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mercoledì 22 aprile 2020

Mattina" e "Fratelli" di Giuseppe Ungaretti


MATTINA
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

M'illumino
d'immenso

(dalla raccolta l’Allegria)


Il chiarore di un'alba illumina un giorno di guerra e invade l'animo del poeta atterrito dalla guerra, che porta con sé soltanto distruzione, lutto e paura della morte. Questa lirica, in apparenza molto semplice, racchiude in sé le caratteristiche principali della poesia ermetica: la brevità della composizione e del verso, l'uso di figure retoriche capaci di sintetizzare grandi concetti nello spazio di poche parole, l'emergere di tematiche autobiografiche e intimistiche che lasciano trasparire gli stati d'animo del poeta, la rottura delle forme metriche tradizionali.



FRATELLI
Mariano, il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
 fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

(dalla raccolta l’Allegria)


In una forma essenziale, privata di qualsiasi elemento superfluo (primo fra tutti la punteggiatura), Ungaretti esprime i propri stati d'animo e il proprio punto di vista sulla guerra: violenza, orrore, paura e dolore, che mettono l'uomo di fronte alla consapevolezza della sua fragilità e all'immagine così vicina e presente della morte. In questo scenario desolante, l'individuo riscopre la solidarietà umana, che ha origine in quel sentimento di fratellanza che accomuna tutti gli uomini, rendendoli uguali e uniti a prescindere dall'appartenenza a una trincea, a un esercito, a un Paese.




Poesia: "San Martino del Carso" di Giuseppe Ungaretti

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato

Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916

(dalla sezione Il Porto sepolto della raccolta l’Allegria)


Dalla visione realistica di un paese distrutto dalla guerra, il poeta passa alla riflessione sulla fine di persone che gli erano care.
Il «cuore» del poeta diventa sia il cimitero posto a testimonianza dei valori andati perduti, sia il luogo più sconvolto dalla distruzione stessa.
Da un lato c’è il consueto corrispondersi tra paesaggio e interiorità; dall'altro l’interiorità del poeta assume su di sé il compito di restituire alla distruzione una disperata armonia, quasi raccogliendo l’eredità di tutte le assenze.




Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Ungaretti, figlio di genitori toscani, nasce nel 1888 ad Alessandria d'Egitto, dove trascorre gli anni della giovinezza. Nel 1912 si reca a Parigi, dove entra in contatto con l'ambiente culturale internazionale e conosce, tra gli altri, il pittore cubista Picasso e il poeta futurista Marinetti. Nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, decide di arruolarsi volontario e combatte come fante sul Carso. L'esperienza della guerra, a cui aveva aderito con tanto entusiasmo, lo segna profondamente, ispirandogli le più belle poesie delle sue raccolte. Ungaretti muore a Milano nel 1970.


Dopo aver combattuto sul  Carso e aver visto spegnersi tante giovani vite, Ungaretti comprende che la guerra è molto diversa da come l'aveva immaginata: non gloria, eroismo, coraggio, ma violenza, patimenti d'ogni genere e paura.
E' proprio in questo periodo che maturano i temi della sua poesia:
- l'orrore per la guerra che fa a brandelli case, città e, soprattutto, l'animo umano;
-il sentimento di fratellanza che unisce tutti gli uomini, a prescindere dalla divisa che indossano;
- la fragilità degli uomini e la solidarietà che dovrebbe regnare tra loro, se solo non fossero accecati dagli odi e dalla violenza.

giovedì 16 aprile 2020

L'Ermetismo



Alla fine della Prima Guerra Mondiale, si afferma in Italia un nuovo modo di fare poesia che accomuna alcuni grandi scrittori come Ungaretti, Montale, Saba, Quasimodo.
Per definire queste poesie oscure, enigmatiche, di difficile interpretazione, il critico letterario Francesco Flora conia la parola Ermetismo, le cui caratteristiche principali sono:
- la brevità dell'intera composizione e del singolo verso;
- lo stile frammentario e aspro, che riflette in letteratura il sentimento di fragilità e insicurezza di un'epoca caratterizzata dalla perdita delle certezze e valori e dal timore per la guerra e le sue conseguenze;
- la rottura con le forme metriche della tradizione e la predilezione per il verso libero;
- l'uso di metafore, analogie, similitudini capaci di sintetizzare grandi concetti in poche parole;
- le tematiche intimistiche e autobiografiche, che intendono far luce con sincerità sugli stati d'animo del poeta (malinconia, gioia, dolore, insicurezza) per poterli condividere con i lettori;
- la riflessione sull'incomunicabilità e sulla solitudine umana.

Più che una corrente vera e propria, l'Ermetismo è stato definito come l'atteggiamento, comune a diversi intellettuali italiani tra le due guerre, di delusione verso gli ideali patriottici che avevano spinto a partecipare con entusiasmo alla guerra. Di fronte alla scoperta che ogni conflitto è solo distruzione e lutto, non c'è altra scelta che rifugiarsi nella poesia, vista come un "porto" sicuro dove poter riflettere sulla condizione dell'uomo e sul significato della vita stessa.