Ponte Vecchio è uno dei simboli della città di Firenze e uno
dei ponti più famosi del mondo. Attraversa il fiume Arno nel suo punto più
stretto, dove nell'antichità esisteva il guado. Il ponte romano, in legno su
piloni di pietra, su cui passava la via Cassia, fu più volte rovinato dalla
piena del fiume, fino a venire ricostruito, interamente in pietra, nel
Trecento.
Il ponte era tanto solido e largo da poter comprendere due
portici laterali. Nei portici si installarono le botteghe dei macellai, che in
città avevano il problema di smaltire gli scarti: ora potevano semplicemente
gettarli nell'Arno. Il ponte era però un passaggio obbligato per andare dai
palazzi pubblici del centro alle residenze granducali sull'altro lato
dell’Arno, e nel Cinquecento il granduca ordinò la sostituzione delle botteghe
dei macellai con quelle, più decorose e meno odorose, degli orefici.
In realtà, il granduca poteva già andare da casa in
“ufficio” senza mescolarsi alla folla. Aveva infatti ordinato la costruzione di
un corridoio, lungo più di un chilometro (ma percorribile in carrozzella) che
dal palazzo governativo (gli Uffizi) costeggiava l’Arno, lo scavalcava sul
Ponte Vecchio e conduceva fino a Palazzo Pitti, sua residenza.
Nel corridoio, a metà percorso, si aprono due finestre
panoramiche sull'Arno. Nel 1938, in occasione della visita di Hitler in Italia
per stringere l’infausta amicizia con Mussolini, questi volle che fossero aperte
altre due finestre.
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