Piazza dei Miracoli di Pisa è Patrimonio dell'Umanità. Non si trova nel centro della città come si potrebbe pensare bensì è situata a nord ovest delle mura, quasi fuori dal paese; probabilmente al tempo in cui fu realizzato il progetto non c’era un altro spazio altrettanto grande da poter utilizzare. Fin dai tempi degli etruschi Piazza dei Miracoli viene considerata un importante centro religioso. I tre complessi che la compongono simbolizzano infatti le principali tappe della vita di ogni uomo: il Battistero la nascita, la Cattedrale di Santa Maria Assunta la vita e il Camposanto allude chiaramente alla morte.
E la Torre di Pisa? Non ce ne siamo dimenticati, dovete sapere che la famosa Torre pendente fa parte del Duomo e ne rappresenta in realtà il campanile.
La Piazza è circondata da uno splendido prato verde dove turisti e studenti universitari si concedono momenti di relax all'interno di una cornice storica di rara bellezza.
Il nome Piazza dei Miracoli gli è stato attribuito soltanto nel dopoguerra quando Gabriele D’Annunzio nella sua opera "Forse che sì, forse che no" 1910, la cita così: “L ’Ardea roteò nel cielo di Cristo, sul prato dei Miracoli.”
I lavori per la sua realizzazione iniziano nel XI secolo e dopo varie modifiche si concludono soltanto nel XIX secolo, quando l’architetto Alessandro Gherardesca conferisce alla piazza l’aspetto attuale.
E la Torre di Pisa? Non ce ne siamo dimenticati, dovete sapere che la famosa Torre pendente fa parte del Duomo e ne rappresenta in realtà il campanile.
La Piazza è circondata da uno splendido prato verde dove turisti e studenti universitari si concedono momenti di relax all'interno di una cornice storica di rara bellezza.
Il nome Piazza dei Miracoli gli è stato attribuito soltanto nel dopoguerra quando Gabriele D’Annunzio nella sua opera "Forse che sì, forse che no" 1910, la cita così: “L ’Ardea roteò nel cielo di Cristo, sul prato dei Miracoli.”
I lavori per la sua realizzazione iniziano nel XI secolo e dopo varie modifiche si concludono soltanto nel XIX secolo, quando l’architetto Alessandro Gherardesca conferisce alla piazza l’aspetto attuale.
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