Circa un mese fa o più, il Coronavirus “ha invaso” la Cina: tantissime persone erano costrette a uscire di casa il meno possibile, con la mascherina chirurgica e purtroppo c'erano anche vittime.
Quando ne ho sentito parlare al telegiornale per la prima volta, mi sono preoccupata, ma non più di tanto, perché comunque questo virus era in Cina e quindi io non dovevo pensarci: io ero in Italia, al sicuro.
Ma ecco che, nel giro di pochi giorni sono stati trovati casi di persone contagiate da Coronavirus in Piemonte, in Lombardia e anche qui, in Veneto, a Venezia e a Padova, dove io credevo che il virus non sarebbe mai arrivato.
Il virus è arrivato nel Nord Italia nel giro di pochi giorni
L’Italia è diventata così come la Cina: scuole e luoghi pubblici chiusi, assalto ai supermercati, paesi e cittadine in quarantena, persone con la mascherina e vittime...
Con il dilagarsi del contagio sono apparse alla tv anche pubblicità che cercano di istruire le persone su come comportarsi in questa emergenza sanitaria: c'è l'obbligo di tenersi ad almeno un metro di distanza dalle altre persone, si devono evitare gli abbracci, i baci e le strette di mano, ci si deve lavare spesso le mani e quando si starnutisce o tossisce lo si deve fare all'interno del gomito.
Ora il Coronavirus si sta espandendo anche negli altri Stati: un problema di un unico Stato, nel giro di poche settimane è diventato un problema globale.
Irene
Caro diario,
questo periodo è strano e triste. Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Queste "vacanze forzate" non assomigliano alle vacanze di Natale o a quelle estive, ma assomigliano a quei giorni di pioggia in cui bisogna starsene dentro casa.
Non è poi tutto così nero, ci sono anche dei lati positivi, come passare del tempo con la propria famiglia, fare torte, pizze, provare cose nuove, avere del tempo per rilassarsi...
Ogni mattina mi sveglio, faccio colazione con calma (molta calma), mi lavo i denti, mi vesto e poi faccio i compiti. A mezzogiorno aiuto mia mamma a preparare la tavola, pranziamo e ci rilassiamo un po'. Al pomeriggio usciamo in giardino per prendere un po' d'aria. Verso ora di cena, io e i miei genitori facciamo due-tre partite a scala quaranta e poi mangiamo.
Prima di andare a letto chiamo i miei amici: questa è una delle cose che mi fa stare bene.
Non vedo l'ora che finisca questa quarantena, così poi potremo di nuovo incontrarci, darci la mano, abbracciarci.
Quando usciremo da tutto questo saremo più saggi: non daremo più per scontati gli abbracci e le strette di mano.
Greta
Caro diario,
In questo periodo di emergenza sanitaria, le mie giornate sono abbastanza noiose, ma non troppo.
La mattina faccio colazione, mi lavo i denti, il viso, poi guardo quanti e quali compiti devo fare in quella giornata.
A mezzogiorno pranzo insieme ai miei genitori.
Dopo pranzo mi siedo sul divano con mamma e papà, e insieme guardiamo un po' di televisione, per circa un’oretta.
Poi vado a fare una camminata in mezzo ai campi (sempre restando all'interno dell’azienda, lontano dalle persone), e faccio un po' di ginnastica.
La sera leggo un libro e resto sveglia fino a tardi a guardare serie tv e/o film.
Le cose che mi piacciono di più in questo periodo di quarantena sono:
- passare più tempo con i miei genitori, perché di solito sono al lavoro;
- dormire fino a tardi la mattina;
- restare sveglia fino a tardi la notte.
Spero che riprendano presto le lezioni a scuola: non vedo l’ora di rivedere tutti quanti i miei compagni di classe.
Non appena finirà la quarantena, la prima cosa che farò sarà uscire con i miei amici.
ANDRÀ TUTTO BENE!
Sabrina
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