Patroclo, il più caro amico di Achille, viste le difficoltà dei compagni, prega l'eroe di poter indossare le sue splendide armi: alla loro vista i Troiani terrorizzati senz'altro si ritireranno. Achille acconsente. Il successo dello stratagemma è immediato: i Troiani, ingannati, fuggono e Patroclo semina paura e strage fra i nemici che lo credono Achille. Ettore però non fugge, gli si fa incontro e lo uccide.
Achille, appresa la notizia della morte di Patroclo, è assalito da un disperato dolore e giura di vendicarlo uccidendo Ettore. Si riconcilia con Agamennone che gli restituisce Briseide, indossa la nuova armatura preparatagli dal dio Efesto e si lancia nel campo di battaglia.
Subito la battaglia si trasforma in una sconfitta per i Troiani: Achille fa strage dei nemici e si avvicina sempre più alle mura di Troia. Quando Priamo si accorge che per i Troiani non c'è scampo, dà ordine di aprire le porte della città affinché i fuggiaschi possano salvarsi. Solo Ettore rimane fuori dalle mura e decide di affrontare Achille.
Il duello si conclude con la morte di Ettore. Achille lega il cadavere al suo cocchio e lo trascina nella polvere attorno alle mura di Troia; ritorna poi alle navi e ordina grandi onori funebri per Patroclo.
Dopo dodici giorni, impietosito da Priamo, il padre di Ettore, Achille permette di restituire ai Troiani il cadavere dell'eroe.
Con i solenni funerali di Ettore si chiude il poema.
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