Visualizzazione post con etichetta Cina. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cina. Mostra tutti i post

martedì 24 settembre 2019

"A spasso col mostro" di Julia Donaldson e Axel Scheffler (1999)


A spasso col mostro, in seguito tradotto anche con il titolo Il Gruffalò (titolo originale in inglese: The Gruffalo), è un poema per bambini della scrittrice e drammaturga inglese Julia Donaldson, illustrato da Axel Scheffler, che racconta la storia di un topo che passeggia nella foresta. 

Il libro ha venduto oltre 13 milioni di copie, ha vinto numerosi premi per la letteratura per bambini, ed è stato sceneggiato in spettacoli teatrali e persino nell'omonimo film d'animazione nominato ai Premi Oscar.

E' scritto in distici, in rima baciata.

Il racconto, basato su una favola tradizionale cinese, è stato tradotto in più di 40 lingue.

IAL

venerdì 23 novembre 2018

Tenzin Gyatso: XIV Dalai Lama del Tibet


Tenzin Gyatso è un monaco buddista tibetano, nonché XIV Dalai Lama del Tibet.
Nel 1935, anno in cui venne al mondo, il lama, allora in carica, reggente del governo del Tibet, era impegnato nella ricerca della reincarnazione del XIII Dalai Lama, morto nel 1933.
Nel 1937 Tenzin Gyatso venne identificato come la reincarnazione del XIII Dalai Lama.
Nel 1939, venne condotto al Potala, residenza dei Dalai Lama e cuore del governo e della religione del Tibet e ad appena sei anni Tenzin cominciò la sua educazione monastica.
La quiete dell'infanzia del giovane Dalai Lama e l'isolamento del Tibet s'interruppero rapidamente nel 1950, quando le truppe della neonata Repubblica Popolare Cinese attraversarono il confine nordorientale, incorporandone i territori nel proprio dominio.
In questa situazione di crisi Tenzin Gyatso assunse, appena quindicenne, i pieni poteri governativi cercando di “studiare” la migliore risposta all'invasione straniera. Poiché i funzionari del Partito Comunista Cinese e i soldati diedero luogo alle prime brutalità a danno dei monaci, dei latifondisti e persino degli agricoltori tibetani, nel 1954 il XIV Dalai Lama partì alla volta di Pechino con l'intento di negoziare con Mao.
Nel 1959, il movimento di resistenza tibetano scatenò una grande sollevazione a Lhasa, che fu duramente repressa dall'Esercito Cinese.
Convinto di dover rendere pubblica la grave situazione in cui versava il suo Paese e di dover ottenere il sostegno della comunità internazionale, il Dalai Lama andò in India, a Dharamsala, dove formò un governo in esilio.
Il Dalai Lama è regolarmente denunciato dal governo cinese come un pericoloso secessionista desideroso di provocare il disfacimento dell'unità nazionale cinese. Ciononostante, egli ha sempre sostenuto di desiderare l'autonomia interna della cosiddetta Regione Autonoma del Tibet, lasciando la gestione della difesa e degli affari esteri alla Cina.
Il Dalai Lama è un convinto assertore della nonviolenza e della pace fra tutte le creature.
Nel 1989 ricevette il Premio Nobel per la pace poiché nella sua lotta per la liberazione del Tibet ha sempre e coerentemente rifiutato l'uso della violenza, preferendo ricercare soluzioni pacifiche basate sulla tolleranza e il rispetto reciproco.

IIIBL

lunedì 19 novembre 2018

Fotografie e Storia: il Rivoltoso Sconosciuto



"Rivoltoso Sconosciuto" è il soprannome di un ragazzo anonimo che divenne famoso in tutto il mondo quando fu filmato e fotografato durante la protesta di piazza Tienanmen a Pechino. Sono state scattate diverse fotografie del ragazzo, in piedi di fronte ai carri armati del governo cinese, sbarrandogli il passo.
Nel 1989 il fotografo, del Newsweek, Charlie Cole, con la sua versione della foto vinse il premio World Press Photo con lo scatto che è diventato il simbolo della rivolta contro il governo cinese.
Nell'aprile del 1998, la rivista Time ha incluso "Il Rivoltoso Sconosciuto" nella sua lista de "Le persone che più hanno influenzato il XX secolo". Ma come la stessa rivista scrive, citando uno dei leader del movimento pro-democratico cinese, "gli eroi nella fotografia del carro armato sono due: il personaggio sconosciuto che rischiò la sua vita piazzandosi davanti al bestione cingolato e il pilota che si elevò alla opposizione morale rifiutandosi di falciare il suo compatriota".
Il fatto ebbe luogo il 5 giugno 1989, il giorno dopo che il governo cinese incominciò a reprimere brutalmente la protesta contro la mancanza di diritti civili, imposta dal governo. 
L'uomo si mise in mezzo alla strada e sfidò i carri armati. 
Teneva una busta nella mano sinistra e la giacca nella mano destra. 
Appena i carri armati giunsero allo stop il ragazzo sembrò volerli scacciare. 
In risposta, i carri armati provarono a girargli intorno, ma il ragazzo li bloccò più volte, mettendosi di fronte a loro ripetutamente, adoperando la resistenza passiva.
Il governo della Repubblica Popolare Cinese fornì poche informazioni sull'incidente e a proposito del rivoltoso sconosciuto.

IIIBL

mercoledì 18 novembre 2015

On the road


Ottobre: "All the world's futures" alla Biennale di Venezia
Martedì 20 ottobre, noi ragazzi di terza, siamo andati a visitare la Biennale di arte contemporanea "All the world's futures" a Venezia. L'autobus ci ha portati fino al Tronchetto, dove abbiamo preso il vaporetto per i Giardini di Sant'Elena.
Mentre la professoressa prendeva i biglietti, abbiamo fatto merenda e giocato con i piccioni.
Alle 10.00 siamo entrati ai Giardini e abbiamo conosciuto la nostra guida: Alessia.
Il primo padiglione che abbiamo visitato è stato quello centrale.
All'entrata del padiglione, sulla facciata di epoca fascista, sporgevano dei grandi e pesanti teli neri, che lasciavano intravedere la facciata originale del padiglione.
La prima opera che abbiamo visto è stato il muro occidentale di Fabio Mauri: un muro costruito con delle valigie di ebrei deportati, recuperate alla stazione di Milano. Da una parte il muro era piatto e dall'altro si notava la diversa profondità delle valigie: il nazismo "aveva uniformato" gli ebrei, mentre erano tutti persone diverse. Le valigie erano "povere" e questo ci ha fatto venire in mente l'attualità dell'immigrazione in Italia.
Poi abbiamo visto altre opere e siamo anche passati per un'arena, dove tutti i giorni si recitava qualcosa di diverso. Quel giorno un uomo e una donna stavano leggendo a turno Il Capitale di Marx.
La guida ci ha poi divisi in quattro gruppi.
Ogni gruppo doveva andare in un padiglione che gli era stato assegnato e cercare di rispondere alle domande che erano state poste da Alessia.
I nostri padiglioni erano quello della Corea, dell'Australia, della Francia e dell'Olanda.
Alla fine ogni gruppo ha fatto la guida, agli altri, nel "proprio" padiglione.
Quello dell'Australia aveva come titolo "The wrong way time". In questo padiglione ci hanno colpito delle sculture di pane sopra a degli atlanti aperti: sulla carta geografica del Mediterraneo, ad esempio, c'erano barche rovesciate, con i migranti in mare.
Nel padiglione della Corea proiettavano il video di una giornata-tipo di una ragazza che viveva in un mondo futuro, distrutto dall'inquinamento.
I padiglioni della Francia e dell'Olanda si concentravano sulla natura.
Poi abbiamo visitato in autonomia gli altri padiglioni.
Quello che è piaciuto a tutti è stato quello del Giappone: la stanza era attraversata da tantissimi fili rossi intrecciati, con una miriade di chiavi appese, che rappresentavano il ricordo, la memoria.
Alle 13.30 siamo andati all'Arsenale, l'altra sede espositiva della Biennale. Anche lì abbiamo visto un sacco di opere di diverso tipo. A conclusione della visita c'erano due grandissime fenici galleggianti realizzate da un artista cinese, con pezzi di macchine da lavoro, per denunciare le disumane condizioni di produzione dell'industria nel suo paese.
A termine della visita guidata abbiamo fatto un laboratorio, utilizzando un programma di foto-ritocco: a gruppi, abbiamo modificato un paesaggio reale, in base al nostro gusto, immaginandolo nel futuro.

Enrico Valente, Marco Ridolfo, Kledi Catto, Claudio Timis (IIIB)



Giochiamo col Mondo


Dall'India: il Carrom



Il Carrom è un gioco da tavolo originario dell' India. Lo scopo del gioco è imbucare le proprie pedine negli angoli colpendole con una pedina apposita (striker). Per giocare a Carrom servono: un tavolo quadrato con 21 pedine ( 9 nere, 9 bianche, 2 striker e una rossa).
Il tavolo ha 2 buche per ogni angolo. Sono disegnate delle figure utili per il gioco, come il cerchio centrale. Il gioco inizia con le pedine bianche e nere più la regina, disposte nel cerchio centrale. I giocatori si siedono uno difronte all'altro, viene sorteggiato il primo giocatore che inizia a spaccare e imbucare le proprie pedine. Il giocatore che viene sorteggiato per primo ha le pedine bianche e l'altro le nere.
Le pedine si colpiscono con lo striker, che viene disposto sulla riga vicino alla propria posizione.
Non ci si può alzare dal tavolo e si possono usare tutte e due le mani. 
La pedina rossa (la regina) può essere imbucata solo dopo aver infilato nel buco una propria pedina. Se per caso non succedesse la regina va riposizionata al centro del tavolo.
La partita viene vinta da colui che imbuca per primo tutte le proprie pedine. Per ogni propria pedina imbucata viene assegnato un punto, così come per ogni pedina avversaria rimanente sul tavolo.
In una partita si può giocare 2 contro 2. Spaccando una volta per ciascuno e sommando i punti. La partita termina quando si raggiungono i 25 punti.

Luna Comin, Tania Saltarel, Clara Caminotto, Alex Biasia, Claudio Timis, Paolo Mattiuzzo, Elia Brichese (IIIB)


Dalla Cina: il Domino




Il Domino è un gioco da tavolo che ha lontane origini cinesi. Intorno al XIII secolo veniva usato come strumento di divinazione. Successivamente fu usato per giocare. Venne introdotto in Italia verso il XVIII secolo e si è poi diffuso negli stati europei. Il suo nome “domino” assume il significato di “padrone”.
REGOLE
Il numero di giocatori si estende da un minimo di due giocatori a un massimo di sei. Il numero ideale di giocatori è da due a quattro. Se le persone che partecipano sono quattro si formano due squadre da due. Nel domino l'elemento fondamentale sono le tessere, che sono suddivise in due sezioni: in ciascuna metà possiamo trovare da zero a sei pallini. 
Si incomincia a posizionare una singola tessera. Il giocatore seguente deve posizionare a sua volta una tessera contenente lo stesso numero di pallini presente nell'ultima sezione della precedente. Per esempio, se l'ultima sezione ha come numero di pallini tre, l' avversario deve posizionare una tessera avente l'ultima sezione uguale (tre pallini). Colui che termina le tessere a sua disposizione, per primo, vince la partita.

...e il Tangram



Il Tangram è un gioco cinese. E' un rompicapo costituito da sette tavolette regolari disposte a forma di quadrato. Il nome cinese significa “le sette pietre della saggezza”. Queste sette pietre sono:
due triangoli rettangoli grandi;
un triangolo medio e due piccoli;
un quadrato;
un parallelogramma.
Lo scopo è di formare una figura realistica senza sovrapporre i vari pezzi. Questo gioco non ha vincitori, perché è un gioco solitario.

Fruttaldo Marella, Ridolfo Marco, Vidali Mattia, Stoppa Nicolò, Catto Kledi, Vidotto Carlo, Xausa Sara (IIIB)


Dal Giappone: il Go




Si tratta del gioco più importante della cultura giapponese.
Esso nasce in Cina con il nome di “Wei-qi”, è stato poi importato in Giappone con il nome di “Go”.
La leggenda vuole che questo gioco fosse stato inventato da un imperatore cinese di nome Yao e venne importato in Giappone da un ambasciatore. Il Go acquistò così tanta fama in Giappone che divenne una materia obbligatoria nelle accademie militari.
È un gioco molto complesso malgrado le sue semplici regole.
Il Go è giocato da due avversari che mettono alternativamente pedine nere e bianche sulla scacchiera dotata di una griglia di 19x19 quadrati.
Lo scopo del gioco è di controllare una zona maggiore di quella dell'avversario. È possibile catturare le pedine circondandole completamente con proprie pietre, in modo che non abbiano intersezioni libere adiacenti.
I giocatori devono cercare di soddisfare le esigenze offensive e difensive.
Il gioco termina quando i giocatori dichiarano di non poter incrementare il proprio territorio o diminuire quello dell'avversario.
Il punteggio finale è uguale al numero di pietre catturate.


Padovese Sofia, Marino Alessia, Valente Laura, Di Tota Sara, Valente Enrico, Lessi Giacomo (IIIB)