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sabato 29 marzo 2025

STEAM: Storie di dinosauri

Partendo da attività specifiche svolte durante la settimana delle STEAM, abbiamo proceduto con l'integrazione interdisciplinare a tutto tondo, attraverso ricerche, progetti e sperimentazioni.


In particolare, gli alunni di prima, partendo dallo studio scientifico dei dinosauri, sono arrivati a realizzare dei video, con tanto di effetti sonori creati con il theremin.

I protagonisti della storia sono stati creati in 3D usando del cartone, le scenografie sono state realizzate dagli stessi ragazzi su carta da pacchi e dallo storytelling sono nate delle fantasiose storie sui dinosauri e sulla loro estinzione. Pochi materiali e tanta fantasia!


Gli alunni di prima, attraverso questo progetto, hanno imparato a fare una ricerca, si sono approcciati a uno strumento bizzarro e magico come il theremin, con una certa abilità sono riusciti a creare simpatici manufatti e soprattutto hanno imparato divertendosi e collaborando.



giovedì 8 febbraio 2024

Settimana delle STEAM e giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza (11 febbraio)

Questa settimana le alunne e gli alunni della Fogazzaro sono stati particolarmente impegnati in attività e laboratori interdisciplinari di Scienze Tecnologia Ingegneria Arte Matematica (STEAM).

Ecco cosa hanno fatto.

Hanno imparato attraverso laboratori di robotica educativa.


Hanno sperimentato la magia del theremin.



E per andare oltre gli stereotipi che vorrebbero mettere in un angolo il gentil sesso in ambito scientifico, gli studenti e le studentesse hanno raccontato (in italiano e in inglese) storie, passioni e sogni di "ragazze con i numeri"... alcune di loro, le hanno perfino "intervistate".




W la parità di genere! W le Scienze!

giovedì 23 novembre 2023

23 novembre: Fibonacci Day alla Fogazzaro

Oggi è il Fibonacci Day perchè nel modo di indicare le date all'anglosassone (mettendo prima il mese e poi il giorno) abbiamo i primi numeri (1 1 2 3) della sequenza del celebre matematico.

Leonardo Pisano (cioè da Pisa) era figlio di Guglielmo Bonacci, per questo è conosciuto come  Fibonacci cioè "il figlio di Bonacci". Lui è nato in una famiglia di mercanti alla fine del XII secolo.

Per affari viaggiò molto, in particolare in Africa settentrionale e in Oriente. Incuriosito dalle tecniche matematiche usate dai mercanti arabi, scoprì una grande passione per i numeri e il loro studio.

È stato proprio Fibonacci a portare in Europa il sistema di numerazione arabo (posizionale), basato su dieci cifre (da 1 a 9 più lo zero).

Il suo nome è però legato soprattutto all'omonima successione: una sequenza di numeri interi, molto particolare, perché ciascun numero è la somma dei due numeri precedenti.

Cominciando dal terzo numero dell'immagine

2 è la somma di 1 e 1

3 è la somma dei due numeri che lo precedono nella successione cioè 1 e 2

5 è la somma di 2 + 3 e così via.

Questa regola è importante perché la seguono moltissimi elementi in natura, per esempio, fiori, foglie, conchiglie, pigne... Altri esseri viventi, poi, crescono spontaneamente formando delle spirali secondo delle proporzioni che derivano da questa successione, chiamata anche successione aurea, cioè dorata: è infatti di una bellezza splendente, anzi perfetta.


Per festeggiare Fibonacci, oggi abbiamo dedicato parte della mattinata a un torneo, tra classi, di Valanga di numeri: un gioco matematico, che non prevede solo saper conoscere e riconoscere le proprietà dei numeri, ma mette in moto (nel vero senso della parola) gli studenti a 360°.



Ebbene sì Signori: la matematica è davvero divertente!



mercoledì 18 ottobre 2023

Ritorno alla DADA

DADA è un acronimo che significa “didattica per ambienti di apprendimento”.

Da quest'anno, dopo tre anni, abbiamo organizzato nuovamente la nostra scuola per aule disciplinari, ossia veri e propri spazi finalizzati all'apprendimento di una specifica disciplina: una sorta di set educativo dove il sapere prende forma.

Ogni angolo di queste nuove aule riserva sorprese utili all'apprendimento della materia oggetto di studio nelle sue diverse sfaccettature.

Ciò rende l'apprendimento dinamico: la scuola diventa attiva, stimola la curiosità, la voglia di conoscere, di imparare e fa anche scoprire la necessità di lavorare in gruppo, rispettandosi gli uni gli altri.

Il coinvolgimento attivo laboratoriale ha, inoltre, il vantaggio di favorire lo sviluppo sinergico di competenze, abilità e conoscenze.

I gruppi classe si spostano da laboratorio a laboratorio, e questo semplice gesto incentiva l'autonomia, che è uno degli elementi base del profilo in uscita degli studenti di ogni ordine e grado di istruzione, oltre che un modo per rilassarsi un po' tra una lezione e l'altra. 

mercoledì 1 marzo 2023

Chi dice donna dice... scienza!

Katia Krafft: "la fidanzata dei vulcani"


Katia Conrad nacque il 17 aprile 1942, a Soultz-Haut-Rhin, in Francia.

Da piccola era una bambina molto vivace, soprattutto in ambito scolastico, perciò i suoi genitori decisero di iscriverla ad una scuola privata.

Katia iniziò giovanissima ad appassionarsi alla matematica e alle scienze, in particolare ai vulcani.

Nel 1961 si iscrisse all'Università di Strasburgo, dove studiò geochimica  e dove  conobbe  il geologo Maurice Krafft, suo futuro marito.

Insieme i due pianificarono di girare il mondo per andare alla ricerca di nuovi vulcani da fotografare, documentare, filmare, dato che entrambi erano appassionati di questi  terribili ma affascinanti mostri della Terra.

Purtroppo la coppia morì in seguito a una colata piroclastica durante l'eruzione del monte Unzen, in Giappone, il 3 giugno 1991.

Giulia Zanon IIIBL


Katherine Johnson: "In matematica, o hai ragione o hai torto."

White Sulphur Springs, 26 agosto 1918 – Hampton, 24 febbraio 2020

Katherine Johnson fu un’importante ricercatrice matematica e scienziata aerospaziale.

Molte persone non la presero sul serio perchè era donna e di colore: quando lei era giovane la segregazione razziale era legale e diffusa negli Stati Uniti. 

Katherine Johnson nacque nel 1918 in West Virginia. 

Fin da piccola dimostrò un grande talento per la matematica e una spiccata intelligenza. 

A scuola "bruciò le tappe", infatti, si diplomò a quattordici anni e a diciotto conseguì la laurea in matematica. 

Il suo primo impiego fu quello di insegnare in una scuola elementare anche se il suo sogno era quello di diventare una ricercatrice in matematica.

Nel 1953 inviò una candidatura alla NACA (l’ente che si occupava dell’aeronautica americana) per diventare “calcolatore”: colui e/o colei che calcolava la traiettoria dei voli; per la sua bravura e la sua precisione venne subito promossa al “Dipartimento di ricerca sul volo”, nonostante l'ostilità dei suoi colleghi, tutti uomini bianchi.

Alcuni anni dopo le cose cambiarono: venne abolita la segregazione razziale negli Stati Uniti e la “NACA” si trasformò in “NASA” . Katherine iniziò ad occuparsi del calcolo della traiettorie dei missili per le missioni spaziali USA. 

Lei calcolò la traiettoria di volo di Alan Shepard, il primo americano nello spazio e quella di John Glenn, il primo astronauta americano ad entrare in orbita attorno alla Terra. 

Collaborò alla preparazione della missione lunare Apollo 11 e senza i suoi calcoli l’equipaggio dell’Apollo 13 non sarebbe riuscito a tornare sulla Terra.  

Per la sua bravura, il suo coraggio ed il suo impegno Katherine ricevette da Barack Obama la “Presidential Medal of Freedom” nel 2015.

Katherine Johnson morì nel 2020 all’età di 101 anni.  

Tommaso Savian IIIBL


Valentina Tereshkova: la prima donna nello spazio

Valentina Tereshkova nacque a Bol'šoe Maslennikov in Russia, il 6 marzo del 1937 da una famiglia bielorussa di umili origini.

Nel 1959, convinta dalla sua amica Galina, si iscrisse a paracadutismo. Quest'ultimo diventò la sua passione, e continuò a praticarlo mentre lavorava in fabbrica per aiutare la famiglia in precarie condizioni economiche.

Il 12 Aprile 1961 l'astronauta russo, Yuri Gagarin fu il primo al mondo a compiere un’impresa spaziale. 

Valentina cominciò da allora ad immaginarsi nello Spazio.

Lo stesso anno frequentò la scuola di addestramento di Mosca per diventare cosmonauta e, dopo due anni di duro allenamento e preparazione, venne scelta tra altre quattro donne, (Irina Solovyova, Tatyana Kuznetsova, Zhanna Yorkina e Valentina Ponomaryova) per essere inviata nello spazio.

Nel 1963 Valentina Tereshkova a bordo della navicella Vostok 6 venne lanciata dal cosmodromo di Bajkonur per una missione di settantuno ore e compì quarantanove orbite attorno alla Terra. 

Fu la prima donna al mondo ad andare nello spazio.

Dal 2017 Valentina vive nella “Città delle Stelle”, un centro militare di addestramento e ricerca spaziale nei pressi di Mosca.

Federico Ongaro IIIBL

Rosalind Franklin e a scoperta del DNA

Rosalind Franklin nacque il 25 luglio 1920 a Notting Hill, a Londra, in una famiglia ebrea benestante.
Durante la guerra studiò chimica a Cambridge. Nel 1947 si trasferì a Parigi per studiare al Laboratoire Central des Services chimiques de l'État; lì si appassionò allo studio della cristallografia a raggi X e imparò ad osservare la materia su una scala infinitamente piccola. Nel 1951 tornò a Londra per lavorare al King's College dove riuscì ad ottenere le migliori immagini della molecola del DNA
Lì collaborò con Raymond Gosling e Maurice Wilkins.
Wilkins, nel 1953, mostrò ai due ricercatori James Watson e Francis Crick la migliore immagine del DNA scattata da Rosalind, fu così che se ne riuscì ad intuirne la struttura. 
In quell'anno Rosalind andò via dal King's College e iniziò a lavorare alla Birkbeck University con il fisico John D. Bernal
Il 16 aprile Rosalind 1958 morì a Chelsea per una malattia forse causata dall'esposizione ai raggi X con cui lavorava. 
Dopo quattro anni Watson, Crick e Wilkins ricevettero il Premio Nobel per la scoperta della struttura del DNA; il contributo di Rosalind venne riconosciuto solo dopo molti anni.

Diana Pianura IIIBL

venerdì 30 settembre 2022

Il Veneto Legge: oltre la lettura...

Come ogni anno la Maratona di Lettura è stata un bello stimolo!

Oltre alle letture…

abbiamo fatto un'interessante visita virtuale sulle Dolomiti (imparando un sacco di cose nuove),


abbiamo parlato di Vaia e del bosco dei violini,


abbiamo ascoltato e meditato su Suite for Vajont di Remo Anzovino,



abbiamo illustrato fiabe,


e infine abbiamo condiviso i nostri ricordi e l’amore per la montagna.



Che dire oltre?

Noi siamo già pronti per nuove letture che ci facciano aprire altre finestre sul mondo.

sabato 2 aprile 2022

Albert Einstein: il genio pacifista

Albert Einstein è nato a Ulm il 14 marzo 1879.

Lavorò, come impiegato, all'ufficio brevetti di Berna, dedicando comunque molto tempo allo studio delle fisica, i cui frutti raccolse a partire dal 1905, quando pubblicò i suoi primi lavori scientifici.

Ricevette il Nobel per la fisica nel 1921.

Lo scienziato aveva vissuto sulla sua pelle le persecuzioni che Hitler riservava agli Ebrei, quindi decise di emigrare negli Stati Uniti.

Diventò cittadino americano. Abitava a Princeton e lavorava nell'omonima università.

Nell'estate del 1939, Leó Szilárd e Eugene Wigner, due scienziati ungheresi, si recarono da Einstein, allarmati dalle notizie che davano Hitler ad un passo dall'ottenere la bomba atomica. Lo convinsero a far valere la sua autorità e a scrivere la famigerata lettera con cui il 2 agosto 1939 lo scienziato sollecitò l'allora presidente degli Stati Uniti a impegnarsi nella ricerca atomica. 

Einstein si era convinto che impedire che la Germania nazista fosse l'unica a possedere degli ordigni atomici sarebbe servito come deterrente per scoraggiare chiunque dall'usare un'arma così micidiale.

Lui non prese parte in alcun modo allo sviluppo della bomba. 

Le ricerche erano iniziate solo due anni dopo quella lettera, ed erano state portate avanti da altri scienziati, come l'italiano Enrico Fermi e lo statunitense Robert Oppenheimer. L'operazione top secret, denominata "Progetto Manhattan", aveva impiegato oltre centoventimila persone a tempo pieno, che si erano trasferite in gran segreto nel deserto di Los Alamos, in New Mexico, per lavorare alla bomba. Einstein era stato tenuto all'oscuro di tutto per le sue posizioni pacifiste.

Il 6 agosto 1945 gli USA sganciarono la prima bomba atomica su Hiroshima: morirono in un solo colpo duecentomila persone, molte altre morirono dopo in seguito alle radiazioni. Tre giorni dopo (il 9 Agosto 1945), alle 11.02, una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki. Si contarono più di 210.000 morti.

Il primo luglio 1946, il Time, il più importante settimanale americano, mise Einstein in copertina con sullo sfondo il fungo atomico, la formula E=mc2 e il titolo "Cosmoclast Einstein ", Einstein il distruttore del mondo. 

L'articolo che lo riguardava terminava così "Einstein è il padre della bomba per due ragioni fondamentali: è stato per sua iniziativa che gli Stati Uniti hanno iniziato la ricerca sulla bomba ed è stata la sua equazione che ha reso teoricamente possibile la bomba atomica".

Einstein fece battere a macchina alla sua segretaria, Helen Dukas, una lunga lettera rivolta al popolo giapponese nella quale ribadiva la sua completa estraneità a quella terribile faccenda della bomba atomica, per poi spedirla a una rivista in Giappone. "Se avessi saputo che i tedeschi non sarebbero riusciti a realizzare una bomba atomica, non avrei mai mosso un solo dito", diceva con grande rammarico. E il finale era davvero sconsolato: "Gli Stati Uniti hanno vinto la guerra, ma non la pace".

Albert Einstein nella sua vita fece un'unica apparizione in tv (che era appena nata), con la quale sperava di raggiungere il cuore degli americani, accettando l'invito della giornalista Eleanor Roosvelt, moglie del defunto presidente. Quando la donna, che aveva posizioni simili a quelle pacifiste di Einstein, gli domandò quali sarebbero state le armi impiegate in una ipotetica Terza Guerra mondiale, lo scienziato rispose con la sua solita spietata ironia: "Io non lo so, ma posso dirle con quali armi combatteremo la Quarta: le pietre"

Fino a una settimana prima della morte, che avvenne il 18 aprile 1955, il professor Albert Einstein non smise mai di rivolgere al mondo il suo appello per un disarmo totale e definitivo.


giovedì 7 ottobre 2021

giovedì 23 settembre 2021

Charles Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) e la teoria dell'evoluzione


Il biologo britannico Charles Darwin (che spesso viene ritratto con una lunga barba bianca) da ragazzo fece un viaggio straordinario destinato a riscrivere la storia delle specie viventi.

Tornato in patria, Charles medita a lungo su ciò che ha visto e documentato. Nel frattempo, mette su famiglia, ha dieci figli e trascorre molte ore a cavallo, riflettendo sui meccanismi della natura. Dopo più di vent'anni, pubblica un libro che cambierà per sempre la storia della biologia: L'origine delle specie per selezione naturale. Lì dentro ci sono tutte le teorie che ha elaborato: l'evoluzione delle specie viventi è guidata dalla lotta per la sopravvivenza; le mutazioni genetiche (che perlopiù avvengono per caso) creano specie e varietà sempre nuove; l'ambiente sceglie di volta in volta quelle più adatte, eliminando le altre.

A quel punto le proteste si moltiplicano, perché le sue conclusioni sono in contrasto sia con le idee naturalistiche più diffuse sia con l'interpretazione della Bibbia. Ma Charles ha ragione, e in pochi anni il suo libro diventa un bestseller in tutto il mondo. Lui stesso guadagna fama e onori e viene considerato uni dei più illustri scienziati d'Europa.

Ancora oggi i ricercatori sono convinti che quasi tutte le sue idee siano corrette. Tra queste, il fatto che l'Homo sapiens (ossia l'essere umano moderno) è il frutto di un processo di evoluzione da altre specie animali durato milioni di anni.

tratto da Mega Eroi della Scienza


mercoledì 18 settembre 2019

Music on the Moon


Venerdì 27 settembre alle ore 11:00, per la Maratona di lettura "Il Veneto legge", gli alunni della Fogazzaro leggeranno stralunate storie sul nostro romantico satellite, per celebrare i 50 anni dell'allunaggio, con accompagnamenti musicali che vanno da Mina ai Police.

mercoledì 21 novembre 2018

Wangari Maathai (1940-2011): "Il momento è adesso"


C’era una volta, in Kenya, una donna di nome Wangari. Quando i laghi vicini al suo villaggio cominciarono a prosciugarsi e i ruscelli a scomparire, Wangari capì che doveva fare qualcosa. Così chiamò a raccolta alcune delle altre donne.
“Il governo abbatte gli alberi per fare spazio alle fattorie, ma ora dobbiamo camminare chilometri per raccogliere legna da ardere” disse una di loro.
“Ripiantiamo gli alberi, allora” esclamò Wangari.
“Quanti?” chiesero le altre.
“Qualche milione dovrebbe bastare” rispose lei.
“Qualche milione? Sei matta? Non esistono serre abbastanza grandi per coltivarne così tanti!”
“Non li compreremo in una serra. Li coltiveremo noi, a casa.”
Fu così che Wangari e le sue amiche raccolsero i semi nella foresta e li piantarono in dei barattoli. Li annaffiarono e li accudirono finché le piante nate da quei semi non furono alte una trentina di centimetri. Poi piantarono gli arboscelli in cortile.
Tutto cominciò con un piccolo gruppetto di donne. Ma poi, proprio come un albero che spunta da un minuscolo seme, l’idea crebbe e diede vita a un grande movimento.
L’organizzazione Green Belt Movement, fondata da Wangari, ha superato i confini del Kenya. Sono stati piantati quaranta milioni di alberi, e Wangari Maathai ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo lavoro. Ha festeggiato piantando un albero!


mercoledì 7 marzo 2018

Il Bo (- 2 giorni alla visita d'istruzione a Padova)



Le tracce di Galileo a Padova sono un po' dappertutto perchè qui visse e insegnò dal 1592 al 1610 per 18 anni.
Al Bo sede dell'Università, c'è ancora la cattedra da cui Galileo teneva le sue lezioni.
L'Università è conosciuta come Bo perchè, nella zona, prima c'era un mercato di buoi, ed è anche per questo che il curioso simbolo dell'università è un cranio di bue.
Per il Bo sono passati altri studenti famosi come, ad esempio, l'astronomo polacco Copernico, che nella sua teoria "mise" il sole al centro dell'universo.
Qui si è laureata la prima donna al mondo: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.

Classi II della Fogazzaro

martedì 6 marzo 2018

Galileo Galilei (- 3 giorni alla visita d'istruzione a Padova)



Le invenzioni di Galileo

Era la terza volta che si alzava dal letto quella notte.
"Ancora una volta ho mangiato troppo, maledizione, e ora non riesco a dormire". Ma non era solo quello che lo rendeva così inquieto. Era quello che aveva visto con un aggeggio che andava perfezionando da un po': "il tubo" di un occhialaio olandese con cui si vedevano vicine le cose lontane. Pensava di venderlo alla Marina Veneziana: poteva essere un bel colpo, utilissimo per vedere le navi dei pirati dalmati che assalivano le navi della Repubblica Serenissima, prima di essere visti e così poter scappare. Ma quello che Galileo aveva visto alzando il cannocchiale al cielo lo aveva turbato a fondo e aveva acceso la sua curiosità. Aveva visto, 8 volte più grande che a occhio nudo, la Luna su cui c'erano montagne e ombre, crateri, deserti. Altro che corpo perfetto come si credeva! E quelle piccole stelle che aveva visto la prima volta il 7 gennaio 1610 vicino a Giove. Prima tre, poi due e poi quattro, tutto in 7 giorni. E non stavano fisse ma seguivano Giove: cos'erano? E come poteva accadere se, come si credeva, era la Terra al centro dell'Universo e le stelle giravano intorno? No, non poteva dirlo, nessuno gli avrebbe creduto. Era quasi l'alba del 16 gennaio 1610 quando smise di rimuginare. "Proprio io che insegno che quel che vale è l'evidenza delle esperienze che possiamo fare e rifare non posso stare zitto. Devo dire tutto e al diavolo se nessuno mi crederà".
Ritrovata la calma, Galileo prese carta e penna e iniziò a scrivere il Sidereus Nuncius (L'avviso astronomico), un libro in cui c'era tutto quello che aveva visto: da quel momento, quello che l'uomo pensava del cielo cambiò per sempre.



lunedì 8 gennaio 2018

Margherita Hack (1922 - 2013): "le stelle non sono molto diverse da noi, nascono, crescono..."



Una volta, in una via di Firenze chiamata Via delle Cento Stelle, nacque una bambina. Si chiamava Margherita e da grande sarebbe diventata una straordinaria astrofisica, una scienziata che studia le proprietà delle stelle e dei pianeti.
Mentre studiava fisica, Margherita si interessò sempre di più alle stelle.
"Siamo parte dell'evoluzione dell'universo" diceva. "Dal calcio delle nostre ossa al ferro del nostro sangue, siamo fatti interamente di elementi creati nel cuore delle stelle. Siamo davvero figli delle stelle."
Il posto preferito di Margherita era l'Osservatorio di Arcetri. Su una collina di Firenze, scrutava i cieli attraverso un enorme telescopio, con la testa piena di domande: come si evolvono le galassie? Quanto distano le stelle l'una dall'altra? Cosa possiamo imparare dalla loro luce?
Margherita viaggiò in tutto il mondo, tenendo conferenze e ispirando altri a studiare le stelle. Tornata a Firenze, divenne la prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico.
Diceva che alcune delle sue migliori amiche erano stelle. Si chiamavano Eta Boo, Zeta Her, Omega Tau e 55 Cygni. C'è perfino un asteroide che porta il suo nome!
Per Margherita, essere una scienziata significava basare la propria conoscenza del mondo naturale sui fatti, sulle osservazioni e sugli esperimenti, e avere un'instancabile curiosità per il mistero della vita.

biografia tratta da "Storie della buonanotte per bambine ribelli" di Elena Favilli e Francesca Cavallo
scelta dalla IIBL

Per approfondire Qualcosa di inaspettato di Margherita Hack

venerdì 5 gennaio 2018

SapereCoop-COOP Alleanza 3.0: RIPERCORRIAMO LE FILIERE dal prodotto al processo

Il 7 Dicembre 2017 abbiamo abbiamo imparato, divertendoci, con l'attività RIPERCORRIAMO LE FILIERE della COOP.


Francesca, l'esperta, ci ha chiesto cosa fosse, per noi, una FILIERA. Le risposte sono state varie, ma non siamo arrivati ad una definizione precisa, per questa ragione Francesca ci ha fatto fare "un gioco" che ci chiarisse le idee.



Siamo stati divisi in gruppi e attraverso delle schedine abbiamo ricostruito una filiera. Una volta messo in ordine le carte, ogni gruppo ha spiegato, agli atri, il processo di realizzazione dal campo al supermercato di un determinato prodotto.


Abbiamo analizzato prodotti realizzati con diversi cereali: riso, orzo, avena, farro, mais...(così abbiamo anche imparato a riconoscerli!)

Dopo tre ore abbiamo capito proprio bene il concetto di filiera.

Grazie Francesca! Grazie COOP!

IAL