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mercoledì 3 gennaio 2018

Blowin' in the wind (1963, Bob Dylan)

This song speaks about humanity, war, peace and other questions that people refuse to answer.

Click and listen!

How many roads must a man walk down
Before you can call him a man?
Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannonballs fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind. 


BOB DYLAN RECEIVED THE NOBEL PRIZE FOR LITERATURE IN 2016.

domenica 26 novembre 2017

Malala Yousafzai: "Quando tutto il mondo tace, anche una sola voce diventa potente"



C'era una volta una bambina a cui piaceva molto andare a a scuola. Si chiamava Malala.  Malala abitava in un tranquillo villaggio del Pakistan. Un giorno, un gruppo di uomini armati chiamati talebani prese il controllo della valle, terrorizzando la gente con i suoi fucili.
I talebani proibirono alle bambine e alle ragazze di andare a scuola.
Molte persone non erano d'accordo, ma per sicurezza preferirono tenere le loro figlie a casa.
Malala pensava che fosse ingiusto, e lo scrisse nel suo blog. Amava molto la scuola, perciò un giorno disse in TV: "L'istruzione è potere per le donne. I talebani stanno chiudendo le scuole femminili perché non vogliono che le donne abbiano potere".
Qualche giorno dopo, Malala prese il suo scuolabus come al solito. Ad un tratto, però, due talebani fermarono l'autobus e gridarono: "Chi di voi è Malala?"
Quando le sue amiche la guardarono, gli uomini spararono e la colpirono alla testa.
Malala fu subito portata in ospedale e non morì. Migliaia di bambini e bambine le scrissero di guarire presto, e lei si riprese più in fretta di quanto si potesse immaginare.
"Pensavano di farci tacere con i proiettili, ma non ci sono riusciti" ha detto. Anzi, anzi nel 2014 Malala è stata la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace.
"Prendiamo i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo."

scelta da Carolina Brichese e Nicolò Lucchetta IIBL

martedì 3 ottobre 2017

3 Ottobre: giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione

Ricordando


Saamiya Yusuf Omar

Saamiya Yusuf Omar è nata nel 1991 in una famiglia povera di Mogadiscio.
Da sempre Saamiya ha la passione e l'attitudine per la corsa.
Dopo aver vinto tutte le gare per dilettanti somale, inizia a partecipare a gare per professionisti con l'aiuto del centro olimpico somalo, situato a Mogadiscio.
Partecipa alle Olimpiadi di Pechino 2008, nella gara dei 200 m, ottenendo il record personale di 32"16, l'ultimo tempo di tutte le batterie, venendo però comunque incoraggiata e applaudita dal pubblico presente allo stadio. Successivamente alla gara tutti i giornalisti la intervistano, perchè, con la sua partecipazione alle Olimpiadi, diventa un simbolo per l'emancipazione delle donne musulmane di tutto il mondo.
L'appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere in Somalia, Saamiya corre chiusa dentro un burqa. Rimanere in Somalia, all'improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi, rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi.
Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
La giornalista Teresa Krug, di Al Jazeera, a lungo in contatto con Saamiya, conferma successivamente che la ragazza avrebbe viaggiato attraverso Etiopia, Sudan e Libia con l'intento di giungere in Europa per trovare un allenatore che la mettesse in grado di partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012; ma all'inizio di aprile del 2012 sarebbe morta annegata nel naufragio di un'imbarcazione diretta a Lampedusa. La notizia della morte è poi stata confermata dalle agenzie di stampa internazionali.
La vita di Saamiya Yusuf Omar è stata raccontata nel romanzo Non dirmi che hai paura, scritto da Giuseppe Catozzella ed edito da Feltrinelli il 12 gennaio 2014, romanzo poi pubblicato in tutto il mondo, che è valso a Giuseppe Catozzella la nomina a Goodwill Ambassador UNHCR, Ambasciatore per l'Agenzia dei Rifugiati delle Nazioni Unite.

venerdì 22 aprile 2016

Viaggio d'istruzione a Solferino e San Martino

Giovedì 7 Aprile, noi, ragazzi di terza, siamo andati in viaggio d'istruzione a Solferino e San Martino: luoghi in cui si sono svolte due delle battaglie della Seconda Guerra di Indipendenza.
Alla partenza eravamo tutti molto emozionati.
Il primo paese che abbiamo visitato è stato Sirmione: è davvero bello.


La nostra guida Laura ci ha subito parlato del microclima del lago di Garda che permette di coltivare in questo territorio cedri, agrumi, ulivi, fiori che di solito si trovano solo nel Sud dell'Italia. Attorno a noi era tutto in fiore.
Laura ci ha accompagnato a visitare il duomo e poi la chiesa di San Pietro in Mavino, nella quale c'erano resti di origine romana e longobarda: molto suggestiva!
Infine abbiamo visitato la Rocca Scaligera e ci siamo saliti: da là sopra c'era un panorama bellissimo.
Dopo pranzo con un traghetto di linea abbiamo raggiunto la località turistica di Garda, abbiamo visitato il paese e comprato souvenir.

Poi abbiamo raggiunto in nostro hotel a Pozzolengo, abbiamo cenato e abbiamo fatto una piccola passeggiata, per poi andare a "dormire" alle 23.00...
Il giorno dopo le professoressa ci hanno svegliato alle 7.00, abbiamo fatto colazione e siamo andati a visitare Solferino: il museo del Risorgimento, la torre, l'ossario, per poi raggiungere San Martino.



Nel pomeriggio siamo andati a Castiglione delle Stiviere al Museo della Croce Rossa, che è nata proprio quando Henry Dunant venne in Italia durante la Seconda Guerra d'Indipendenza.
La guida del museo è stata molto brava, perché ci ha spiegato anche cosa fa oggi la Croce Rossa, parlandoci in modo approfondito dell'opera umanitaria compiuta in Afghanistan: lì i medici curano le persone che hanno perso degli arti a causa delle mine antiuomo.


Questa visita è stata davvero istruttiva, mi sono divertita a stare con i miei compagni...la rifarei altre mille volte!
Sara di Tota IIIB

Libera!



Il 21 marzo, giorno della commemorazione delle vittime della mafia,  Silvia ed Elisabetta,, delle volontarie dell'Associazione Libera sono venute nella nostra scuola per raccontare, a noi ragazzi di terza, la storia della mafia e spiegarci come si può e deve combatterla.
L'associazione Libera è nata con l'intento di sollecitare la società civile alla lotta contro le mafie e di promuovere responsabilità, giustizia e legalità. Prima che nascesse Libera, la mafia non veniva considerata dal popolo, perché si diceva che essa fosse un'invenzione per dei delitti che non avevano nome.
Una delle ragazze ha cominciato a porci delle domande per capire quanto sapevamo sulla mafia: molti di noi non sapevano un granché.
Ci hanno raccontato, utilizzando anche dei video, i diversi attentati che hanno assassinato molti di coloro che lottavano contro la mafia, come i giudici Borsellino e Falcone.
L'associazione Libera organizza anche dei campi estivi per sensibilizzare i ragazzi giovani alla loro causa.
Quello che abbiamo capito è che la mafia, comunque, non è indistruttibile e se siamo uniti possiamo sconfiggerla.

Marco Ridolfo, Marella Fruttaldo, Clara Caminotto IIIB

lunedì 22 febbraio 2016

Nelson Mandela

Più potente della paura per l’inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni.



Nelson Mandela nasce il 18 luglio 1918. E' figlio del capo della tribù Thembu. Studia nella scuola per studenti neri, riesce a laurearsi in Giurisprudenza e si trasferisce a Johannesburg. 
Nel 1944 Mandela si rende conto dei trattamenti disumani in cui vive la popolazione di colore e con altri amici fonda la lega dalla ANC (African national Congress). Quando nel 1948 nasce il regime dell' apartheid Mandela decide di protestare, per le leggi ingiuste. Nel 1956 Mandela viene arrestato con l'accusa di alto tradimento, per lo stesso motivo sono state arrestate altre 156 persone. Dopo un lungo processo nel 1961 viene dichiarato non colpevole. Mandela è costretto a nascondersi per evitare attentati alla sua persona. Continua però la sua lotta per i diritti delle persone di colore. Viene arrestato di nuovo, condannato all'ergastolo è mandato a Roben una delle prigioni più dure del Sudafrica. Continua la sua lotta anche in carcere  e viene liberato nel 1990. Nel 1993 riceve il premio Nobel per la pace e un anno dopo diventa presidente del Sudafrica, il primo di colore. 
Muore nel dicembre del 2013.

L'APARTHEID
Il termine apartheid significa “separazione” e indica tutti quei provvedimenti attuati in Sudafrica a partire dal 1948, che portarono alla segregazione della popolazione di colore nei ghetti. L'apartheid negava i diritti fondamentali alla popolazione di colore e ne impediva la partecipazione alla vita pubblica.
Dagli anni '70 del Novecento diversi movimenti cercano di liberare il Sudafrica da questo regime. Tuttavia solo l'esempio di Nelson Mandela riuscì a scardinarlo. La sua storia fece il giro del mondo e molte persone chiesero la sua liberazione.

L'ESEMPIO DI MANDELA
Mandela è considerato una figura fondamentale per la storia del 1900. egli accettò il carcere per non tradire i suoi ideali e , una volta libero e al potere, non cercò vendetta. Il suo esempio è riuscito a scardinare ciò che un esercito non avrebbe potuto.

Elisa Brollo IIIA