:
- l'orrore per la guerra che fa a brandelli case, città e, soprattutto, l'animo umano;
-il sentimento di fratellanza che unisce tutti gli uomini, a prescindere dalla divisa che indossano;
- la fragilità degli uomini e la solidarietà che dovrebbe regnare tra loro, se solo non fossero accecati dagli odi e dalla violenza.

sabato 18 aprile 2020

Le nostre favole al telefonino


Quest'anno ricorrono cent'anni dalla nascita di Gianni Rodari, famoso autore di Favole al telefono. Il protagonista di questo libro è il ragionier Bianchi, di Varese, rappresentante farmaceutico in giro per l'Italia, condannato ad un settimanale pendolarismo, interrotto soltanto la domenica. 
Ogni sera, alle nove in punto, raccontava una favola al telefono alla figlioletta che non riusciva, altrimenti, a dormire.

Noi per rendere omaggio a questo grande autore, abbiamo scritto delle "favole al telefonino", in stile sms, ispirandoci all'esperimento fatto da Fabian Negrin.


Una volta un gatto malandrino,
per sbaglio prese un topolino.
Questo gli disse son io della Disney, non tuo gattaccio!
Il gatto un po' confuso se lo mangiò.

Michele


Gino Contadino prendeva in giro
Gianni Piantazucche
che diceva che i suoi frutti passeggiavano.
Ma un giorno una zucca aggredì il primo:
lui con il fucile la finì.

Omar

Un bambino annoiato,
dal suo amico, venne invitato
a fare un giro nel bosco.
Lì trovarono un tipo losco.
Di loro non si sa più niente:
attenzione alla brutta gente!

Gianmaria S.
Joe sei pronto per il duello?
Joe ha paura: Simo vuole sfidarlo.
Alla stessa ora, al solito posto.
Joe è ancora più impaurito.
Scherzetto, devo finire i compiti!

Simone



Vengo a prenderti! dice l’orco.
Il bimbo continua a leggere,
l’orco va all'ultima pagina.
Come finisce?
L’orco fa entrare nel libro il bimbo e dormono.
Buonanotte!

Carolina



Che bocca grande hai! dice Cappuccetto Rosso.
Per mangiarti meglio urla il lupo.
Il lupo balza dal letto,
Cappuccetto Rosso scappa.
Arriva il cacciatore, gli spara.

Thomas



Pino torna a casa dal lavoro,
trova Babbo Natale svenuto,
cerca di rianimarlo
ma non ci riesce.
Usa l’elettricità,
Babbo Natale si sveglia e mangia Pino.

Roberto



C'era una volta un ragazzino che uccideva le formiche.
Queste gli dissero siamo anche noi esseri viventi.
Il ragazzo non fece più cose cattive:
non fu più crudele.

Alex


In sogno, Lucia e Mattia giocano nel bosco.
Improvvisamente incontrano un gigante buono
che chiede volete venire con me?
Inizia così la loro magnifica avventura.

Mattia


Bu! urlò il lupo.
Cappuccetto Rosso continuò a camminare.
Il lupo la fermò.
Non ti faccio paura?
No! Buongiorno lupo!

Davide

Ti ho portato qui x mangiarti!
L’uomo aprì le tende di un teatrino
Una scimmia disse: Ti ho portato qui x mangiarti!
L’uomo scappò e nn rivide mai più la scimmia.

Gianmaria P.



Ecco sono arrivato! disse il buio.
La bambina rimase immobile.
Il buio disse hai paura?
No, non mi spaventi.
Lo abbracciò e con un sorriso
si addormentarono.

Ginevra


Un bambino, nel giardino dei nonni,
incontrò una fragola.
Le disse: come si bella!
La fragola arrossì,
il bambino la mangiò.

Gaia



All'improvviso Giorno arrivò,
ma Notte non capì.
E’ ora che tu te ne vada,
la luce deve arrivare!
Di colpo fu giorno.

Emma B.


Auuu! Fa il lupo
Mario si gira
Non ti sei spaventato? Domanda il lupo
No, perché? risponde Mario
Perché i lupi fanno paura!
No se ho un’arma dice Mario
Mario spara.

Daniel


Un gatto era sul tetto.
Si appoggiò su una tegola
un uccellino nero con alcune piume blu.
Il gatto vedendo l’uccellino saltò sulla tegola
e l’uccellino volò via.

Emma D.



Un bambino di nome Piero
incontrò un enorme drago sputafuoco
stanotte vi brucerò disse.
Piero e gli altri abitanti della città
rinchiusero il mostro in una grotta.

Marco



Una farfalla cerca un fiore
non lo trova, si posa allora su un filo d’erba.
All'alba con rugiada si bagna, poi il sole le asciuga le ali.
Vola via: cerca un fiore.

Aurora S.



Cenerentola arrivò al castello.
Il principe se ne innamorò,
non badò le altre e
andò a ballare con lei.
Scoccò mezzanotte
e la bellissima ragazza, scappò via.

Greta


Arrivo dice l’orco.
Gianni cerca il flauto
Dove sei piccolo? Sussurra il mostro.
L’orco si avvicina,
Gianni suona il suo flauto
L’orco cade in un sonno eterno
ADDIO!

Valentina


Un bambino si è perso nel bosco,
in cui vive un fantasma.
Cosa ci fai qui? chiede il fantasma.
Il bimbo risponde mi sono perso
e corre via.
Puff il fantasma non c’è più!

Eleonora


Una bimba sta ballando.
Un vampiro fa un grande balzo.
La bimba prende un sasso,
glielo tira e poi scappa.
Il vampiro vola via
e la bambina è in allegria!

Irene


C’era una volta una lumaca
a cui non piaceva essere lenta:
non aveva pazienza.
Una sera imparò che
se non avesse avuto pazienza
non avrebbe assaporato il tramonto.

Tommaso



Si è svegliata! Urlò il cavaliere.
La Fenice avanzò.
Ora ci salverà
La fenice spiccò il volo, emettendo il suo verso.
Fu così che salvò il mondo.

Samuel


Ciao Margherita!
Ciao Davide!
Davide disse: Ti passo a prendere
per fare un giro in Vespa?
Margherita rispose: No grazie, 
sono allergica alle vespe!

Vittoria


Dammi il pallone gridò il bullo.
Il bimbo continuò a giocare.
Il bullo si avvicinò.
Ti prendo e ti picchio!
Prendi questo!
Gli tirò il pallone sul viso,
stordendolo.

Lorenzo


Quando il serpente uscì dalla tana mi accorsi di essere il suo pranzo.
Mi prese con la coda e quando stava per mangiarmi…
la sveglia suonò, con grande sollievo!

Christian M.


Nel cielo di notte può capitare
di vedere la luna e le amiche stelle.
Un giorno la luna si spense all'improvviso
e le stelle le diedero la forza per riaccendersi.

Nora

mercoledì 8 aprile 2020

I classici della letteratura in audiolibro

Cliccando sopra l'immagine troverete un centinaio di audiolibri messi a disposizione dalla Rai.
Per rilassarvi un pochino, aprite bene le orecchie, e lasciatevi trasportare dalla narrazione...
Buon ascolto!

martedì 24 marzo 2020

Invito alla lettura


William Wenton e il ladro di Luridium di Bobbie Peers, racconta le avventure di un ragazzino davvero speciale, con doti fuori dal comune.
William Wenton cerca di ritrovare suo nonno, ormai scomparso da anni; "scavando scavando" viene a conoscenza di molti segreti di famiglia, tra mille ostacoli e aiuti inaspettati.
Per certi versi ricorda Harry Potter, anche in questo romanzo c'è una specie di Hogwards dove non si studia magia, ma si impara a risolvere enigmi.
Ci sono inoltre un cattivo di tutto rispetto e un mistero da svelare a suon di colpi di scena...
Roberto




The kissing booth. La casa sulla spiaggia di Beth Reekles, è un romanzo ambientato in California.

La protagonista, Rochelle, ha sedici anni e passa tutte le estati nella casa sulla spiaggia con il suo miglior amico Lee e la sua famiglia.
Quest'estate però sarà diversa dalle altre, perché Rochelle si è fidanzata con Noah, fratello maggiore di Lee, mentre quest'ultimo si è fidanzato con Rachel, una ragazza che nessuno conosce ancora.
Quell'estate è anche l'ultima che trascorreranno insieme perché Noah partirà per l'università... quindi questo tempo magico non va sprecato!
Tutto sembra uguale alle altri estati, ma quando arriva Rachel, a Rochelle pare strano passare tutto quel tempo con Noah, senza Lee. Inoltre comincia a porsi delle domande sul suo futuro con Noah: quell'amore durerà per sempre?
L'unica cosa di cui è veramente certa è l'amicizia che la lega a Lee...
Greta

Ellie vive con la mamma, ha undici anni e ha cominciato da poco le medie. Lei ha molta nostalgia della scuola elementare, della sua amica Brianna e le manca anche il suo pesce rosso, molto longevo, addirittura quanto tredici pesci rossi...
Una sera la mamma rincasa un po' in ritardo e con lei c'è Melvin, un ragazzino con i capelli lunghi e il viso familiare.
Ellie lo osserva con curiosità ed attenzione, si accorge che il ragazzino porta al dito un anello con una pietra rossa: capisce subito che quello è suo nonno! Quest'ultimo infatti è uno scienziato che ha scoperto e sperimentato su di sé un modo per ringiovanire.
Mentre il nonno racconta alla nipote storie e scoperte di grandi scienziati, la coinvolge in un'avventura: riuscire ad entrare in quello che era stato il suo laboratorio, nel quale ora non può più accedere perché è un ragazzino...
Davide




La gente dice che il tempo è pazzo, perché è inverno e dovrebbe esserci freddo invece fa un caldo bestiale.
Dato che Greg aveva sentito che i ghiacciai si stavano sciogliendo  e si stava innalzando il livello del mare, chiese ai suoi genitori di prendere una casa "più in alto", in collina e loro accettarono la sua richiesta.
Il tragitto da casa a scuola era molto faticoso, perché faceva molto caldo.
Dopo un po' di tempo la temperatura si abbassò e cadde anche un sacco di neve... e il tragitto rimase comunque faticoso, stavolta per il freddo.
Per fortuna, alla fine, era scesa così tanta neve che le scuole vennero chiuse!
Greg e il suo amico Rowley si misero a costruire un igloo, ma dei ragazzacci distrussero il loro lavoro.
Quando Greg chiese aiuto ai suoi genitori, la mamma gli rispose che dovevano cavarsela tra ragazzi, mentre il papà gli diede dei consigli su come costruire un muro bello robusto.
Vedendo il muro di Greg, anche gli altri ragazzi del quartiere costruirono dei muri e iniziò una vera e propria guerra a palle di neve...
Alice



T-rex all'attacco racconta l'avventura di due ragazzini, James e Tom, che diventano amici perché condividono la passione per i dinosauri.
Girovagando, trovano una grotta che li riporta a sessantacinque milioni di anni fa. Vivendo in quel tempo fanno amicizia con Wanni, un Whannosauro che va matto per il ginco, dei frutti puzzolenti.
I tre ne fanno di cotte e di crude, riescono anche a salvarsi da ben due T-rex che li volevano per cena...
Thomas



Questo libro parla di un bambino di nome August, che ha una rara malattia, che gli deforma il viso. Lui non ha mai frequentato la scuola pubblica fino a undici anni: studiava a casa con sua mamma (anche se non era una maestra!).
L'inizio della frequenza della scuola scuola pubblica è stato piuttosto difficile per August, a causa del suo aspetto.
August conosce comunque, da subito, alcuni ragazzi che gli mostrano la scuola Jack, Charlotte, Julian e Summer che si siede con lui durante la pausa pranzo.
Queste amicizie si rafforzano, ma un giorno August si allontana da Jack... ci vorrà l'intervento di Summer per risolvere tutto.
Questo libro spinge ad andare oltre alle apparenze e a non spaventarsi davanti alla diversità!
Emma


Qualcosa è un romanzo scritto da Chiara Gamberale.
La storia è ambientata in un regno immaginario e la protagonista è la principessa Qualcosa di Troppo: una ragazzina che esagera in tutto quello che fa.
Purtroppo lei patirà un dolore inaspettato che trasformerà il suo cuore in un buco.
Qualcosa di Troppo proverà a riempire quel vuoto, ma non ci riuscirà fino a quando non incontrerà "qualcuno"che riuscirà a riparare il suo cuore.
Nora


L'ultimo libro che ho letto s'intitola Nemmeno un giorno, ed è stato scritto da Antonio Ferrara e Guido Sgardoli.
Il romanzo parla di Leon, che è stato separato dalla sua famiglia, perché quest'ultima non era affidabile. Il ragazzo, pur essendo ancora minorenne sa guidare, decide così di "prendere" la macchina del suo nuovo papà per cercare di raggiungere la sorella, con cui è in contatto.
Nemmeno un giorno è molto emozionante e pieno di suspense.
Ogni capitolo si apre con un orario e con il titolo di una canzone ogni volta diversa.
Sono le tracce della playlist che Leon trova in auto e che ascolterà per tutto il tempo del suo viaggio...
Filippo


Ho dodici  anni e non sono un gran amante della lettura, pero’ mi piace tutto quello che ha a che fare con la fantascienza. 
Se tu sei come me, ti consiglio un piccolo libro, che è  ambientato nella bella laguna di Venezia.
Tutto iniziò  un giorno d’inverno, di buon ora, quando il sole stava iniziando a crescere. Il professor Pomponio, naturalista e viaggiatore, vestito di tutto punto, con mantello sciarpa stretta al collo e un colbacco nero sulla testa, con la sua ‘mascareta’(antica barca veneziana) si inoltrò nella laguna, immerso in una leggera nebbiolina. 
In lontananza gli apparve una nuvola nera, sembrava un gruppo di persone, ma purtroppo non era così...
Sirene, draghi, basilischi... 
Se volete sapere come continua, leggete il libro!
Jonathan

L'ultima mia lettura è stata Dragonball super n.10 .
Goku e Vegeta ricevono una chiamata da Mister Satan. Quest'ultimo dice loro che sono arrivate delle persone a rapire MajinBu.
Loro scoprono che era la pattuglia galattica.Goku e Vegeta cercano di capire cosa stesse succedendo.
Il criminale Molo era scappato dalla prigione (grazie a un soldato dell’esercito di Frezer), per distruggere i pianeti come aveva fatto dieci milioni di anni prima. Ma fu sconfitto dal grande Kaioschin che si trovava intrappolato dentro al corpo di Majinbu. 
Goku rintracciò Molo che era diretto verso il pianeta Namek.
Lui e Vegeta si teletrasportano da Molo che voleva prendere le sfere del drago e risucchiare l’energia di Namek e dei suoi abitanti, ma Goku e Vegeta arrivano in tempo e si mettono a lottare.
Molo li batte e risucchia la loro energia.
In seguito, lui e il soldato dell’esercito di Frezer iniziano a girare per i villaggi di Namek, alla ricerca delle sette sfere del drago. 
Nel frattempo tre namecciani si prendono cura di Goku e Vegeta che, molto feriti, si risvegliano solo dopo tre giorni e si mettono subito a proteggere una delle sfere del drago portata in salvo dai tre namecciani...
Daniel


Questo libro per me è stato molto emozionante, anche se dal titolo non sembra una storia di quelle che ti tengono con il fiato sospeso..                   
Il fatto che parli di lumache la rende ancora più interessante... 
Come tutti sanno, di solito le lumache sono protagoniste dei libri per bambini e questa è la storia più bella (non solo per i più piccoli) che parli di lumache che io abbia mai letto.                 
C'è un gruppo di lumache che vive in un piccolo boschetto sotto una pianta di calicanto, con vicino un fiore di dente di leone: questo magnifico posto è chiamato, appunto, "il paese del dente di leone". Una lumaca che vive in questo paese però vuole capire perché le lumache sono così lente e allora un giorno parte per un viaggio straordinario per scoprire questo mistero.        
Nel suo viaggio incontra molti animali, tra cui la tartaruga Memoria, che la chiama Ribelle e le mostra un incombente pericolo che grava sul boschetto: un enorme striscia nera di morte (una strada) sta per distruggere quel bellissimo luogo.
Ribelle torna indietro ad avvisare tutte le creature di mettersi in salvo...                                     
Non voglio continuare per non rovinare la sorpresa a un potenziale lettore, come ultima cosa, però, dirò che lo consiglio perché questa storia è in realtà una lezione di vita.
Lorenzo P.