Gozzano tende ad accogliere nel linguaggio poetico anche gli aspetti della realtà più dimessa. La forma dei suoi componimenti poetici è molto vicina alla prosa, semplice e discorsiva ma è creata attraverso un ricercato equilibrio delle forme espressive.
Il termine Crepuscolarismo viene coniato dal critico Giuseppe Antonio Borgese per definire le caratteristiche comuni a un gruppo di poeti amanti del "crepuscolo", cioè del tramonto, della malinconia e della quiete. I crepuscolari
-parlano, nelle loro poesie, degli avvenimenti apparentemente banali di ogni giorno e delle "cose buone di pessimo gusto" che si possono trovare a casa della nonna o di una vecchia zia;
-si rifiutano di partecipare attivamente alla vita politica, trovando rifugio negli affetti e nei ricordi;
-mascherano il loro pessimismo nei confronti del presente con un atteggiamento ironico e distaccato;
-usano in poesia un linguaggio semplice, uno stile discorsivo, simile a quello della prosa, e molti termini tratti dal parlato, tradizionalmente esclusi dalla poesia.
L'apparente semplicità dei testi nasconde però una profonda conoscenza della tradizione letteraria italiana e delle nuove tendenze della poesia contemporanea straniera.
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