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giovedì 25 marzo 2021

25 marzo DanteDì: Il "fiero pasto" del conte Ugolino (Inferno, Canto XXXIII, vv. 1-75)

Illustrazione di Riccardo La Rocca Russo

Dante e Virgilio sono giunti nella parte più profonda dell'Inferno, il IX cerchio, occupato dal lago ghiacciato di Cocito. Qui sono puniti i traditori: come nella vita ebbero cuore freddo e duro, tanto da ingannare chi si fidava di loro, così la loro punizione è stare immersi per l'eternità nel ghiaccio del Cocito, accanto a coloro che hanno profondamente odiato durante la vita sulla terra. 

Camminando lungo il Cocito il poeta vede una scena raccapricciante: due teste che affiorano dal ghiaccio, una sull'altra, e il dannato che sta sopra rode con i denti la testa di colui che gli sta sotto. Dante gli chiede chi sia e quale sia la ragione del suo odio tanto bestiale. Comincia così il racconto del conte Ugolino della Gherardesca, il quale rivela che la testa che sta rodendo è quella dell'arcivescovo Ruggieri. Entrambi pisani, rivali politici e nemici in vita: l'arcivescovo Ruggieri fece imprigionare, in una torre, Ugolino insieme ai figli e ai nipoti e lì lasciò morire di fame, dopo giorni di terribile agonia.

Ugolino rievoca la storia terribile della sua morte e racconta di aver fatto durante la prigionia un sogno premonitore: l'arcivescovo Ruggieri lanciava le sue cagne dietro a un lupo e ai suoi cuccioli per sbranarli. Il lupo ero lo stesso Ugolino e i cuccioli i figli e i nipoti, che lui vide morire davanti a sé, a uno a uno, senza poter fare niente per salvarli, finché, dopo giorni e notti di tortura, anche lui morì.


Quivi morì; come tu mi vedi,

vid'io cascar li tre ad uno ad uno

tra 'l quinto dì e 'l sesto; ond'io mi diedi,


già cieco, a brancolar sovra ciascuno,

e due dì li chiamai, poi che fur morti.

Poscia, più che 'dolor, potè 'l digiuno.


mercoledì 24 marzo 2021

- 1 giorno al DanteDì: L'amore di Francesca (Inferno, Canto V, vv. 82-142)

illustrazione di Matteo Zykaj

Dante e Virgilio incontrano le prime anime dannate. Il poeta è incuriosito da due anime che si muovono in coppia trascinati in una violentissima e incessante bufera che li percuote.

Siamo nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi: come in vita furono travolti dalla passione, così ora sono trascinati continuamente dal vento.

Le due anime vengono interrogate da Dante sulla loro sorte eterna.

Gli risponde Francesca da Rimini, protagonista, insieme al cognato Paolo, di una tragica storia d'amore: dopo esser diventati amanti furono uccisi dal marito di Francesca, fratello di Paolo, Gianciotto Malatesta.


Amor, ch'à nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m'abbandona.


martedì 23 marzo 2021

- 2 giorni al DanteDì: Il nocchiero Caronte (Inferno, Canto III, vv. 82-111)

illustrazione di Matteo Zykaj

Dante e Virgilio entrano nell'Inferno passando attraverso una porta e leggono una scritta minacciosa, che si trova sulla sommità dell'ingresso. 

Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.

Si tratta di parole che incutono grande timore a Dante, perché avvisano che si sta entrando nel regno dove sono puniti in eterno i dannati. Virgilio però esorta Dante ad abbandonare ogni paura per intraprendere il cammino nei regni dell'oltretomba.

Una volta entrarti, giungono sulle rive dell'Acheronte, il fiume infernale che le anime dei dannati devono attraversare per raggiungere la sede che è stata assegnata loro da Dio. 

Qui vedono avvicinarsi una nave, condotta da Caronte, il traghettatore delle anime, un vecchio demone dall'aspetto pauroso…


Caron dimonio, con occhi di bragia

loro accennando, tutte le raccoglie;

batte col remo qualunque s'adagia.


lunedì 22 marzo 2021

- 3 giorni al DanteDì: L'universo dantesco

illustrazione di Antonio Vigliotti

L'universo descritto da Dante nella Divina Commedia rispecchia le conoscenze medievali fondate sulla teoria tolemaica, dal nome di Tolomeo, un astronomo greco vissuto nel II sec. d. C. 

Secondo questa teoria, la Terra è una sfera immobile al centro dell'universo ed è circondata da una sfera d'aria, una sfera di fuoco, dove nascono i fulmini, e nove sfere celesti contenute l'una nell'altra, dotate di un moto circolare e concentrico. Oltre le sfere si trova l'Empireo, una sorta di grande involucro che comprende l'universo.

La terra è divisa in due emisferi:

-l'emisfero delle terre emerse, o boreale, è abitato; i confini sono il Gange a Oriente e le Colonne d'Ercole a Occidente, a al centro si trova Gerusalemme;

-l'emisfero delle acque, o australe, è disabitato; al centro si erge solitaria la montagna del Purgatorio che ha sulla cima il Paradiso terrestre, collegato alla sfera celeste più vicina alla Terra. A Gerusalemme si trova l'ingresso dell'Inferno, che si restringe a forma di imbuto verso il centro della Terra; lì, nel punto più basso è conficcato Lucifero, la cui caduta ha provocato l'apertura della voragine infernale e la contemporanea espulsione della massa si terra nell'emisfero opposto, dove è sorta la montagna del Purgatorio.


domenica 21 marzo 2021

- 4 giorni al DanteDì: la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri

La notte del 25 marzo del 1300 il più grande poeta di tutti i tempi, Dante Alighieri, inizia il viaggio nei tre regni dell’aldilà che lo porteranno all’incontro di grandi eventi e grandi personaggi, un’avventura che oggi, a 700 anni dalla sua morte, è letta e amata in tutto il mondo: la Divina Commedia
Ed è proprio in occasione dell’inizio di questo viaggio che, su proposta del Ministero dei Beni Culturali, è stato istituito il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.

illustrazione di Marco Adami

Che cosa racconta la Divina Commedia?

Nella Divina Commedia Dante racconta, in prima persona, la storia di un viaggio immaginario nell'oltretomba.

Il viaggio ha inizio per volere di Beatrice, preoccupata dello smarrimento nel quale Dante è precipitato dopo la sua morte: il viaggio è dunque un graduale percorso che Dante compie verso la salvezza, prendendo consapevolezza dei propri peccati. 

Il viaggio inizia il giovedì santo del 1300, anno del primo Giubileo, e si conclude una settimana dopo.

In questo arco di tempo Dante visita tre regni: Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Durante il viaggio Dante è accompagnato da tre guide:

-Virgilio, l'autore dell'Eneide, che conduce il poeta attraverso l'Inferno e il Purgatorio;

-Beatrice, la donna amata, che accoglie Dante in Paradiso e lo guida fino all'Empireo, il cielo in cui risiede Dio;

-San Bernardo, fondatore dell'ordine monastico cistercense, che conduce il poeta fino alla contemplazione di Dio.

Lungo il suo viaggio ultraterreno, Dante incontra moltissimi personaggi, sia storici sia appartenenti alla mitologia, alla leggenda, alle storie sacre; alcuni vengono solo intravisti, altri invece parlano con il poeta, gli rivolgono domande oppure rispondono alle sue.

mercoledì 25 marzo 2020

Buon Dantedì!

Oggi, 25 marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, si celebra per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente istituita dal Governo.
‪Il sommo Poeta è il simbolo della cultura e della lingua italiana, ricordarlo insieme sarà un modo per unire ancora di più il Paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.
Noi faremo, in videoconferenza, un flash mob per "dichiarare il nostro amore per l'Italia con Dante".


In molti hanno deciso di aprire le finestre e i balconi delle proprie case per leggere parte del canto V dell'Inferno, in cui Paolo e Francesca "raccontano" il  loro amore .


Francesca da Rimini, figlia di Guido Minore da Polenta, signore di Ravenna, va in sposa intorno al 1275 a Giovanni Malatesta, signore di Rimini, chiamato Gianciotto perché "ciotto", sciancato; da lui ha una figlia di nome Concordia.
Paolo, cavaliere nobile, bello e cortese, fratello minore di Giovanni, s'innamora della cognata e Giovanni, messo in allarme da un servitore, li coglie in flagrante e li uccide.
L'episodio di Paolo e Francesca, tratto dalla Divina Commedia (Inferno, Canto V), ha avuto nel corso dei secoli grande risalto nella storia dell'arte.

Ecco la storia del loro amore in  quattro grandi opere d'arte, di pittori provenienti da diversi paesi e di diverse epoche.
Anselm Feuerbach, Paolo e Francesca, 1864

Jean-Auguste-Dominique Ingres, Paolo e Francesca, 1819


Gaetano Previati, Paolo e Francesca, 1901

Gustave Doré, Paolo e Francesca, 1861

Buon Dantedì!
IIAL

lunedì 11 febbraio 2019

-10 giorni al viaggio d'istruzione delle classi Terze: geni toscani


DANTE ALIGHIERI (Firenze 1265- Ravenna 1321): poeta dei poeti

Nacque nel 1265 in una Firenze vivace e fremente, governata da banchieri e mercanti. Veniva da una stirpe di affaristi, ma visse una vita differente: niente commerci ma lettere, niente affari ma pensiero, niente denaro ma letteratura. Lui è il padre del nostro modo di raccontare, il poeta dei poeti. La sua Divina Commedia è considerata il più grande capolavoro letterario del mondo!
Nel 1302 venne esiliato da Firenze per ragioni politiche, da allora non poté più tornare nella sua amata città. Morì di malaria a Ravenna, nel 1321.


LEONARDO DA VINCI  (Vinci 1452- Amboise 1519): inventore di mondi

Nacque a Vinci nel 1452. Trascorse l’infanzia in campagna dai nonni e ricevette un’educazione disordinata. Imparò a scrivere con la sinistra e alla rovescia: quello che scriveva poteva essere letto soltanto allo specchio. A diciassette anni si trasferì a Firenze e andò a bottega da Andrea del Verrocchio, noto artista dell’epoca. Leonardo scriveva tantissimo e inventò anche dei marchingegni prodigiosi: ordigni a vapore, opere idrauliche, strumenti musicali, macchine volanti…Dove tutti gli altri vedevano qualcosa di impossibile da realizzare, Leonardo invece vedeva un’idea di come realizzarlo. “Se puoi immaginare una cosa, puoi farla, - pensava. -Perché il destino ci vende tutto ciò che vogliamo e il solo prezzo che ci chiede è il nostro lavoro.”



MICHELANGELO BUONARROTI (Caprese 1475 - Roma 1564): gigante tormentato

Figlio di un padre violento e di una madre che morì presto, da bambino Michelangelo non aveva nessuna voglia di studiare. Lo interessava solo il disegno. A tredici anni se ne andò a Firenze (era nato a Caprese, vicino ad Arezzo) e cominciò a lavorare come apprendista presso un famoso artista dell’epoca, Domenico Ghirlandaio. Dopo un anno Michelangelo lasciò la bottega, poi Lorenzo de’ Medici lo accolse alla sua corte. Lorenzo si era accorto che quel giovane scapestrato aveva un talento eccezionale: aveva capito che la sua aggressività era solo “il guscio ringhioso di un’anima dolente”.