mercoledì 28 novembre 2018

"Un mondo di energia" all'Istituto Statale di Istruzione Superiore di Portogruaro


Oggi siamo andati all'Istituto Statale di Istruzione Superiore "L. da Vinci" di Portogruaro, per partecipare a un mondo di energia.
Dopo una presentazione sull'attività e una riflessione su quanta energia ci serve e dove la prendiamo, ci siamo divisi in tre gruppi e abbiamo fatto alternativamente tre laboratori: cantiere, fisica e LENSeS (sulle energie rinnovabili), con i Professori Colloredo Giovanni Paolo, Furlanis Gabriele e Tonello Moreno.


Sarà ovvio per tutti, ma bisogna lo stesso ricordarlo: tutto ha bisogno di energia. 
E tutta l'energia di cui ci serviamo dipende direttamente o indirettamente da un'unica fonte, il Sole.
Noi abbiamo una fame vorace di energia e ne divoriamo in quantità sempre crescenti man mano che aumentano il grado tecnologico e il livello di vita che conduciamo.

A cosa serve tutta questa energia?
Il 31% dell'energia mondiale va nei trasporti, 
il 29% nei consumi residenziali,
il 22% nell'industria, 
il 18% per generare altra energia.

Inutile negarlo, nel nostro sistema le fonti non rinnovabili la fanno ancora da padrone:
l'80% dell'energia, consumata nel mondo, deriva dal petrolio, carbone e gas,
il 15% dalle rinnovabili e
il 5% dal nucleare.

Il problema delle fonti non rinnovabili è che non chiudono i cicli. Significa che, al contrario della natura che invece chiude tutti i suoi cicli, cioè restituisce al sistema pianeta tutto ciò che gli sottrae, gli uomini non solo consumano risorse che non si ricreano ma, facendolo, producono rifiuti non riassorbibili dall'ecosistema.
Un esempio tipico di ciclo non chiuso è quello del petrolio, che è il risultato di milioni di anni di decomposizione di microrganismi e altra materia organica: estrarlo e consumarlo non solo richiede un enorme consumo di energia, ma produce materiale di scarto (gas inquinanti e a effetto serra). Una volta usato, il petrolio non si può ricreare (se non in tempi geologici), così il ciclo è interrotto, il sistema non è più in equilibrio e quindi non può sostenersi a lungo. Al contrario la legna bruciando produce la stessa quantità di anidride carbonica che produrrebbe se fosse lasciata a decomporsi nei boschi, anidride che viene riassorbita attraverso la fotosintesi da nuove piante.

Dobbiamo dunque pensarci!

Lo sviluppo sostenibile è l'unica strada percorribile, preso atto che non è possibile tornare indietro di tre secoli.

IIIAL-IIIBL

martedì 27 novembre 2018

27 Novembre: incontro con Luigi Perissinotto, autore di "San Stino nella Grande Guerra 1915-1918"


Oggi siamo andati in delegazione per assistere alla presentazione del libro "San Stino nella Grande Guerra 1915-1918", scritto dal maestro e storico Luigi Perissinotto.
Il libro parla del nostro paese, durante la Prima Guerra Mondiale, detta anche Grande Guerra o IV Guerra d'Indipendenza, in quanto le prime due guerre d'Indipendenza erano servite a liberare e ad unificare l'Italia, la terza a "guadagnare" il Veneto, questa, la quarta dunque, a  liberare i territori irredenti di Trento e Trieste.
Come ci ha raccontato il maestro Perissinotto, questa fu una guerra di trincea, di posizione di logoramento.
Dopo dodici battaglie sull'Isonzo, con la disfatta di Caporetto, le nostre zone sono diventate teatro di guerra. 
Nel novembre del 1917 gli austroungarici arrivarono nel nostro paese; mentre si dirigevano verso il Piave i soldati italiani facevano saltare i ponti, per rendere più lenta l'avanzata nei nemici, cercando inoltre di far crollare i campanili per impedire agli austriaci di usarli come vedetta.
Il maestro Perissinotto ci ha raccontato, anche, che in quel periodo il Municipio di San Stino era diventato un ospedale austroungarico.
L'autore ha poi ricordato Tarcisio Martina e Giorgio Romiati, nostri compaesani che hanno rischiato la vita, per fare le spie tra gli austriaci, inviando poi messaggi all'esercito italiano per prepararlo alle mosse del nemico.
Tante delle informazioni e delle fotografie del libro, il maestro le ha trovato presso gli archivi, come ad esempio quello di Vienna.
Per noi è stato un vero piacere ascoltare Luigi Perissinotto, lo abbiamo seguito in silenzio e con molta attenzione.
Grazie!

Irene Dal Tin IIAL

venerdì 23 novembre 2018

Tenzin Gyatso: XIV Dalai Lama del Tibet


Tenzin Gyatso è un monaco buddista tibetano, nonché XIV Dalai Lama del Tibet.
Nel 1935, anno in cui venne al mondo, il lama, allora in carica, reggente del governo del Tibet, era impegnato nella ricerca della reincarnazione del XIII Dalai Lama, morto nel 1933.
Nel 1937 Tenzin Gyatso venne identificato come la reincarnazione del XIII Dalai Lama.
Nel 1939, venne condotto al Potala, residenza dei Dalai Lama e cuore del governo e della religione del Tibet e ad appena sei anni Tenzin cominciò la sua educazione monastica.
La quiete dell'infanzia del giovane Dalai Lama e l'isolamento del Tibet s'interruppero rapidamente nel 1950, quando le truppe della neonata Repubblica Popolare Cinese attraversarono il confine nordorientale, incorporandone i territori nel proprio dominio.
In questa situazione di crisi Tenzin Gyatso assunse, appena quindicenne, i pieni poteri governativi cercando di “studiare” la migliore risposta all'invasione straniera. Poiché i funzionari del Partito Comunista Cinese e i soldati diedero luogo alle prime brutalità a danno dei monaci, dei latifondisti e persino degli agricoltori tibetani, nel 1954 il XIV Dalai Lama partì alla volta di Pechino con l'intento di negoziare con Mao.
Nel 1959, il movimento di resistenza tibetano scatenò una grande sollevazione a Lhasa, che fu duramente repressa dall'Esercito Cinese.
Convinto di dover rendere pubblica la grave situazione in cui versava il suo Paese e di dover ottenere il sostegno della comunità internazionale, il Dalai Lama andò in India, a Dharamsala, dove formò un governo in esilio.
Il Dalai Lama è regolarmente denunciato dal governo cinese come un pericoloso secessionista desideroso di provocare il disfacimento dell'unità nazionale cinese. Ciononostante, egli ha sempre sostenuto di desiderare l'autonomia interna della cosiddetta Regione Autonoma del Tibet, lasciando la gestione della difesa e degli affari esteri alla Cina.
Il Dalai Lama è un convinto assertore della nonviolenza e della pace fra tutte le creature.
Nel 1989 ricevette il Premio Nobel per la pace poiché nella sua lotta per la liberazione del Tibet ha sempre e coerentemente rifiutato l'uso della violenza, preferendo ricercare soluzioni pacifiche basate sulla tolleranza e il rispetto reciproco.

IIIBL

mercoledì 21 novembre 2018

Wangari Maathai (1940-2011): "Il momento è adesso"


C’era una volta, in Kenya, una donna di nome Wangari. Quando i laghi vicini al suo villaggio cominciarono a prosciugarsi e i ruscelli a scomparire, Wangari capì che doveva fare qualcosa. Così chiamò a raccolta alcune delle altre donne.
“Il governo abbatte gli alberi per fare spazio alle fattorie, ma ora dobbiamo camminare chilometri per raccogliere legna da ardere” disse una di loro.
“Ripiantiamo gli alberi, allora” esclamò Wangari.
“Quanti?” chiesero le altre.
“Qualche milione dovrebbe bastare” rispose lei.
“Qualche milione? Sei matta? Non esistono serre abbastanza grandi per coltivarne così tanti!”
“Non li compreremo in una serra. Li coltiveremo noi, a casa.”
Fu così che Wangari e le sue amiche raccolsero i semi nella foresta e li piantarono in dei barattoli. Li annaffiarono e li accudirono finché le piante nate da quei semi non furono alte una trentina di centimetri. Poi piantarono gli arboscelli in cortile.
Tutto cominciò con un piccolo gruppetto di donne. Ma poi, proprio come un albero che spunta da un minuscolo seme, l’idea crebbe e diede vita a un grande movimento.
L’organizzazione Green Belt Movement, fondata da Wangari, ha superato i confini del Kenya. Sono stati piantati quaranta milioni di alberi, e Wangari Maathai ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo lavoro. Ha festeggiato piantando un albero!


Consiglio di lettura: "Drilla" di Andrew Clements


Nick Allen è un bambino davvero intelligente e anche molto furbo... lo sanno tutti.
Ed è per questo che nessuno si stupisce più di tanto, quando decide che la penna non si chiamerà più "penna" ma “drilla”.

Tutti quanti, a scuola, cominceranno ad utilizzare la nuova parola "drilla" al posto della consueta parola "penna".

L'insegnante di lettere di Nick, Mrs. Granger, che ha la passione e il gusto delle parole, non può incoraggiare questo piccolo colpo di stato. Deve imporre la sua autorità.

Come andrà a finire questo "braccio di ferro" tra Nick e Mrs. Granger?

Scopritelo, leggendo questo divertentissimo libro!

IIAL

lunedì 19 novembre 2018

Fotografie e Storia: il Rivoltoso Sconosciuto



"Rivoltoso Sconosciuto" è il soprannome di un ragazzo anonimo che divenne famoso in tutto il mondo quando fu filmato e fotografato durante la protesta di piazza Tienanmen a Pechino. Sono state scattate diverse fotografie del ragazzo, in piedi di fronte ai carri armati del governo cinese, sbarrandogli il passo.
Nel 1989 il fotografo, del Newsweek, Charlie Cole, con la sua versione della foto vinse il premio World Press Photo con lo scatto che è diventato il simbolo della rivolta contro il governo cinese.
Nell'aprile del 1998, la rivista Time ha incluso "Il Rivoltoso Sconosciuto" nella sua lista de "Le persone che più hanno influenzato il XX secolo". Ma come la stessa rivista scrive, citando uno dei leader del movimento pro-democratico cinese, "gli eroi nella fotografia del carro armato sono due: il personaggio sconosciuto che rischiò la sua vita piazzandosi davanti al bestione cingolato e il pilota che si elevò alla opposizione morale rifiutandosi di falciare il suo compatriota".
Il fatto ebbe luogo il 5 giugno 1989, il giorno dopo che il governo cinese incominciò a reprimere brutalmente la protesta contro la mancanza di diritti civili, imposta dal governo. 
L'uomo si mise in mezzo alla strada e sfidò i carri armati. 
Teneva una busta nella mano sinistra e la giacca nella mano destra. 
Appena i carri armati giunsero allo stop il ragazzo sembrò volerli scacciare. 
In risposta, i carri armati provarono a girargli intorno, ma il ragazzo li bloccò più volte, mettendosi di fronte a loro ripetutamente, adoperando la resistenza passiva.
Il governo della Repubblica Popolare Cinese fornì poche informazioni sull'incidente e a proposito del rivoltoso sconosciuto.

IIIBL

venerdì 16 novembre 2018

Vedute... di La Salute


Sotto un cielo azzurro,
tra secchi pali, 
un fiume profondo.

Sharon Gusso 


Vento forte,
nuvole scure:
 il temporale

Tommaso Bortoluzzo 


Cipressi alti,
sassi bianchi,
 una chiesa.

Silvia Fantinello 


Erba verde,
cielo limpido,
un uomo cammina.

Gioia Abigail Zia 


Un grande campo di pannocchie,
piccoli alberi con il loro padre.

Gianmaria Presottin 


Acqua immobile,
 fruscio rilassante:
l'ansa.

Karen Simondo


Un albero spoglio e solitario,
il cielo grigio,
una strada che divide.

Giosuè Carbonera


Case colorate,
cielo allegro,
tanto spazio:
divertimento.

Valentina Gaetani


Sulla strada stretta,
verso alti alberi,
corrono le bici.

Manuel Roman


La scuola, nascosta,
vicino al ponte bianco
sul nostro fiume Livenza.

Lorenzo Molin