venerdì 23 marzo 2018

21.03.2018 Giornata Mondiale della Poesia: omaggio a Gianni Rodari




Il treno degli emigranti

Non è grossa, non è pesante
la valigia dell’emigrante…
C’è un po’ di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio…
Un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.

Ma il cuore no, non l’ho portato:
nella valigia non c’è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.

Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù…
Ma il treno corre: non si vede più.


Girotondo in tutto il mondo

Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi;

per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone;
per quelli gialli che stanno in Cina
dove è sera se qui è mattina.

Per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci;
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa.

Per quelli che stanno di qua o di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani…


Il cielo è di tutti

Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi,
di ogni occhio è il cielo intero.

È mio, quando lo guardo.
È del vecchio e del bambino,
dei romantici e dei poeti,
del re e dello spazzino.

Il cielo è di tutti gli occhi,
e ogni occhio, se vuole,
si prende la Luna intera,
le stelle comete, il sole.

Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.

Spiegatemi voi dunque,
in prosa o in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la Terra è tutta a pezzetti.

IAL

lunedì 19 marzo 2018

La mia piccola Trilli




Mi ricordo ancora quando mamma e papà mi regalarono un piccolo esserino, morbido, colorato, coccoloso e con due grandi occhi color giallo ocra, in poche parole una gattina, di cui mi innamorai subito.
La chiamai Trilli, visto che tutti gli altri nomi che avevo scelto non andavano bene per i miei genitori. Appena me la diedero in mano, la portai a fare il giro della sua nuova casa e la aiutai a salire le scale. Visto che era ancora troppo piccola per fare uno scalino, la presi in braccio e, salite tutte quelle scale, la poggiai a terra.
Subito si fiondò nella mia camera, sembrava attratta dal mio piumone: non potei biasimarla, era così caldo e morbido che appena ti ci appoggiavi sopra, cadevi in un sonno profondo, simile a quello delle fiabe.
Capii subito il suo intento: voleva provare la mia stessa sensazione, voleva lasciarsi andare in una nuvola di piacere, come me tutte le notti. Allora presi una decisione, la sua prima notte, nella sua nuova famiglia, l'avrebbe passata con me. Conobbe così  la mia nuvola di piacere, e le feci fare sogni d'oro come una mamma che dà la buona notte ai suoi bambini, e li tratta come il tesoro più grande che possieda. Lei, fin da quel momento, fu proprio il mio tesoro più grande. Avevo trovato un’amica, la mia nuova migliore amica, quella che non mi avrebbe mai abbandonato.

Noemi Scomparcini IID

martedì 13 marzo 2018

The Nobel Prize




The Nobel Prize is a set of annual international awards in several categories (Chemistry, Literature, Peace, Physics and Physiology or Medicine, Economics), given by Swedish and Norwegian institutions in recognition of academic, cultural or scientific advances.
The will of the Swedish scientist Alfred Nobel established the prizes in 1895.
The prize ceremonies take place annually in Stockholm, Sweden (with the exception of the peace prize, which is in Oslo, Norway). Each recipient, or laureate, receives a gold medal, a diploma, and a sum of money that has been decided by the Nobel Foundation. (As of 2017 €944,000).

sabato 10 marzo 2018

9.03 Visita d'istruzione a Padova: III tappa PALAZZO DELLA RAGIONE (in Piazza delle Erbe)



Il soffitto ricorda la chiglia di una grande nave.
L'architetto, Giovanni degli Eremitani, era infatti un veneziano specializzato nella progettazione di navi.
Il Palazzo della Ragione è stato il posto più importante della città per secoli, sede dei tribunali, degli affari e della politica della città.
Un continuo andirivieni di persone discutevano, facevano affari, stipulavano contratti o scambiavano due chiacchiere, mentre nello stesso spazio si svolgevano i processi.
Le pene, che venivano inflitte, andavano scontate subito, spesso addirittura lì dentro, in modo che i condannati subissero anche la vergogna di essere visti.


Di questo parlano i 2000 metri quadrati di affreschi che lo decorano... e siccome tutto quel che succede capita sotto i cielo, negli affreschi c'è anche lui, cioè il cielo come lo immaginavano e interpretavano gli uomini di allora, con i 12 segni dello Zodiaco, corrispondenti ai mesi dell'anno, con i lavori dei campi che si facevano in quei mesi, dalla semina alla macellazione degli animali, al raccolto.
Negli affreschi ci sono anche i pianeti, gli apostoli, la Madonna e i simboli dei tanto temuti tribunali, identificati con animali per permettere anche agli analfabeti di trovarli.




9.03 Visita d'istruzione a Padova: II tappa IL SANTO



E' una delle più grandi chiese al mondo ed è visitata annualmente da moltissimi pellegrini.
In essa sono custodite le reliquie di Sant'Antonio da Padova e la sua tomba.



La piazza del Santo ospita il monumento equestre al Gattamelata di Donatello.
Quest'ultimo realizzò anche le sculture bronzee (crocifisso, statue e formelle) oggi collocate sull'altare maggiore.

9.03 Visita d'istruzione a Padova: I tappa CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI



Vicino alla Chiesa degli Eremitani si trova la famosissima Cappella degli Scrovegni, un capolavoro della pittura conosciuto in tutto il mondo.
Da fuori è semplice e senza nessun segno particolare ma, una volta entrati, tutto cambia: ci sono colori brillanti, storie che scorrono su tutte le pareti e sulla volta c'è un meraviglioso cielo stellato, di un azzurro così intenso e luminoso che quasi abbaglia gli occhi.


Il famoso pittore Giotto dipinse la cappella ispirandosi alle storie dei Vangeli e ci impiegò 2 anni. In mezzo a tutte queste figure e colori, nel Giudizio Universale, si vedono i diavoli che castigano i peccatori, creature mostruose, omini che sembrano volare, fiumi di fuoco che ricordano l'Inferno di Dante.


Si possono anche ammirare i buffi cammelli che accompagnano i re magi alla capanna di Gesù Bambino.
Però la cosa più sorprendente di questa scena è rappresentata sopra la capanna di Gesù Bambino: una palla di fuoco con una lunga coda brillante.
E' la bella cometa, che nessuno prima di Giotto aveva mai rappresentato come stella dei magi.
E' la cometa di Betlemme, quella che tanti mettono nel presepe. Davvero molto bella, anche se ormai sappiamo che è un'invenzione di Giotto, che mentre dipingeva la cappella rimase impressionato dal passaggio in cielo della famosa cometa di Halley, che si fa vedere solo ogni 70 anni. La volle subito dipingere, mettendola addirittura sopra Gesù. Questa invenzione piacque talmente tanto che dopo qualche anno tutti la copiarono, fino a che la rappresentazione della cometa di Natale divenne per sempre questa. Ma quel che guidò i re magi per 900 chilometri almeno, dalla Persia fino alla capanna di Betlemme, non fu una cometa ma un altro segno del cielo, che solo loro capirono nel modo giusto.



giovedì 8 marzo 2018

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (- 1 giorno alla visita d'istruzione a Padova)



Elena Cornaro Piscopia fu la prima donna a laurearsi in filosofia nel 1678 all’Università di Padova.
Fu un esempio per molte donne visto che nel Seicento le donne avevano pochi diritti.
Il nonno materno del padre di Elena, Giacomo Alvise Cornaro era un importante scienziato ed era amico di Galileo Galilei, e suo padre Girolamo aveva allestito una grande biblioteca, ricchissima di strumenti scientifici. Quando il padre di Elena si accorse delle grandi doti della figlia ne favorì la crescita culturale. Elena voleva studiare teologia, ma non le venne concesso dalla Chiesa, così scelse filosofia.


Abbiamo deciso di postare questa nostra piccola ricerca proprio oggi perché oggi è la Giornata Internazionale della Donna: celebrazione che ricorda le discriminazioni, le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in varie parti del mondo, ma anche le grandi conquiste politiche e sociali, come quella di Elena.

AUGURI A TUTTE LE DONNE!




mercoledì 7 marzo 2018

Il Bo (- 2 giorni alla visita d'istruzione a Padova)



Le tracce di Galileo a Padova sono un po' dappertutto perchè qui visse e insegnò dal 1592 al 1610 per 18 anni.
Al Bo sede dell'Università, c'è ancora la cattedra da cui Galileo teneva le sue lezioni.
L'Università è conosciuta come Bo perchè, nella zona, prima c'era un mercato di buoi, ed è anche per questo che il curioso simbolo dell'università è un cranio di bue.
Per il Bo sono passati altri studenti famosi come, ad esempio, l'astronomo polacco Copernico, che nella sua teoria "mise" il sole al centro dell'universo.
Qui si è laureata la prima donna al mondo: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.

Classi II della Fogazzaro

martedì 6 marzo 2018

Galileo Galilei (- 3 giorni alla visita d'istruzione a Padova)



Le invenzioni di Galileo

Era la terza volta che si alzava dal letto quella notte.
"Ancora una volta ho mangiato troppo, maledizione, e ora non riesco a dormire". Ma non era solo quello che lo rendeva così inquieto. Era quello che aveva visto con un aggeggio che andava perfezionando da un po': "il tubo" di un occhialaio olandese con cui si vedevano vicine le cose lontane. Pensava di venderlo alla Marina Veneziana: poteva essere un bel colpo, utilissimo per vedere le navi dei pirati dalmati che assalivano le navi della Repubblica Serenissima, prima di essere visti e così poter scappare. Ma quello che Galileo aveva visto alzando il cannocchiale al cielo lo aveva turbato a fondo e aveva acceso la sua curiosità. Aveva visto, 8 volte più grande che a occhio nudo, la Luna su cui c'erano montagne e ombre, crateri, deserti. Altro che corpo perfetto come si credeva! E quelle piccole stelle che aveva visto la prima volta il 7 gennaio 1610 vicino a Giove. Prima tre, poi due e poi quattro, tutto in 7 giorni. E non stavano fisse ma seguivano Giove: cos'erano? E come poteva accadere se, come si credeva, era la Terra al centro dell'Universo e le stelle giravano intorno? No, non poteva dirlo, nessuno gli avrebbe creduto. Era quasi l'alba del 16 gennaio 1610 quando smise di rimuginare. "Proprio io che insegno che quel che vale è l'evidenza delle esperienze che possiamo fare e rifare non posso stare zitto. Devo dire tutto e al diavolo se nessuno mi crederà".
Ritrovata la calma, Galileo prese carta e penna e iniziò a scrivere il Sidereus Nuncius (L'avviso astronomico), un libro in cui c'era tutto quello che aveva visto: da quel momento, quello che l'uomo pensava del cielo cambiò per sempre.



lunedì 5 marzo 2018

La città dei "4 senza" (- 4 giorni alla visita d'istruzione a Padova)


Caffè Pedrocchi


Padova viene definita la città dei "4 senza" perché
  • la Basilica di Sant'Antonio è talmente famosa da essere conosciuta solo come "il Santo", senza nome;
  • il grande cavallo ligneo di Donatello a Palazzo della Ragione è senza cavaliere;
  • il Caffè Pedrocchi, uno dei simboli della città, luogo di incontro per intellettuali e artisti, è stato definito "senza porte" perché dal 1831 al 1916 era aperto giorno e notte;
  • Prato della Valle non è un giardino, ma è una piazza, quindi viene definito senza erba, anche se in realtà c'è dell'erba, ma non quanta ci si aspetterebbe se fosse un prato.
Prato della Valle


Apriamo il tour di preparazione alla nostra visita d'istruzione proprio con Prato della Valle.

Prato della Valle è la piazza più grande d'Europa: ci si potrebbero costruire dentro addirittura 8 campi da calcio.
Ha 4 ponti che portano a una specie di isola con un canaletto di acqua intorno, una bella fontana che zampilla al centro e, lungo i bordi del canale, tante statue.
Per essere proprio precisi, le statue intorno a Prato della Valle sono 78 e rappresentano personaggi importanti che nei secoli passati hanno avuto a che fare con Padova, come Antenore, il leggendario fondatore della città, il celebre pittore Andrea Mantegna, il famoso poeta Torquato Tasso e molti altri ancora.
Tra questi personaggi quello che guarda in alto, verso il cielo, è il grande scienziato Galileo Galilei.

Classi II della Fogazzaro

Via agli allenamenti per la Corsa Contro la Fame


Oggi 5 marzo, alla seconda ora, noi ragazzi di seconda ci siamo trovati nell'Aula Magna per incontrare Elisa, una volontaria dell'organizzazione Azione Contro la fame.
Elisa ci ha spiegato che, al mondo, una persona su nove non mangia a sufficienza, oppure mangia in modo scorretto (sempre lo stesso alimento), cioè è malnutrita in modo cronico o acuto.
Il cibo nei vari paesi, dove c'è la fame, manca per ragioni diverse, una di queste ragioni è la guerra: nei tanti paesi dove c'è la guerra si muore più di fame che di bombardamenti.
Elisa ci ha illustrato alcune azioni che si possono fare per contrastare la fame:
- riflettere su questo problema (sensibilizzarci e sensibilizzare);
- donare animali, semi e strumenti per la coltivazione ai paesi in cui c'è la fame;
- cercare di garantire loro l'accesso all'acqua (da bere, per lavarsi...);
- donare cibo terapeutico, che possiede tutte le sostanze nutritive concentrate. Nutrendosi per due volte al giorno, per 2 mesi con questo cibo, si guarisce dalla malnutrizione.




Poi abbiamo visto un video in cui alcuni ragazzi, in Iraq, mostravano la vita in un campo profughi dove opera Azione Contro la Fame.
I ragazzi "si sono trasferiti" lì, dopo aver abbandonato le loro case a causa della guerra (che continua ad esserci dal 2003).




Infine Elisa ci ha parlato della Corsa Contro la Fame.

La nostra Corsa Contro la Fame si terrà il 15 Maggio 2018, dopo l'annuale Passeggiata d'Istituto.

Nel frattempo noi ragazzi abbiamo "la missione" di trovarci degli sponsor, tra i nostri conoscenti e non solo, che ci daranno una certa somma proporzionale alla distanza che noi riusciremo a compiere quel giorno, che poi noi devolveremo in beneficenza ad Azione Contro la Fame. 
Per questa ragione dobbiamo cercare di correre il più possibile e per questo inizieremo già da domani ad allenarci.

IIBL

venerdì 2 marzo 2018

Diario di un bambino cresciuto




8/01/2018
Caro Diario,
a volte mi capita di ripensare a quando ero più piccolo e provo un certo rimpianto per quel periodo in cui tutto sembrava così semplice.
Quanto erano belli quei momenti dell’infanzia: non avevi problemi, non serviva che decidessi e non dovevi fare praticamente niente; avevi quella sensazione di “siete tutti ai miei ordini" e “loro”, visto che eri un bambino, ti accontentavano praticamente sempre. Peccato che adesso quei giorni siano finiti. Adesso sono più grande, quindi ho molte più responsabilità sulle spalle, più scelte da fare, più ostacoli da superare.
Ripensare a quei giorni in cui “non avevo niente” mi fa restare quasi senza fiato e con i brividi addosso, sapendo che da piccolo pensavo a cosa sarei diventato da grande. Riavere tutti quei bei momenti di gioia... come la prima volta che sono andato a Gardaland… mamma mia, quanto mi sono divertito su tutte quelle giostre. Ricordo quando sono andato al cinema per la prima volta e sono rimasto strabiliato, perché non avrei mai immaginato che esistesse un posto così, con un megatelevisore. WOW! Che emozioni… emozioni che non posso più rivivere, perché ormai sono cambiato.
Ovviamente con momenti belli ci sono stati anche momenti e sensazioni brutte, ad esempio la prima volta che sono andato in ospedale perché stavo male, o anche la prima volta che sono dovuto andare in un cimitero e ho visto tutte quelle persone che pregavano Dio per riavere i loro cari scomparsi.
Questi sono stati momenti orribili e “strani”, perché da piccolo stare male ti sconvolge, è un'esperienza che non hai mai vissuto prima; al cimitero per esempio, mi sembrava assurdo vedere gente che pregava per un persona scomparsa, adesso invece, mi fa riflettere e capisco come le persone possano amare tanto da piangere e disperarsi e implorare ancora coloro che non sono più con noi.
Io, diario, devo essere sincero con te, da piccolo non vedevo l’ora di crescere; adesso ne ho il timore e vorrei tornare bambino e riprovare tutte quelle sensazioni, belle e brutte, vorrei rivivere lo stupore di tutte le prime volte, perché le prime volte non le scordi mai... purtroppo non è più possibile tornare indietro!
Ecco diario, questo è quello che sento quando ripenso alla felicità di essere piccolo.

Enrico Crosariol IIB