HEMINGWAY E LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Nel 1917 quando gli USA entrano nella prima guerra mondiale, Ernest Hemingway decide di partire come volontario in Italia, ma non può combattere a causa di problemi alla vista, quindi partirà come volontario della Croce Rossa Americana.
Dopo aver attraversato in nave l'Atlantico, arriva in Francia e dopo una breve sosta a Parigi, in treno arriva a Fossalta di Piave, dove si sta combattendo l'ultima fase della guerra, che vedrà vincere l'Italia contro l'Austria.
Qui fa l'assistente di trincea, porta viveri, medicine e munizioni ai soldati italiani.
L'8 luglio 1918, in una sua "missione" in bicicletta, viene colpito dalle schegge di una granata austriaca, ma aiuta comunque un soldato gravemente ferito a trarsi in salvo. Durante l'operazione viene colpito a un ginocchio. Verrà portato in ospedale a Milano e dopo esser guarito gli verrà conferita la medaglia d'argento al valore militare.
Ernest, partito volontario con l'ideale virile della guerra, capisce proprio in quella circostanza che la guerra non è un gioco, capisce di non essere immortale.
Finita la guerra torna in America.
HEMINGWAY E IL VENETO
Ernest aveva continuato a scrivere durante la guerra e continuerà a farlo anche dopo. Continua la sua opera di scrittore e di giornalista. Lavorerà per il Toronto Star che lo invierà in Europa negli anni '20, mentre stanno prendendo piede i totalitarismi e sarà inviato di guerra, successivamente, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Cresce la sua fama letteraria ma anche quella mondana: frequenta il mondo dei vip, ha molte donne (si sposerà 4 volte e avrà 3 figli) e gli piace bere.
Viaggia spesso, ma gli unici due luoghi che sembrano dargli pace sono Cuba e il Veneto.
Del Veneto adora in particolare i luoghi della sua giovinezza: l'area tra Venezia e Trieste.
Lui rende famoso l'Harry's bar di Venezia, e la locanda Cipriani a Torcello, dove va a scrivere. Va spesso a sciare a Cortina e viene a S. Gaetano a caccia, dove è ospite dei conti Franchetti, proprietari terrieri di tutta la zona. Hemingway adora il bel mondo ma anche la gente semplice, quella con cui canta e beve all'osteria e che trova spazio nei romanzi.
DI LA' DEL FIUME E TRA GLI ALBERI
Il più autobiografico dei suoi romanzi è proprio quello che ha come sfondo quest'area geografica, uscito nel 1950 dal titolo "di là del fiume e tra gli alberi", nel quale racconta la storia di un vecchio colonnello americano, che ritorna sui luoghi dove ha combattuto la Prima Guerra Mondiale. Il protagonista, dietro il quale si nasconde lo stesso Hemingway, è innamorato di una giovane contessina veneziana; l'uomo riflette continuamente su questo amore: sulla giovane età di lei, sulla maturità di lui e sul suo corpo malato che si lascerà morire dopo una battuta di caccia in botte...forse già un pensiero di morte. In questo libro Hemingway racconta in modo non troppo celato il ferimento di Fossalta e il suo significato.
QUELL'INVERNO IL COLONNELLO ERA STATO FERITO TRE VOLTE, MA ERANO STATE TUTTE FERITE DA NIENTE; PICCOLE FERITE NELLA CARNE SENZA FRATTURE DI OSSA, E AVEVA ACQUISTATO FIDUCIA NELL'IMMORTALITÀ DELLA PROPRIA PERSONA PERCHÉ SAPEVA CHE NEI BOMBARDAMENTI DI ARTIGLIERIA PESANTE CHE PRECEDEVANO SEMPRE GLI ATTACCHI AVREBBE DOVUTO RESTARE UCCISO.
ALLA FINE VENNE FERITO A DOVERE E SUL SERIO, NESSUNA DELLE ALTRE FERITE GLI AVEVA FATTO L'EFFETTO CHE GLI FECE LA PRIMA FERITA GRAVE, DEV'ESSERE STATA LA PERDITA DELL'IMMORTALITÀ, PENSO' , BE', IN UN CERTO SENSO E' UNA PERDITA GROSSA.
In Italia questo libro uscirà nel 1965
L'EPILOGO DEL "RAGAZZO DEL BASSO PIAVE"
Oltre all'appassionante storia in questo romanzo Hemingway riesce a descrivere magnificamente la natura, quasi magica della laguna,
I SILENZI SONO DOLCISSIMI. I RUMORI SONO QUELLI DI UN CEFALO CHE QUA E LA' GUIZZA A MEZZ'ARIA E RICADE NELL'ACQUA, DEL FRUSCIO DELLE FOGLIE APPENA MOSSE DAL VENTO, DEL RICHIAMO DEGLI UCCELLI MIGRATORI CHE ARRIVANO DOPO UN LUNGO VIAGGIO DAI PAESI DELL'EST E SCENDONO CON LARGHE VOLUTE SULLA LAGUNA DI CAORLE RIMASTA ANTICA NEI SUOI UMORI E NEL SAPORE DELLA VITA.
Questa è una zona sicuramente privilegiata dal punto di vista naturalistico, piena di uccelli che mentre vanno dal nord al sud, per svernare, decidono di fermarsi qui, dal momento che non ghiacciandosi la laguna è generosa di cibo anche d'inverno.
Continua il successo di Hemingway: nel 1953 vince il Pulizer con "il Vecchio e il mare" e nel 1954 il Nobel.
Man mano che gli anni passano Hemingway sente sempre più vicina la morte, la depressione e l'alcolismo diventano sempre più gravi, proprio questo stato mentale lo porterà al suicidio il 2 luglio del 1961, quando deciderà di spararsi alla testa con il fucile.
Così finisce la vita del grande scrittore, ma ancor oggi continua, attraverso la letteratura, il mito del ragazzo del basso Piave che qui ha lasciato il suo cuore.
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