giovedì 24 dicembre 2020

mercoledì 23 dicembre 2020

Le domande di Rudolf Henz: la guerra nel Basso Piave vista da un giovane tenente austriaco

Rudolf Henz era un giovane austriaco, tenente dell'Orient Korps, inviato nel Basso Piave per partecipare all'ultimo attacco dell'Impero Austro Ungarico.

Nel 1935 a distanza di anni dalla fine della guerra, Rudolph pubblicò Dennoch Mensch, ein Roman von Krieg und Liebe (Uomini comunque, un romanzo di guerra e di amore) di cui troverete un estratto tradotto dalla Prof.ssa Lucia Tracanzan nel libro Le domande di Rudolf Henz, dentro la battaglia del Sile, da lei curato in collaborazione con Marino Perissinotto e Bruno Marcuzzo.

La quarta di copertina spiega il valore etico di quest'opera dedicata alle memorie e ai dubbi del giovane tenente.

Dove correva la trincea che Rudolf Henz percorse per avvicinarsi a Cavazuccherina, adesso passa la strada del mare, per il cemento e le spiagge di Jesolo.

Di quelle battaglie, di quegli uomini, del loro vivere e morire, ogni traccia è stata rimossa.

Leggere queste memorie fa dire: questo fu, qui avvenne.

La sua testimonianza e i suoi dubbi sono la chiave per interpretare il suo e il nostro passato e riflettere sul futuro che vorremmo.

Pensieri parole emozioni: i ragazzi si raccontano in tempo di pandemia


Il libricino Pensieri Parole Emozioni, nato da un'iniziativa dell'AICS Venezia in collaborazione con altre associazioni del territorio e la Regione Veneto, è stato realizzato in questo periodo di pandemia con l'intento di aiutare i più giovani a combattere le paure, descrivendole ed esorcizzandole. 

Dodici studenti della nostra scuola hanno dato il loro contributo a questo preziosissimo volume con degli elaborati che raccontano il non facile inizio di questo anno scolastico.

Ciò che più è emerso è la voglia di abbattere il distanziamento sociale ma anche la consapevolezza della necessità di rispettare le regole.

Pensieri Parole Emozioni è un libro di resistenza, di condivisione ma soprattutto di speranza. 

Complimenti ad Emma, Michele, Alex, Serena, Rachele, Ginevra, Gaia, Mattia, Gianmaria, Sofia, Aurora e Allyson, per i  racconti e grazie mille all'associazione Ap-prendiamo Insieme  per averci coinvolto in questo importante progetto!

www.aicsvenezia.it/pensieri-parole-emozioni-i-nostri-bambini-e-ragazzi-si-raccontano-in-tempo-di-covid19/


sabato 19 dicembre 2020

"L’unicorno in giardino" di James Thurber

Una volta, in un grazioso mattino di primavera, un uomo, che stava facendo colazione, seduto in cucina, alzò lo sguardo dalle uova strapazzate. Vide un unicorno con un corno dorato che brucava, tranquillo, le rose nel giardino. L’uomo salì in camera da letto, dove sua moglie stava ancora dormendo, e la svegliò.

C’è un unicorno in giardino! Sta mangiando le rose.

La donna aprì un occhio tutt’altro che amichevole e lo guardò.

Il liocorno è una creatura mitologica. Gli rispose e si girò dandogli la schiena.



L’uomo, lemme lemme, scese le scale e uscì in giardino. L’unicorno era ancora lì; adesso pascolava tra i tulipani.

Pss! Unicorno...

Chiamò l’uomo allungandogli un giglio. L’unicorno lo divorò in un sol boccone. Di buon umore, per via di quella creatura meravigliosa che brucava nel suo giardino, l’uomo salì al piano di sopra e svegliò la moglie ancora una volta.

L’unicorno ha mangiato un giglio.

Sua moglie si sedette sul letto e lo guardò con freddezza.

Sei completamente pazzo. Gracchiò - Ti farò rinchiudere in un manicomio.

L’uomo che non aveva mai amato le parole “matto” e “manicomio”, e che le apprezzava ancora meno in una splendida giornata come quella, mentre c’era un unicorno proprio nel giardino di casa, si fermò a pensare per un momento.

Bene, lo vedremo. La sfidò.

Camminò fino alla porta.

Ha un corno dorato proprio in mezzo alla fronte. Aggiunse.

Poi tornò in giardino per osservare l’unicorno; ma l’unicorno era andato via. Quindi si sdraiò tra le rose e piombò in un sonno profondo.

Appena il marito uscì di casa, la moglie si alzò e si vestì, più in fretta che poteva. Era eccitata e una luce soddisfatta le brillava negli occhi. Chiamò la polizia e uno psichiatra; gli disse di correre a casa sua e di portare una camicia di forza. Quando la polizia e lo psichiatra arrivarono si accomodarono, osservandola incuriositi.

Mio marito ha visto un unicorno questa mattina. I poliziotti guardarono lo psichiatra e lo psichiatra guardò i poliziotti.

Mi ha detto che ha mangiato un giglio.

Lo psichiatra e i poliziotti si scambiarono una seconda occhiata.

Ha anche detto che aveva un corno dorato, proprio in mezzo alla fronte.

Ad un cenno solenne dello psichiatra, i poliziotti saltarono dalle sedie e immobilizzarono la moglie. Ci volle parecchio perché ce la facessero. Dovettero fare uno sforzo incredibile ma alla fine riuscirono a bloccarla. Proprio mentre mettevano la camicia di forza alla donna, il marito rientrò in casa

Ha detto a sua moglie di aver visto un unicorno? Domandò uno dei poliziotti.

Certo che no. Rispose l’uomo. L’unicorno è una creatura mitologica.

Esattamente quello che volevo sapere. Commentò lo psichiatra.

Portatela via. Mi dispiace ma sua moglie è matta come una ghirlandaia.

Quindi la portarono via, mentre urlava e imprecava. La rinchiusero in un istituto d’igiene mentale. Da allora in poi, il marito visse felice e contento.

Morale: non dire matto finché non l’hai nel sacco.



mercoledì 2 dicembre 2020

Intervista impossibile alla Befana

di Emilia Brichese


Intervistatore: Il personaggio misterioso che intervisteremo oggi è...la Befana! Buongiorno!

Befana: Salve!

Intervistatore: Come sta?

Befana: Puoi darmi del tu. Porto dolci, carbone, tutto come al solito.

Intervistatore: Bene, ne sono felice!

Befana: Io no!

Intervistatore: Perfetto! vedo che sei di buonumore oggi!

Befana: Cosa c'è da essere allegri...

Intervistatore: Posso cominciare l'intervista?

Befana: Sono venuta per quello!

Intervistatore: Come ti sei "sentita" quando ti hanno detto che eri la prescelta?

Befana: Non mi sono mica ascoltata!(sghignazza)

Intervistatore: Dai andiamo avanti... basta con questo basso umorismo. Come si chiamano i tuoi genitori?

Befana: Mamma e papà

Intervistatore (sconfortato): Allora dimmi che rapporto hai con la tua scopa?

Befana: Volevo specificare che non è come si crede: non è la scopa che sceglie la Befana o cavolate simili, l'ho comprata all'Ikea per 5 Euro... quindi non c'è nessun rapporto affettivo, tanto che quando avrò finito di pagare le tasse, se avanzo qualcosa, ne compro una nuova.

Intervistatore (a bassa voce): Perché non segui il copione?

Befana (a bassa voce): Intendi il foglio che mi ha dato prima quel bel ragazzo?

Intervistatore (a bassa voce): Sì!

Befana (a bassa voce): Oh... pensavo fosse carta igienica!

Intervistatore (si dà una manata in fronte): Continuiamo... dove vivi?

Befana: Eh???

Intervistatore: Dov'è la tua casa?

Befana: Ho capito il tuo gioco: mi hai chiamato solo per provarci con me!

Intervistatore: Ma cosa dici! Cosa hai capito?

Befana (si alza e prende le sue cose): Non ci posso credere!

Intervistatore (a bassa voce): Dove stai andando?

Befana: A casa!

Intervistatore (con faccia sconvolta): Perché? Rimani ti prego, siamo in diretta mondiale!

Befana (punta l'indice verso l'intervistatore, guardando in camera): Bene! Allora volevo dire a tutto il pubblico, che io sono una povera befana triste, perché sono stata lasciata sola all'altare il giorno delle nozze da costui, che ha sposato un'altra donna solo per soldi, inoltre è un impostore perché le risposte dei suoi ospiti le scrive lui su un copione!

Intervistatore (in leggero imbarazzo): Forse la nostra ospite ha bisogno di un po' d'acqua...

Befana: NO! HO SOLO BISOGNO DI ANDARE VIA DA QUI!

Intervistatore: Allora, ottimo, grazie per essere stata nostra ospite!

Befana: ADDIO!

Intervistatore: E voi telespettatori continuate a seguirci e soprattutto ricordatevi di votare il numero 389 al concorso per il miglior anchorman (che sono io!)

Regista: E STOOP!

Intervistatore: Ottima interpretazione, brava! E' fondamentale essere trash per avere successo!

Befana: Grazie! Adoro esserlo!



2 dicembre: Giornata Internazionale per l'abolizione della schiavitù

 


Secondo l'ultimo report dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), oggi nel mondo ci sono oltre 40 milioni di persone, vittime di quella che chiamiamo "schiavitù moderna": traffico di esseri umani, lavoro forzato e matrimoni coatti.

La Giornata Internazionale per l'abolizione della schiavitù si celebra in questa data, perché fu il 2 dicembre del 1949, che l'Assemblea generale approvò la Convenzione delle Nazioni Unite, per la repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione.

1 vittima su 4 di schiavitù moderna sono i bambini.