venerdì 7 febbraio 2020

Emergenza profughi dell'esodo istriano-fiumano-dalmata


In Italia l'emergenza profughi (circa 283.000 persone) viene superata nel corso degli anni cinquanta. Il governo assume numerosi provvedimenti a favore degli esuli. Fra questi, un imponente piano di costruzioni la cui realizzazione viene affidata principalmente all'Opera per l'assistenza ai profughi giuliani e dalmati. Vengono così realizzati più di 7000 alloggi popolari distribuiti in 39 province, oltre a convitti e case di riposo.
In alcune città vengono costruiti veri e propri quartieri destinati agli esuli (Roma, Alessandria, Torino, Bari, Carpi...) che offrono finalmente un alloggio dignitoso a chi prima era ospitato nei campi profughi. Inoltre, i nuovi quartieri consentono agli istriani di rimanere vicini e di conservare meglio la loro identità.
Soprattutto, il "miracolo economico", che si manifesta fra gli anni cinquanta e sessanta, offre agli esuli nuove opportunità di lavoro e prospettive di vita, facilitandone l'integrazione. Sotto il profilo sociale, questa avviene abbastanza rapidamente, mentre rimane viva la ferita della memoria.



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