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sabato 7 dicembre 2019

"Noi, ragazze senza paura" di Daniela Palumbo


Margherita Hack, Denise Garofalo, Franca Rame, Franca Viola, le maestre marchigiane, Ilaria Alpi, Alda Merini, Teresa Mattei... scienziate, giornaliste, maestre, rivoluzionarie: donne italiane molto diverse tra loro, ma tutte indipendenti, fuori dagli schemi, coraggiose.
Note, meno note o sconosciute, le ragazze che hanno ispirato le otto storie di questo libro un giorno hanno guardato in faccia le loro paure e hanno detto "no". A volte pagando un prezzo altissimo, a volte semplicemente scegliendo di vivere la propria vita così come desideravano.
Il loro gesto ha rotto con il passato, abbattuto muri, scardinato pregiudizi e, soprattutto, tracciato la strada per il più grande sogno di ogni ragazza a venire: la libertà.

giovedì 11 ottobre 2018

Ruby: la bambina coraggiosa, protagonista del più famoso quadro di Norman Rockwell


Norman Rockwell Museum , Stockbridge, Massachusetts

Il problema con cui tutti viviamo è un dipinto, olio su tela (91cm x150cm), del 1964 di Norman Rockwell. 

È considerato un'immagine iconica del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti.

Raffigura Ruby Bridges, una bambina afroamericana di sei anni, sulla strada per la scuola elementare William Frantz (una scuola pubblica completamente bianca), il 14 novembre 1960, durante il periodo di segregazione scolastica a New Orleans.

A causa di minacce di violenze contro di lei, Ruby è scortata da quattro vice marescialli statunitensi; il dipinto è incorniciato in modo tale che le teste dei marescialli siano tagliate alle spalle.

Sulla parete dietro di lei è scritto il motto razziale "nigger" e le lettere "KKK"; è anche visibile un pomodoro schiacciato e schizzato contro il muro.

I manifestanti bianchi non sono visibili, dal momento che lo spettatore guarda la scena dal loro punto di vista.

Ricerca a cura della IIAL

mercoledì 11 ottobre 2017

11.10 Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze: la storia di Sonita Alizadeh (rapper)



Sonita aveva dieci anni quando i suoi genitori le dissero: "Dobbiamo venderti in sposa". Cominciarono a comprarle dei bei vestiti e a prendersi cura di lei più di quanto avessero mai fatto.
Sonita non sapeva di preciso cosa significasse, ma di una cosa era certa: non voleva sposarsi. Voleva studiare, scrivere e cantare canzoni. Quando lo disse a sua madre, lei le rispose: "Ci servono i soldi per comprare una sposa per tuo fratello maggiore. Non abbiamo scelta. Dobbiamo vendere te."
All'ultimo momento, tuttavia, il matrimonio combinato sfumò. In Afghanistan, il Paese in cui la famiglia viveva, era scoppiata la guerra, e Sonita e suo fratello furono mandati a vivere in un campo per rifugiati in Iran. Sonita andò a scuola da quelle parti e iniziò a scrivere le sue canzoni.
Quando compì sedici anni, sua madre andò a trovarla, e le disse che doveva tornare in Afghanistan , perché avevano trovato un altro marito disposto a comprarla. Di nuovo Sonita rispose no. Voleva bene a sua madre, ma non voleva sposarsi. Voleva fare la rapper.
Scrisse una canzone molto dura intitolata Brides for Sale, "Spose in vendita", e la caricò su YouTube. Il video divenne virale, Sonita  conquistò fama e vinse una borsa di studio per studiare musica negli Stati Uniti. "Nel mio Paese, le brave ragazze stanno zitte" racconta adesso. "Ma io voglio condividere le parole che ho dentro."