Teresa Mattei, poco più che ventenne, divenne una combattente partigiana. Un giorno, insieme ad un suo compagno partigiano fece esplodere un tunnel in cui i tedeschi tenevano le armi. Lei mise una bomba ad un’imboccatura del tunnel, il suo amico all’altra. Mentre correva via guardò indietro e vide l’amico inciampare, capì che non ce l’aveva fatta. I tedeschi l’avevano vista, perciò prese la sua bicicletta e cominciò a pedalare fino alla sua università, un posto sicuro in cui la conoscevano. Parcheggiò la bici in un punto del giardino e corse dal suo insegnante dicendogli che i tedeschi la stavano raggiungendo. Il professore avvisò velocemente i colleghi dicendo loro di simulare la commissione di laurea. Teresa iniziò ad argomentare la sua tesi in lettere e filosofia. Ad un certo punto, senza bussare, entrarono i tedeschi chiedendo ai presenti se avessero visto una ragazza in bicicletta. Il professore, calmo, disse che non avevano visto nessuno e se gentilmente potessero andarsene poiché nonostante ci fosse la guerra, la laurea rimaneva comunque un evento importante. Per fortuna i tedeschi non l’avevano vista bene ed il rossore sulle guance, dovuto alla corsa, se n’era ormai andato.
Dopo che i tedeschi andarono via, il professore disse di continuare la discussione in caso i soldati fossero tornati indietro a controllare. Così Teresa continuò: i professori facevano le domande e lei rispondeva.
Dopo aver finito l’esposizione il professore disse che, se i colleghi fossero stati d’accordo, lei avrebbe potuto laurearsi proprio quel giorno, perché, nonostante la situazione, era riuscita a fare un ottimo discorso. Così dopo aver avuto il consenso degli altri professori, Teresa prese la laurea in lettere e filosofia all’università di Firenze. Uscita dalla stanza un ragazzo fascista, non dichiarato, le disse che la sua laurea non sarebbe servita a nulla perché le donne servivano solo a fare figli e che, se avessero lavorato, avrebbero, avuto meno tempo per badare ai bambini. Lei rispose che la sua laurea sarebbe rimasta, mentre i fascisti sarebbero scomparsi.
Dopo la guerra Teresa fu chiamata a partecipare all’assemblea costituente. Tutt’ora lei è riconosciuta come madre dell’articolo 3 della Costituzione Italiana, quello che afferma l’uguaglianza di tutti, uomini e donne, di fronte alla legge.
Emilia IIIBL
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