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martedì 22 settembre 2020
sabato 9 febbraio 2019
Iqbal Masih (1983-1995): “nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”
IL SUO INIZIO
Iqbal Masih nacque nel 1983 a Murdike, in Pakistan, in una famiglia molto povera. A 5 anni fu ceduto da suo padre ad un fabbricante di tappeti perché doveva saldare un debito, quindi fu costretto a lavorare molte ore al giorno incatenato al telaio e sotto nutrito.
Nel 1992 riuscì a scappare e partecipò ad una manifestazione insieme ad altri bambini.
LA RIBELLIONE
Quando ritornò in fabbrica, si rifiutò di lavorare anche se il padrone aveva aumentato il salario e la dose di cibo giornaliera. La famiglia dovette abbandonare il villaggio a causa delle minacce, Iqbal fu ospitato in un villaggio in cui ricominciò a studiare.
Anche se aveva iniziato a mangiare e a prendersi cura della sua persona, le sue condizioni vitali rimasero comunque precarie: all'età di 10 anni aveva la struttura fisica di un bambino di 6.
LA SUA VOCE NEL MONDO
Dal 1993, Iqbal, iniziò a farsi conoscere viaggiando e partecipando a conferenze internazionali per sensibilizzare sempre più persone riguardo i diritti negati ai bambini in Pakistan.
Nel dicembre del 1994 si recò a Boston per ricevere un premio ottenuto partecipando a una campagna di boicottaggio dei tappeti pakistani, consistente in 15mila dollari che devolse per finanziare una scuola pakistana.
Nello stesso periodo in una conferenza a Stoccolma dichiarò:
“Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.” Dopo di ciò ricevette anche una borsa di studio ma la rifiutò perché voleva rimanere in Pakistan per portare avanti la sua campagna.
Nel 1995 a Lahore, partecipò a una conferenza contro la schiavitù dei bambini, in seguito il governo pakistano iniziò a chiudere decine di fabbriche di tappeti, salvando circa 3mila piccoli schiavi dalla loro condizione.
“Da grande” diceva Iqbal “voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo”.
LA SUA MORTE
Non ne ha avuto il tempo perché il 16 aprile 1995, alla giovane età di 12 anni, fu assassinato.
La sua famiglia era cristiana, così nel giorno di Pasqua andarono in chiesa per partecipare alla messa. Gli avvenimenti sono molto confusi e imprecisi, però le testimonianze date dai cugini riferiscono che nel tardo pomeriggio si allontanò con loro in bicicletta perché perse l'autobus che doveva portarlo alla capitale.
A seguito della deposizione data dai cugini, dove uno di loro rimase ferito nella sparatoria in cui Iqbal fu ucciso, secondo un rapporto della polizia l'assassino era un lavoratore agricolo che in precedenza aveva avuto una lite con Iqbal. Molti invece attribuirono la causa della sua morte alla “mafia dei tappeti”, ancora oggi rimangono diversi dubbi sull'accaduto.
IL LASCITO
A seguito della sua morte ci fu maggior attenzione verso lo sfruttamento e il lavoro minorile.
Nel 2000, inoltre, fu il primo a ricevere il “World's Children's Prize”.
RICONOSCIMENTI
Molti edifici sono stati dedicati al bambino più coraggioso di tutti, il bambino che salvò molti minori dallo sfruttamento in molti paesi del mondo.
A questo ragazzo vennero dedicate molte scuole, parchi ed edifici vari tra cui il parco “Iqbal Masih” di via Buozzi proprio qui a S.Stino di Livenza inaugurato nell'ormai lontano 2006 con un concorso di nome “Chi non è come te”, un concorso che aveva avuto come partecipanti tutte le scuole del comune di S.Stino di Livenza.
Ricerca a cura della IIIC
mercoledì 12 dicembre 2018
Gino Strada:«Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra»
Luigi Strada - noto come Gino - nasce a Sesto San Giovanni (Milano) il 21 aprile 1948.
Conseguita nel 1978 la laurea in Medicina presso l'Università Statale di Milano, si specializza in chirurgia d'urgenza.
Come professionista pratica nel campo del trapianto di cuore fino al 1988, poi Gino Strada indirizza i propri interessi verso la chirurgia traumatologica e la cura delle vittime di guerra.
Tra il 1989 e il 1994 lavora con il Comitato Internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: si sposta continuamente tra Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia-Erzegovina.
Questa esperienza sul campo assieme alla sensibilità personale del chirurgo alimentano la motivazione di Gino Strada, assieme ad un gruppo di colleghi, per fondare Emergency, nel 1994, un'associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime di guerra e delle mine antiuomo.
IIIBL
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domenica 26 novembre 2017
Malala Yousafzai: "Quando tutto il mondo tace, anche una sola voce diventa potente"
C'era una volta una bambina a cui piaceva molto andare a a scuola. Si chiamava Malala. Malala abitava in un tranquillo villaggio del Pakistan. Un giorno, un gruppo di uomini armati chiamati talebani prese il controllo della valle, terrorizzando la gente con i suoi fucili.
I talebani proibirono alle bambine e alle ragazze di andare a scuola.
Molte persone non erano d'accordo, ma per sicurezza preferirono tenere le loro figlie a casa.
Malala pensava che fosse ingiusto, e lo scrisse nel suo blog. Amava molto la scuola, perciò un giorno disse in TV: "L'istruzione è potere per le donne. I talebani stanno chiudendo le scuole femminili perché non vogliono che le donne abbiano potere".
Qualche giorno dopo, Malala prese il suo scuolabus come al solito. Ad un tratto, però, due talebani fermarono l'autobus e gridarono: "Chi di voi è Malala?"
Quando le sue amiche la guardarono, gli uomini spararono e la colpirono alla testa.
Malala fu subito portata in ospedale e non morì. Migliaia di bambini e bambine le scrissero di guarire presto, e lei si riprese più in fretta di quanto si potesse immaginare.
"Pensavano di farci tacere con i proiettili, ma non ci sono riusciti" ha detto. Anzi, anzi nel 2014 Malala è stata la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace.
"Prendiamo i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo."
biografia tratta da "Storie della buonanotte per bambine ribelli" di Elena Favilli e Francesca Cavallo
scelta da Carolina Brichese e Nicolò Lucchetta IIBL
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