DANTE ALIGHIERI (Firenze 1265- Ravenna 1321): poeta dei poeti
Nacque nel 1265 in una Firenze vivace e fremente, governata
da banchieri e mercanti. Veniva da una stirpe di affaristi, ma visse una vita
differente: niente commerci ma lettere, niente affari ma pensiero, niente
denaro ma letteratura. Lui è il padre del nostro modo di raccontare, il poeta
dei poeti. La sua Divina Commedia è
considerata il più grande capolavoro letterario del mondo!
Nel 1302 venne esiliato da Firenze per ragioni politiche, da
allora non poté più tornare nella sua amata città. Morì di malaria a Ravenna,
nel 1321.
LEONARDO DA VINCI (Vinci 1452- Amboise 1519): inventore di mondi
Nacque a Vinci nel 1452. Trascorse l’infanzia in campagna
dai nonni e ricevette un’educazione disordinata. Imparò a scrivere con la
sinistra e alla rovescia: quello che scriveva poteva essere letto soltanto allo
specchio. A diciassette anni si trasferì a Firenze e andò a bottega da Andrea
del Verrocchio, noto artista dell’epoca. Leonardo scriveva tantissimo e inventò
anche dei marchingegni prodigiosi: ordigni a vapore, opere idrauliche,
strumenti musicali, macchine volanti…Dove tutti gli altri vedevano qualcosa di
impossibile da realizzare, Leonardo invece vedeva un’idea di come realizzarlo.
“Se puoi immaginare una cosa, puoi farla, - pensava. -Perché il destino ci
vende tutto ciò che vogliamo e il solo prezzo che ci chiede è il nostro
lavoro.”
MICHELANGELO BUONARROTI (Caprese 1475 - Roma 1564): gigante tormentato
Figlio di un padre violento e di una madre che morì presto,
da bambino Michelangelo non aveva nessuna voglia di studiare. Lo interessava
solo il disegno. A tredici anni se ne andò a Firenze (era nato a Caprese,
vicino ad Arezzo) e cominciò a lavorare come apprendista presso un famoso artista
dell’epoca, Domenico Ghirlandaio. Dopo un anno Michelangelo lasciò la bottega,
poi Lorenzo de’ Medici lo accolse alla sua corte. Lorenzo si era accorto che
quel giovane scapestrato aveva un talento eccezionale: aveva capito che la sua
aggressività era solo “il guscio ringhioso di un’anima dolente”.
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