non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916
(dalla sezione Il Porto sepolto della raccolta l’Allegria)
Dalla visione realistica di un paese distrutto dalla guerra, il poeta passa alla riflessione sulla fine di persone che gli erano care.
Il «cuore» del poeta diventa sia il cimitero posto a testimonianza dei valori andati perduti, sia il luogo più sconvolto dalla distruzione stessa.
Da un lato c’è il consueto corrispondersi tra paesaggio e interiorità; dall'altro l’interiorità del poeta assume su di sé il compito di restituire alla distruzione una disperata armonia, quasi raccogliendo l’eredità di tutte le assenze.
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