Visualizzazione post con etichetta Italia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Italia. Mostra tutti i post

venerdì 2 ottobre 2020

Tre storie di speranza

Per la Maratona di lettura IL VENETO LEGGE abbiamo letto:

Verso la Merica di Vanna Cercenà: storia di Gina, una piccola migrante veneta dei primi del Novecento.

disegno di Aurora Stoppa

Svizzera vuol dire salvezza di Anna Lavatelli: storia della famiglia Melli Rossi di Ferrara, scampata alle persecuzioni naziste, nel 1943, grazie all'aiuto del partigiano Fernando Torreggiani.


disegno di Tommaso Lollo


Il giorno del leone di Manuela Salvi: storia di una famiglia di Napoli che si è trasferita a Londra, per scampare alla Camorra.

disegno di Nora Fruttaldo

“Anche se il timore avrà più argomenti, tu scegli la speranza” 

Seneca

giovedì 7 maggio 2020

Premio Nobel per la letteratura nel 1959: Salvatore Quasimodo (Modica 1901 - Napoli 1968)

Fino al 1942, nella prima fase della sua produzione, Quasimodo può essere considerato un poeta ermetico
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la sua poesia subisce una profonda trasformazione: al centro dei suoi interessi  e delle tematiche trattate non c'è più solo la riflessione intimista, ma compare l'impegno politico e civile
Turbato dalla violenza della dittatura fascista e dagli orrori della guerra, Quasimodo matura la convinzione che il compito della poesia sia quello di giungere al cuore degli uomini e indurli a cambiare il mondo. 
In una delle sue poesie più note, Alle fronde dei salici, scritta nel 1943, nel periodo dell'occupazione nazista, Quasimodo dà voce al grido di dolore dei poeti che sperano di vedere la loro terra libera per avere la forza di tornare a comporre poesie:

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore?



Tra le raccolte poetiche di Quasimodo ricordiamo:

giovedì 16 aprile 2020

Umberto Saba (Trieste 1883-Gorizia 1957)


Umberto Poli nasce a Trieste, all'epoca ancora sotto la dominazione asburgica; solo in seguito adotterà il cognome Saba che in ebraico significa "pane", per rendere omaggio alle sue origini ebraiche. Dopo aver frequentato le scuole commerciali ed aver lavorato per un po' presso un magazzino, si imbarca come mozzo. Più tardi chiede e ottiene la cittadinanza italiana e si stabilisce a Firenze, dove finalmente si dedica agli studi letterari, alla poesia e inizia a frequentare i maggiori intellettuali dell'epoca. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale si trasferisce nuovamente a Trieste, ormai italiana e apre una libreria.
Nel 1921 inizia a lavorare alla sua maggiore raccolta poetica: il Canzoniere.



Di origine ebrea, Saba vive, durante il fascismo, il dramma della discriminazione e delle persecuzioni. Costretto a fuggire da Trieste, si nasconde prima a Parigi, poi in altre città italiane. Queste esperienze drammatiche sono all'origine delle tematiche principali della sua poesia:
- l'amore per gli aspetti quotidiani e semplici della vita di ogni giorno, per la propria città, la propria moglie e gli affetti più cari;
- la consapevolezza che tutti gli esseri viventi sono soggetti alla comune legge del dolore;
- l'interesse per le emozioni e i sentimenti dell'animo umano.
A differenza di altri poeti di questo periodo, Saba adotta uno stile meno lontano da quello della tradizione e un linguaggio più semplice, meno "ermetico" e oscuro. Egli si definisce infatti un "poeta onesto", che parla cioè nelle sue poesie di affetti e sentimenti veri, con parola chiare e comprensibili.


L'Ermetismo



Alla fine della Prima Guerra Mondiale, si afferma in Italia un nuovo modo di fare poesia che accomuna alcuni grandi scrittori come Ungaretti, Montale, Saba, Quasimodo.
Per definire queste poesie oscure, enigmatiche, di difficile interpretazione, il critico letterario Francesco Flora conia la parola Ermetismo, le cui caratteristiche principali sono:
- la brevità dell'intera composizione e del singolo verso;
- lo stile frammentario e aspro, che riflette in letteratura il sentimento di fragilità e insicurezza di un'epoca caratterizzata dalla perdita delle certezze e valori e dal timore per la guerra e le sue conseguenze;
- la rottura con le forme metriche della tradizione e la predilezione per il verso libero;
- l'uso di metafore, analogie, similitudini capaci di sintetizzare grandi concetti in poche parole;
- le tematiche intimistiche e autobiografiche, che intendono far luce con sincerità sugli stati d'animo del poeta (malinconia, gioia, dolore, insicurezza) per poterli condividere con i lettori;
- la riflessione sull'incomunicabilità e sulla solitudine umana.

Più che una corrente vera e propria, l'Ermetismo è stato definito come l'atteggiamento, comune a diversi intellettuali italiani tra le due guerre, di delusione verso gli ideali patriottici che avevano spinto a partecipare con entusiasmo alla guerra. Di fronte alla scoperta che ogni conflitto è solo distruzione e lutto, non c'è altra scelta che rifugiarsi nella poesia, vista come un "porto" sicuro dove poter riflettere sulla condizione dell'uomo e sul significato della vita stessa.

venerdì 13 marzo 2020

Rubrica: viaggio in Italia


Il mio ultimo viaggio è stato in Puglia, con la mia famiglia, a inizio settembre. 
Ci siamo andati in aereo partendo da Treviso.
Arrivati a Bari abbiamo preso le valigie, noleggiato un'auto e ci siamo recati a Monopoli, dove abbiamo alloggiato.
Durante questa vacanza, abbiamo visitato Polignano a Mare, un paesino bellissimo, con un mare stupendo. 
In Puglia siamo stati in belle spiagge, abbiamo fatto molti bagni e mangiato tante cose buone.
Mi sono divertito tantissimo, anche perché ero con la mia famiglia e di solito non abbiamo tante occasioni per passare così tanto tempo insieme. 
E' stata un'esperienza bellissima e spero di poterla rifare molto presto!
Mattia





Io e la mia famiglia siamo andati a Vipiteno, in provincia di Bolzano, per una vacanza di quattro giorni. 
In autostrada c'era tanto traffico. Visto che mi annoiavo, guardavo fuori dal finestrino e ho notato delle pale eoliche: mi sono molto incuriosita perché non le avevo mai viste.
Arrivati in hotel abbiamo fatto un giro di perlustrazione: nel parco c'erano degli animali, un laghetto nel quale si poteva fare un giro in barca, piscine all'esterno e giochi per bambini.
All'interno c'era la zona miniclub. Lì c'erano Alice, Jennifer e Sabrina, le animatrici che organizzavano le attività e i giochi per i bambini. Inoltre c'erano stanze con scivoli, una pista da go-kart a pedali, piscine coperte, vasche idromassaggio e saune.
Noi siamo stati spesso in piscina, divertendoci molto, giocando con l'acqua. 
Un giorno, poi, abbiamo noleggiato le biciclette siamo andati a fare un giro nei dintorni: abbiamo visto boschi, prati verdi, chiese e bellissimi panorami.
Questa vacanza mi è molto piaciuta e spero di tornare a Vipiteno!
Gaia



Il giorno 16 febbraio io e la mia famiglia siamo andati a Venezia per vedere le maschere e i costumi di carnevale.
Per andarci abbiamo dovuto prendere il treno perché non volevamo fare un viaggio lunghissimo con la macchina.
Quando siamo arrivati alla stazione abbiamo dovuto aspettare un bel po’ prima che arrivasse il treno.
Dopo un lungo viaggio siamo arrivati alla nostra destinazione. Ci abbiamo messo un po’ per arrivare in Piazza San Marco ma dopo tanti sforzi l'abbiamo raggiunta.
C’erano tantissime maschere e io mi sono anche fatto fare una foto con quelle che mi piacevano di più. Il mio costume preferito è stato quello di Michael Jackson: il signore che indossava quel costume era proprio identico al vero Michael Jackson nei minimi dettagli.
Poi abbiamo continuato a girare per la città .
Mio fratello ha voluto comprare una guida di Venezia, sfortunatamente c’era solo quella in inglese, però l’ha comprata lo stesso.
Mia mamma  invece ha voluto comprare una maschera, visto che il giorno dopo ci sarebbe stata la sfilata di carnevale nel nostro paese...
Sfortunatamente la giornata è passata in un lampo!
Spero di rifare presto un viaggio così perché mi è piaciuto moltissimo.
Simone




La scorsa estate ho passato un weekend fantastico!
Venerdì mattina siamo partiti per andare a Ravenna. Il tempo non era proprio dei migliori, si preannunciava una giornata piovosa.
Arrivati lì però abbiamo trovato il sole.
Il nostro scopo era quello di andare a Mirabilandia: un grandissimo parco di divertimenti, pieno di attrazioni bellissime e super adrenaliniche.
Era proprio bello stare lì, mi stavo divertendo tantissimo, quando all'improvviso è scoppiato un terribile temporale, con grandine e poi pioggia fitta. Eravamo tutti bloccati nel parco, sotto le tettoie, nei bagni e in qualunque posto ci fosse riparo, perché stavano anche cadendo alberi, era pericoloso!
Una volta finito tutto quel trambusto, siamo usciti dal parco e abbiamo trovato la nostra macchina sott'acqua di quasi mezzo metro!
La sera, dopo esser passati in albergo, abbiamo assaggiato la tipica piadina romagnola e abbiamo visto la tomba di Dante Alighieri.
Dopo una così movimentata giornata siamo corsi a letto: il giorno dopo ci aspettava un'altra giornata al parco.
Per fortuna questa è stata meglio della prima, anche se alcune giostre erano chiuse a causa del temporale passato: è stato comunque molto divertente.
La mattina del giorno dopo abbiamo visitato la città e sulla via del ritorno, ci siamo fermati a Comacchio a mangiare in una trattoria tipica.
E' stato davvero un weekend avventuroso!
Emma



Il 20 dicembre del 2019, dopo la scuola, sono partito, con i miei genitori per la montagna, Forni di Sopra. Abbiamo alloggiato a casa del nostro amico Mirko. Alla sera tutti insieme siamo andati a mangiare in un ristorante del posto.
Il giorno dopo avremmo voluto fare un po' di snowboard, ma non ci siamo potuti andare perché aveva piovuto tutta la notte e la neve si era sciolta.
Allora la mattina sono andato con Mirko a dare da mangiare agli alpaca e agli asini, il pomeriggio invece ho giocato tutto il tempo ai videogiochi.
La sera siamo andati a mangiare il frico con la polenta.
Il giorno dopo siamo ritornati a casa.
Nonostante siano stati pochi giorni di vacanza, mi sono divertito!
Alex




L'ultimo viaggio che ho fatto è stato a Verona, con la mia famiglia e dei nostri amici.
Siamo partiti, in macchina, la mattina molto presto e dopo un lungo viaggio e diverse soste all'autogrill, siamo arrivati a destinazione in tarda mattinata.
Abbiamo trovato parcheggio e siamo andati a mangiare al Mac Donald's.
Dopo pranzo abbiamo girato per negozi, in cerca di qualche bel abito elegante.
Come prima cosa abbiamo visto Piazza Bra: un'enorme piazza con una fontana, ristoranti e molti turisti.
Poi abbiamo visitato l'Arena e ci siamo diretti alla casa di Giulietta, per vedere il suo bellissimo balcone.
C'era una lunga fila per entrare.
La prima cosa che ho notato, nel cortile, sono state le scritte sui muri e la firma di chi era passato di là.
Dopo aver visitato la casa di Giulietta abbiamo fatto una pausa al bar.
Improvvisamente è iniziato a piovere, allora siamo corsi verso le nostre macchine e siamo partiti per ritornare a casa, bagnati ma felici della bella giornata trascorsa insieme.
Aurora



Io e la mia famiglia abbiamo una specie di tradizione che va avanti dal 2007: ogni anno, verso maggio, con un autobus privato organizzato dagli amici dei nostri genitori, andiamo a Gardaland, un parco dei divertimenti che si trova in provincia di Verona.
Una volta, nel 2017 siamo stati lì per due giorni, passando anche una notte in hotel. Mi ricordo che io e le mie sorelle eravamo felicissime . Di giorno andavamo in giro per il parco cercando di provare tutte le giostre (anche se in realtà è quasi impossibile perché sono veramente tante) e la notte abbiamo dormito nell'hotel a tema. Nostro papà ci doveva sopportare e supportare, quando salivamo sulle giostre acquatiche, ma anche quando andavamo sulle giostre adrenaliniche, come sulle montagne russe... ma in realtà a lui non dava fastidio, anzi era felice quanto noi.
Le mie giostre preferite sono le montagne russe, Raptor e fuga da Atlantide, che è una giostra acquatica.
Ogni volta che andiamo a Gardaland proviamo sempre giostre nuove, dato che ogni anno c’è qualche novità.

Per noi l'appuntamento a Gardaland è uno dei momenti più belli dell'anno e non ci stancheremo mai di andarci.
Irene



Il 5 ottobre sono partito, con la mia famiglia, per andare nelle Marche.
Non ci siamo andati direttamente: ci siamo fermati per un giorno e una notte a Mirabilandia.
Il giorno dopo siamo ripartiti alla volta della nostra destinazione e dopo un estenuante viaggio siamo arrivati, vicino a Fermo, all'agriturismo in cui avevamo prenotato una camera. In quel agriturismo c’era una piscina e anche una fattoria .
C’eravamo solo noi, a volte arrivava qualche altro ospite che si fermava solo una notte.
Il giorno stesso del nostro arrivo siamo andati alla festa dell’uva con tanto di carri allegorici... è stata una fortuna vederli perché  stavano per annullare la sfilata a causa del brutto tempo.
L'indomani siamo andati alle grotte di Frasassi. Lì appena finita la visita, ho comprato dei fossili  di denti di squalo di 70 milioni di anni fa.
Il giorno seguente siamo andati a Fermo, abbiamo girato un po' per la città e poi siamo andati a visitare le cisterne romane.
Durante questa vacanza siamo stati anche vicino al Monte Cornero, in spiaggia, ma non abbiamo fatto il bagno perché il cielo era nuvoloso. Siamo andati a vedere Loreto e il suo famoso santuario. Siamo andati anche alle sorgenti sulfuree che sono delle terme naturali. L'odore di zolfo però ci dava fastidio e ce ne siamo andati via quasi subito, anche perché nelle vicinanze c'era un biscia.
Il sabato, tornando verso casa, ci siamo fermati a Cattolica  per visitare l'acquario.
Questa vacanza mi è piaciuta moltissimo!
Giosuè


Ad ottobre sono andata, con la mia famiglia e i miei zii, in Lombardia, in un piccolo paesino bresciano affacciato sul Lago d'Iseo.
Abbiamo pernottato in un hotel, molto bello: il nostro alloggio era come un piccolo appartamento tutto bianco e blu, con due camere, un bagno, una piccola cucina ed una terrazza molto grande.
Abbiamo passato poco tempo in hotel perché abbiamo visitato i tanti paesini lì vicino e Monte Isola. Monte Isola è un'isola molto carina, che abbiamo raggiunto in traghetto. Naturalmente non l'abbiamo visitata tutta ma, da quello che ho visto, mi è piaciuta molto. Lì c'erano i mercatini con i prodotti del territorio e una mostra fotografica, che abbiamo visitato, perché, essendo io appassionata di fotografia,  ho "obbligato" i miei compagni di viaggio ad accompagnarmi.
Quella sera, dopo l'escursione a Monte Isola, siamo tornati in hotel e abbiamo cenato con una bella pizza.
Il giorno successivo abbiamo visitato Sulzano, un paesino molto carino con tante stradine strette e lunghe. Lì non c'era molta gente, visto che pioveva un po', ma nel lago c'erano i cigni e le papere .
Questa mini vacanza mi è piaciuta molto perché abbiamo fatto tante passeggiate.
Gioia



 Il 22 dicembre sono andata con la mia famiglia a  Firenze, in Freccia Rossa... era da un po' di tempo che volevo fare un viaggio così. Purtroppo il giorno della partenza il tempo non stava dalla nostra parte, infatti pioveva.
Siamo andati da Portogruaro a Mestre con un treno interregionale, poi abbiamo preso la Freccia Rossa Venezia - Firenze.
Dopo circa tre ore di viaggio siamo arrivati a destinazione. A Firenze pioveva molto.
Usciti dalla stazione siamo andati verso piazza Santa Croce: c'erano i mercatini di Natale.
Dopo aver pranzato, ci siamo diretti verso Ponte Vecchio, per vedere i suoi bellissimi negozi di gioielli. Nel tragitto ho visto l'Arno, non me l'ero immaginato così grande.
Poi siamo andati in Piazza della Signoria... mi è piaciuta molto.
Ci sarebbero state molte altre cose da vedere, ma avevamo poco tempo e dovevamo riprendere il treno.
Sono rimasta molto soddisfatta dal viaggio in un treno ad alta velocità, ma soprattutto dalla bellissima città!
Eleonora



Un giorno, io, la mia famiglia, con gli zii e i miei cugini, siamo andati a Piancavallo. La mattina abbiamo preso a noleggio gli slittini: ci siamo divertiti tanto a giocare con la neve. 
Abbiamo pranzato in ristorante e dopo abbiamo fatto una battaglia a palle di neve adulti contro ragazzi: abbiamo vinto noi! 
I grandi a questo punto sarebbero voluti ritornare a casa, ma noi abbiamo così tanto insistito che alla fine siamo rimasti ancora un po' a giocare con la neve e gli slittini, anche se era un po' tardi. La mamma ha anche fatto dei video di quei momenti: il cielo era molto bello perché il sole stava tramontando e con il riflesso della neve, dava un senso di tranquillità.
Sharon



Lo scorso 17 agosto, io, insieme alla mia mamma,  a mia sorella Beatrice e alle mie cagnoline Beba, Belle e Scricciola, abbiamo visitato il lago di Santa Croce, che si trova in provincia di Belluno, al confine con la provincia di Treviso.
Durante il viaggio mia sorella si è addormentata, ascoltando musica con le cuffie.
La prima cosa che abbiamo fatto, dopo aver parcheggiato, è stata dar da bere alle cagnoline.
Ognuno di noi ha preso il proprio zaino e ci siamo recati a piedi al lago.
C'erano parecchie persone: chi prendeva il sole, chi giocava a palla, chi passeggiava , chi andava in bicicletta...
Ci siamo inoltrati nel bosco.
Camminavamo lentamente perché le nostre cagnoline annusavano dappertutto. La vegetazione si faceva sempre più fitta e c'era tanta tranquillità.
C'era ancora molto da camminare e molto da vedere, ma la stanchezza e la fame si facevano sentire, così abbiamo deciso di tornare indietro.
Ci siamo fermati in un bar con una meravigliosa vista sul lago. Abbiamo pranzato con delle piadine e per dolce abbiamo preso il gelato.
Una volta finito di mangiare, siamo tornati a casa.
Ero molto stanco ma allo stesso tempo felice, perché è stata veramente una bella giornata!
Riccardo



L’ultimo viaggio che ho fatto è stato in Sicilia  nel 2018. Io, i miei cugini, i miei zii e i miei nonni siamo partiti a metà agosto, dall'aeroporto di Treviso per andare a Messina, a casa di mio nonno. Appena arrivati, abbiamo sistemato i bagagli, poi siamo andati subito a “visitare” la casa ma soprattutto il paese. I giorni successivi siamo andati a vedere tutti quei posti che mio nonno diceva fossero bellissimi e che dovevamo assolutamente vedere. Siamo andati anche a trovare  i parenti che vivono lì e abbiamo fatto dei pranzi e delle cene tutti insieme. In paese, c’era festa tutte le sere, quindi io e i miei cugini andavamo in piazza. Una sera abbiamo conosciuto due nostri cugini che abitano là e da quel momento abbiamo legato moltissimo, tanto che un giorno sono venuti a casa nostra a giocare. I giorni seguenti siamo andati a Messina, a Catania e anche a vedere l’Etna (a circa 2000 metri di altezza). All'inizio di settembre siamo tornati a casa.
Quando sono tornata, ho continuato a raccontare la mia vacanza, per giorni, ai miei genitori.
Carolina

mercoledì 8 gennaio 2020

La storia di Lea e Denise


La storia di Denise inizia a Milano, dove si trasferiscono il padre Carlo Cosco e la madre Lea Garofalo.

Lea rimase incinta di Denise a diciassette anni.
Carlo aveva deciso di trasferirsi a Milano, per gestire un traffico di droga... 
Lea capisce che quello non era l'ambiente dove voleva far crescere sua figlia.
Prima che Carlo venisse arrestato Lea dichiarò al marito il desiderio di andarsene, lui diventò furioso e iniziò a insultarla e a picchiarla. Carlo decise che la moglie sarebbe dovuta morire. 
Lea diventò una testimone di giustizia: iniziò così la sua fuga con Denise, che allora aveva quattro anni.
Un giorno però Lea decide di fidarsi del padre di Denise, per chiedergli dei soldi per far studiare la figlia e garantirle così un buon futuro.
Lea e Carlo si incontrano.
Carlo fa uccidere Lea e fa sciogliere il suo cadavere nell'acido: il corpo venne trovato un anno dopo.
Denise testimoniò contro suo padre: lui venne condannato all'ergastolo.
La ragazza entrò in un programma di protezione.
Nel 2013 si svolsero i funerali di Lea a Milano, dove è sepolta.
Denise salutò la madre in diretta telefonica, dicendo: " Se è successo tutto questo [...] è stato per il mio bene e non smetterò mai di ringraziarti. Ciao Mamma"

Silvia Fantinello e Mohamed Mtira (IIIAL)

martedì 7 gennaio 2020

Franca Viola: "Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare"

nata ad Alcamo il 9 gennaio 1948

Franca ha sempre descritto il gesto eroico con il quale rifiutò di sposare l'uomo che l'aveva rapita come una vicenda normale, come una cosa che andava semplicemente fatta.
Lei è stata la prima donna italiana a rifiutare il cosiddetto "matrimonio riparatore", in un mondo nel quale era considerato un diritto dell'uomo rapire, violentare una donna e poi "riparare" sposandola.
Solo 50 anni fa in Italia le donne subivano soprusi come questo.

A quindici anni Franca si fidanzò con Filippo Melodia, nipote di un potente boss mafioso. Quando il ragazzo venne arrestato, lei lo lasciò.
Filippo, tornato in libertà, decise di rapirla e le usò violenza.
Franca denunciò lo stupratore e Filippo finì in carcere per violenza carnale.
Dopo quella sentenza le donne italiane cominciarono ad ottenere giustizia per questo tipo di reato.

Gioia Abigail Zia e Lodovico Vio (IIIAL)


Teresa Mattei: "La cosa più importante della nostra vita è scegliere da che parte stare"

Genova, 1 febbraio 1921 – Usigliano, 12 marzo 2013

Aveva poco più di vent'anni quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, divenne una combattente partigiana, prima come staffetta poi come comandante di compagnia.
Il suo nome di battaglia era "Chicchi".
Il padre era avvocato e dirigente di un partito di opposizione al fascismo, la madre era una linguista e il fratello un docente di chimica, iscritto al Partito Comunista Italiano.
Teresa era stata educata all'antifascismo e al libero pensiero.
Il suo primo grande dolore fu la morte del fratello, ucciso dai Nazisti.
Dopo la guerra, nel 1946 Teresa fu chiamata a partecipare all'Assemblea Costituente, che doveva dare vita alla nascente Costituzione. Al tempo aveva 25 anni.
Ancora oggi Teresa viene riconosciuta come la madre dell'articolo 3 della Costituzione, che afferma l'uguaglianza tra gli uomini.
Fu lei a suggerire la mimosa come simbolo della festa delle donne.
Nel 1947 rimase incinta di un uomo già sposato, lui voleva farla abortire; lei rifiutò e si proclamò "rappresentante nelle istituzioni delle ragazze madri".
Teresa se ne andò dal PCI, per dissenso con la linea politica del partito, che lei riteneva succube del Partito Comunista Sovietico.

Irene Dal Tin e Manuel Roman (IIIAL)

domenica 16 dicembre 2018

Il palloncino dell'amicizia


In una calda giornata di giugno, un giovane contadino ungherese, Borbèly, trovò in un solco un palloncino verde. Incredulo, lo raccolse per poi darlo alla figlia Veronika, che sarebbe stata felicissima. Infatti, pur essendo una brava bambina, non aveva molti giochi. Il contadino legò il palloncino al ramo di un albero e continuò il suo lavoro.
Di ritorno dal mercato, Veronika si accorse del palloncino e iniziò a giocarci finché non si impigliò su un ramo e scoppiò. Lei ci rimase male, ma non ebbe nemmeno il tempo di piangere perché si accorse che all'interno di esso c'era un bigliettino.
I suoi genitori lo lessero, tuttavia, nessuno riuscì a capire cosa ci fosse scritto.
Trascorsi alcuni giorni compresero che il palloncino veniva dall'Italia e scoprirono che apparteneva ad un bambino: Danilo Amati. Decisero di scrivergli. Danilo appena ricevette la lettera, ovviamente, non ci capì niente perché il messaggio era scritto in Ungherese.
Il bambino corse subito da Don Acciai, un prete molto dinamico e attivo, per cercare di tradurre la lettera. La lessero, ne fecero una traduzione e inviarono una risposta. I due ragazzi continuarono a scriversi per ben sei mesi e alla fine vollero "incontrarsi".
Veronika e Danilo, proprio la vigilia di Natale, di quello stesso anno, ebbero la gioia di vedersi tramite video, e questo fu uno dei regali più belli ed eccezionali che potessero desiderare.
I due bambini erano stati uniti dalla capricciosa traiettoria del palloncino: chi l'avrebbe mai detto che il messaggio contenuto all'interno di un palloncino potesse accorciare le distanze e far nascere una nuova amicizia!

IBL

martedì 30 gennaio 2018

SapereCoop-COOP Alleanza 3.0: LA COSTITUZIONE NEL QUOTIDIANO Libertà e regole nei gesti di ogni giorno.


Venerdì 26 gennaio dalle 10.00 alle 13.00 abbiamo sperimentato il laboratorio LA COSTITUZIONE NEL QUOTIDIANO Libertà e regole nei gesti di ogni giorno della COOP.


Barbara, l'educatrice Coop, per prima cosa ci ha letto un pezzettino del libro dell'ex-magistrato Gherardo Colombo Le regole raccontate ai bambini. Il brano scelto raccontava come nel paese di Allegropoli, gli abitanti infrangessero con molta disinvoltura regole e leggi: parcheggiavano sulle strisce pedonali, lasciavano sporcizia in giro...



Poi abbiamo fatto un gioco di ruolo: prima individualmente, poi in un piccolo gruppo e dopo ancora in un gruppo più grande abbiamo ideato, proposto e votato "leggi" (regole) per migliorare "lo stare bene" in classe e a scuola. Noi eravamo dunque i LEGISLATORI.

Partendo dalle riflessioni fatte insieme, abbiamo deciso di presentare delle proposte al Consiglio Comunale dei Ragazzi, visto che abbiamo due consiglieri in classe.



Barbara ci ha fatto riflettere sul fatto che, attraverso le votazioni, avevamo esercitato la democrazia, e ci ha introdotto storicamente la nostra Costituzione, presentandoci i primi 12 articoli: i PRINCIPI FONDAMENTALI.

Abbiamo trovato questo laboratorio molto utile, stimolante e coinvolgente.

IIBL

Per approfondire Sei Stato tu? di Gherardo Colombo e Anna Sarfatti

sabato 13 gennaio 2018

Rita Levi Montalcini (1909-2012): "soprattutto, non temete i momenti difficili. Il meglio viene da lì."



Quando la sua tata morì di cancro, Rita decise di diventare una dottoressa.
Era particolarmente affascinata dai neuroni (ciò di cui è fatto il nostro cervello), così, dopo la laurea, cominciò le sue ricerche in questo campo insieme a uno straordinario professore di nome Giuseppe Levi e a un gruppo eccezionale di scienziati.
Erano nel bel mezzo di un'importante ricerca quando un crudele dittatore promulgò una legge: gli Ebrei non potevano lavorare all'università.
Rita fuggì in Belgio insieme al professore, che era ebreo come lei. Ma quando i nazisti invasero il Belgio, dovette fuggire e tornò in Italia.
E' difficile lavorare come scienziata quando devi nasconderti in continuazione e non hai accesso a un laboratorio, ma Rita non si arrese.
Trasformò la sua camera in un piccolo laboratorio di ricerca. Affilò gli aghi da cucito per creare strumenti chirurgici e sistemò un piccolo tavolo operatorio di fronte al letto, che usava per dissezionare i polli e studiare le cellule al microscopio.
Quando la sua città (Torino) fu bombardata, Rita fuggì un'altra volta, e poi un'altra ancora. Di nascondiglio in nascondiglio, tuttavia, qualunque fossero le difficoltà e ovunque si trovasse, continuava a lavorare.
Per la sua opera nel campo della neurobiologia, Rita ricevette il Nobel per la medicina: la terza persona della sua classe di medicina a ottenere questo risultato!

biografia tratta da "Storie della buonanotte per bambine ribelli" di Elena Favilli e Francesca Cavallo

Per approfondire Elogio dell'imperfezione di Rita Levi-Montalcini

lunedì 8 gennaio 2018

Margherita Hack (1922 - 2013): "le stelle non sono molto diverse da noi, nascono, crescono..."



Una volta, in una via di Firenze chiamata Via delle Cento Stelle, nacque una bambina. Si chiamava Margherita e da grande sarebbe diventata una straordinaria astrofisica, una scienziata che studia le proprietà delle stelle e dei pianeti.
Mentre studiava fisica, Margherita si interessò sempre di più alle stelle.
"Siamo parte dell'evoluzione dell'universo" diceva. "Dal calcio delle nostre ossa al ferro del nostro sangue, siamo fatti interamente di elementi creati nel cuore delle stelle. Siamo davvero figli delle stelle."
Il posto preferito di Margherita era l'Osservatorio di Arcetri. Su una collina di Firenze, scrutava i cieli attraverso un enorme telescopio, con la testa piena di domande: come si evolvono le galassie? Quanto distano le stelle l'una dall'altra? Cosa possiamo imparare dalla loro luce?
Margherita viaggiò in tutto il mondo, tenendo conferenze e ispirando altri a studiare le stelle. Tornata a Firenze, divenne la prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico.
Diceva che alcune delle sue migliori amiche erano stelle. Si chiamavano Eta Boo, Zeta Her, Omega Tau e 55 Cygni. C'è perfino un asteroide che porta il suo nome!
Per Margherita, essere una scienziata significava basare la propria conoscenza del mondo naturale sui fatti, sulle osservazioni e sugli esperimenti, e avere un'instancabile curiosità per il mistero della vita.

biografia tratta da "Storie della buonanotte per bambine ribelli" di Elena Favilli e Francesca Cavallo
scelta dalla IIBL

Per approfondire Qualcosa di inaspettato di Margherita Hack

lunedì 22 febbraio 2016

Il Carnevale


Il Carnevale è una festa che si celebra nei Paesi di tradizione cattolica.
Molte volte ci sono delle parate ed elementi giocosi che lo accompagnano.
La parola carnevale deriva dal latino carnem levare (eliminare la carne ) e indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale: il Martedì grasso.
I caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini molto antiche, come per esempio  le feste dionisiache greche o i saturnali romani: entrambe momenti di scioglimento dagli obblighi sociali.
Da un punto di vista religioso era un momento durante il quale il caos sostituiva l'ordine.
Tradizionalmente il Carnevale ha inizio con la Domenica di settuagesima e finisce il martedì prima del mercoledì delle ceneri.
Secondo antiche tradizioni il Carnevale durava tutto l'inverno per commemorare i defunti.
Oggi in Italia sono importanti il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio e il Carnevale di Ivrea.
Nel mondo invece è importante il Carnevale di Rio de Janeiro e ogni anno miglioni di turisti si recano per vedere questa manifestazione.

Bugoev Anastasia IIA

Bandiere europee

Belgio

La bandiera è stata creata nel 1830 a Bruxelles.
Le origini dei colori della bandiera del Belgio risalgono al 1789 della provincia di Brabante (che si trova tra Belgio e Paesi Bassi) ma in posizione orizzontale. Dal 1830 al momento dell´indipendenza dai Paesi Bassi,  le bande divennero quindi verticali, ispirati alla Bandiera francese. La bandiera venne adottata il 23 gennaio 1831.
Il nero, il giallo oro e il rosso sono i simbolici colori della bandiera del Paese; il nero rappresenta la difesa; il giallo oro rappresenta il leone (che rappresenta lo stemma del Ducato di Brabante) ed il rosso rappresenta la lingua e le unghie del leone. La scelta di un tricolore verticale venne fatta in funzione antiolandese e in omaggio alla Francia, alleata del Belgio.

Simone Saltarel II B



Italia


Il tricolore italiano non fu utilizzato subito su una bandiera, bensì su una coccarda tricolore durante la sommossa di Bologna contro lo Stato Pontificio del 13-14 novembre 1794.
Il debutto del tricolore italiano su una bandiera è legato alla discesa di Napoleone Bonaparte nella penisola italiana di due anni più tardi. Nell'Archivio Storico del comune di Cherasco è conservato un documento che comprova, il 13 maggio 1796, in occasione dell'armistizio di Cherasco tra Napoleone e le truppe austro-piemontesi, il primo utilizzo del rosso, del bianco e del verde su uno stendardo militare di un'unità militare italiana alleata con i francesi:
«[...] si è elevato uno stendardo, formato con tre tele di diverso colore, cioè Rosso, Bianco, Verde.»
Sul documento la parola "Verde" è stata successivamente sostituita da "Bleu", cioè dal colore che forma, insieme al bianco e il rosso, la bandiera francese. Con il susseguirsi delle vittorie militari di Napoleone e la conseguente nascita delle repubbliche, in molte città italiane si assunsero, negli stendardi militari, il rosso, il bianco e il verde quali simbolo del rinnovamento.
Il 18 ottobre 1796 la Congregazione filo-napoleonica dei magistrati e dei deputati di Bologna deliberò la creazione di un vessillo nazionale tricolore. Su un documento conservato nell'Archivio di Stato a Bologna si può leggere:
«[...] Bandiera coi colori Nazionali - Richiesto quali siano i colori Nazionali per formarne una Bandiera, si è risposto il Verde il Bianco ed il Rosso [...].»
Il  verde per ricordare i nostri prati, il bianco per le nostre nevi perenni, ed il rosso in omaggio ai soldati che sono morti in tante travagliate guerre.

Adrian Mic II B


Regno Unito

La bandiera del Regno Unito è chiamata Union Flag oppure Union Jack. La bandiera attuale fu adottata nel 1801 in seguito all'atto di unione con il quale il Regno di Gran Bretagna e il Regno d'Irlanda si univano a formare il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, tuttavia è la versione modificata della precedente bandiera del regno (istituita nel 1606) ed è anche stata la bandiera rappresentativa dell'Impero britannico. Infatti, alcune ex-colonie britanniche e reami del Commonwealth (ad esempio il Canada) danno ancora status ufficiale o semi-ufficiale a questa bandiera. È l'unica bandiera al mondo ad aver sventolato su tutti i sei continenti contemporaneamente: Europa, Nord e Sud America, Africa, Asia, Oceania e Antartide. Ancora oggi l'Union Flag è presente nell'angolo di alcune bandiere nazionali: Australia, Nuova Zelanda, Figi e Tuvalu. Inoltre è presente su tutte le bandiere delle dipendenze britanniche d'oltremare (tranne Gibilterra) e sulle due bandiere degli Stati associati alla Nuova Zelanda: le isole Cook e Niue.

Alex Zago IIB


Irlanda



Il tricolore irlandese è principalmente il simbolo delle diverse comunità dell’ Irlanda.
L’origine  risale al XVIII secolo. Ecco il significato dei colori: il verde per i cattolici, l’arancione per i protestanti e il bianco per la pace tra i cattolici e protestanti.
Lirlanda è anche chiamata  L’ISOLA SMERALDO PER I SUI ENORMI PRETI VERDI.
Filippo Cicuto IIB