sabato 19 dicembre 2020

"L’unicorno in giardino" di James Thurber

Una volta, in un grazioso mattino di primavera, un uomo, che stava facendo colazione, seduto in cucina, alzò lo sguardo dalle uova strapazzate. Vide un unicorno con un corno dorato che brucava, tranquillo, le rose nel giardino. L’uomo salì in camera da letto, dove sua moglie stava ancora dormendo, e la svegliò.

C’è un unicorno in giardino! Sta mangiando le rose.

La donna aprì un occhio tutt’altro che amichevole e lo guardò.

Il liocorno è una creatura mitologica. Gli rispose e si girò dandogli la schiena.



L’uomo, lemme lemme, scese le scale e uscì in giardino. L’unicorno era ancora lì; adesso pascolava tra i tulipani.

Pss! Unicorno...

Chiamò l’uomo allungandogli un giglio. L’unicorno lo divorò in un sol boccone. Di buon umore, per via di quella creatura meravigliosa che brucava nel suo giardino, l’uomo salì al piano di sopra e svegliò la moglie ancora una volta.

L’unicorno ha mangiato un giglio.

Sua moglie si sedette sul letto e lo guardò con freddezza.

Sei completamente pazzo. Gracchiò - Ti farò rinchiudere in un manicomio.

L’uomo che non aveva mai amato le parole “matto” e “manicomio”, e che le apprezzava ancora meno in una splendida giornata come quella, mentre c’era un unicorno proprio nel giardino di casa, si fermò a pensare per un momento.

Bene, lo vedremo. La sfidò.

Camminò fino alla porta.

Ha un corno dorato proprio in mezzo alla fronte. Aggiunse.

Poi tornò in giardino per osservare l’unicorno; ma l’unicorno era andato via. Quindi si sdraiò tra le rose e piombò in un sonno profondo.

Appena il marito uscì di casa, la moglie si alzò e si vestì, più in fretta che poteva. Era eccitata e una luce soddisfatta le brillava negli occhi. Chiamò la polizia e uno psichiatra; gli disse di correre a casa sua e di portare una camicia di forza. Quando la polizia e lo psichiatra arrivarono si accomodarono, osservandola incuriositi.

Mio marito ha visto un unicorno questa mattina. I poliziotti guardarono lo psichiatra e lo psichiatra guardò i poliziotti.

Mi ha detto che ha mangiato un giglio.

Lo psichiatra e i poliziotti si scambiarono una seconda occhiata.

Ha anche detto che aveva un corno dorato, proprio in mezzo alla fronte.

Ad un cenno solenne dello psichiatra, i poliziotti saltarono dalle sedie e immobilizzarono la moglie. Ci volle parecchio perché ce la facessero. Dovettero fare uno sforzo incredibile ma alla fine riuscirono a bloccarla. Proprio mentre mettevano la camicia di forza alla donna, il marito rientrò in casa

Ha detto a sua moglie di aver visto un unicorno? Domandò uno dei poliziotti.

Certo che no. Rispose l’uomo. L’unicorno è una creatura mitologica.

Esattamente quello che volevo sapere. Commentò lo psichiatra.

Portatela via. Mi dispiace ma sua moglie è matta come una ghirlandaia.

Quindi la portarono via, mentre urlava e imprecava. La rinchiusero in un istituto d’igiene mentale. Da allora in poi, il marito visse felice e contento.

Morale: non dire matto finché non l’hai nel sacco.



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