giovedì 30 aprile 2020

Eugenio Montale (Genova 1896 - Milano 1981)


La poetica di Montale si distingue per un linguaggio ricco e vario, che mescola termini tecnici a parole quotidiane, dialettali, gergali ma anche rare o poetiche. Con la stessa libertà il poeta usa i versi della tradizione. Presta grande attenzione alla musicalità del testo e al valore espressivo del suono.
Le sue liriche sono caratterizzate da alcuni motivi ricorrenti:
- il male di vivere, ovvero l'incapacità dell'uomo contemporaneo (privo di certezze e di valori in cui credere) di vivere in modo sereno, libero dalle sue inquietudini e dalle sue illusioni;
- il paesaggio ligure, terra natale del poeta, che, con la sua asprezza e aridità, è il simbolo di questa condizione dell'esistenza;
- una visione pessimistica della vita, paragonata a un orto circondato da una muraglia sulla cui cima si trovano cocci di bottiglia ( Meriggiare pallido e assorto);
- l'impossibilità, anche da parte della poesia, di trovare il senso della vita umana.
L'attenzione alle piccole cose, ai dettagli del paesaggio e della natura, l'uso di una terminologia precisa e specifica (soprattutto nella descrizione degli elementi della flora e della fauna) ricordano la poesia di Pascoli. La natura descritta da Montale, però, non è bella, poetica e rassicurante: al contrario sembra segnata dalla sofferenza e "dal male di vivere". In una sua famosa lirica dal titolo Non chiederci la parola, Montale dichiara che nemmeno i poeti sono più capaci di dare risposte all'uomo, poiché non hanno valori o certezze da tramandare:

Codesto solo oggi possiamo dirti:
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Per le sue raccolte poetiche, tra cui Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera e altro, Montale riceve il premio Nobel per la letteratura nel 1975.

mercoledì 29 aprile 2020

Diario Virale: IX settimana



La cosa più bella in questo periodo di quarantena è stare in famiglia e giocare insieme.
Prima non lo facevamo perché o mio papà o mia mamma erano a lavorare. 
Potevamo stare insieme, solo la domenica, e  di solito andavamo in montagna o al mare, mentre quando pioveva, stavamo a casa.
A volte ci capita di litigare perché non siamo abituati a stare insieme tutto il giorno: ci sono momenti in cui ognuno ha bisogno dei suoi spazi. 
In questo periodo io e la mia famiglia ci siamo uniti più di quello che potevamo fare in un anno e credo che questa sia una delle poche cose positive della quarantena.
Giosuè

In questi giorni di quarantena, ho imparato a fare delle cose nuove, in particolare in giardino e in cucina.
In giardino, io e i miei genitori abbiamo recintato un pezzettino di terreno e abbiamo piantato delle verdure: pomodori, cetrioli, peperoni, melanzane, prezzemolo e sedano.
Mia mamma mi ha anche insegnato a seminare l'insalata e a trapiantare i fiori nelle cassette.
Per quanto riguarda la cucina, oltre ai dolci che già sapevo un po' fare, ho imparato a fare la pasta in casa, così adesso ogni tanto faccio le tagliatelle.
Il dolce che mi piace di più l'ho inventato io. E' fatto con il pan di spagna, le fragole, le gocce di cioccolato e il dolceneve (una specie di panna): è una vera delizia! 
Eleonora 

Durante questa quarantena ho fatto tre belle scoperte:
- lo skateboard
- la ginnastica
 -mia sorella.
La voglia di "riprendere in mano" lo skateboard, dopo anni,  è nata da una sfida lanciata da un mio amico: imparare dei nuovi trick ... e diciamo che ci sto riuscendo.
Ho iniziato a fare ginnastica, con più costanza, perché vorrei dimagrire qualche chiletto, per essere più in forma.
Per quanto riguarda mia sorella, la questione può essere spiegata solo se racconto i precedenti.
Io e lei non abbiamo mai avuto un bel rapporto, neanche quando ero piccola, ma da quando è iniziata la quarantena, passiamo tanto tempo insieme e siamo riuscite finalmente a parlarci senza urlare e litigare, ci aiutiamo, scherziamo... di questa cosa sono veramente felice!  
Karen

Non appena sarà finita la quarantena e finalmente si potrà uscire, le prime cose che farò saranno:
-incontrare i miei amici che ora vedo solo in videochiamata;
-andare a fare shopping (non potete immaginare quanto mi manchi! L'ultima volta che sono uscita è stata proprio per andare al centro commerciale);
-andare in spiaggia (se si potrà! Non riesco proprio ad immaginare un'estate senza mare, sabbia e sole);
-fare un bel viaggio (non so se e quando accadrà), non serve che sia lontano, mi basta andare via da casa per qualche giorno!
Ma so che il Corona Virus ha completamente sconvolto le nostre abitudini e per ritornare alla normalità ci vorrà ancora un po' di pazienza.
Emma B.

Quando questa brutta situazione finirà (spero molto presto) la prima cosa che farò sarà andare al parco con i miei amici per stare tutti insieme, a chiacchierare... poi vorrei andare al mare.
Un'altra cosa che non vedo l'ora di fare è andare a mangiare sushi con mia mamma e mia sorella.
Poi inviterò qualche mio amico a casa, per giocare in giardino o alla playstation in camera mia.
Questo periodo di quarantena è stato molto duro... non l'avrei mai detto ma mi manca anche la scuola! 
Mattia

Una favola per il 25 Aprile: lo specchio magico


In un paese vicino a Milano abitavano due bambini, Isabella e Daniele. Ai due bambini piaceva andare in giro anche se non potevano farlo spesso perché, come dicevano i loro genitori “non è sicuro là fuori, c'è il Nazifascismo”. I bambini odiavano quella parola perché faceva star male i loro genitori. 
Un giorno, gironzolando, videro, in una casa disabitata, uno specchio bellissimo, si avvicinarono e nel riflesso si videro sorridenti, senza preoccupazioni, come probabilmente sarebbero stati se non ci fosse stato il Nazifascismo. 
Quella sera lo scrissero nel loro diario segreto, ma poiché non lo nascosero molto bene, il loro papà lo lesse e decise di fare qualcosa: partì e creò un gruppo di uomini come lui, coraggiosi e che volevano la libertà, erano i Partigiani.
Dopo un periodo di Resistenza dei Partigiani, un giorno i due bambini divennero quelli che erano nello specchio, felici e liberi.
Era il 25 aprile 1945.

Irene

giovedì 23 aprile 2020

Diario Virale: VIII settimana


In questi giorni di quarantena, mio papà e mia mamma non lavorano, quindi posso stare più tempo con loro. Di solito mio papà lo vedevo solo la sera e mia mamma due-tre ore al pomeriggio.
Poco prima dell'inizio di questo isolamento ci siamo trasferiti nella casa nuova, quindi adesso ce la stiamo godendo.
Però sinceramente vorrei tanto tornare a scuola, con i miei amici e con i professori (a me stanno simpatici, anche se mi sgridano).
Insomma sono stanco!
A volte esco e vado, con la mascherina, a vedere il fiume, vicino a casa, e a fare la spesa, con tutte le precauzioni. Gioco spesso con mia sorella in giardino e mi diverto, ma ho tanta voglia di uscire con gli amici!
Manuel

La cosa a cui mi sono dedicato di più nel mio tempo libero, in questo periodo, è stato giocare a Fallout 4, il mio videogioco preferito.
Ma ho volentieri interrotto le mie sessioni di gioco, per una settimana, per dare una mano a mio papà e mio zio a creare un nuovo sistema di irrigazione in giardino.
Mi piace occupare il tempo facendo lavori manuali e in questo periodo mi aiutano tanto a non annoiarmi. 
Tommaso

In questo periodo di quarantena, il giorno più bello è stato quello di Pasqua.
Mio papà mi ha chiesto se volessi aiutarlo a cuocere la carne, così avrei imparato a fare la grigliata. Io ho accettato!
Abbiamo pulito il caminetto e ci abbiamo messo della legna sottile. 
Con l’aiuto della Diavolina abbiamo acceso il fuoco. Quando quest'ultimo era bello alto abbiamo aggiunto il carbone. Non appena questo è diventato di colore rosso intenso, ho preso la griglia, l'ho posata sopra al carbone e poi ci ho messo sopra la carne.
Il carbone ardente la arrostiva, bastava girarla ogni tanto. Mio papà controllava come procedeva la cottura.
Una volta pronta la carne, l’abbiamo messa in un grande piatto e portata in casa. 
Nel frattempo mio fratello, con l’aiuto di mia mamma, ha apparecchiato il tavolo, preparato le verdure e fritto le patatine.
Era tutto buonissimo! 
Finito di mangiare, abbiamo aperto le uova di Pasqua e la mamma ha tagliato la focaccia fatta da mio papà e cotta da mio zio Livio. 
Thomas F.

In questo periodo di quarantena non mi sento molto bene, non dal punto di vista fisico, ma dal punto di vista emotivo.
Mi mancano tante persone, in special modo i miei compagni di classe.
In questi giorni li sento spesso, ma mi mancano "fisicamente": vorrei fossero qui con me.
La nostra prima videolezione è stata bellissima: rivedere tutti i miei compagni, anche se non dal vivo, anche se davanti a uno schermo, mi ha emozionato, mi sono anche un po' commossa, perché non li vedevo e non ci parlavo da tanto tempo.
Il prossimo anno "ci divideremo" e il pensiero già mi immalinconisce: con loro ho passato giorni belli e lieti, ma anche momenti bui e difficili e loro ci sono sempre stati per me.
Non so se i miei compagni hanno provato la stessa mia emozione in quella prima videolezione...
Per me quel primo incontro ha avuto un grande valore: finalmente ci eravamo ritrovati dopo esserci lasciati senza sapere che non ci saremo rivisti a breve.... Più che compagni di classe, io li considero una famiglia e li terrò sempre nel mio cuore!
Aurora V.

In questo periodo di quarantena ho imparato tante cose nuove...
Un pomeriggio mio papà mi ha chiesto se volessi imparare a giocare a Scala Quaranta. Ho accettato, così lui mi ha spiegato le regole base, mostrandomele mentre giocava con mia mamma, in modo da farmi capire bene.
All'inizio non volevo giocare a Scala Quaranta perché ero convinta che non mi sarebbe piaciuto ma soprattutto temevo di non esserne capace.
Con il passare del tempo però ci ho provato e ho capito che in fondo non è così male: di giorno in giorno sono sempre più “motivata”!
Oltre a giocare a carte ho anche imparato a cucinare. Per esempio ho imparato a fare i pancake, il tiramisù, i biscotti al cioccolato e anche la crostata.
Queste cose più o meno le sapevo fare anche prima della quarantena, ma in questo periodo, le ho perfezionate, anche grazie ai consigli di cucina di mia mamma.
Ho imparato anche a fare le videochiamate. Adoro farle: la sera con i miei nonni e durante il pomeriggio con i miei amici.
Carolina

mercoledì 22 aprile 2020

Mattina" e "Fratelli" di Giuseppe Ungaretti


MATTINA
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

M'illumino
d'immenso

(dalla raccolta l’Allegria)


Il chiarore di un'alba illumina un giorno di guerra e invade l'animo del poeta atterrito dalla guerra, che porta con sé soltanto distruzione, lutto e paura della morte. Questa lirica, in apparenza molto semplice, racchiude in sé le caratteristiche principali della poesia ermetica: la brevità della composizione e del verso, l'uso di figure retoriche capaci di sintetizzare grandi concetti nello spazio di poche parole, l'emergere di tematiche autobiografiche e intimistiche che lasciano trasparire gli stati d'animo del poeta, la rottura delle forme metriche tradizionali.



FRATELLI
Mariano, il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
 fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

(dalla raccolta l’Allegria)


In una forma essenziale, privata di qualsiasi elemento superfluo (primo fra tutti la punteggiatura), Ungaretti esprime i propri stati d'animo e il proprio punto di vista sulla guerra: violenza, orrore, paura e dolore, che mettono l'uomo di fronte alla consapevolezza della sua fragilità e all'immagine così vicina e presente della morte. In questo scenario desolante, l'individuo riscopre la solidarietà umana, che ha origine in quel sentimento di fratellanza che accomuna tutti gli uomini, rendendoli uguali e uniti a prescindere dall'appartenenza a una trincea, a un esercito, a un Paese.




Poesia: "San Martino del Carso" di Giuseppe Ungaretti

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato

Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916

(dalla sezione Il Porto sepolto della raccolta l’Allegria)


Dalla visione realistica di un paese distrutto dalla guerra, il poeta passa alla riflessione sulla fine di persone che gli erano care.
Il «cuore» del poeta diventa sia il cimitero posto a testimonianza dei valori andati perduti, sia il luogo più sconvolto dalla distruzione stessa.
Da un lato c’è il consueto corrispondersi tra paesaggio e interiorità; dall'altro l’interiorità del poeta assume su di sé il compito di restituire alla distruzione una disperata armonia, quasi raccogliendo l’eredità di tutte le assenze.




Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Ungaretti, figlio di genitori toscani, nasce nel 1888 ad Alessandria d'Egitto, dove trascorre gli anni della giovinezza. Nel 1912 si reca a Parigi, dove entra in contatto con l'ambiente culturale internazionale e conosce, tra gli altri, il pittore cubista Picasso e il poeta futurista Marinetti. Nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, decide di arruolarsi volontario e combatte come fante sul Carso. L'esperienza della guerra, a cui aveva aderito con tanto entusiasmo, lo segna profondamente, ispirandogli le più belle poesie delle sue raccolte. Ungaretti muore a Milano nel 1970.


Dopo aver combattuto sul  Carso e aver visto spegnersi tante giovani vite, Ungaretti comprende che la guerra è molto diversa da come l'aveva immaginata: non gloria, eroismo, coraggio, ma violenza, patimenti d'ogni genere e paura.
E' proprio in questo periodo che maturano i temi della sua poesia:
- l'orrore per la guerra che fa a brandelli case, città e, soprattutto, l'animo umano;
-il sentimento di fratellanza che unisce tutti gli uomini, a prescindere dalla divisa che indossano;
- la fragilità degli uomini e la solidarietà che dovrebbe regnare tra loro, se solo non fossero accecati dagli odi e dalla violenza.

sabato 18 aprile 2020

Le nostre favole al telefonino


Quest'anno ricorrono cent'anni dalla nascita di Gianni Rodari, famoso autore di Favole al telefono. Il protagonista di questo libro è il ragionier Bianchi, di Varese, rappresentante farmaceutico in giro per l'Italia, condannato ad un settimanale pendolarismo, interrotto soltanto la domenica. 
Ogni sera, alle nove in punto, raccontava una favola al telefono alla figlioletta che non riusciva, altrimenti, a dormire.

Noi per rendere omaggio a questo grande autore, abbiamo scritto delle "favole al telefonino", in stile sms, ispirandoci all'esperimento fatto da Fabian Negrin.


Una volta un gatto malandrino,
per sbaglio prese un topolino.
Questo gli disse son io della Disney, non tuo gattaccio!
Il gatto un po' confuso se lo mangiò.

Michele


Gino Contadino prendeva in giro
Gianni Piantazucche
che diceva che i suoi frutti passeggiavano.
Ma un giorno una zucca aggredì il primo:
lui con il fucile la finì.

Omar

Un bambino annoiato,
dal suo amico, venne invitato
a fare un giro nel bosco.
Lì trovarono un tipo losco.
Di loro non si sa più niente:
attenzione alla brutta gente!

Gianmaria S.
Joe sei pronto per il duello?
Joe ha paura: Simo vuole sfidarlo.
Alla stessa ora, al solito posto.
Joe è ancora più impaurito.
Scherzetto, devo finire i compiti!

Simone



Vengo a prenderti! dice l’orco.
Il bimbo continua a leggere,
l’orco va all'ultima pagina.
Come finisce?
L’orco fa entrare nel libro il bimbo e dormono.
Buonanotte!

Carolina



Che bocca grande hai! dice Cappuccetto Rosso.
Per mangiarti meglio urla il lupo.
Il lupo balza dal letto,
Cappuccetto Rosso scappa.
Arriva il cacciatore, gli spara.

Thomas



Pino torna a casa dal lavoro,
trova Babbo Natale svenuto,
cerca di rianimarlo
ma non ci riesce.
Usa l’elettricità,
Babbo Natale si sveglia e mangia Pino.

Roberto



C'era una volta un ragazzino che uccideva le formiche.
Queste gli dissero siamo anche noi esseri viventi.
Il ragazzo non fece più cose cattive:
non fu più crudele.

Alex


In sogno, Lucia e Mattia giocano nel bosco.
Improvvisamente incontrano un gigante buono
che chiede volete venire con me?
Inizia così la loro magnifica avventura.

Mattia


Bu! urlò il lupo.
Cappuccetto Rosso continuò a camminare.
Il lupo la fermò.
Non ti faccio paura?
No! Buongiorno lupo!

Davide

Ti ho portato qui x mangiarti!
L’uomo aprì le tende di un teatrino
Una scimmia disse: Ti ho portato qui x mangiarti!
L’uomo scappò e nn rivide mai più la scimmia.

Gianmaria P.



Ecco sono arrivato! disse il buio.
La bambina rimase immobile.
Il buio disse hai paura?
No, non mi spaventi.
Lo abbracciò e con un sorriso
si addormentarono.

Ginevra


Un bambino, nel giardino dei nonni,
incontrò una fragola.
Le disse: come si bella!
La fragola arrossì,
il bambino la mangiò.

Gaia



All'improvviso Giorno arrivò,
ma Notte non capì.
E’ ora che tu te ne vada,
la luce deve arrivare!
Di colpo fu giorno.

Emma B.


Auuu! Fa il lupo
Mario si gira
Non ti sei spaventato? Domanda il lupo
No, perché? risponde Mario
Perché i lupi fanno paura!
No se ho un’arma dice Mario
Mario spara.

Daniel


Un gatto era sul tetto.
Si appoggiò su una tegola
un uccellino nero con alcune piume blu.
Il gatto vedendo l’uccellino saltò sulla tegola
e l’uccellino volò via.

Emma D.



Un bambino di nome Piero
incontrò un enorme drago sputafuoco
stanotte vi brucerò disse.
Piero e gli altri abitanti della città
rinchiusero il mostro in una grotta.

Marco



Una farfalla cerca un fiore
non lo trova, si posa allora su un filo d’erba.
All'alba con rugiada si bagna, poi il sole le asciuga le ali.
Vola via: cerca un fiore.

Aurora S.



Cenerentola arrivò al castello.
Il principe se ne innamorò,
non badò le altre e
andò a ballare con lei.
Scoccò mezzanotte
e la bellissima ragazza, scappò via.

Greta


Arrivo dice l’orco.
Gianni cerca il flauto
Dove sei piccolo? Sussurra il mostro.
L’orco si avvicina,
Gianni suona il suo flauto
L’orco cade in un sonno eterno
ADDIO!

Valentina


Un bambino si è perso nel bosco,
in cui vive un fantasma.
Cosa ci fai qui? chiede il fantasma.
Il bimbo risponde mi sono perso
e corre via.
Puff il fantasma non c’è più!

Eleonora


Una bimba sta ballando.
Un vampiro fa un grande balzo.
La bimba prende un sasso,
glielo tira e poi scappa.
Il vampiro vola via
e la bambina è in allegria!

Irene


C’era una volta una lumaca
a cui non piaceva essere lenta:
non aveva pazienza.
Una sera imparò che
se non avesse avuto pazienza
non avrebbe assaporato il tramonto.

Tommaso



Si è svegliata! Urlò il cavaliere.
La Fenice avanzò.
Ora ci salverà
La fenice spiccò il volo, emettendo il suo verso.
Fu così che salvò il mondo.

Samuel


Ciao Margherita!
Ciao Davide!
Davide disse: Ti passo a prendere
per fare un giro in Vespa?
Margherita rispose: No grazie, 
sono allergica alle vespe!

Vittoria


Dammi il pallone gridò il bullo.
Il bimbo continuò a giocare.
Il bullo si avvicinò.
Ti prendo e ti picchio!
Prendi questo!
Gli tirò il pallone sul viso,
stordendolo.

Lorenzo


Quando il serpente uscì dalla tana mi accorsi di essere il suo pranzo.
Mi prese con la coda e quando stava per mangiarmi…
la sveglia suonò, con grande sollievo!

Christian M.


Nel cielo di notte può capitare
di vedere la luna e le amiche stelle.
Un giorno la luna si spense all'improvviso
e le stelle le diedero la forza per riaccendersi.

Nora

venerdì 17 aprile 2020

Diario virale: VII settimana



Un pomeriggio guardando una storia su Instagram, ho visto una foto con una faccia a me familiare. Ho chiesto a mio cugino chi fosse quel ragazzo e lui mi ha risposto che si chiamava Davide. Mi è venuto, subito, in mente che all'asilo avevo un amico che si chiamava Davide, che era molto simile a quello della foto, anzi era proprio lui. Quando gli ho scritto e lui mi ha risposto che si ricordava di me, ero molto emozionato. Io me lo ricordavo riccio e biondo, invece ora ha i capelli corti e scuri, però ho riconosciuto il suo volto. All'asilo lui era molto più basso di me, ora invece è alto quasi quanto me. Ci siamo scritti molti messaggi e mi ha raccontato che con alcuni nostri amici dell' asilo ha ancora un bel rapporto di amicizia mentre di altri non è più amico. Ci siamo raccontati come ce la passiamo a casa, in quarantena, e cosa ci piace fare: a tutti e due piace usare il computer e ascoltare la musica, anche se non ci piacciono gli stessi generi. Lui fa basket ed è il più forte della squadra... anche a me piacerebbe giocare a basket il prossimo anno. Ieri sera ho guardato le foto di quando ero piccolo e in una cartella ho trovato delle immagini del mio quarto compleanno, in cui c'era anche lui e gliel'ho inviata. Il prossimo anno scolastico lui andrà a scuola a San Donà di Piave, come me, quindi potremo trovarci di persona, anche se non frequenteremo lo stesso istituto. Sono molto contento di averlo ritrovato e non vedo l'ora di incontrarlo per raccontarci un po' più di noi. Il prossimo anno spero di ritrovare altri vecchi amici ma anche di fare tante altre nuove amicizie. 
Gianmaria P.


La cosa più bella che mi è capitata, in questo periodo di quarantena, è stato passare Pasqua con la mia famiglia.
Di solito in primavera i miei genitori e i miei zii sono occupati a preparare la spiaggia per l'estate, perché abbiamo uno stabilimento balneare, quindi Pasqua non l'abbiamo mai festeggiata veramente, se non lavorando. Quindi per me questa Pasqua è stata molto speciale!
Un'altra cosa molto bella, di questo brutto periodo, è che ho iniziato a fare dolci.
Prima non li facevo mai, perché il pomeriggio ero sempre occupata e mia mamma era spesso indaffarata con le faccende domestiche, ma adesso che sono a casa da scuola, riesco a organizzare meglio la mia giornata e mia mamma ha più tempo libero.
Mi dispiace per tutto quello che sta succedendo ma mai come ora sono riuscita a passare tanto tempo con la mia famiglia, soprattutto con  papà che non vedevo quasi mai. Nonostante tutto questo però spero si torni alla normalità il prima possibile.
Gioia


Il 6 Aprile è stato il mio compleanno: ho compiuto quattordici anni.
Non è stato proprio un compleanno come tutti gli altri.
L’anno scorso ho organizzato un pigiama party con le mie amiche, ma in questo brutto periodo è stato impossibile festeggiarlo con i miei amici, comunque l'ho festeggiato con la mia famiglia e per questo mi ritengo molto fortunata.
Appena mi sono svegliata i miei genitori e le mie sorelle mi hanno fatto gli auguri, poi quando ho acceso il cellulare ho trovato molti messaggi dei miei amici che mi auguravano "buon compleanno", con bellissime dediche e mie foto buffe.
Per tutto questo, nonostante la lontananza, mi sono sentita comunque amata e questo è stato uno dei regali più belli.
Durante la giornata ho ricevuto il mio regalo, che, per fortuna, i miei genitori erano riusciti a comprare prima del lockdown. Mi hanno regalato tutti gli otto DVD di Harry Potter, che sono tra i miei film preferiti. Questo regalo mi è piaciuto molto anche perché adesso, durante questi giorni così monotoni e uguali, so come passare il tempo.
Abbiamo festeggiato e nonostante tutto ho trascorso un compleanno bellissimo, in compagnia della mia famiglia e dei miei amici anche se a distanza.
In questo periodo, sono felice per tutto e soprattutto grata che tutte le persone a cui voglio bene siano qui con me... Comunque ANDRÀ TUTTO BENE!!!
Irene

Dopo due mesi chiuso in casa, credo che le cose più belle che mi siano successe, in quarantena, siano state
- passare tanto tempo con la mia famiglia;
- poter riassaporare le piccole uscite che ora ci sono concesse.
Una giornata particolarmente divertente però c’è stata, in questo periodo.
Una domenica c’era un evento dell'App Pokemon, un gioco che condivido con mio fratello e il mio amico Giosuè: noi ci siamo divertiti a catturare pokemon rari, ce la ridevamo parlando da un giardino all'altro, su chi ne prendeva di più, a volte anche insultandoci scherzosamente.
Giosuè ha il giardino che confina con il mio e così quasi tutti i giorni riusciamo a parlarci (anche se è più un urlarci  che un vero e proprio parlare).
Siamo stati davvero fortunati a poterci vedere anche se in isolamento!
Samuel

Quando finirà la quarantena vorrei ritrovarmi con le mie amiche per passare un pomeriggio insieme, come facevamo prima del Corona Virus.
Vorrei anche fare una festa di compleanno per mia cugina, perché quest'anno ha festeggiato solo con i suoi genitori.
Una cosa che devo assolutamente fare è dello shopping, perché mi va tutto piccolo, non mi va più bene niente, quindi devo comprarmi dei vestiti nuovi.
Poi farò sicuramente dei bei giri in bicicletta!
Gaia

giovedì 16 aprile 2020

"La vita è una stoica forma di resistenza e anche narrare è resistere!" Luis Sepúlveda


Il deserto di Atacama è uno dei territori più estremi della Terra, dove una volta l’anno si verifica un evento che ha un ché di magico. In seguito a una mite pioggia, le piante che giacciono sepolte sotto la sabbia si risvegliano e danno alla luce dei coloratissimi fiori che infuocano il paesaggio. Nel giro di qualche ora, il sole rovente annienta le rose lasciando negli occhi la sensazione di un’allucinazione. Pochi fortunati hanno potuto assistere a questo evento e descriverne la meraviglia.

Ne Le rose di Atacama (Ed. Guanda) Luis Sepúlveda ha scelto di raccontarci la precarietà che accomuna l’esistenza di queste rose a quella di una serie di preziosi individui, nelle cui storie l’autore si è imbattuto. Essi sono al contempo umani qualunque ed eroi. Eroi silenziosi e discreti, il cui valore palpita sotto il deserto delle dittature, della tortura, della violenza e delle privazioni.

Il libro si compone di un insieme di trentacinque storie di uomini e di donne che hanno in comune la volontà di lottare per i propri ideali e di non piegarsi alle prepotenze. I luoghi ove si svolgono le storie narrate toccano tutti gli estremi della terra, dalla Patagonia alla Norvegia, dall'Argentina alla Russia, passando per i campi di sterminio nazisti e le prigioni di Pinochet, le terre lapponi e le isole dell'Adriatico. Tra i ritratti effettuati dall'autore, emergono l'indio dell'Amazzonia che discute del cosmo mentre utilizza i suoi amuleti, un poeta ebreo di Vilnius, un genovese che attraversa la pampa portandosi appresso solo una valigia di dischi, tutti accomunati da una passione vitale.

Ciao Maestro!

Umberto Saba (Trieste 1883-Gorizia 1957)


Umberto Poli nasce a Trieste, all'epoca ancora sotto la dominazione asburgica; solo in seguito adotterà il cognome Saba che in ebraico significa "pane", per rendere omaggio alle sue origini ebraiche. Dopo aver frequentato le scuole commerciali ed aver lavorato per un po' presso un magazzino, si imbarca come mozzo. Più tardi chiede e ottiene la cittadinanza italiana e si stabilisce a Firenze, dove finalmente si dedica agli studi letterari, alla poesia e inizia a frequentare i maggiori intellettuali dell'epoca. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale si trasferisce nuovamente a Trieste, ormai italiana e apre una libreria.
Nel 1921 inizia a lavorare alla sua maggiore raccolta poetica: il Canzoniere.



Di origine ebrea, Saba vive, durante il fascismo, il dramma della discriminazione e delle persecuzioni. Costretto a fuggire da Trieste, si nasconde prima a Parigi, poi in altre città italiane. Queste esperienze drammatiche sono all'origine delle tematiche principali della sua poesia:
- l'amore per gli aspetti quotidiani e semplici della vita di ogni giorno, per la propria città, la propria moglie e gli affetti più cari;
- la consapevolezza che tutti gli esseri viventi sono soggetti alla comune legge del dolore;
- l'interesse per le emozioni e i sentimenti dell'animo umano.
A differenza di altri poeti di questo periodo, Saba adotta uno stile meno lontano da quello della tradizione e un linguaggio più semplice, meno "ermetico" e oscuro. Egli si definisce infatti un "poeta onesto", che parla cioè nelle sue poesie di affetti e sentimenti veri, con parola chiare e comprensibili.


L'Ermetismo



Alla fine della Prima Guerra Mondiale, si afferma in Italia un nuovo modo di fare poesia che accomuna alcuni grandi scrittori come Ungaretti, Montale, Saba, Quasimodo.
Per definire queste poesie oscure, enigmatiche, di difficile interpretazione, il critico letterario Francesco Flora conia la parola Ermetismo, le cui caratteristiche principali sono:
- la brevità dell'intera composizione e del singolo verso;
- lo stile frammentario e aspro, che riflette in letteratura il sentimento di fragilità e insicurezza di un'epoca caratterizzata dalla perdita delle certezze e valori e dal timore per la guerra e le sue conseguenze;
- la rottura con le forme metriche della tradizione e la predilezione per il verso libero;
- l'uso di metafore, analogie, similitudini capaci di sintetizzare grandi concetti in poche parole;
- le tematiche intimistiche e autobiografiche, che intendono far luce con sincerità sugli stati d'animo del poeta (malinconia, gioia, dolore, insicurezza) per poterli condividere con i lettori;
- la riflessione sull'incomunicabilità e sulla solitudine umana.

Più che una corrente vera e propria, l'Ermetismo è stato definito come l'atteggiamento, comune a diversi intellettuali italiani tra le due guerre, di delusione verso gli ideali patriottici che avevano spinto a partecipare con entusiasmo alla guerra. Di fronte alla scoperta che ogni conflitto è solo distruzione e lutto, non c'è altra scelta che rifugiarsi nella poesia, vista come un "porto" sicuro dove poter riflettere sulla condizione dell'uomo e sul significato della vita stessa.

mercoledì 8 aprile 2020


Diario Virale: VI settimana


Le mie giornate in quarantena sono un po' monotone.
Mi sveglio, faccio colazione e poi faccio i compiti con mio fratello.
Quando ci sono giornate di sole, esco in giardino, gioco a pallone e con il mio cane Oscar... sono fortunato perché ho un giardino grande che mi permette di stare all'aria aperta.
Nel pomeriggio, mi metto in contatto con i miei amici: giochiamo alla Play o ci videochiamiamo.
Molto spesso prendo fogli e matite per disegnare: è una cosa che mi piace, mi diverte e non mi fa pensare al fatto che non posso uscire con i miei amici.
La sera se ho compiti da finire li finisco, altrimenti guardo la tv e poi vado a letto.
Gianmarco

Eccoci qua... ci siamo ritrovati tutti in una situazione per niente facile, soprattutto per uno come me, al quale piace sempre andare fuori con gli amici.
Sono, ormai, tanti i giorni che sono chiuso in casa.
Le mie giornate sono tutte uguali: alcuni giorni sono allegro, altri giorni sono triste.
Cerco di pensare il meno possibile alla cose brutte e mi concentro su quelle belle.
La mattina mi sveglio tardi, dopo colazione mi metto a studiare, per poter essere libero il pomeriggio. Sono fortunato perché il mio cagnolino mi fa molta compagnia. Con lui mi diverto molto, gli faccio i dispetti, lo porto in giardino, lo riempio di coccole... lui mi fa stare bene.
Gioco e studio con mio fratello... ma a volte è un po' complicato passare così tante ore insieme!
La sera prego nella speranza che il giorno seguente sia un giorno sereno.
Samuele

Caro diario, 
in questi giorni che siamo chiusi in casa, le giornate sembrano molto più lunghe e le ore non passano mai.
Faccio i compiti, mangio, esco in giardino, faccio gli esercizi di ginnastica artistica (che mi hanno dato per casa, dato che non possiamo allenarci in palestra), gioco con i gatti e dormo.
Vorrei tornasse tutto come prima, perché non ce la faccio più a stare a casa ad annoiarmi.
Inoltre oggi è anche il mio compleanno e non posso neanche festeggiarlo con i miei amici e i miei parenti... possiamo sentirci solo al telefono!
Appena tutto sarà finito andrò a trovare mia nonna e poi uscirò subito con i miei amici.
Per ora continuo a fare sempre le solite cose...
Vittoria

Quando tutto questo sarà finito la prima cosa che farò sarà andare in spiaggia, perché mi piace abbronzarmi e fare il bagno in mare.
La seconda cosa che farò, dopo la quarantena, sarà andare a fare un bel giro in moto con mio papà.
Altre cose che farò saranno andare al parco con i miei amici e comprarmi un nuovo peluche... penso una scimmia perché mi piacciono le scimmie!
Simone

Le prime cose che farò quando finirà l'isolamento sono:
- cacciare un urlo di felicità fuori dalla finestra;
- andare al parco con tutti i miei amici, a divertirci come prima del Corona Virus;
- andare in un ristorante e prendere tutto il menù;
- andare al mare per tutto il giorno fino a tardi e divertirmi con la mia famiglia;
- tagliarmi i capelli perché sembro una scimmia;
- divertirmi a scuola con i prof e i miei compagni. 
Gianmaria S.

I classici della letteratura in audiolibro

Cliccando sopra l'immagine troverete un centinaio di audiolibri messi a disposizione dalla Rai.
Per rilassarvi un pochino, aprite bene le orecchie, e lasciatevi trasportare dalla narrazione...
Buon ascolto!

venerdì 3 aprile 2020

Diario Virale: V settimana


Tutto sembra così strano: siamo isolati da più di un mese... 
All'inizio non capivo bene, sembrava un anticipo di vacanza, ma ascoltando il telegiornale ho capito che era una cosa molto seria.
Per sentirmi meno solo, ogni giorno io e Lorenzo facciamo un po' di compiti in videochiamata, anche se non è la stessa cosa di quando potevamo incontrarci.
Grazie alla Playstation posso parlare e giocare con i miei amici e per fortuna ho un giardino grande, dove posso correre in bici e giocare a pallone. 
Io ho anche una sorella che mi fa molta compagnia, anche se a volte litighiamo.
Vorrei riprendere gli allenamenti di tennis e fare quel torneo che tanto avevo desiderato, poter uscire alla domenica insieme alla mia famiglia e ovviamente ritornare a frequentare la scuola.
Appena tutto questo finirà, prenderò la bici, raggiungerò i miei compagni ed andremo a mangiarci un gelato, magari dopo aver giocato a pallone. 
Comunque sono convinto che se continueremo a rispettare le regole "andrà tutto bene"!
Christian

Mi sveglio più tardi di quando si andava a scuola... e questo mi piace! 
Poi faccio colazione e a metà mattina mi metto a fare i compiti che ci hanno assegnato i prof; cerco di studiare da solo i nuovi argomenti.
Pranzo e gioco un po' con mio fratello: trascorriamo tutti i pomeriggi, insieme, in salotto, tra Play e Monopoli (gioco che a me piace tanto ed è sempre sopra il tavolo, pronto all'uso). A volte noi due giochiamo lanciandoci una palla di spugna, cosa che fa arrabbiare mamma e papà che continuano a dirci di smetterla...ma noi continuiamo.
L'altro divertente gioco che fa arrabbiare i nostri genitori è il tiro al bersaglio (su delle sagome di polistirolo) con il fucile a pallini, in salotto!
Prima di cena, studio ancora un po', poi guardo la tv. 
A volte io e mio fratello guardiamo video divertenti fino a tardi, poi lui mi fa un tè caldo o una cioccolata e andiamo a letto.
Per fortuna che in questi giorni posso stare con lui, anche se a volte litighiamo... passare il tempo con mio fratello mi aiuta a non pensare a quello che sta succedendo nel mondo e nel nostro paese, cosa che mi fa un po' paura.
Spero che tutto si risolva il più presto possibile e si possa tornare alle nostre abitudini... mi manca tantissimo stare con i miei amici.
Marco

Alla mattina mi sveglio circa alle 8:45, vado in cucina, faccio un'abbondante colazione, mi lavo il viso e i denti, poi vado in camera a vestirmi e a giocare un po' con il telefono.
Verso le 10:00 faccio una videochiamata con Whatsapp a Christian e facciamo i compiti insieme fino a mezzogiorno.
A quell'ora vado in cucina e preparo la tavola, mentre mia mamma prepara da mangiare. 
Io la osservo cucinare, poi quando è pronto mangiamo.
Dopo pranzo io e mia sorella sparecchiamo la tavola e carichiamo la lavastoviglie. 
Verso le 13:00 faccio un'altra videochiamata a Christian e giochiamo al telefono.
Alle 15:00 gioco alla Play fino alle 16:50, poi vado in cortile e gioco a calcio fino alle 17.30.
Poi rientro in casa e fino alle 18:00 circa gioco con il mio cane.
Faccio la doccia e alle 18:15 quando arriva mio papà gli racconto la mia giornata.
Alle 19:00 ceniamo, poi mio papà e mia mamma guardano la TV, mentre io e mia sorella sparecchiamo.
Alle 20:00 noi andiamo nelle nostre camere: io mi metto il pigiama e guardo la TV, mentre mia sorella sta al telefono.
Alle 23.00 circa spengo e mi metto a dormire.
Quando questa pandemia finirà tornerò subito a giocare a calcio, uscirò con i miei amici, andrò in giro con la mia famiglia a mangiare la pizza e in qualsiasi altra parte!
Lorenzo B.

mercoledì 1 aprile 2020

Fogazzaro Film Festival


Il papà di una bambina di nome Mia aveva un allevamento di felini in Sudafrica. 
Mia riceve per Natale, dai suoi genitori, un leoncino bianco nato nell'allevamento.
Inizialmente lei non lo accetta e il piccolo leone viene curato da suo fratello, che lo chiama Charlie.
Poi però quest'ultimo e Mia diventano amici inseparabili: crescono insieme, condividono ogni cosa, giocano e ballano insieme. Ma ad un certo punto il padre di Mia, per paura che Charlie possa farle male, proibisce alla figlia di entrare nel recinto di Charlie. Lei gli disubbidisce.
Quando ha quattordici anni Mia scopre che il padre vuole vendere Charlie ai bracconieri: lei fa di tutto per salvarlo. Una notte, con l'aiuto del fratello, la ragazza scappa con il leone, lo vuole portare alla riserva naturale di Timbavati, dove Charlie sarà protetto per sempre.
I genitori sono preoccupati perché Mia è scappata: si parla di lei anche in tv...

Ginevra

I personaggi  alieni citati nel titolo sono sono Predator, il cacciatore, e Alien la preda, fatta di acido corrosivo.

Sei ricercatori  dalla California scoprono un tempio (alieno) in Antartide. 
Decidono di andare ad esplorarlo. Per entrarci devono attraversare un tunnel, che è stato scavato da Predator. 
Uno dei ricercatori involontariamente muove una leva che aziona un meccanismo: la camera in cui si trovano viene modificata, si chiudono porte e si aprono nuovi varchi. 
Due ricercatori rimangono chiusi in una stanza buia, sentono degli strani rumori: Alien li uccide.
Gli altri scienziati trovano in un'altra stanza delle armi aliene e decidono di prenderle, per difendersi da Predator che li insegue. Riescono a sfuggirgli, ma scappando ad un certo punto si ritrovano in una stanza dei sacrifici, lì scoprono, che già dall'antichità, i corpi umani venivano utilizzati per riprodurre Alien...

Gianmaria



Il mio film preferito è X-Men l'inizio, ha come personaggi dei mutanti.
Il protagonista è Professor X, un mutante che riesce ad entrare nelle teste altrui, che con un altro mutante Magneto, cominciano a cercare ragazzi-mutanti per creare una sorta di esercito di supereroi.
Quando un bel gruppo di questi ragazzi furono finalmente radunati, arrivò un cattivo di turno che ne uccise uno.
Da allora Professor X li addestra e li dota di una tuta adatta alle loro mutazioni, diventano così gli X-Men.
Professor X nel frattempo riesce ad entrare nella testa di uno dei cattivi per rintracciarli.
Gli X-Men affrontano i cattivi...

Alex


L’ultimo film che ho visto è stato Frozen 2 il segreto di Arendelle. 
Questo film è la continuazione di Frozen. Entrambi i film sono pieni di canzoni (circa sei) e penso che ci siano per far durare il film un’ora e mezza. Ogni canzone dura cinque minuti, quindi son trenta minuti di canzoni (ne fanno una ogni dieci minuti), il film vero e proprio è il tempo rimanente. 
Il film mi è sembrato, comunque, molto bello, anche se l’unica canzone apprezzabile è quella di Olaf.
La parte che mi ha fatto più ridere è quando Olaf cerca Samantha che però nel film non c'è. Lui lo sa ma la cerca lo stesso. 
La storia narra che un tempo i quattro elementi della natura (fuoco, aria, acqua e terra) erano in armonia. L’equilibrio è stato rotto dal nonno di Elsa e Anna, che ha fatto un torto a un popolo vicino. Lui ha ingannato gli abitanti costruendo una diga che in realtà non serviva e questo torto ha fatto scendere una nebbia talmente fitta da bloccare le persone all'interno del villaggio per trentaquattro anni cinque mesi e ventitré giorni... 

Michele


Harry Potter e la pietra filosofale racconta la storia di un bambino di nome Harry Potter, che purtroppo è orfano dei entrambi i genitori: loro sono stati uccisi dal più terribile dei maghi Lord Voldemort, detto anche "colui che non deve essere nominato".
Harry vorrebbe tanto frequentare Hogwarts, una scuola di magia e stregoneria, ma gli zii, con i quali abita, non vogliono. Alla fine però quest'ultimi non potranno impedire al giovane Harry di frequentare Hogwarts perché prima arriva una lettera di convocazione della scuola e poi arriva il gigante Hagrid, a prelevare Harry per portarlo a Hogwarts.
Il giovane mago viene dotato di tutto ciò che gli serve per studiare in quel prestigioso magico istituto: la bacchetta, i libri, la divisa e anche la civetta Edvige.
Arrivato a Hogwarts , Harry conosce subito Hermione Granger e Ron Weasley, che saranno i suoi compagni di mille avventure.
Simone



Ne La casa di carta, la mia serie preferita, il narratore è Tokyo, una delle protagoniste.
Lo sceneggiato parla di un gruppo di rapinatori, guidati da un professore.
Quest'ultimo ha disposto delle regole:
1. non ci devono essere versamenti di sangue;
2. non ci devono essere relazioni tra i vari membri della banda (per questo i rapinatori usano pseudonimi).
Ovviamente queste regole saranno infrante e cambiate.
I rapinatori non rubano nelle case ma alla zecca di stato spagnola e alla banca di Spagna...

Leonidas




Il mio film preferito si intitola Maleficent 2 - Signora del male. Il film precedente narrava la vera storia della Bella addormentata, mentre questo racconta il seguito.
Aurora crebbe e il principe Filippo le chiese di sposarlo. I genitori di Filippo invitarono Aurora e Malefica, colei che si era occupata di Aurora negli ultimi anni e che spezzò il suo maleficio, a cena.
A palazzo Malefica era temuta da tutti a causa dei suoi poteri, delle sue corna e delle sue immense ali.
Il re era sereno, ma sua moglie, la regina Ingrith riuscì a risvegliare in Malefica il suo lato peggiore.
Malefica si irritò a tal punto da far proibire il matrimonio e fece comparire una nube verde.
Il re cadde a terra e tutti incolparono lei, che volò via, sostenendo di non aver fatto nulla.
In realtà la regina stava tramando qualcosa: in una stanza del castello stava facendo costruire delle armi e piccole biglie di ferro per attaccare il popolo di Aurora che viveva nella Brughiera.
Mentre Malefica stava volando via, la regina fece scagliare una biglia di ferro sul petto di Malefica, che cadde in mare.
Proprio in quel momento una creatura simile a lei la recuperò dalle acque e la portò via in volo.
Aurora nel frattempo, ignara dell'accaduto, andò  nella Brughiera alla ricerca di Malefica, per farle risvegliare il re...

Emma



Dopo la morte, per mano di una folla inferocita di uomini della moglie, umana, del vampiro Dracula, quest'ultimo decide di costruire un hotel per tutti i mostri: Frankenstein e sua moglie, l'uomo invisibile, una mummia, una famiglia di lupi, ma anche per sua figlia Mavis (così l'avrebbe protetta dagli umani).
Mavis però, crescendo, vuole conoscere ciò che sta al di fuori dell'hotel. Al suo centodiciottesimo compleanno, Mavis esce per visitare il mondo esterno, non sa però che il padre ha organizzato una messa in scena per farle credere che gli uomini siano tutti cattivi.
Mavis, così, rientra all'hotel, spaventatissima, dando ragione al padre.
Nel frattempo degli zombie, che hanno interpretato il ruolo degli uomini nella messa in scena, rientrano all'hotel, non accorgendosi di essere seguiti da un umano, Jonathan che scoprirà così l'esistenza del segretissimo Hotel Transylvania.

Riccardo



Una scatenata dozzina racconta le vicende familiari di una coppia sposata da ventitré anni, con dodici figli, un cane e un rospo.
La famiglia vive in campagna.
Il padre di chiama Tom, ed è il coach di una squadra locale di football. La madre si chiama Kate, sta scrivendo un libro, e si occupa della casa.
Ad un certo punto a Tom viene proposto un lavoro come coach di una squadra in città. La famiglia si trasferisce anche se i ragazzi non erano tanto d'accordo.
I ragazzi sono scatenati e ne combinano di tutti i colori.
Una volta ultimato il suo libro Kate comincia a viaggiare per promuoverlo.
Tom rimane a casa "da solo" con i figli e una nuova squadra da riorganizzare.
I ragazzi, un po' trascurati, creano scompiglio, tanto che la madre decide di tornare a casa... anche perché uno dei figli è scappato.

Gaia



Il mio film preferito è Il re Leone. La pellicola racconta la storia di un cucciolo di leone di nome Simba che deve combattere contro il malvagio zio Scar, che dopo avergli ucciso il padre vuole rubargli il trono.
Ad aiutarlo in questa lotta ci sono i suoi amici Pumbaa e Timon, il primo è un buffo suricato, il secondo un facocero.
Simba al suo fianco ha anche la giovane leonessa Nala, sua compagna di giochi d'infanzia, che poi diventerà la sua  compagna di vita.

Anche se è un po' triste questo film mi è piaciuto tanto, ne consiglio la visione!

Mattia


Un gruppo di ragazzini si annoia alla sola idea di mettere piede in un museo.
Gli farà cambiare idea una guida, che ha in serbo qualcosa di speciale per loro.
Con una voce convincente, la donna li conduce in un viaggio attraverso tre regni sovrapposti.
Il protagonista della storia è Manolo Sanchez, ultimo erede di una famiglia di toreri, che desidera fare il musicista ed è innamorato, fin da quando era bambino, della bella Maria, figlia del generale Posada di San Angel.
Anche il coraggioso Joaquim è innamorato di Maria e la loro amichevole rivalità diventa "una scommessa" tra la Morte e il suo oscuro compagno Xibalba...
L'idea dell'autore nasce dal culto precolombiano di compiacere gli antenati defunti e dell'esistenza di un canale di comunicazione costantemente aperto tra vivi e morti.

Maya