venerdì 29 settembre 2023

29 settembre 2023: Maratona regionale di lettura al Parco dei 3000 sorrisi

Oggi per #ilvenetolegge2023 gli alunni della Scuola primaria E. De Amicis e quelli della Scuola secondaria A. Fogazzaro si sono dati appuntamento al Parco dei 3000 sorrisi di La Salute di Livenza, per "gareggiare" insieme in questa edizione della Maratona di lettura regionale.

I ragazzi di terza media con quelli di quinta elementare hanno ricostruito e meditato sulla tragedia del Vajont, di cui quest'anno ricorre il sessantesimo anniversario... Noi non dimentichiamo!

Gli studenti di seconda media con quelli di terza e quarta elementare hanno inventato storie di dame e cavalieri, giocando con le carte dei tarocchi del Castello dei destini incrociati di Italo Calvino.

I ragazzi di prima media con gli alunni di prima e seconda elementare hanno realizzato dei magnifici disegni del fiume Livenza, lasciandosi ispirare dalle poesie del nostro poeta dialettale Romano Pascutto.

La mattinata è stata meravigliosa, il tempo è volato e abbiamo capito una grande verità: lavorare insieme rende tutto meno difficile e molto più bello!

venerdì 22 settembre 2023

#ilvenetolegge2023: Filò con Romano, Italo e Tommaso


In occasione della Maratona regionale di lettura  
venerdì 29 settembre
a partire dalle ore 10:00
presso il Parco dei 3000 Sorrisi, in Via Zanon
a La Salute di Livenza
gli studenti della Scuola Secondaria di I grado "A. Fogazzaro" 
leggeranno alcuni testi
agli studenti della Scuola Primaria "E. De Amicis"
al fine di lavorare insieme, attraverso dei laboratori
su alcuni degli importanti temi proposti da #ilvenetolegge2023
nello specifico:

IL FIUME partendo dalle poesie dell'autore sanstinese ROMANO PASCUTTO 

100 ANNI DI CALVINO partendo dal romanzo IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI 

60 ANNI DALLA TRAGEDIA DEL VAJONT partendo dal romanzo VAJONT 63 di Tommaso Percivale.

mercoledì 7 giugno 2023

C'è posta per te

 18/05/2023

San Stino di Livenza

Cara Aurora,

                   come ti trovi a Roma? E’ una bella città? Ti trovi bene nella tua nuova scuola?

A me va tutto bene, anche se senza di te non c’è proprio divertimento!

Ti ricordi com’erano gli ultimi giorni di scuola nel 2020? Giocavamo tutto il giorno in cortile a palla, a saltare la corda, ad acchiapparella! Invece adesso sono sommersa da verifiche ed interrogazioni, ed anche molto impegnative! Spero che a te vada meglio.

Quest’anno abbiamo cambiato moltissimi professori e devo dire che sono molto buoni, e rendono le lezioni meno noiose.

Come già sai, passo tutte le mie giornate con Desy, siamo molto amiche, anche se tu non ci vai molto d’accordo nei mondi di Minecraft. Quando sono a scuola sono sempre fremente di tornare a casa, perchè non vedo l’ora di chiamarti e raccontarti le mie giornate.

Che ne dici se una di queste sere giochiamo a Minecraft anche con tua cugina Angi, Elena e Desy? Ho in mente una cosa bellissima da fare, dopo vedrai!

Non vedo l’ora che arrivino le vacanze d’estate, ormai manca davvero poco, quest’anno è letteralmente volato! Ho pensato che potrei venire a trovarti a Roma, spero per una settimana o magari per tutta l’estate! Pensa a quante belle cose potremmo fare insieme, voglio che mi mostri l’intera città!

Ora però devo proprio cenare, mia mamma mi ha già chiamata tre volte!

Spero che questa lettera ti arrivi presto, non vedo l'ora di avere una tua risposta.

Tuo padre sta meglio? E la vostra nuova casa com’è? 

Un grande abbraccio dalla tua amica 

Anonimo II DS



San Stino di Livenza
12/05/2023

Caro Alberto,
mi presento: mi chiamo Bianca Ronchi, abito in un paesino in provincia di Venezia.
Sono una tua grandissima fan: ti seguo dal 2020 (ovviamente conosco ogni tua canzone).
Come va, tutto bene? Come sta la tua cagnolina Maky? Sei ancora fidanzato con Sara?
Sei pronto per il concerto a Milano (ho visto che hai fatto sold-out)?
Ti ho scritto questa lettera perché sto passando un periodo brutto a scuola (ho troppe verifiche) e non riesco a togliermi dalla testa una persona che forse dovrei solo lasciar perdere ma non ci riesco.
Proprio per questo ho ascoltato il tuo ultimo album, ho notato che spesso, nei testi delle canzoni, racconti che anche tu hai passato un brutto periodo ma sei riuscito a superarlo.
Se fossi nei miei panni cosa faresti?
Forse questa lettera ti arriverà tra diversi giorni ma ti volevo dire che domani sera sarò presente al tuo concerto a Padova, NON VEDO L’ORA!!!!!!
E’ da diversi mesi che attendo questo sabato per cantare a squarciagola le mie canzoni preferite, sarà il mio primo concerto: sono davvero moooooolto emozionata!
Chissà, magari avrò la fortuna di riuscire ad avere un tuo autografo o a scattare una foto insieme a te…
Spero con tutto il cuore che questa lettera ti arrivi così da potere, forse, ricevere una tua risposta.
Fai una grandissima carezza a Maky da parte della tua più grande fan.
PS: in questo momento sto ascoltando “Abissale”

Ciao. Tua

Bianca

lunedì 5 giugno 2023

9 Giugno: Fogazzaro in festa

 Ecco il programma della festa di chiusura dell'Anno Scolastico 2022-2023

della scuola secondaria di I grado "A. Fogazzaro" di La Salute di Livenza

9.30 - 10.30 

Inaugurazione del giardino EDUGREEN

Saggio di Musica 

Letture per i 100 anni dalla nascita di Italo Calvino

10.30 - 11.00 

Merenda in giardino

11.00 - 14.00 

Tornei di fine anno

Buon divertimento a tutti!

venerdì 12 maggio 2023

Maggio dei Libri: top 5 della biblioteca Fogazzaro

 

Funeral Party di Guido Sgardoli 

Il 1° gennaio 2000 il cielo è bianco come un sudario e Sfortunato Forte, noto a tutti come "il Vecchio", è morto. Nato il 1° gennaio 1900, lascia in eredità svariati beni, tra cui la sua grandiosa dimora terrena, Villa Forte. Ma in questa gelida mattina che promette neve, il Vecchio lascia al mondo dei vivi qualcos'altro...

Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 donne migranti che hanno cambiato il mondo di Elena Favilli

Questo  volume  racchiude cento biografie di donne che hanno lasciato il loro paese d'origine per una moltitudine di ragioni diverse: chi per trovare nuove e migliori opportunità, chi per il bisogno di sfuggire a situazioni difficili.

I lettori scopriranno le vite di Josephine Baker, ballerina e attivista, dell'eclettica Rihanna, della fumettista Marjiane Satrapi e tante altre. 


Vogliamo la luna di Daniela Palumbo

Centoquaranta ragazze e ragazzi di tutta Italia fra gli undici e i diciotto anni immaginano il loro futuro: sognare è un diritto fondamentale.


Diario di Giulio-top secret di Stefano Bordiglioni

"Egregio signor diario segreto, ti dico subito che come regalo fai abbastanza schifo e che il mio primo istinto è stato quello di buttarti via. Perciò mettiamo in chiaro una cosa: ti scrivo solo per un mese e solo perché l'ho promesso a mia madre, e quello che scrivo qua dentro è riservatissimo, top secret! Ti conviene stare attento, perché se mi tradisci ti svito la molla a spirale che rilega i fogli, poi con le tue pagine faccio tanti aeroplanini di carta, li tiro per aria e li abbatto a sassate."


Non è successo niente di Antonio Skármeta

Questo romanzo racconta la storia di un adolescente alle prese con i problemi della storia e della politica e, soprattutto, dell'integrazione in un paese che non è il suo. Narratore e protagonista è Lucas, un giovane liceale cileno. Siamo nel 1973 e Lucas approda a Milano, dove la sua famiglia si è rifugiata dopo il golpe.

lunedì 8 maggio 2023

Maggio dei Libri: Il Nostro Novecento


Mercoledì 10 maggio 2023

dalle 11.00 alle 12.00

presso la Delegazione di La Salute di Livenza

gli alunni della Scuola Secondaria di I grado "Antonio Fogazzaro"

incontreranno autori e protagonisti di

IL NOSTRO NOVECENTO

L'opera è una raccolta, in tre volumi, di racconti della gente, di La Salute e San Giorgio di Livenza, sui propri compaesani. 

A fare da sfondo alle narrazioni c'è il Novecento: secolo vissuto tra guerre, miserie e meritato sviluppo economico-sociale.

mercoledì 26 aprile 2023

L'omaggio degli alunni della Scuola "G. Toniolo" al poeta Romano Pascutto

Nel pomeriggio di mercoledì 12 aprile 2023, il nostro Prof. di Italiano, Ceolin Mattia, ha tenuto una conferenza al Centro Anziani "Primo Levi", sul poeta originario di San Stino di Livenza, nostro orgoglio, Romano Pascutto

L’evento faceva parte di un ciclo di incontri che ogni anno l’Università della Terza Età destina ai propri aderenti e a tutte le persone che non vogliono smettere di imparare.

La conferenza è cominciata alle 15:00 e con grande sorpresa per le persone presenti, alcuni miei compagni hanno letto i brani più significativi di “La Gigia” e “Storia de Nane”. 

Altri miei compagni hanno approfondito gli elementi più importanti del nostro territorio, sia dal punto di vista geografico, sia dal punto di vista storico. 

A ogni lettura dei versi del poeta era associata una spiegazione su alcuni temi, come il fiume Livenza, i baraccati, la condizione delle donne in campagna...

Gli spettatori si sono dimostrati attenti e interessati alle spiegazioni e alle letture. 

Ho notato che alcuni di loro si sono anche commossi poichè si è parlato del dopoguerra: tempo della loro giovinezza, fatto di  miseria e sacrifici, ma anche di gioie semplici e di affetti.

Io da spettatore posso dire che i miei compagni sono stati molto bravi e tutti dobbiamo ringraziare il nostro professore che ci ha coinvolti in questa nuova e bellissima esperienza. 

Edoardo Bizzarrini IIDS

mercoledì 19 aprile 2023

Un libro per il 25 Aprile: I racconti della Resistenza



Sullo sfondo buio della guerra brillano le eccezionali imprese che anche bambini e ragazzi si possono ritrovare a fronteggiare. Come gli amici di "Ancora un giorno", che nella Milano del coprifuoco e dei razionamenti fanno i messaggeri per la Resistenza. Come Riccardo, che in "Io ci sarò" percorre avventurosamente mezza Italia per ritrovare la sua famiglia, perseguitata in quanto ebrea, e si unisce ai partigiani. E come Lapo, che nella storia vera "Il Rogo di Stazzema" è uno dei pochi sopravvissuti e può raccontare di come i nazisti hanno braccato sui monti e sterminato centinaia di persone inermi, sfollate nella "zona bianca" vicino a Lucca.

Storie di coraggio e di solidarietà umana, perché la libertà va conquistata tutti assieme.


sabato 25 marzo 2023

Mai più principessa!

Fin da piccola sono stata abituata a indossare abbigliamento pratico.

Il mio armadio straripava di jeans, in una scala di colori che andava dal classico blu fino ad arrivare al giallo. C'erano tutti i modelli, da quello a zampa a quello skinny, da quello strappato a quello brillantinato, poi leggins in grande quantità, ottimi per l'asilo, perché, secondo mamma, erano pratici e non limitavano i movimenti. In realtà a me stringevano e pizzicavano, ma ero troppo piccola per avere voce in capitolo.  Nell'armadio inoltre c'erano T-shirt e felpe da vendere e una gonna, che dopo avermi vista con le gambe all’aria, era stata cacciata nell’angolo più sperduto dell’armadio.

Mamma per tutto il periodo dell’asilo mi vestiva a strati quindi uscivo di casa che sembravo l’omino Michelin, ed era più il tempo che passavo davanti all'armadietto per spogliarmi che quello dentro in classe.

Finalmente sono cresciuta e ho iniziato le elementari; ero consapevole di quello che indossavo e ho iniziato ad impormi: "Questo lo metto, questo non mi piace, questo è troppo caldo, questo è troppo leggero...” quindi non sembravo più l’omino Michelin.

Poi è successo che mia mamma ha aperto un negozio di abbigliamento 0-17 anni proprio davanti alla scuola. E CHI E' DIVENTATA IL SUO BIGLIETTO DA VISITA?? NATURALMENTE IO! Ha iniziato a riempirmi gli armadi di capi che spaziavano dallo stile rock, all’etnico al romantico.

Credevo di aver raggiunto la mia indipendenza “vestiaria”, ma mi ero fatta fregare da mia mamma che continuava a farmi notare che tutte le mie amiche si vestivano ancora da bamboline con fiocchi abbinati tra i capelli e le Lelly Kelly. Presa dallo sfinimento e dallo stordimento a giugno, tre giorni prima della fine della scuola, ho indossato un paio di pantaloni a palazzo, lunghissimi e larghissimi a righe blu e bianche con un fiocco in vita, una maglia abbinata blu con spalle scoperte e scarpa da ginnastica perché le ballerine erano OFF LIMITS.

A giugno, a scuola, ci permettevano di non indossare il grembiule per il caldo così avrei potuto sfoggiare l’outfit di punta di quel periodo nel negozio di mia mamma.

Durante la ricreazione, VUOI NON GIOCARE CON I TUOI COMPAGNI??

VUOI FARE LA BELLA STATUINA PERCHE’ INDOSSI UN OUTFIT DA CERIMONIA? NO, CORRIAMO COME CAVALLI PAZZI IN GIARDINO… peccato che i pantaloni fossero talmente lunghi che correndo li  ho calpestati e mi sono trovata in volo a planare in mezzo l’erba. Volevo sprofondare perché naturalmente ho fatto una caduta stile pagliaccio al circo e i gli altri bambini non aspettavano altro, per potermi prendere in giro e ridere. Io ho riso un po’ meno: metatarso rotto e mezza estate con il gesso.

Mi è bastato provare ad essere "principessa" per un solo giorno,  poi sono tornata ad essere me stessa: JEANS E FELPA!

Sofia Pizza IIIDS

Perché? Perché proprio io?!

In quel momento avrei voluto sparire, sprofondare, diventare invisibile o tornare indietro nel tempo.

Già... sto parlando di quel giorno in cui sentii il mio nome provenire dalla bocca della professoressa seguito dalla frase “sei interrogata”.

Penso sia scontato dire che quel giorno non ero preparata, a malapena sapevo l’argomento dell’interrogazione.

Iniziai a sentire caldo, stavo sudando e provavo un’ansia indescrivibile.

Erano le 10.15 e la prof. fece la prima domanda. 

Mi sembrava che le orecchie cominciassero a stringermi il cranio. Scottavo.

In quel momento il mio unico pensiero era “Perché non ho studiato??” "Perché ha chiamato me? PERCHE’?!”

Mentre stavo cercando di ricordare qualcosa per riuscire a rispondere, sentii: “Alessia, parlami di…” 

Era come se fossi sott’acqua, dentro una cupola che mi impediva di pensare. 

Il mio cervello non funzionava. 

Mentre tutti mi guardavano, io provavo solo imbarazzo. Probabilmente stavano pensando che ero una sfaticata, che non studiavo e tutto ciò mi faceva sentire ancora più a disagio.

Avevo gli occhi dei miei compagni  puntati addosso. Perchè? Perché mi guardavano? Perché i loro sguardi condizionavano le mie emozioni?

Quel giorno finì con un “impreparato” in scienze e con tanti sensi di colpa che provo ancor oggi. 

Questa figuraccia rimarrà, per sempre, impressa nella mia mente.

Alessia Birjovanu IIIDS

Tutta colpa delle carote!

E'  passato un po’ di tempo da quel giorno, ma ancora lo ricordo come fosse ieri!

Non sono una persona a cui piace mettersi in mostra ma quel giorno a scuola durante la pausa pranzo, in mensa, successe qualcosa che cambiò la mia reputazione per un bel po’.

Era il giorno di rientro, e come sempre, uscita dalla classe, mi sono avviata a passo veloce con i miei amici verso la mensa per sederci al nostro solito tavolo. 

Eravamo in sei: io, la mia migliore amica e altri miei compagni più fidati.

Come al solito abbiamo preso il vassoio e tra sgambetti, spinte e corsette ci siamo messi tutti in fila. 

Il menù di quel giorno era: pasta in bianco (che successivamente venne ricoperta da una montagna di formaggio grana che “Everest” scansati proprio) poi fesa di tacchino e carote tagliate a bastoncino (maledette carote!). 

La mia dentatura, allora, non era tra le migliori, mi mancavano i denti davanti e non so perchè ma quel giorno mi inventai di fare una cosa che era meglio non facessi: con le mani presi alcuni bastoncini di carota e iniziai, senza dare troppo nell’occhio, ad infilarmeli tra le fessure dei denti mancanti.  Quando fui sicura che non cadessero mi girai verso la mia migliore amica, la chiamai colpendole la spalla con un dito e quando lei si voltò verso di me le sorrisi con "la mia nuova dentatura", facendo uno strano verso, tipo “ghigno malefico”. Lei mi guardò dapprima seria, poi esplose improvvisamente in una simpatica e forte risata che fece girare tutti verso il nostro tavolo; pure io, che mi ero già dimenticata delle mie condizioni, mi girai verso gli altri ridendo e mostrando i miei denti di carota. 

Diventai così la protagonista di una situazione a dir poco imbarazzante. 

La mia faccia divertita, quando realizzai che il motivo del loro divertimento ero io, si trasformò in una faccia da funerale.  Le carote iniziarono a cadere una ad una, mi rimisi seduta composta e feci finta di niente fissando il piatto e sentendo le orecchie bruciare per l’imbarazzo. 

I miei amici invece di “consolarmi” continuarono a ridere e a prendermi in giro.

Da quel giorno per un bel po’ di tempo tutta la scuola mi conosceva come “il tricheco dai denti arancioni” e da lì non mangiai né toccai più carote in mensa. Ancora oggi ripensando a quel giorno mi sento in imbarazzo.

Anonima 

martedì 14 marzo 2023

Incontro con i coniugi Dall'Oro, volontari per Medici con l'Africa Cuamm

Mercoledì 18 gennaio 2023, i signori Dall'Oro, Alessandro e Virginia, sono venuti in classe a raccontarci la loro storia. 

Nel raccontarcela trasmettevano la sicurezza di quella scelta fatta tanti anni fa.

Alessia Zecchinello


Il Dott. Alessandro Dall'Oro e la moglie Virginia decisero di partire come volontari per Medici con l'Africa Cuamm.

Per loro è stata una bella esperienza vivere in Kenia, ma soprattutto aiutare le persone.

Gioia Boattin


"Volontariato" è quando fai qualcosa di tua volontà senza ricevere nulla in cambio, come hanno fatto i signori Dall'Oro.

Alessandro, nato nel 1946, ha studiato Medicina, laureandosi nel 1973 a Padova. 

Ha risieduto presso il Collegio Universitario CUAMM, mentre si stava specializzando in chirurgia generale.

Nel 1975 è andato, con la moglie, in Kenya per due anni, a svolgere il servizio di medico volontario nel villaggio di Nkubu, dove c’era l’ospedale missionario.

Lì, nel 1976, è nata la loro prima figlia, Elisabetta.

La famiglia Dall'Oro è tornata in Italia per la specializzazione in chirurgia di Alessandro, poi dal 1981 al 1983 è tornata  a Nkubu, dove il signor Alessandro ha continuato a svolgere il lavoro di medico. 

Lui e altri medici andavano ogni settimana in diversi ambulatori del Paese a visitare i pazienti che a volte erano un centinaio.

Medici con l'Africa Cuamm  oltre ad aiutare direttamente le persone, si occupa anche della formazione dei medici di base del territorio.

Mentre Alessandro lavorava in ospedale, la moglie, Virginia, si occupava dei bambini orfani, disabili e malati.

Desy Martin


Quando  i coniugi Dall'Oro arrivarono in Kenia, a Nkubu, gli venne assegnata una casetta dove abitare. Lì vivevano in maniera semplice: grazie a un generatore avevano la luce fino alle 22:00.

Il signor Dall'Oro ci ha raccontato che la cosa più bella del curare quelle persone era la loro gratitudine: un "grazie" valeva molto di più di uno stipendio.

Sentendo la loro storia ho capito che tutti possiamo "andare incontro" al prossimo.

Chimento Sara


Sono felice di aver ascoltato e conosciuto la storia dei signori Dall'Oro.

Giacomo Bellotto


Alessandro e la moglie ebbero le loro altre tre figlie in Africa. Ma il I marzo 1983, una di loro, Giulia, nata prematura, a causa della mancanza di un'incubatrice, non sopravvisse: fu un momento molto triste.

Ammiro il grande altruismo, la forza d'animo e la capacità di trovare la felicità nelle piccole cose di questi due signori.

A me è parso che un pezzo del loro cuore sia ancora  lì, in Kenia.

Anna Franzon


Nel 2015 i signori Dall'Oro, proprio per quello che avevano vissuto, portarono quattro incubatrici nell'ospedale dove erano nate le figlie, per inaugurare una sala neonatale.

Quelle quattro incubatrici a tutt’oggi salvano, all’anno, in media quaranta bambini nati prematuri.

Edoardo Gobbo


Da questa loro esperienza è evidente che l'uguaglianza è un dato di fatto: non importa il colore della pelle.

Matilde Gabatel


La signora Virginia portava spesso a casa i bimbi di cui si occupava, li trattava come se fossero suoi figli: giocavano assieme alle sue figlie, felici e contenti.

Quando tornarono in Africa nel 2015 per portare le incubatrici, queste ultime vennero subito utilizzate per due gemellini: un maschio e una femmina. Ci fu una grande festa!

Nirmine Dezzaz


La decisione di andare in Africa, Alessandro Dall'Alloro la maturò dall'incontro con un medico di Caorle che gli raccontò la sua esperienza con Medici con l'Africa Cuamm.

Decise  allora di formarsi e partire.

Dopo aver sentito il suo racconto, sto pensando di diventare medico per andare in Africa ad aiutare.

Edoardo Bizzarini



Ascoltando i coniugi Dall'Oro ho riflettuto sul fatto che nel mondo c'è tanta gente che non vive bene come noi, che non dispone di cure adeguate, che non ha nemmeno l'acqua... Ho capito che bisogna sempre aiutare chi è più sfortunato, perché dovremmo tutti avere queste cose.

Bianca Ronchi

Una cosa che mi ha molto colpito è che i signori Dall'Oro hanno fatto la scelta di mettersi a disposizione degli altri, in giovane età.

Veronika Serovetnyk

L'aspetto che mi ha colpito di più dei Dall'Oro è stata la loro determinazione nel prendere, improvvisamente, una decisione tanto importante: andare in un posto sconosciuto, con l'idea ben chiara di aiutare gli altri

Federico Pigat



Sono felice di aver conosciuto queste due persone che hanno dedicato parte della loro vita ad aiutare altre persone.

Stefano Dal Borgo


I Dall'Oro, appena arrivati in Africa, furono contenti dell'accoglienza: vennero subito trattati come se fossero del paese.

Noemi Di Rosa


Grazie alle parole del signor Alessandro e della signora Virginia ho capito che è doveroso aiutare gli altri.

Mattia Vezzà



Ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare volontariato, basta volerlo!

Matteo Fiorindo


Aiutare gli altri ci fa sentire meglio:  siamo tutti uguali ed è giusto essere solidali tra di noi.

Alessandro Prataviera


E' importante dare una mano!

Tommaso Antonel



mercoledì 1 marzo 2023

Chi dice donna dice... scienza!

Katia Krafft: "la fidanzata dei vulcani"


Katia Conrad nacque il 17 aprile 1942, a Soultz-Haut-Rhin, in Francia.

Da piccola era una bambina molto vivace, soprattutto in ambito scolastico, perciò i suoi genitori decisero di iscriverla ad una scuola privata.

Katia iniziò giovanissima ad appassionarsi alla matematica e alle scienze, in particolare ai vulcani.

Nel 1961 si iscrisse all'Università di Strasburgo, dove studiò geochimica  e dove  conobbe  il geologo Maurice Krafft, suo futuro marito.

Insieme i due pianificarono di girare il mondo per andare alla ricerca di nuovi vulcani da fotografare, documentare, filmare, dato che entrambi erano appassionati di questi  terribili ma affascinanti mostri della Terra.

Purtroppo la coppia morì in seguito a una colata piroclastica durante l'eruzione del monte Unzen, in Giappone, il 3 giugno 1991.

Giulia Zanon IIIBL


Katherine Johnson: "In matematica, o hai ragione o hai torto."

White Sulphur Springs, 26 agosto 1918 – Hampton, 24 febbraio 2020

Katherine Johnson fu un’importante ricercatrice matematica e scienziata aerospaziale.

Molte persone non la presero sul serio perchè era donna e di colore: quando lei era giovane la segregazione razziale era legale e diffusa negli Stati Uniti. 

Katherine Johnson nacque nel 1918 in West Virginia. 

Fin da piccola dimostrò un grande talento per la matematica e una spiccata intelligenza. 

A scuola "bruciò le tappe", infatti, si diplomò a quattordici anni e a diciotto conseguì la laurea in matematica. 

Il suo primo impiego fu quello di insegnare in una scuola elementare anche se il suo sogno era quello di diventare una ricercatrice in matematica.

Nel 1953 inviò una candidatura alla NACA (l’ente che si occupava dell’aeronautica americana) per diventare “calcolatore”: colui e/o colei che calcolava la traiettoria dei voli; per la sua bravura e la sua precisione venne subito promossa al “Dipartimento di ricerca sul volo”, nonostante l'ostilità dei suoi colleghi, tutti uomini bianchi.

Alcuni anni dopo le cose cambiarono: venne abolita la segregazione razziale negli Stati Uniti e la “NACA” si trasformò in “NASA” . Katherine iniziò ad occuparsi del calcolo della traiettorie dei missili per le missioni spaziali USA. 

Lei calcolò la traiettoria di volo di Alan Shepard, il primo americano nello spazio e quella di John Glenn, il primo astronauta americano ad entrare in orbita attorno alla Terra. 

Collaborò alla preparazione della missione lunare Apollo 11 e senza i suoi calcoli l’equipaggio dell’Apollo 13 non sarebbe riuscito a tornare sulla Terra.  

Per la sua bravura, il suo coraggio ed il suo impegno Katherine ricevette da Barack Obama la “Presidential Medal of Freedom” nel 2015.

Katherine Johnson morì nel 2020 all’età di 101 anni.  

Tommaso Savian IIIBL


Valentina Tereshkova: la prima donna nello spazio

Valentina Tereshkova nacque a Bol'šoe Maslennikov in Russia, il 6 marzo del 1937 da una famiglia bielorussa di umili origini.

Nel 1959, convinta dalla sua amica Galina, si iscrisse a paracadutismo. Quest'ultimo diventò la sua passione, e continuò a praticarlo mentre lavorava in fabbrica per aiutare la famiglia in precarie condizioni economiche.

Il 12 Aprile 1961 l'astronauta russo, Yuri Gagarin fu il primo al mondo a compiere un’impresa spaziale. 

Valentina cominciò da allora ad immaginarsi nello Spazio.

Lo stesso anno frequentò la scuola di addestramento di Mosca per diventare cosmonauta e, dopo due anni di duro allenamento e preparazione, venne scelta tra altre quattro donne, (Irina Solovyova, Tatyana Kuznetsova, Zhanna Yorkina e Valentina Ponomaryova) per essere inviata nello spazio.

Nel 1963 Valentina Tereshkova a bordo della navicella Vostok 6 venne lanciata dal cosmodromo di Bajkonur per una missione di settantuno ore e compì quarantanove orbite attorno alla Terra. 

Fu la prima donna al mondo ad andare nello spazio.

Dal 2017 Valentina vive nella “Città delle Stelle”, un centro militare di addestramento e ricerca spaziale nei pressi di Mosca.

Federico Ongaro IIIBL

Rosalind Franklin e a scoperta del DNA

Rosalind Franklin nacque il 25 luglio 1920 a Notting Hill, a Londra, in una famiglia ebrea benestante.
Durante la guerra studiò chimica a Cambridge. Nel 1947 si trasferì a Parigi per studiare al Laboratoire Central des Services chimiques de l'État; lì si appassionò allo studio della cristallografia a raggi X e imparò ad osservare la materia su una scala infinitamente piccola. Nel 1951 tornò a Londra per lavorare al King's College dove riuscì ad ottenere le migliori immagini della molecola del DNA
Lì collaborò con Raymond Gosling e Maurice Wilkins.
Wilkins, nel 1953, mostrò ai due ricercatori James Watson e Francis Crick la migliore immagine del DNA scattata da Rosalind, fu così che se ne riuscì ad intuirne la struttura. 
In quell'anno Rosalind andò via dal King's College e iniziò a lavorare alla Birkbeck University con il fisico John D. Bernal
Il 16 aprile Rosalind 1958 morì a Chelsea per una malattia forse causata dall'esposizione ai raggi X con cui lavorava. 
Dopo quattro anni Watson, Crick e Wilkins ricevettero il Premio Nobel per la scoperta della struttura del DNA; il contributo di Rosalind venne riconosciuto solo dopo molti anni.

Diana Pianura IIIBL

venerdì 10 febbraio 2023

Consiglio di lettura per il Giorno del Ricordo

Nel 1945, quando suo padre scompare, inghiottito nelle spaventose voragini carsiche, Egea è solo una bambina. Ancora non sa che a breve inizierà la sua vita di esule, che la costringerà a lasciare la sua terra e ad affrontare un futuro incerto, prima in Sardegna, poi a Bolzano, accudita da una zia che l'amerà come una figlia. La geografia del cuore di Egea Haffner avrà però sempre i colori, gli odori e i suoni di Pola, la sua città. Ed è una geografia che custodisce la sua storia personale, ma è anche parte della nostra vicenda nazionale: nella sua memoria si riflette il dramma di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Il suo racconto tiene accesa la luce della memoria e si fa simbolo della storia di chiunque ancora oggi sia costretto a lasciare la propria casa.

venerdì 3 febbraio 2023

Edward Snowden: storia di un hacker che ha scelto la verità

Edward Snowden nasce ad Elizabeth City nello stato del Maryland il 21 giugno 1983.

Sua madre si occupa delle pensioni degli  agenti segreti, suo padre è guardia costiera.

I loro vicini di casa lavorano, quasi tutti, per il governo: per Edward è normale giocare con i figli degli agenti dell'FBI o della CIA.

La sua passione, già da bambino è l'informatica. Crescendo, nel 2001, visto gli scarsi risultati a scuola, prova ad arruolarsi nell'esercito, ma durante l'addestramento si rompe entrambe le gambe e per questo viene congedato. Durante la convalescenza scopre il magico mondo di Internet, ai suoi esordi e ne diventa esperto conoscitore. Nella rete, in una delle prime chat di appuntamenti, conosce anche Lindsay Mills, sua futura moglie.

Dopo l'attentato alle Torri Gemelle (11.09.2001), il governo americano rivoluziona il mondo dello spionaggio: si è mette ad arruolare smanettoni e nerd, per passare dalla sorveglianza mirata dei singoli sospettati alla sorveglianza di massa di intere popolazioni.

Così dopo un colloquio e tre esami alla macchina della verità, Snowden, a ventidue anni si ritrova ad essere una cyberspia.

Lavora in incognito a Ginevra, in Giappone e in tanti altri luoghi, alla fine viene assegnato a un ufficio segreto alle Hawaii, chiamato il "Tunnel".

Snowden nel 2009 si accorge che il governo americano "ruba" i dati personali di cittadini di tutto il mondo per controllarli, così inizia a sua volta a rubare le prove di questa violazione della privacy, conservandole in una chiavetta che nasconde dentro il suo inseparabile e insospettabile cubo di Rubik. Nel 2013 Edward intende rivelare alla stampa la sua scoperta, scappa dagli Stati Uniti ed arriva ad Hong Kong. Il governo del suo paese lo trova: Edward chiede asilo politico in Russia, dove risiede tuttora e continua a battersi affinchè la privacy sia un diritto fondamentale di ogni essere umano.

"Dobbiamo opporci al fatto che le informazioni sui nostri gusti, sulla nostra salute, sui nostri movimenti finanziari, sulla nostra istruzione, lavoro, etnia, religione, orientamento sessuale e perfino sui nostri dati genetici come le impronte digitali e la scansione dell'iride vengano usate per identificarci, perchè il passo successivo sarà quello di utilizzarle per manipolarci [...] E' venuto il momento di decidere che siamo noi a possedere la tecnologia e che non deve essere lei a possedere noi".

Alessio Minuzzo IIIBL

mercoledì 25 gennaio 2023

27 gennaio: Giornata della Memoria

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