domenica 28 febbraio 2016

Per ricordare: Foiba di Basovizza


Il termine italiano foiba deriva dal latino fovea, abisso. Si tratta di voragini scavate per erosione idrica che hanno la forma di un imbuto rovesciato, con una piccola apertura sul terreno e una profondità di circa 200 metri. La formazione della foiba è dovuta all'adeguamento del terreno  composto da rocce ad alto contenuto di carbonato di calcio che, attraverso gli agenti atmosferici tra i quali pioggia e corsi d'acqua sotterranei, permettono la fusione di doline che ingrandendosi e fondendosi vanno a creare la foiba. Per foiba però si intende anche il luogo che diede la morte a molti italiani che vivevano nei territori che, che alla fine della Seconda Guerra Mondiale, diventarono interamente slavi.
La foiba di Basovizza si trova a Trieste nella zona nord-est dell'altopiano del Carso (377 metri di altitudine). 
E' profonda 256 metri; in origine questa foiba era un pozzo minerario, scavato all'inizio del XX secolo, per l'estrazione del carbone, poi fu abbandonato per la sua improduttività.
L'8 settembre del 1943 i partigiani di Tito iniziarono a infoibare alcuni italiani che abitavano nella zona giuliano-dalmata. Le vittime erano  civili, militari, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia e di custodia carceraria.  Furono infoibati anche tedeschi e sloveni anticomunisti. 
Nella foiba di Basovizza morirono migliaia di persone. Le vittime venivano divise a gruppi poi venivano legate, tra loro,  con il filo di ferro, venivano messi sul bordo della foiba, poi venivano mitragliati i primi della fila che cadendo nella buca trascinavano con sé tutti gli altri, che trovavano così una morte più lenta.
La pulizia etnica nei confronti degli italiani, da parte di Tito, finì nel 1954. Molti italiani che vivano in Istria e Dalmazia se ne andarono, per non rischiare di essere infoibati, o per non ripudiare la propria italianità: iniziò così un esodo verso l'Italia e non solo.
Ancora oggi nel Porto Vecchio di Trieste esiste il magazzino 18 nel quale i giuliano-dalmati stiparono le loro cose (mobili e masserizie varie) credendo di poterle andare a riprendere in tempi migliori.
 Nel 1980 il pozzo di Basovizza e la foiba n. 149 vennero riconosciuti monumenti di interesse nazionale. La foiba di Basovizza fu dichiarata monumento nazionale nel 1992.

Buoso Stefania (III A) e Valente Laura  (IIIB)

lunedì 22 febbraio 2016

14 Febbraio: San Valentino



San Valentino si celebra il 14 febbraio. É la festa dell'amore e degli amanti. Ma qual é la storia di San Valentino e perché si celebra il 14 febbraio? Ci sono molte storie e leggende al riguardo. Eccone una!

Valentino era sacerdote a Roma, nel III secolo. Al tempo l'imperatore era Claudio,  il quale voleva espandere il suo impero. Per far ciò necessitava di soldati, ma molti di essi non volevano abbandonare le loro mogli. Claudio si arrabbiò e vietò il matrimonio. Valentino, però, continuò a sposare le coppie in segreto. Quando Claudio lo scoprì reagì in malo modo e lo mise in prigione. Valentino morì in prigione il 14 febbraio.

Ogni anno, il 14 febbraio, gli innamorati si scambiano bigliettini con messaggi d' amore e regali, soprattutto fiori e cioccolatini.

In Inghilterra un tipico messaggio è il seguente: “Angel, you are the best thing in my life. Please be with me forever”.

In Brasile, le persone che si amano festeggiano la festa degli innamorati il 12 giugno, giorno che precede la festa di Sant'Antonio, patrono dei matrimoni. Lì le donne che non hanno ancora il marito, durante il loro San Valentino, portano con sé una statuetta del santo, al quale affidano il loro desiderio di andare all'altare.

Gli spagnoli sono un popolo passionale e anche per la festa degli innamorati non si smentiscono, sono soliti trascorrere le serate facendo una cena a lume di candela e poi una passeggiata romantica. 
Gli innamorati che si concedono un weekend fuori-porta, spesso, scelgono come meta Siviglia.

I festeggiamenti di San Valentino, in America, coinvolgono tutta la famiglia. Infatti in questa giornata si celebrano i legami affettivi in toto. Sono particolarmente coinvolti i bambini, che preparano biglietti da scambiarsi con i compagni e da regalare ai genitori.

Saltarel Tania IIIB

Nelson Mandela

Più potente della paura per l’inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni.



Nelson Mandela nasce il 18 luglio 1918. E' figlio del capo della tribù Thembu. Studia nella scuola per studenti neri, riesce a laurearsi in Giurisprudenza e si trasferisce a Johannesburg. 
Nel 1944 Mandela si rende conto dei trattamenti disumani in cui vive la popolazione di colore e con altri amici fonda la lega dalla ANC (African national Congress). Quando nel 1948 nasce il regime dell' apartheid Mandela decide di protestare, per le leggi ingiuste. Nel 1956 Mandela viene arrestato con l'accusa di alto tradimento, per lo stesso motivo sono state arrestate altre 156 persone. Dopo un lungo processo nel 1961 viene dichiarato non colpevole. Mandela è costretto a nascondersi per evitare attentati alla sua persona. Continua però la sua lotta per i diritti delle persone di colore. Viene arrestato di nuovo, condannato all'ergastolo è mandato a Roben una delle prigioni più dure del Sudafrica. Continua la sua lotta anche in carcere  e viene liberato nel 1990. Nel 1993 riceve il premio Nobel per la pace e un anno dopo diventa presidente del Sudafrica, il primo di colore. 
Muore nel dicembre del 2013.

L'APARTHEID
Il termine apartheid significa “separazione” e indica tutti quei provvedimenti attuati in Sudafrica a partire dal 1948, che portarono alla segregazione della popolazione di colore nei ghetti. L'apartheid negava i diritti fondamentali alla popolazione di colore e ne impediva la partecipazione alla vita pubblica.
Dagli anni '70 del Novecento diversi movimenti cercano di liberare il Sudafrica da questo regime. Tuttavia solo l'esempio di Nelson Mandela riuscì a scardinarlo. La sua storia fece il giro del mondo e molte persone chiesero la sua liberazione.

L'ESEMPIO DI MANDELA
Mandela è considerato una figura fondamentale per la storia del 1900. egli accettò il carcere per non tradire i suoi ideali e , una volta libero e al potere, non cercò vendetta. Il suo esempio è riuscito a scardinare ciò che un esercito non avrebbe potuto.

Elisa Brollo IIIA

Un film per la Memoria: Schindler's list


Schindler's list, parla di un tedesco di nome Schindler, che approfittando della guerra vuole fare i soldi aprendo una fabbrica di armi, aiutandosi con gli ebrei arrestati dai tedeschi.
Prende un ragioniere ebreo che gli ''serve'' per fare i conti, questo ebreo approfittando di questa situazione fa assumere altri ebrei salvando intere famiglie e anziani, da morte certa nei campi di sterminio.
Quando Schindler si accorge che in questo modo salva ebrei, vende tutto quello che ha per ''comprarne'' altri, facendo una lista di nomi degli ebrei, che i tedeschi credono gli servano per il lavoro...così facendo Schindler salva migliaia di ebrei.
Per questa sua azione Schindler è  stato considerato "un giusto" è ancor oggi i discendenti degli ebrei, salvati da lui, visitano la sua tomba.

Letizia Dal Tin IIA

Il Carnevale


Il Carnevale è una festa che si celebra nei Paesi di tradizione cattolica.
Molte volte ci sono delle parate ed elementi giocosi che lo accompagnano.
La parola carnevale deriva dal latino carnem levare (eliminare la carne ) e indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale: il Martedì grasso.
I caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini molto antiche, come per esempio  le feste dionisiache greche o i saturnali romani: entrambe momenti di scioglimento dagli obblighi sociali.
Da un punto di vista religioso era un momento durante il quale il caos sostituiva l'ordine.
Tradizionalmente il Carnevale ha inizio con la Domenica di settuagesima e finisce il martedì prima del mercoledì delle ceneri.
Secondo antiche tradizioni il Carnevale durava tutto l'inverno per commemorare i defunti.
Oggi in Italia sono importanti il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio e il Carnevale di Ivrea.
Nel mondo invece è importante il Carnevale di Rio de Janeiro e ogni anno miglioni di turisti si recano per vedere questa manifestazione.

Bugoev Anastasia IIA

Visitata per voi: la Pinacoteca Alberto Martini di Oderzo

Alcune opere originali di Alberto Martini sono esposte nella pinacoteca di Oderzo, questo perchè il grande artista è nato ad Oderzo il 24 novembre 1876.
E dopo aver vissuto per diverso tempo a Firenze, è morto a Milano nel 1954.
Appena entrati alla Pinacoteca ci accoglie un suo grande autoritratto, a "lume di candela": una particolarità dell'artista era quella di lavorare di notte, in penombra.

Qui lui rappresenta la sua penna come un bisturi e c'è un piccolo diavoletto che rappresenta la musica Paganini.
Per creare il quadro Alberto Martini ha usato una tecnica mista: sia china, sia tempera (senza l'uso di colori vivaci).
Oltre alle bellissime rappresentazione dell'Inferno Dantesco, dei racconti di Edgar Allan Poe e la Toten Tanzen (cartoline di denuncia della Guerra Mondiale), nella Pinacoteca c'è il modellino di un interessantissimo e precisissimo progetto, mai realizzato, di Martini: il Tetiteatro, un teatro sull'acqua dedicato, come dice il nome, alla dea del mare Teti.

Aurora Pavan, Sarah Macchi, Vittoria Dafne Vian (IIA)

Il premio Nobel



Il premio Nobel è stato creato da Alfred Bernhard Nobel (1833-1896).
Alfred era un chimico svedese che inventò la dinamite e la balistite, per facilitare il lavoro dei minatori.
Nel 1888 si trovava a Cannes e nel frattempo suo fratello Ludvig Nobel morì.
Per errore, un giornale francese pubblicò la morte di Alfred condannandolo per l' invenzione della dinamite.
L'articolo inizia con: "Alfred Nobel divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile".
Nobel iniziò a preoccuparsi di come la gente lo avrebbe ricordato alla sua morte e quindi volle lasciare un ricordo migliore di se stesso. Quindi, visto che attraverso le sue invenzioni era riuscito a raccogliere un immensa fortuna, decise di dare tutta la sua fortuna a una fondazione che aveva lo scopo di distribuire ogni anno cinque premi per chi avesse portato benefici all'umanità nei campi della letteratura, della chimica, della medicina, della fisica e della pace.
Il primo premio venne assegnato nel 1901.
Nel 1969 si introdusse anche il premio per l'economia.
Anche in Italia ci furono dei premi Nobel, di seguito ne ricordiamo solo alcuni: per la fisica Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi (1909), per la letteratura Luigi Pirandello (1975) e Dario Fo (1997) che è uno scrittore e regista teatrale;e infine per la medicina Rita Levi-Montalcini (1986).
I premi generalmente sono assegnati ad Ottobre a Stoccolma il 10 dicembre, data della morte di Nobel, a parte quello della pace che viene assegnato il 10 dicembre a Oslo.

Laura Valente IIIB

Bandiere europee

Belgio

La bandiera è stata creata nel 1830 a Bruxelles.
Le origini dei colori della bandiera del Belgio risalgono al 1789 della provincia di Brabante (che si trova tra Belgio e Paesi Bassi) ma in posizione orizzontale. Dal 1830 al momento dell´indipendenza dai Paesi Bassi,  le bande divennero quindi verticali, ispirati alla Bandiera francese. La bandiera venne adottata il 23 gennaio 1831.
Il nero, il giallo oro e il rosso sono i simbolici colori della bandiera del Paese; il nero rappresenta la difesa; il giallo oro rappresenta il leone (che rappresenta lo stemma del Ducato di Brabante) ed il rosso rappresenta la lingua e le unghie del leone. La scelta di un tricolore verticale venne fatta in funzione antiolandese e in omaggio alla Francia, alleata del Belgio.

Simone Saltarel II B



Italia


Il tricolore italiano non fu utilizzato subito su una bandiera, bensì su una coccarda tricolore durante la sommossa di Bologna contro lo Stato Pontificio del 13-14 novembre 1794.
Il debutto del tricolore italiano su una bandiera è legato alla discesa di Napoleone Bonaparte nella penisola italiana di due anni più tardi. Nell'Archivio Storico del comune di Cherasco è conservato un documento che comprova, il 13 maggio 1796, in occasione dell'armistizio di Cherasco tra Napoleone e le truppe austro-piemontesi, il primo utilizzo del rosso, del bianco e del verde su uno stendardo militare di un'unità militare italiana alleata con i francesi:
«[...] si è elevato uno stendardo, formato con tre tele di diverso colore, cioè Rosso, Bianco, Verde.»
Sul documento la parola "Verde" è stata successivamente sostituita da "Bleu", cioè dal colore che forma, insieme al bianco e il rosso, la bandiera francese. Con il susseguirsi delle vittorie militari di Napoleone e la conseguente nascita delle repubbliche, in molte città italiane si assunsero, negli stendardi militari, il rosso, il bianco e il verde quali simbolo del rinnovamento.
Il 18 ottobre 1796 la Congregazione filo-napoleonica dei magistrati e dei deputati di Bologna deliberò la creazione di un vessillo nazionale tricolore. Su un documento conservato nell'Archivio di Stato a Bologna si può leggere:
«[...] Bandiera coi colori Nazionali - Richiesto quali siano i colori Nazionali per formarne una Bandiera, si è risposto il Verde il Bianco ed il Rosso [...].»
Il  verde per ricordare i nostri prati, il bianco per le nostre nevi perenni, ed il rosso in omaggio ai soldati che sono morti in tante travagliate guerre.

Adrian Mic II B


Regno Unito

La bandiera del Regno Unito è chiamata Union Flag oppure Union Jack. La bandiera attuale fu adottata nel 1801 in seguito all'atto di unione con il quale il Regno di Gran Bretagna e il Regno d'Irlanda si univano a formare il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, tuttavia è la versione modificata della precedente bandiera del regno (istituita nel 1606) ed è anche stata la bandiera rappresentativa dell'Impero britannico. Infatti, alcune ex-colonie britanniche e reami del Commonwealth (ad esempio il Canada) danno ancora status ufficiale o semi-ufficiale a questa bandiera. È l'unica bandiera al mondo ad aver sventolato su tutti i sei continenti contemporaneamente: Europa, Nord e Sud America, Africa, Asia, Oceania e Antartide. Ancora oggi l'Union Flag è presente nell'angolo di alcune bandiere nazionali: Australia, Nuova Zelanda, Figi e Tuvalu. Inoltre è presente su tutte le bandiere delle dipendenze britanniche d'oltremare (tranne Gibilterra) e sulle due bandiere degli Stati associati alla Nuova Zelanda: le isole Cook e Niue.

Alex Zago IIB


Irlanda



Il tricolore irlandese è principalmente il simbolo delle diverse comunità dell’ Irlanda.
L’origine  risale al XVIII secolo. Ecco il significato dei colori: il verde per i cattolici, l’arancione per i protestanti e il bianco per la pace tra i cattolici e protestanti.
Lirlanda è anche chiamata  L’ISOLA SMERALDO PER I SUI ENORMI PRETI VERDI.
Filippo Cicuto IIB




martedì 16 febbraio 2016

Alcuni nostri consigli per rispettare l'ambiente


-Fare la raccolta differenziata come si deve
-Spegnere la luce in una stanza dove non c'è nessuno e accenderla solo quando serve
-Non sprecare l'acqua quando ci si fa la doccia o ci si lavano i denti
-Non gettare rifiuti a terra
-Cercare di usare il meno possibile l'automobile (meglio usare la bici, i mezzi pubblici o andare a piedi)
-In inverno è meglio vestirsi un po' di più e abbassare il calorifero
-Non sprecare il cibo
-Lavare i piatti a mano o caricare al massimo la lavastoviglie (a bassa temperatura)
-Usare elettrodomestici di classe A a basso consumo energetico e lampadine a led.

Paula Linga, Chiara Marsonetto, Giacomo Giro, Sofia Ramon, Lazzarin Sabrina (IA)

Grazie ASVO!

Lunedì 1 Febbraio, noi ragazzi di I siamo andati nella palestra della scuola, per fare dei giochi didattici, per imparare a rispettare ulteriormente l'ambiente, con una volontaria dell'ASVO.
Siamo stati divisi in gruppi, ci è stato consegnato un libretto e un cruciverba  da compilare nell'attesa che arrivasse il nostro turno per i giochi
Nel primo gioco ci siamo trovati difronte a un albero che rappresentava le quattro stagioni e avevamo tre minuti per attaccare della frutta e della verdura magnetica in corrispondenza della stagione di maturazione.
Nel secondo gioco, la ricipesca, servendoci di canne da pesca con un gancio sulla punta dovevamo pescare dei rifiuti, e dopo aver raccolto il più possibile in cinque minuti, abbiamo dovuto metterli nel recipiente giusto della differenziata.
Nel terzo gioco dovevamo scegliere una verdura o un frutto esotico, posizionarlo in un planisfero nel paese di provenienza e poi abbiamo fatto una serie di calcoli, con metro e calcolatrice, per capire quanta strada aveva fatto l'ortaggio per arrivare in Italia e quanto inquinamento ha causato questo viaggio.
Una cosa che ci ha molto impressionato e ci ha fatto riflettere sulla necessità di preservare l'ambiente è stata l'immagine dell'isola di plastica nell'Oceano Pacifico.

Giulia Buoso, Alessia Zago, Chiara Bottosso, Nicoleta Zlotea, Selena Boeron, Alessandroenrico Tobia Slepoi  (IA)

ACROSTICO dedicato al nostro FIUME


Lento
Inevitabile
Vaga il fiume
E nella
Notte fredda
Zigzaga
Al buio.

Paula Linga IA

Romano Pascutto: 'st'acqua


'ST'ACQUA
Gera squasi scuro e sora 'st'acqua
passava i barconi carghi de strame
che i omeni tirava gobi da la riva
come se i se tirasse drio la bara.
Cossa resta de tanta fadiga granda,
tante lagreme e besteme fracade zò
par companasego co poenta amara?
Un fià de luna zala apena speciada
e po', varda, po' gnanca pi' quela
parchè, rufiana, sparisse anca ela.
Romano Pascutto (da l'acqua, la piera, la tera)


QUEST'ACQUA
Era quasi buio e sopra quest'acqua passavano i barconi carichi di strame che gli uomini tiravano gobbi dalla riva come se si trascinassero dietro la bara. Che cosa resta di tanta fatica, tante lacrime e bestemmie ingoiate per companatico con la polenta amara? Un po' di luna gialla appena specchiata e poi, guarda, poi nemmeno quella perchè, ruffiana, sparisce anche lei.



Questa poesia ci ha tanto colpito, perché parla del fiume che scorre vicino alla nostra scuola.
Giro Giacomo, Lorenzo Salgarella (IA)

Romano Pascutto è riuscito, in pochi versi, a raccontare la vita di queste persone che si guadagnavano da vivere  con il Livenza.
Marsonetto Chiara e Zlotea Nicoleta (IA)

Questa poesia parla del nostro paese, quando era povero e gli uomini facevano lavori duri, come tirare i barconi verso riva, senza avere un'adeguata ricompensa. L'unica felicità era lo spettacolo del riflesso della luna sull'acqua, ma anche quello poi spariva.
Sabrina Lazzarin, Daniele Zanutto, Chiara Bottosso (IA)

Nonostante il tema molto serio, la poesia ci è risultata simpatica per l'uso del dialetto e per il fatto di aver dato della caratteristiche umane alla luna, che viene definita "ruffiana".
Giulia Buoso, Alessia Zago (IA)

A&B: alfabeto di racconti

Ispirati dai Sillabari di Goffredo Parise, abbiamo deciso di iniziare a "costruirci" un alfabeto di racconti.



AMICIZIA
Un giorno un bambino andò con suo padre a pescare presso un piccolo fossato vicino a casa.
Avevano preso qualche pesciolino, quando una piccola macchina grigia parcheggio accanto a loro. Scese un uomo sulla cinquantina, alto circa un metro e ottanta, con una sigaretta in bocca. L'uomo scaricò dalla macchina un secchiello, che riempì d'acqua, e una canna da pesca molto piccola. Mise un verme sull'amo, gettò la lenza, e quasi subito prese un'alborella di circa due centimetri. Il bambino, timidamente, si avvicinò e chiese a quell'uomo come si chiamasse. L'uomo rispose "Valerio". Padre e figlio iniziarono a chiacchierare con Valerio, che spiegò che le alborelle gli servivano per andare a pescare il lucioperca: un predatore portato in Italia, dalla Polonia, molti anni fa. Il bambino chiese a Valerio dove abitasse e Valerio rispose che si era appena trasferito da Milano, in un paesino vicino a Eraclea Mare, nella casa che gli aveva lasciato suo zio. Parlando "uscì" che il bambino era appassionatissimo di pesca e aveva una grande collezione di DVD sul tema. Quando Valerio sentì, nella lunga lista, il titolo "Big Fish Adventures" fece un sorriso e spiegò che lui aveva partecipato alla realizzazione di due DVD di quella collana.
Alla sera, dopo aver cenato, padre e figlio guardarono i DVD e videro Valerio pescare tarpon in Costarica e salmoni in Norvegia.
Il giorno dopo, tornato da scuola, il bambino si precipitò nel luogo dove aveva incontrato Valerio, lo trovò e da allora divennero grandi amici.
Biasia Alex, Catto Kledi (IIIB)




BACIO
Adeline era una ragazza di quattordici anni, solare e divertente, ma nonostante i suoi pregi non aveva ancora avuto un ragazzo.
L'estate era finita, avrebbe incominciato una nuova scuola e si sarebbe così aperto un nuovo capitolo della sua vita: le superiori.
Dopo una settimana Adeline si era abituata al nuovo ambiente e aveva fatto già molte amicizie. Un giovedì, in corridoio, un ragazzo, urtandola, le fece cadere tutti i libri. Lui si scusò, le raccolse i libri, mentre lei rimase a fissarlo, incantata, dalla sua bellezza.
Il giorno dopo, quando si incrociarono, lui la salutò e lei imbarazzata ricambiò il saluto.
Lo stesso giorno, alla ricreazione, lui le si avvicinò e si presentò: "sono Filippo, sono i IIIB. Tu come ti chiami?". Anche lei si presentò e iniziarono così a conoscersi. Alla fine delle lezioni, mentre Adeline stava salendo in autobus, Filippo le fece l'occhiolino.
Era arrivato il weekend e i pensieri di Adeline erano solo per Filippo.
Il lunedì dopo, il sogno di Adeline si realizzò: Filippo le chiese di uscire e ovviamente lei accettò. Alle 15.30 si videro in piazza San Teodoro, di fronte al cinema.
Appena Filippo vide Adelina la abbracciò, la baciò sulla guancia e tirò fuori dalla tasca, dei suoi jeans strappati, due biglietti per il cinema. Alla fine del film Filippo propose ad Adeline una passeggiata sotto i portici. Ad un certo punto lui si girò verso di lei, le afferrò il viso tra le mani e la baciò con dolcezza: lei non si ritrasse, quello fu il suo primo e romanticissimo bacio.
La loro storia continua ancora...
Laura Valente, Alessia Marino (IIIB)

Detective in erba

Ecco l'antefatto più attendibile di quelli pervenuti, cioè quello che ha tenuto conto di tutti i dettagli dell'epilogo proposto.


Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, molti nazisti scapparono dall'Europa e molti "cacciatori di nazisti" li cercarono ai quattro angoli della terra: alcuni di loro agivano nel rispetto della legge, riportavano i nazisti in Europa e li facevano processare, altri li uccidevano direttamente. Tra questi il più famoso era soprannominato Anonimo, nessuno conosceva la sua identità, ma tutti sapevano quali erano le sue vittime perché le marchiava con una A sulla fronte, la sua era una vendetta personale. Dopo 3 anni di attività, Anonimo per un mese non fece più vittime, si pensò che fosse morto, invece ritornato dal Sudamerica aveva deciso di stabilirsi a Londra. Lì si era creato un'esistenza assolutamente normale. Lui era un ebreo tedesco ma si era stabilito in Inghilterra per studio prima dello scoppio della guerra. La sua famiglia, invece, era rimasta a Berlino e successivamente venne deportata e sterminata ad Auschwitz.
Un giorno mentre era sulla metropolitana entrò una bella donna bionda, lui ne fu subito sedotto, ma tutto cambiò quando lei si tolse i guanti e vide all'anulare l'anello con il simbolo della famiglia Braun: una delle famiglie che seguirono Hitler dall'inizio alla fine della sua follia, scappando in Messico alla presa di Berlino. Lui aveva ucciso tutta la famiglia, ma Anna la più giovane era riuscita a scappare.
Non appena realizzò che era lei, si alzò e la uccise con un unico colpo di pistola al petto.
Andò alla polizia per costituirsi (lo avevano visto in troppi sul metro!), ma Anonimo aveva conoscenze importanti nell'esercito inglese, nel quale aveva combattuto durante il secondo conflitto mondiale, quindi venne liberato subito: molti dei suoi commilitoni avrebbero fatto lo stesso al suo posto.
Elia Brichese, Alex Biasia, Clara Caminotto, Paolo Mattiuzzo (IIIB)

In realtà questo racconto non corrisponde al vero antefatto che è molto più barocco, leggetelo qui sotto.



Cinquanta anni prima i due si erano sposati, poco dopo lei aveva conosciuto un altro uomo, loro vicino di casa, se ne era innamorata e aveva chiesto al marito il divorzio.

Lui non volle concederglielo. Lei e il suo amante trovarono allora il modo di liberarsi del marito. Inscenarono insieme l'omicidio di lei: lei si tagliò un dito che seppellì nel giardino e sparì dalla circolazione. L'amante, telefonò alla polizia, dicendo si essere un vicino della coppia ed accusando il marito di lei di averla uccisa e tagliata a pezzi, aggiunse di averlo anche visto seppellire alcune parti del suo corpo nel giardino. La polizia trovò il dito tagliato di lei e suo marito finì quindi in carcere per più di quarantanni. Tornato libero, il marito, casualmente, vide salire sulla metropolitana una donna che somigliava a sua moglie, quando la donna si era tolta i guanti, l'aveva riconosciuta ed uccisa per vendetta. Recatosi alla polizia fu rilasciato in quanto , secondo la legge inglese, un uomo non può essere condannato due volte per lo stesso crimine e lui, aveva già scontato moltissimi anni di prigione per l'omicidio della moglie.