Una goccia di rugiada mi svegliò bruscamente. Sollevai le pesanti palpebre e mi alzai lentamente. Un vento gelido mi travolse portandosi dietro un cumulo di foglie umidicce. Quando fui completamente in piedi, mi guardai intorno confuso.
Buio.
L’oscurità che avvolgeva la fitta selva mi terrorizzava. Anche se ci fosse stata un po' di luce, l’ubriachezza del peccato mi accecava.
Infine mi feci coraggio e mi addentrai nel folto intreccio di rami, rovi e alberi secolari dall’aspetto inquietante.
Quando tutto ormai era perduto vidi all’orizzonte un raggio di luce.
Lo rincorsi con le poche energie rimaste finché davanti a me apparve una piana con uno spettacolo divino. La città santa appariva in tutta la sua magnificenza e il suo splendore con grandi cupole.
Un po’ più a destra della città sorgeva un colle con tre croci illuminate da una luce stupenda. Una brezza leggera mi accarezzò ma subito sentii un ringhio e deglutii. Mi voltai e vidi tre belve feroci: una lupa, una lonza e un leone.
Cominciai un’improvvisata fuga ma continuavo a sentire il fiato degli animali sul mio delicato corpo.
Qualcuno mi toccò la spalla.
Rabbrividii.
Mi girai di colpo e vidi Virgilio in carne ed ossa… più o meno. Era pallido come un fantasma e aveva un aspetto tranquillo.
“Dante” cominciò il poeta con fare calmo. “Sono qui per farti fare un viaggio spirituale per condurti alla verità”.
“Non ne sono degno, Dominus” risposi automaticamente.
La mia non era umiltà, bensì paura. Il mio timore mi aveva di nuovo evitato una possibilità di cambiamento. Mi sentii un codardo e allo stesso tempo uno stupido. Come se mi avesse letto nel pensiero, la mia guida mi rispose:
“Non temere, Dante. Questo viaggio è voluto da Dio!”.
La cosa mi tranquillizzò. Dopo un po' che camminavamo ci apparse davanti una porta colossale. Era fatta di roccia e granito e dietro di essa fiamme infernali divampavano impietose su gente ululante e crani carbonizzati. Sulla porta di marmo erano incise parole in caratteri cubitali.
“Le tue risposte le troverai lì dentro" mi disse in tono amorevole.
Respirai lentamente.
Strinsi la mano alla mia saggia guida.
Feci un passo ed entrai nella porta colossale.
Intanto alle nostre spalle un tornado bollente sollevò un cumulo di ossa carbonizzate. L'aria si fece cupa e le porte dell’inferno si richiusero.
Giovanni Buriola IIDS
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