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mercoledì 8 gennaio 2020

La storia di Lea e Denise


La storia di Denise inizia a Milano, dove si trasferiscono il padre Carlo Cosco e la madre Lea Garofalo.

Lea rimase incinta di Denise a diciassette anni.
Carlo aveva deciso di trasferirsi a Milano, per gestire un traffico di droga... 
Lea capisce che quello non era l'ambiente dove voleva far crescere sua figlia.
Prima che Carlo venisse arrestato Lea dichiarò al marito il desiderio di andarsene, lui diventò furioso e iniziò a insultarla e a picchiarla. Carlo decise che la moglie sarebbe dovuta morire. 
Lea diventò una testimone di giustizia: iniziò così la sua fuga con Denise, che allora aveva quattro anni.
Un giorno però Lea decide di fidarsi del padre di Denise, per chiedergli dei soldi per far studiare la figlia e garantirle così un buon futuro.
Lea e Carlo si incontrano.
Carlo fa uccidere Lea e fa sciogliere il suo cadavere nell'acido: il corpo venne trovato un anno dopo.
Denise testimoniò contro suo padre: lui venne condannato all'ergastolo.
La ragazza entrò in un programma di protezione.
Nel 2013 si svolsero i funerali di Lea a Milano, dove è sepolta.
Denise salutò la madre in diretta telefonica, dicendo: " Se è successo tutto questo [...] è stato per il mio bene e non smetterò mai di ringraziarti. Ciao Mamma"

Silvia Fantinello e Mohamed Mtira (IIIAL)

venerdì 22 aprile 2016

Libera!



Il 21 marzo, giorno della commemorazione delle vittime della mafia,  Silvia ed Elisabetta,, delle volontarie dell'Associazione Libera sono venute nella nostra scuola per raccontare, a noi ragazzi di terza, la storia della mafia e spiegarci come si può e deve combatterla.
L'associazione Libera è nata con l'intento di sollecitare la società civile alla lotta contro le mafie e di promuovere responsabilità, giustizia e legalità. Prima che nascesse Libera, la mafia non veniva considerata dal popolo, perché si diceva che essa fosse un'invenzione per dei delitti che non avevano nome.
Una delle ragazze ha cominciato a porci delle domande per capire quanto sapevamo sulla mafia: molti di noi non sapevano un granché.
Ci hanno raccontato, utilizzando anche dei video, i diversi attentati che hanno assassinato molti di coloro che lottavano contro la mafia, come i giudici Borsellino e Falcone.
L'associazione Libera organizza anche dei campi estivi per sensibilizzare i ragazzi giovani alla loro causa.
Quello che abbiamo capito è che la mafia, comunque, non è indistruttibile e se siamo uniti possiamo sconfiggerla.

Marco Ridolfo, Marella Fruttaldo, Clara Caminotto IIIB