venerdì 10 gennaio 2020

Giallo: ...di tutto per soldi



Era il 27 febbraio 2015 e quel giorno ci sarebbe stata una mostra d’arte. Il direttore del museo era andato a controllare che tutto fosse apposto mezz'ora prima, quando ancora nessuno era lì. Qualche minuto dopo sarebbe arrivata anche la segretaria per aiutarlo a sistemare le ultime cose. Appena arrivata indossava un cappotto lungo nero e dei guanti rosa. Tolse il cappotto, lo mise sull'attaccapanni e mise i guanti rosa in tasca quasi come se non volesse che qualcuno li vedesse e poi andò dal direttore che la aspettava in ufficio.
Arrivò l’ora dell’inizio della mostra (alle sette in punto della sera). Era già buio fuori, senza le luci accese non si sarebbe visto nulla. Stranamente le persone venute per visitare il museo erano poche, circa una decina. C’era una famiglia composta da cinque persone, una giovane ragazza che frequentava spesso il museo, due fratelli e una coppia di innamorati. Iniziarono il giro del museo con la segretaria che esponeva loro i quadri e il loro valore, ma ogni due minuti la giovane ragazza che frequentava spesso il museo la interrompeva per aggiungere qualcosa che lei non aveva detto. La segretaria (stranamente non ancora interrotta) stava finendo di “raccontare” il penultimo quadro, ma quasi nessuno la stava ascoltando… forse perché erano tutti ansiosi di arrivare all'ultimo, il più bello e costoso, “Notte stellata” di Van Gogh. Le persone stavano per dirigersi a vedere il quadro, quando saltò la luce per qualche minuto. Appena tornò la luce il quadro “Notte stellata” non c’era più. Le uniche persone presenti al museo erano ancora lì, tranne il direttore che era in ufficio, che, tornata la luce, andò a controllare che fosse tutto apposto e chiamò la polizia per il quadro. Appena arrivata, la polizia notò un particolare che poteva sembrare sospetto. Sotto la parete a cui era appeso il quadro c’era un biglietto con una rosa sopra, c’era scritto: “Una rosa rossa per un quadro blu”, la scrittura era quasi illeggibile, ma sicuramente il ladro l’aveva fatto per non farsi scoprire. Guardando attentamente i sospettati uno dei due fratelli disse: “Io sono Scarret, sono appassionato dei libri gialli e vi potrei aiutare a risolvere il caso, ad esempio, vedo che Edward, mio fratello ha un petalo di rosa sulla scarpa. Edward cercò di giustificarsi dicendo che poteva succedere a chiunque di loro, il ladro stava cercando di incastrarlo! Non c’erano impronte digitali, il ladro aveva sicuramente usato dei guanti. Scarret si guardò silenziosamente intorno, lì non c’era niente, allora provò ad andare a vedere all'entrata, magari lì era caduto un guanto proprio sotto il cappotto. Andando a vedere, notò che c’era un guanto rosa sopra la scrivania della segretaria del direttore. La segretaria disse che non sapeva come fosse finito lì quel guanto, lei l’aveva lasciato nel cappotto appena arrivata. "Stanno cercando di incastrarmi!" disse. La polizia non sapeva chi fosse il colpevole, sembravano tutti coinvolti a parte la coppia e la famiglia che lasciarono andare. La giovane ragazza preferirono trattenerla ancora. Non si sapeva chi fosse stato, quindi, in attesa di altri indizi, vietarono alle persone rimaste (i due fratelli, la segretaria, il direttore e la giovane ragazza) di lasciare la città. Dopo averglielo comunicato li lasciarono andare. Passarono giorni ma ancora nessun indizio era stato trovato. Dopo una settimana Scarret chiamò la polizia per dichiarare che Edward era scomparso ormai da un giorno e non rispondeva al telefono. Un mese dopo fu trovato in Francia che cercava di rivendere il quadro ad un prezzo più alto di ciò che vale (non che valesse poco!). L’aveva fatto perché aveva parenti molto ricchi che volevano lasciare tutta l’eredità a suo fratello perché Edward non era mai stato molto affidabile… ma il suo punto forte era sempre stata la tecnologia, infatti è grazie al suo potenziale che è riuscito a programmare un blackout di pochi minuti al museo e a sapere che il guanto era della segretaria guardando i filmati di sicurezza.
Così Edward venne arrestato e il quadro fu riportato al museo.

Sofia Girardi IIAL

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