mercoledì 22 dicembre 2021
lunedì 13 dicembre 2021
Poesia: INVICTUS di William Ernest Henley (1875)
Nera come il pozzo da un polo all'altro
Ringrazio gli dei qualunque essi siano
Per la mia indomabile anima.
Nella stretta morsa delle avversità
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
Incombe solo l'orrore delle ombre.
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
lunedì 6 dicembre 2021
#ioleggoperchè 2021: grazie per tutti i bei libri che ci avete donato!
Nei libri troviamo sentimenti, illuminazioni, esperienze, evasione, conoscenza, senso, consolazione, divertimento, compagnia... in sostanza la vita.
Quando leggiamo, prima si crea un rapporto intimo con la storia che quel libro ci racconta, poi sentiamo la necessità di condividere con altri le nostre scoperte, il nostro incontro con la pagina scritta.
Per noi è una vera gioia avere nuove letture da poter condividere e siamo sicuri che ci saranno utili per orientarci nella vita e nel mondo.
GRAZIE!
mercoledì 1 dicembre 2021
giovedì 25 novembre 2021
Film: "I racconti di Parvana" di Nora Twomey (2017)
Nell'oscuro regno dei fondamentalisti islamici afghani, Parvana taglia i suoi lunghi capelli e indossa gli abiti da ragazzo per passare inosservata, mantenere la sua famiglia e ritrovare il papà, imprigionato dai talebani perché insegnava a sua figlia a leggere e a scrivere.
Tratto dal libro di Deborah Ellis Sotto il burqa.
mercoledì 17 novembre 2021
Il mito di Aracne, la fanciulla che osò sfidare Atena
Aracne era una fanciulla abilissima nella tessitura, tanto che girava voce che avesse imparato l'arte direttamente da Atena, mentre lei affermava che fosse la dea ad aver imparato da lei. Ne era tanto sicura che sfidò la dea a duello.
Di lì a poco un'anziana signora si presentò ad Aracne, consigliandole di ritirare la sfida per non causare l'ira della dea. Quando lei replicò con sgarbo, la vecchia uscì dalle proprie spoglie rivelandosi come la dea Atena, e la gara iniziò.
Aracne scelse come tema della sua tessitura gli amori degli dei; il suo lavoro era così perfetto ed ironico verso le astuzie usate dagli dei per raggiungere i propri fini che Atena si adirò, distrusse la tela e colpì Aracne con la sua spola.
Aracne, disperata, cercò di impiccarsi, ma la dea la trasformò in un ragno costringendola a filare e tessere per tutta la vita dalla bocca, punendola così per l'arroganza dimostrata.
giovedì 11 novembre 2021
15-19 novembre: Salone dell'offerta formativa FuoriDiBanco
Il nostro istituto ha deciso di aderire al Forum per l'Orientamento proposto dalla Rete delle scuole di Portogruaro, FuoriDiBanco.
Gli incontri si svolgeranno indicativamente dalle 9:00 alle 10:15 in modalità telematica, nel corso di tutta la prossima settimana, dal 15 al 19 novembre.
In queste giornate, ciascuna classe terza del nostro Istituto si collegherà dalla propria aula alla presentazione di uno specifico Istituto Superiore.
giovedì 4 novembre 2021
4 novembre 2021: centenario del Milite Ignoto
Il Milite Ignoto o Soldato Ignoto è un militare italiano caduto al fronte durante la prima guerra mondiale e sepolto a Roma sotto la statua della dea Roma all'Altare della Patria al Vittoriano.
La sua identità resta ignota poiché il corpo fu scelto tra quello di caduti privi di elementi che potessero permetterne il riconoscimento.
La tomba del Milite Ignoto rappresenta simbolicamente tutti i caduti e i dispersi in guerra italiani; è scenario di cerimonie ufficiali che si svolgono annualmente in occasione di festività civili durante le quali il Presidente della Repubblica Italiana e le massime cariche dello Stato rendono omaggio al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d'alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre.
Fu inaugurata solennemente il 4 novembre 1921 con la traslazione da Aquileia dei resti di un soldato, dopo un viaggio in treno speciale attraverso varie città italiane.
Oggi in occasione delle celebrazioni per i 103 anni della fine della Prima Guerra Mondiale, il nostro Comune ha conferito la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto.
venerdì 29 ottobre 2021
Happy Halloween!
Trova la poesia nascosta!
Il Caviardage è un metodo di scrittura creativa, creato da Tina Festa nel 2014, che consiste nel ricavare una poesia, da una pagina di testo preesistente (pagine strappate da libri al macero, articoli di giornali e riviste...) annerendo o colorando tutte le parole che non vengono utilizzate nella composizione del testo poetico. La tecnica base si contamina con svariate tecniche artistiche espressive (collage, pittura, acquerello) per dar vita a poesie visive.
I termine caviardage deriva dalla parola che in lingua francese indica la censura.
Ma mentre comunemente la censura pone attenzione sulla eliminazione delle parole, la cancellazione nel metodo caviardage diventa il modo per metter in luce le parole salvate, come dice il manifesto qui sotto, di "illuminare le parole che ti chiamano".
giovedì 21 ottobre 2021
Film: "Kirikù e la strega Karabà" di Michel Ocelot (1998)
Il piccolo Kirikù nasce in un villaggio africano che vive da tempo nel terrore.
La perfida strega Karabà ha divorato tutti gli uomini, pretende dalle donne ori e gioielli e ha fatto prosciugare la sorgente d’acqua, rendendo difficile il lavoro e la vita quotidiana.
Anche se neonato, Kirikù vuole porre fine al sortilegio, non ha paura e annuncia alla madre di voler partire per sfidare la strega e conoscere il segreto della sua perfidia.
Dopo aver superato ostacoli e pericoli, Kirikù arriva finalmente alla Montagna Proibita, dove vive un saggio.
Questi lo accoglie, lo elogia per il suo coraggio e gli rivela la verità: Karabà non è malvagia, fa del male solo perché soffre.
Ed è proprio questa sofferenza che le dà i poteri di strega a cui lei, ora, non vuole rinunciare...
giovedì 14 ottobre 2021
Dino Buzzati e il disastro del Vajont
«Come ricostruire ciò che è accaduto, la frana, lo schiantamento delle rupi, il crollo, la cateratta di macigni e di terra nel lago? E l’onda spaventosa, dal cataclisma biblico, che è lievitata gonfiandosi come… Sì come un immenso dorso di balena, ha scavalcato il bordo della diga, è precipitata a picco giù nel burrone, avventurandosi, terrificante bolide di schiuma, verso i paesi addormentati. E il tonfo nel lago il tremito della guerra, l’acqua impazzita, il frastuono della rovina totale, coro di boati stridori, rimbombi, cigolii, scrosci, urla, gemiti, rantoli, invocazioni, pianti? E il silenzio alla fine, quel funesto silenzio di quando l’irreparabile è compiuto, il silenzio stesso che c’è nelle tombe?
Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi. »
Dall’articolo di Dino Buzzati pubblicato sul Corriere della Sera il giorno dopo il disastro del Vajont, accaduto il 9 ottobre del 1963.
giovedì 7 ottobre 2021
Animali strani e dove trovarli: l’axolotl
giovedì 30 settembre 2021
La scuola resiste!
La scuola resiste! Questo è il tema del cortometraggio su cui alcuni ragazzi della A. Fogazzaro di La Salute di Livenza, hanno lavorato nel dicembre del 2019, partendo dal testo the fun they had di I. Asimov... non sapendo che di lì a poco, a causa della pandemia, la scuola a distanza, dietro uno schermo, sarebbe diventata una realtà.
Alcune scene sono state girate nell’Azienda Agricola Ca' Corniani Genagricola; le riprese sono state curate da un gruppo di alunni dell’I.I.S Scarpa Mattei di Fossalta di Piave.
Il montaggio del film è stato ultimato solo quest'estate, a causa di tutto quello che c'è stato in mezzo, e la prima proiezione del cortometraggio è avvenuta solo sabato 25 settembre scorso nel contesto del Caorle Film Festival, a quasi due anni dal primo ciak. Comunque alla fine ce l'abbiamo fatta!
Cliccando sull'immagine potrete vedere il nostro C'era una volta. Buona visione!
giovedì 23 settembre 2021
Charles Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) e la teoria dell'evoluzione
Il biologo britannico Charles Darwin (che spesso viene ritratto con una lunga barba bianca) da ragazzo fece un viaggio straordinario destinato a riscrivere la storia delle specie viventi.
Tornato in patria, Charles medita a lungo su ciò che ha visto e documentato. Nel frattempo, mette su famiglia, ha dieci figli e trascorre molte ore a cavallo, riflettendo sui meccanismi della natura. Dopo più di vent'anni, pubblica un libro che cambierà per sempre la storia della biologia: L'origine delle specie per selezione naturale. Lì dentro ci sono tutte le teorie che ha elaborato: l'evoluzione delle specie viventi è guidata dalla lotta per la sopravvivenza; le mutazioni genetiche (che perlopiù avvengono per caso) creano specie e varietà sempre nuove; l'ambiente sceglie di volta in volta quelle più adatte, eliminando le altre.
A quel punto le proteste si moltiplicano, perché le sue conclusioni sono in contrasto sia con le idee naturalistiche più diffuse sia con l'interpretazione della Bibbia. Ma Charles ha ragione, e in pochi anni il suo libro diventa un bestseller in tutto il mondo. Lui stesso guadagna fama e onori e viene considerato uni dei più illustri scienziati d'Europa.
Ancora oggi i ricercatori sono convinti che quasi tutte le sue idee siano corrette. Tra queste, il fatto che l'Homo sapiens (ossia l'essere umano moderno) è il frutto di un processo di evoluzione da altre specie animali durato milioni di anni.
tratto da Mega Eroi della Scienza
venerdì 17 settembre 2021
"Giacomo di cristallo" di Gianni Rodari
Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Era di carne e ossa ma pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.
Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli facevano una domanda, prima che aprisse bocca. Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.
Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati, offesi in cento modi.
La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.
Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.
Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire.
Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.
mercoledì 9 giugno 2021
lunedì 31 maggio 2021
2 Giugno 2021: festa della Repubblica e celebrazione delle nostre radici
Mercoledì 2 giugno, alle ore 10:00, in occasione della Festa della Repubblica ci sarà l'inaugurazione del dipinto realizzato sul muro della delegazione comunale di La Salute di Livenza, dedicato agli scariolanti, cioè ai braccianti che trasportavano la terra per mezzo di carriole durante i lavori di bonifica.
Durante l'inaugurazione verrà letto un adattamento di "Storia de Nane", opera del nostro poeta Romano Pascutto; ad interpretarla saranno Claudio Valese e Steve Ongaro, dell'Associazione Macchia Verde, accompagnati dalla musica di Marco Ridolfo.
venerdì 21 maggio 2021
venerdì 23 aprile 2021
giovedì 22 aprile 2021
In nome della Libertà: Isetto Buoso e Bruno Salvadori
Oltre a Franco Zanon, Isiglò Selci, Bruno Tamanini, vanno aggiunti altri due partigiani, del battaglione "Peruch", alla lista dei caduti: Isetto Buoso (nato il 6.11.1915) e Bruno Salvadori (nato il 7.8.1919).
Vennero catturati a La Salute il pomeriggio del 25 aprile 1945, portati al comando tedesco presso l'amministrazione Romiati dove, nella notte tra il 25 e il 26 aprile, furono interrogati affinché rivelassero i nascondigli dei loro compagni. Al loro rifiuto di collaborare furono pestati a sangue, gli vennero strappate le unghie delle mani e dei piedi, furono infilzati con dei ferri roventi e gettati in un canale.
I loro corpi furono ripescati alcuni giorni dopo.
La ragione di tanta ferocia e accanimento da parte dei tedeschi probabilmente era dovuta al fatto che avevano scoperto che Bruno Salvadori aveva fatto il doppio gioco: sino a qualche giorno prima era stato infatti uno dei loro interpreti.
lunedì 19 aprile 2021
In nome della Libertà: Bruno Tamanini
Anche Bruno Tamanini, nato il 24 settembre 1921, fu colpito da una raffica di mitra al capo mentre si trovava in un posto di blocco sopra il ponte di Valle Salici, in località San Giorgio. La vicenda umana di questo partigiano, che apparteneva al battaglione "Boatto", è particolarmente significativa poiché - fuggito dalla prigionia dei tedeschi - trovò la morte combattendo per la liberazione di un paese che non era quello che gli aveva dato i natali. Bruno Tamanini era un giovane di Borgo Valsugana - in provincia di Trento - che, arruolatosi nei carabinieri nel 1940, allo scoppio della guerra era stato mandato in Grecia, dove nell'ottobre del 1943, fu fatto prigioniero dalle truppe tedesche e dalle stesse internato in Germania. Ricoverato all'ospedale di Klagenfurt (Carinzia) per malattia, fuggì nel giugno 1944. Dopo essersi rifugiato per un certo periodo in campagna e a casa, partì per destinazione ignota, fino all'arrivo a San Stino, dove si aggregò alle formazioni partigiane locali con il nome di battaglia "Giulio Valica". Quest'ultimo fu il nome con cui tenne la corrispondenza con la sua famiglia fino al 25 marzo 1945.
venerdì 16 aprile 2021
In nome della Libertà: Isiglò Selci
Lo stesso giorno in cui morì Franco Zanon, nei pressi del comando tedesco a San Giorgio fu colpito a morte anche Isiglò Selci, un altro partigiano unitosi al battaglione "Peruch" all'indomani dell'8 settembre, di ritorno dal fronte slavo.
Dopo la morte di Franco Zanon, Isiglò si era diretto all'attacco del comando tedesco, ma una granata lo aveva colpito in pieno.
Era nato l'11 novembre 1914.
In paese era noto con il nome di Iglò. Il suo non era in effetti un nome facile da ricordare: glielo aveva scelto il padre, in ricordo di un colonello con il quale aveva combattuto al fronte durante la prima guerra mondiale.
giovedì 15 aprile 2021
In nome della Libertà: Franco Zanon
Franco Zanon - nato il 26 agosto 1920 - era il comandante del battaglione "Peruch". Noto con il nome di battaglia "Friso" ("Achille" secondo altre fonti) perse la vita in occasione di uno scontro violento contro una squadra di tedeschi avvenuto la mattina del 26 aprile 1945, in località Borghetto di La Salute di Livenza.
"La sera precedente Franco era uscito dal rifugio verso le sei di sera - ha raccontato la sorella Norma - perché aveva ricevuto l'ordine di fare una certa azione. L'ordine lo aveva ancora nel taschino quando è morto. Uscendo dal rifugio si era trovato di fronte due tedeschi che aveva affrontato e disarmato. Uno dei due però era riuscito a scappare ed era andato a chiamare rinforzi.
Se Franco gli avesse sparato probabilmente si sarebbe salvato, ma mio fratello [...] sapeva che se avesse ammazzato un tedesco ci sarebbe stata una rappresaglia.
[...] Dopo esser stato ferito a morte fu lasciato per qualche giorno nel pagliaio in cui era stato ammazzato."
Per una strana beffa del destino, coloro che, come Franco, sono stati definiti i "martiri" di La Salute, hanno trovato la morte proprio tra il 25 ed il 26 aprile, date in cui erano già stati decisi i vincitori ed i vinti di una guerra ormai conclusa.
da "San Stino - tra storia e memoria" a cura di Lucia Antonel
La Resistenza
Nell'ottobre del 1922 il re d'Italia aveva nominato presidente del Consiglio dei Ministri Benito Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista, un partito che utilizzava la violenza (compresi gli assassinii) per farsi valere e che disprezzava la democrazia.
Nella seconda metà degli anni trenta Mussolini si alleò con la Germania governata dal partito nazista di Adolf Hitler e iniziò la persecuzione degli ebrei italiani.
Nel giugno del 1940 anche l'Italia entrò nella seconda guerra mondiale, iniziata nel settembre precedente. Nel conflitto si fronteggiarono da un lato il gruppo di paesi guidati da Germania, Italia, Giappone e dall'altro gli Alleati, ossia dapprima Regno Unito, Francia, poi anche l'URSS e gli Stati Uniti d'America.
Dopo i primi successi, la guerra per l'Italia si mise male. Il 25 luglio 1943 il re e alcuni fascisti deposero e imprigionarono Mussolini. Il governo iniziò trattative segrete con gli Alleati. Nel frattempo Hitler trasferì molte truppe in Italia per contrastare la rapida avanzata angloamericana in Sicilia.
L'armistizio tra Regno d'Italia e Alleati fu annunciato per radio l'8 settembre 1943. I tedeschi occuparono tutte le principali città del centro-nord Italia, prendendo il controllo di stazioni ferroviarie e caserme, e liberarono Mussolini. Egli ricostituì il partito fascista e uno stato dittatoriale, cui dette il nome di Repubblica Sociale Italiana.
Nei territori non ancora liberati, al centro e al nord, i prigionieri antifascisti venivano uccisi con torture e rappresaglie collettive, gli ebrei venivano arrestati e deportati nei campi di sterminio, i generi alimentari erano sempre più scarsi e troppo costosi.
Il questa situazione si sviluppò la Resistenza.
Gli uomini e le donne che parteciparono alla Resistenza si chiamavano partigiani.
Alcuni operarono nelle squadre e nei gruppi di città, assaltando i depositi di armi, organizzando attacchi a obiettivi militari e politici. I più salirono in montagna e costituirono bande e formazioni partigiane, che sabotarono ponti e tralicci, assaltarono carceri per liberare prigionieri politici, ebbero scontri a fuoco con il nemico.
La Resistenza si occupò anche della vita civile, compresa l'organizzazione degli ammassi, ossia la raccolta e la distribuzione alla popolazione di prodotti agricoli, in modo che tutti avessero il necessario per vivere. Una parte dei rifornimenti alle bande fu paracadutata da aerei alleati , che effettuavano lanci preannunciati da messaggi in codice trasmessi dall'emittente inglese in lingua italiana Radio Londra.
Tra i civili ci furono inoltre molti episodi di "Resistenza civile", ossia tutte quelle forme di opposizione "disarmata" all'oppressione fascista e nazista: nascondere un prigioniero alleato fuggito dalla prigionia, stampare carte d'identità false per gli ebrei in clandestinità, distribuire volantini per informare la popolazione, ascoltare e divulgare notizie di Radio Londra. I contatti tra i vari settori della Resistenza erano spesso tenuti dalle staffette che, a piedi o in bicicletta, portavano messaggi, comunicazioni, talvolta armi o cibo e che rischiavano l'arresto e la condanna a morte, qualora scoperte.
Nell'Aprile 1945 l'esercito alleato raggiunse il settentrione; il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l'insurrezione generale; i partigiani scesero dalle montagne e assieme alle squadre cittadine liberarono da soli Genova, Torino e Milano.
Fascismo e occupanti tedeschi furono sconfitti.
Il 25 aprile 1945 è la data simbolica e ufficiale della Liberazione.
Di essa noi tutti siamo figli.
sabato 3 aprile 2021
giovedì 1 aprile 2021
Pablo Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973) e Guernica
Pablo Picasso nacque a Malaga, ma in gioventù si trasferì in diverse città spagnole, per il lavoro del padre, l'insegnante d'arte, José Ruiz Blasco.
Pablo già da piccolissimo dimostrò di aver un grande talento, per cui ebbe un'educazione artistica.
La sua famiglia si stanziò definitivamente a Barcellona, dove Pablo tenne la sua prima mostra personale al Els Quatre Gats, ritrovo di artisti e poeti.
Nel 1900 si recò a Parigi, come tutti i grandi artisti del tempo, e si lasciò trascinare dal fermento culturale della capitale francese.
Tornato in Spagna, iniziò il suo cosiddetto "periodo blu", caratterizzato da opere che raffiguravano soggetti tristi e malinconici, dipinti con tutte le sfumature bel blu. Questo colore, spiegò Picasso, era quello del suo stato d'animo di allora, dovuto alla morte suicida dell'amico Casagemas.
Picasso decise di tornare a Parigi e lì iniziò il "periodo rosa", caratterizzato da quadri più allegri che ritraevano acrobati, ballerini... Questo periodo fu seguito da quello "africano", in cui Picasso trasse ispirazione, per i suoi quadri, dalle maschere rituali africane .
Insieme a George Braque, Picasso fu il fondatore del Cubismo.
Mentre stava per scoppiare la Seconda guerra mondiale, i nazisti bombardarono la Spagna e in particolare rasero al suolo un villaggio basco chiamato Guernica. Da questo tragico fatto, Pablo realizzò un'opera grandiosa e fortemente drammatica, utilizzando solo i toni del grigio.
Guernica diventò una denuncia all'orrore, alla crudeltà e all'ingiustizia delle guerre. Il quadro (3,49 m x 7,77 m) fu presentato all'Esposizione Universale di Parigi del 1937.
Si dice che alcuni ufficiali nazisti, in visita all'Esposizione, chiesero a Picasso: "Avete fatto voi questo orrore?"
"No"- rispose Picasso alludendo al bombardamento e alla distruzione provocata dagli aerei tedeschi - "E' opera vostra."
Così come non temeva di mettersi alla prova con la sua arte, non aveva paura di dire la verità.
Pablo non smise mai di lavorare e di sperimentare. Lo fece fino all'ultimo suo giorno di vita, l'8 aprile 1973. Quando morì aveva novantadue anni.
lunedì 29 marzo 2021
Sigmund Schlomo Freud (Freiberg, 6 maggio 1856 – Hampstead, 23 settembre 1939) e la psicanalisi
Sigmund Schlomo Freud fu il medico ebreo che ideò la psicanalisi.
Partendo dall'interpretazione dei sogni elaborò la teoria dell'inconscio (un luogo sconosciuto della mente) dove sono sepolti ricordi traumatici e istinti insospettati, eliminati dalla coscienza, capaci di condizionarci contro la nostra volontà.
Questi istinti e questi ricordi causano malattie e agitazione nella nostra mente.
Freud fu costretto a trasferirsi da Vienna a Londra nel 1938, a causa dell'annessione dell'Austria, da parte della Germania nazista.
sabato 27 marzo 2021
Julieta Lanteri (Briga Marittima, 3 aprile 1873 – Buenos Aires, 23 febbraio 1932) e l'uguaglianza di genere in Argentina
Julieta Lanteri nacque il 3 aprile 1873 nel Regno di Italia, a Briga Marittima (allora in Piemonte, oggi in Francia). Emigrò dall'Italia all'Argentina con la famiglia a soli due anni.
Lei decise di frequentare un collegio di medicina chiamato la Plata e poi si iscrisse all'università di Buenos Aires con il permesso del preside Dr Leopoldo Montes Doca.
Da giovane fondò l'associazione delle universitarie argentine: la prima associazione universitaria studentesca per le donne del paese.
Nel 1906 si unì all'organizzazione Centro femminista del congresso internazionale del libero pensiero, che chiedeva gli stessi diritti per le donne e gli uomini.
Aveva deciso in seguito di fare l'insegnante di medicina però non poté farlo perché non aveva la cittadinanza argentina. Per averla si sposò, vedendo, dopo esser ricorsa a vie legali, che non c'era alternativa.
Però a lei non andava bene che le donne dovessero vivere così, con pochissimi diritti e gli uomini potessero fare quello che volevano. Julieta credeva che gli uomini e le donne fossero uguali però le leggi e i diritti erano diversi: gli uomini avevano più diritti quindi fece di tutto per cambiare le leggi.
Si dedicò alla politica proprio per dare più libertà alle donne e per farle votare.
Il 16 Luglio 1911 Julieta fu la prima donna a votare in Sudamerica.
Le donne in Argentina votarono solo nel 1947.
Julieta Lanteri morì il 23 Febbraio 1932 a Buenos Aires per un incidente in macchina: stava camminando sul marciapiedi e un'auto la investì,
Morì in ospedale, aveva 58 anni.
Omar IIIBL
Indira Gandhi (Allahabad, 19 novembre 1917 – Nuova Delhi, 31 ottobre 1984) e la Green Revolution
Indira Ghandi nasce ad Allahabad in India il 19 novembre 1917.
Suo padre Jawaharlal Nehru è stato il primo ministro Indiano dal 1947 al 1964.
Indira sin da piccola si interessò ai problemi del paese e una volta cresciuta divenne "aiutante" del padre. Dopo la morte di quest'ultimo Indira diventò ministro dell'informazione e solo due anni dopo il parlamento indiano la nominò primo ministro.
Si scontrò subito con i problemi del paese avviando la campagna Green Revolution nel tentativo di sconfiggere la carestia. Indira incoraggiò gli scienziati indiani a collaborare con i colleghi internazionali. Le sue politiche hanno portato gli agricoltori ad adottare nuove varietà di coltivazioni. Nel corso degli anni l'India ha così convertito la dipendenza dai prodotti agricoli importati in un'agricoltura volta anche all'esportazione di vari prodotti agricoli.
Donò elettricità ed acqua corrente ai poveri, e permise l'industrializzazione dll'India.
Indira fu la prima donna Indiana a ricoprire la carica di primo ministro, assunse l'incarico per due volte: dal 1966 al 1977 e dal 1980 al 1984.
Lei non fu solo primo ministro, fu anche ministro degli esteri, degli interni, della finanza, e questo la rese una delle donne più potenti del mondo.
E' riuscita a rimanere al potere del secondo paese più popolato del mondo per quasi vent'anni.
Fu uccisa dalle sue guardie del corpo, due estremisti religiosi, per motivi politici.
Samuele IIIBL
giovedì 25 marzo 2021
Le maestre marchigiane e il suffragio femminile
Le maestre marchigiane sono:
Adele Capobianchi, Carolina Bacchi, Dina Tosoni, Emilia Simoncioni, Giulia Berna, Giuseppina Graziola, Iginia Matteucci, Luigia Mandolini, Palmira Bagaioli e Enrica Tesei.
Erano tutte maestre delle elementari e furono le prime donne in Italia a essere inserite nel registro elettorale (nel 1906). Dopo aver letto una lettera di incitamento scritta da Maria Montessori le mastre fecero richiesta di voto, un giudice le appoggiò e ottennero di essere iscritte nel registro elettorale per cinque mesi: se si fosse votato in quei mesi quelle donne avrebbero potuto esercitare il loro diritto.
Un racconto che fa capire quanto fosse stata difficile la loro lotta è quello di Giulia Berna.
Questa insegnante fece scrivere alle proprie alunne un avviso, sul libretto delle comunicazioni, da far firmare ai genitori. Il testo diceva che la maestra, Giulia Berna, voleva comunicare, per correttezza, le sue intenzioni di richiedere il diritto di voto al consiglio provinciale, incitata dalla lettera scritta da Maria Montessori, pubblicata sul giornale “La Vita”. Non esisteva infatti nessuna legge italiana che vietasse alle donne di votare. Giulia fece scrivere questo avviso perché voleva conoscere il parere dei genitori delle sue alunne in merito.
Quando arrivò il momento di leggere i diari, la donna vide che quasi nessun avviso era stato firmato e intuì che quello era un segno di disaccordo.
Tra tutte le sue alunne c’era una bambina, Mariolina, che fremeva dalla voglia di parlare.
La bimba disse che sua mamma si aspettava dalla maestra un comportamento del genere, visto era anche rimasta incinta prima del matrimonio e che ormai aveva superato il limite del buon gusto. Il padre di Mariolina di fronte a quell’avviso decise di far cambiar classe alla figlia.
Giulia chiese allora il parere di Mariolina in merito al diritto di voto delle donne ma la bambina rimase zitta.
Quando Mariolina dovette cambiare classe chiese a Giulia se le donne avessero ottenuto il diritto di voto. La maestra rispose di sì. La bambina le chiese se anche lei da grande avrebbe potuto votare. Giulia le disse che forse quando sarebbe stata grande tutte le donne avrebbero potuto votare.
La bambina di tutta risposta le disse che se non fosse andata così, lei avrebbe fatto richiesta di voto, proprio come aveva fatto la sua maestra.
25 marzo DanteDì: Il "fiero pasto" del conte Ugolino (Inferno, Canto XXXIII, vv. 1-75)
Dante e Virgilio sono giunti nella parte più profonda dell'Inferno, il IX cerchio, occupato dal lago ghiacciato di Cocito. Qui sono puniti i traditori: come nella vita ebbero cuore freddo e duro, tanto da ingannare chi si fidava di loro, così la loro punizione è stare immersi per l'eternità nel ghiaccio del Cocito, accanto a coloro che hanno profondamente odiato durante la vita sulla terra.
Camminando lungo il Cocito il poeta vede una scena raccapricciante: due teste che affiorano dal ghiaccio, una sull'altra, e il dannato che sta sopra rode con i denti la testa di colui che gli sta sotto. Dante gli chiede chi sia e quale sia la ragione del suo odio tanto bestiale. Comincia così il racconto del conte Ugolino della Gherardesca, il quale rivela che la testa che sta rodendo è quella dell'arcivescovo Ruggieri. Entrambi pisani, rivali politici e nemici in vita: l'arcivescovo Ruggieri fece imprigionare, in una torre, Ugolino insieme ai figli e ai nipoti e lì lasciò morire di fame, dopo giorni di terribile agonia.
Ugolino rievoca la storia terribile della sua morte e racconta di aver fatto durante la prigionia un sogno premonitore: l'arcivescovo Ruggieri lanciava le sue cagne dietro a un lupo e ai suoi cuccioli per sbranarli. Il lupo ero lo stesso Ugolino e i cuccioli i figli e i nipoti, che lui vide morire davanti a sé, a uno a uno, senza poter fare niente per salvarli, finché, dopo giorni e notti di tortura, anche lui morì.
Quivi morì; come tu mi vedi,
vid'io cascar li tre ad uno ad uno
tra 'l quinto dì e 'l sesto; ond'io mi diedi,
già cieco, a brancolar sovra ciascuno,
e due dì li chiamai, poi che fur morti.
Poscia, più che 'dolor, potè 'l digiuno.
mercoledì 24 marzo 2021
- 1 giorno al DanteDì: L'amore di Francesca (Inferno, Canto V, vv. 82-142)
Dante e Virgilio incontrano le prime anime dannate. Il poeta è incuriosito da due anime che si muovono in coppia trascinati in una violentissima e incessante bufera che li percuote.
Siamo nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi: come in vita furono travolti dalla passione, così ora sono trascinati continuamente dal vento.
Le due anime vengono interrogate da Dante sulla loro sorte eterna.
Gli risponde Francesca da Rimini, protagonista, insieme al cognato Paolo, di una tragica storia d'amore: dopo esser diventati amanti furono uccisi dal marito di Francesca, fratello di Paolo, Gianciotto Malatesta.
Amor, ch'à nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
martedì 23 marzo 2021
- 2 giorni al DanteDì: Il nocchiero Caronte (Inferno, Canto III, vv. 82-111)
Dante e Virgilio entrano nell'Inferno passando attraverso una porta e leggono una scritta minacciosa, che si trova sulla sommità dell'ingresso.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.
Si tratta di parole che incutono grande timore a Dante, perché avvisano che si sta entrando nel regno dove sono puniti in eterno i dannati. Virgilio però esorta Dante ad abbandonare ogni paura per intraprendere il cammino nei regni dell'oltretomba.
Una volta entrarti, giungono sulle rive dell'Acheronte, il fiume infernale che le anime dei dannati devono attraversare per raggiungere la sede che è stata assegnata loro da Dio.
Qui vedono avvicinarsi una nave, condotta da Caronte, il traghettatore delle anime, un vecchio demone dall'aspetto pauroso…
Caron dimonio, con occhi di bragia
loro accennando, tutte le raccoglie;
batte col remo qualunque s'adagia.
lunedì 22 marzo 2021
- 3 giorni al DanteDì: L'universo dantesco
L'universo descritto da Dante nella Divina Commedia rispecchia le conoscenze medievali fondate sulla teoria tolemaica, dal nome di Tolomeo, un astronomo greco vissuto nel II sec. d. C.
Secondo questa teoria, la Terra è una sfera immobile al centro dell'universo ed è circondata da una sfera d'aria, una sfera di fuoco, dove nascono i fulmini, e nove sfere celesti contenute l'una nell'altra, dotate di un moto circolare e concentrico. Oltre le sfere si trova l'Empireo, una sorta di grande involucro che comprende l'universo.
La terra è divisa in due emisferi:
-l'emisfero delle terre emerse, o boreale, è abitato; i confini sono il Gange a Oriente e le Colonne d'Ercole a Occidente, a al centro si trova Gerusalemme;
-l'emisfero delle acque, o australe, è disabitato; al centro si erge solitaria la montagna del Purgatorio che ha sulla cima il Paradiso terrestre, collegato alla sfera celeste più vicina alla Terra. A Gerusalemme si trova l'ingresso dell'Inferno, che si restringe a forma di imbuto verso il centro della Terra; lì, nel punto più basso è conficcato Lucifero, la cui caduta ha provocato l'apertura della voragine infernale e la contemporanea espulsione della massa si terra nell'emisfero opposto, dove è sorta la montagna del Purgatorio.
domenica 21 marzo 2021
- 4 giorni al DanteDì: la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri
Nella Divina Commedia Dante racconta, in prima persona, la storia di un viaggio immaginario nell'oltretomba.
Il viaggio ha inizio per volere di Beatrice, preoccupata dello smarrimento nel quale Dante è precipitato dopo la sua morte: il viaggio è dunque un graduale percorso che Dante compie verso la salvezza, prendendo consapevolezza dei propri peccati.
Il viaggio inizia il giovedì santo del 1300, anno del primo Giubileo, e si conclude una settimana dopo.
In questo arco di tempo Dante visita tre regni: Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Durante il viaggio Dante è accompagnato da tre guide:
-Virgilio, l'autore dell'Eneide, che conduce il poeta attraverso l'Inferno e il Purgatorio;
-Beatrice, la donna amata, che accoglie Dante in Paradiso e lo guida fino all'Empireo, il cielo in cui risiede Dio;
-San Bernardo, fondatore dell'ordine monastico cistercense, che conduce il poeta fino alla contemplazione di Dio.
Lungo il suo viaggio ultraterreno, Dante incontra moltissimi personaggi, sia storici sia appartenenti alla mitologia, alla leggenda, alle storie sacre; alcuni vengono solo intravisti, altri invece parlano con il poeta, gli rivolgono domande oppure rispondono alle sue.
Ruby Nell Bridges e The Problem We All Live With
Ruby Nell Bridges viveva a New Orleans, accanto ad una scuola, ma non ci poteva andare a causa del colore della sua pelle: quella era una scuola solo per bianchi e lei era nera. Ogni mattina quindi doveva fare moltissima strada per andare a scuola. A sua mamma questa cosa non andava bene e lottò per far andare sua figlia alla scuola per bianchi.
I membri del consiglio scolastico fecero fare un test di ammissione a Ruby, sperando che lo fallisse, ma lei lo passò a pieni voti e venne ammessa.
Ogni mattina mentre andava a scuola delle persone protestavano dicendo che un nero non poteva andare in una scuola per bianchi, e addirittura lanciavano pomodori contro la piccolo Ruby, che all'epoca aveva solo sei anni . Dopo essere stata bullizzata la scuola stessa richiese quattro agenti federali, che accompagnassero Ruby a scuola in modo che non subisse più molestie.
Ruby Nell Bridges fu la prima afroamericana ad andare in una scuola per bianchi.
Lei combatte ancora oggi contro il razzismo.
Un famoso pittore americano Norman Rockwell, nel 1964, dipinse un quadro intitolato The Problem We All Live With in cui rappresentò Ruby Nell Bridges quando aveva sei anni, circondata dalle sue quattro guardie del corpo mentre andava a scuola, adottando il punto di vista dei manifestanti che tiravano pomodori a Ruby.
sabato 20 marzo 2021
21 marzo: Giornata mondiale della poesia
Nel celebrare la Giornata mondiale della poesia, il 21 marzo di ogni anno, l'UNESCO riconosce la capacità della poesia di catturare lo spirito creativo umano.
La decisione di proclamare il 21 marzo Giornata mondiale della poesia è stata presa dall'UNESCO nel 1999.
La poesia riafferma la nostra comune umanità rivelandoci che gli individui, ovunque nel mondo, condividono le stesse domande e gli stessi sentimenti.
Proprio in questa giornata, siamo orgogliosi di annunciare che una delle nostre studentesse Andrea Letizia Marinca è arrivata seconda al concorso nazionale di poesia I miei sogni e le mie speranze con questo componimento:
Sognare da piccoli
sperare da grandi
segnare col pallone
disperare nel dolore.
Crescere e capire
cadere in basso, ferire,
rialzarsi e non fermarsi,
ricostruire insieme i passi.
Invecchiare e sparire,
iniziare a tremare,
capire che la fine
sta per arrivare.
Quando tutto sarà finito
ti ritroverai nell'infinito:
tutto svanito
come non fosse mai esistito.
Sognare e sperare
lo possono fare tutti
anche se a volte
ci fa disperare.
Sebastião Salgado e il nostro Pianeta
Sebastião Salgado è nato l'8 febbraio del 1944, ad Aimorés in Brasile.
Viveva in mezzo a una valle verde.
Salgado si ricorda quando lui e le sue sette sorelle si tuffavano nella cascata vicina alla loro fazenda e delle lunghe passeggiate sulle vicine colline insieme al padre.
Lui sapeva che oltre a quei rilievi si trovava un'infinità di storie che voleva a ogni costo scoprire, perché lo affascinavano e lo incuriosivano molto.
A quindici anni un treno lo portò a Vittoria, dove frequentò il liceo, poi si iscrisse all'università.
Il padre sognava per lui un futuro da avvocato ma Sebastião non voleva saperne, anche perché non gli piaceva studiare, comunque alla fine si laureò in economia.
Nel periodo universitario conobbe Leila, la sua futura moglie.
Leila aveva acquistato una macchina fotografica per i suoi studi di architettura, ma Sebastião se ne appropriò: aveva trovato lo strumento per scoprire e raccontare quelle storie che da piccolo lo affascinavano molto.
Smise di lavorare in banca e usò i suoi risparmi per comprare apparecchiature fotografiche. All'inizio fotografava matrimoni e eventi sportivi però non trovava le storie che cercava.
Fu durante un viaggio in Niger che capì cosa doveva fotografare: gli "ultimi", i più sfortunati.
Salgado dopo venti anni di racconti di storie che non possono essere dimenticate e documentazioni drammatiche, si sentiva svuotato quindi decise di tornare alla fazenda.
Quando tornò vide che era distrutta: i campi erano diventati secchi e la cascata si era prosciugata.
Lui e la moglie decisero di farvi rispuntare la vita. Piantarono due milioni di alberi e così nacque l'Instituto Terra, che si ripopolò di animali, tra cui il giaguaro, il più grande felino del Sudamerica.
Quando la fazenda tornò come prima a Salgado tornò la voglia di "raccontare" i mesi di viaggio in giro per il mondo.
Nei suoi viaggi decise di omaggiare, con la sua arte, la grande bellezza del pianeta.
Nacque il progetto del libro fotografico Genesi: esso racconta ciò che noi dobbiamo preservare e ci rende più consapevoli della natura che ci circonda. Secondo Salgado ad un certo punto l'uomo dovrà fermarsi e ricostruire tutto quello che sta distruggendo, per ritrovare un equilibrio con il pianeta.
L'Instituto Terra è stato poi donato al governo brasiliano ed è diventato un parco nazionale, che tutti possono visitare.
Questo è solo un piccolo esempio di come le terre maltrattate possano tornare a essere rigogliose foreste.
Daniel IIIBL
Robert Capa (Budapest, 22 ottobre 1913 – Tay Ninh, 25 maggio 1954) e la guerra
Robert Capa é stato un abile e importante fotografo del '900.
Faceva parte di una famiglia ebrea di Budapest, proprietaria di una avviata a casa di moda.
A diciassette anni venne arrestato per le sue simpatie comuniste .
Uscito di galera, andò a Berlino, con la speranza di diventare un giornalista, ma per mantenersi dovette intraprendere la strada della fotografia nell'agenzia Dephot di Simon Guttmann.
A causa dell'avvento del nazismo, Capa dovette lasciare Berlino.
Nel 1935 a Parigi Capa conobbe Gerda Taro, una giornalista e fotografa ebrea tedesca, che diventerà la sua compagna.
Nel 1936 entrambi decisero di seguire sul campo gli sviluppi della Guerra Civile Spagnola.
Capa pubblicò allora la foto che lanciò la sua carriera. Essa ritrae un soldato con la camicia bianca, che viene colpito da un proiettile. La foto, scattata a Cordova, esprime bene la crudeltà della guerra.
Divenuti famosi per questa foto, Gerda e Robert fondarono un loro marchio: Capa-Taro.
Poi successe una disgrazia. Gerda morì il 26 luglio del 1937 a Madrid, travolta da un carro armato amico, che per sbaglio la investì.
Capa, addolorato, pubblicò un libro intitolato: Death in Making che contiene anche le fotografie scattate da entrambi nella guerra di Spagna.
Robert continuò a fare il fotografo di guerra. In Sicilia, allo sbarco degli Alleati, incontrò un giovanissimo e allora sconosciuto Andrea Camilleri.
Il famoso scrittore, in diverse interviste, raccontò questo incontro, avvenuto davanti a un duello tra un aereo tedesco e uno americano, che Capa documentò con un sacco di foto.
Camilleri capì, solo da adulto, che quel fotografo era il noto Robert Capa.
Nel seguire la Liberazione della Sicilia, Capa fece un'altra delle sue famose foto: il pastore e il soldato.
Nel 1944 Capa fotografò anche lo sbarco in Normandia. Per sfortuna molte di quelle foto andarono "perse" al momento dello sviluppo, ma qualcuna, anche se fuori fuoco, sopravvisse.
Nel 1947 a New York, Capa e altri fotografi fondarono l'agenzia Magnum, una delle più grandi agenzie fotografiche al mondo.
Robert era molto conosciuto anche per il suo coraggio e la sua temerarietà, che purtroppo lo portarono alla morte: in Vietnam, per scattare una foto, appoggiò il piede su una mina che lo fece saltare in aria.
Roberto IIIBL