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lunedì 7 febbraio 2022

10 febbraio, giorno del ricordo: in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata

Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria”: il Magazzino n. 18. Una sedia, accatastata insieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”, simile la catalogazione per armadi, materassi, letti, stoviglie, fotografie, giocattoli e altri oggetti ancora. Beni comuni di tante vite interrotte dalla Storia e dall’Esodo: con il Trattato di Pace del 1947 l’Italia cedette vasti territori del confine orientale alla  Jugoslavia. Circa 300 mila persone scelsero di lasciare la loro terra natale.


Magazzino 18 è anche il titolo di un musical scritto da Simone Cristicchi, che racconta proprio l'esodo istriano, fiumano e dalmata.

Se volete vedere lo spettacolo cliccate sopra l'immagine del Magazzino 18.

mercoledì 10 febbraio 2021

Giorno del ricordo a Trieste

Oggi, 10 febbraio, in occasione del Giorno del Ricordo, "siamo andati " a Trieste.
Attraverso filmati, testimonianze, racconti e visite guidate al Monumento Nazionale di Basovizza e al Magazzino 18, abbiamo conosciuto un po' meglio la triste storia dell’esodo degli istriani, giuliani e dalmati.
Per saperne di più cliccate sulla foto.





giovedì 16 aprile 2020

Umberto Saba (Trieste 1883-Gorizia 1957)


Umberto Poli nasce a Trieste, all'epoca ancora sotto la dominazione asburgica; solo in seguito adotterà il cognome Saba che in ebraico significa "pane", per rendere omaggio alle sue origini ebraiche. Dopo aver frequentato le scuole commerciali ed aver lavorato per un po' presso un magazzino, si imbarca come mozzo. Più tardi chiede e ottiene la cittadinanza italiana e si stabilisce a Firenze, dove finalmente si dedica agli studi letterari, alla poesia e inizia a frequentare i maggiori intellettuali dell'epoca. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale si trasferisce nuovamente a Trieste, ormai italiana e apre una libreria.
Nel 1921 inizia a lavorare alla sua maggiore raccolta poetica: il Canzoniere.



Di origine ebrea, Saba vive, durante il fascismo, il dramma della discriminazione e delle persecuzioni. Costretto a fuggire da Trieste, si nasconde prima a Parigi, poi in altre città italiane. Queste esperienze drammatiche sono all'origine delle tematiche principali della sua poesia:
- l'amore per gli aspetti quotidiani e semplici della vita di ogni giorno, per la propria città, la propria moglie e gli affetti più cari;
- la consapevolezza che tutti gli esseri viventi sono soggetti alla comune legge del dolore;
- l'interesse per le emozioni e i sentimenti dell'animo umano.
A differenza di altri poeti di questo periodo, Saba adotta uno stile meno lontano da quello della tradizione e un linguaggio più semplice, meno "ermetico" e oscuro. Egli si definisce infatti un "poeta onesto", che parla cioè nelle sue poesie di affetti e sentimenti veri, con parola chiare e comprensibili.


lunedì 9 marzo 2020

Italo Svevo e "La coscienza di Zeno"

Hector Schmitz nasce, nel 1861, a Trieste, quando la città fa parte ancora dell'Impero austo-ungarico. Di padre austriaco e madre italiana, lo scrittore sceglie lo pseudonimo di Italo Svevo, che sintetizza la sua doppia identità culturale. Affacciata sull'Europa, crocevia di lingue e culture diverse, Trieste è una città di confine viva e aperta alle più moderne tendenze letterarie, filosofiche e scientifiche. Svevo, dopo aver studiato in Germania, torna a Trieste dove trova impiego in banca ma, al tempo stesso, inizia a frequentare scrittori italiani ed europei e si interessa alle teorie di Sigmund Freud, padre della psicanalisi. Nello stesso periodo, Svevo inizia a scrivere, ma i primi insuccessi e la necessità di dedicarsi all'azienda del suocero, che dopo il matrimonio gli è stata affidata, lo allontanano per lungo tempo dalla letteratura. 
Il successo per Svevo arriva tardi, nel 1923, quando ha più di sessant'anni, grazie a quello che ancora oggi è considerato il suo romanzo più riuscito, La coscienza di Zeno: racconto autobiografico in cui il protagonista, Zeno Cosini, su consiglio dello psicanalista, scava dentro di sé, dando libero corso al fluire dei suoi ricordi, per capire le cause del suo disagio esistenziale. 
Cinque anni dopo, nel 1928, Svevo muore in un incidente d'auto.



La coscienza di Zeno viene accolto dai contemporanei come un romanzo molto innovativo, sia per la struttura che per i contenuti:
-la storia non viene raccontata cronologicamente, dall'inizio alla fine, ma secondo l'ordine in cui i ricordi si presentano alla mente del protagonista;
-il racconto prosegue per episodi, immagini che si presentano alla mente del narratore come "flusso di coscienza" cioè una libera esposizione dei pensieri, così come compaiono nella mente.

mercoledì 5 febbraio 2020

Il confine orientale italiano dal 1941 al 1954


Nel 1941, dopo l'attacco tedesco, italiano e bulgaro alla Jugoslavia, il confine orientale italiano si espande fino a comprendere la Slovenia meridionale, l'entroterra di Fiume e la Dalmazia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il crollo del nuovo confine imperiale travolge anche le terre annesse dopo la Grande Guerra. I tedeschi raccolgono tutte le province a cavallo della frontiera in una Zona di Operazioni Litorale Adriatico.
Nel maggio 1945 la maggior parte della Venezia Giulia, con tutta l'Istria, viene sottoposta all'occupazione jugoslava. Il Trattato di pace assegna alla Jugoslavia Zara, Fiume e quasi tutta l'Istria. La parte nord-occidentale della penisola dovrebbe entrare a far parte del Territorio Libero di Trieste, ma rimane invece sotto occupazione jugoslava. 
Il Trattato di Pace prevedeva il diritto, per gli abitanti di madrelingua italiana dei territori passati sotto la sovranità jugoslava, di optare per la cittadinanza italiana e di trasferirsi in Italia con i loro beni mobili.
Tra il 1948 e il 1951 quasi tutti optarono per l'Italia. Le ragioni erano sia economiche che politiche.
Il regime distingueva tra italiani "onesti e buoni", cioè disposti a mobilitarsi in favore della Jugoslavia e del comunismo, e "residui del fascismo", cioè tutti gli altri. Questi ultimi subivano angherie di ogni sorta, vedevano negati valori e costumi e impedita ogni espressione di italianità. Di conseguenza, le comunità italiane si convinsero che nella Jugoslavia comunista mantenere la loro identità era impossibile e scelsero il rischio dell'esodo.
Capitò, in massa, prima a Pola poi agli abitanti della Zona B, del previsto, ma mai costituito, Territorio Libero di Trieste.
Il Memorandum di Londra del 1954 assegnò di fatto Trieste all'Italia e il resto (Zona B) alla Jugoslavia.

martedì 4 febbraio 2020

Cosa sono le foibe?



Le foibe sono inghiottitoi naturali tipici dei terreni carsici, che sono stati utilizzati per far scomparire i corpi di parte delle vittime delle stragi di italiani compiute nella Venezia Giulia nell'autunno del 1943 e nella primavera del 1945. Di solito però il termine viene usato nel suo significato simbolico, come sinonimo di quelle stragi.
Nel 1943 l'epicentro delle stragi è l'Istria, nel 1945 Trieste e Gorizia, in misura minore Pola e Fiume. In entrambi i casi il territorio è occupato dal movimento di liberazione jugoslavo o dalle autorità del nuovo stato comunista jugoslavo, responsabili delle violenze.
Sia nel 1943 che nel 1945 i partigiani jugoslavi estendono alla Venezia Giulia le pratiche di lotta già sperimentate nel corso della guerra di liberazione jugoslava, che è anche guerra civile e rivoluzione. Ovunque vengono creati i "poteri popolari" e si procede all'"epurazione dei nemici del popolo". Come tali vengono considerati quanti rappresentano i potere italiano: quadri del partito fascista, esponenti delle istituzioni, notabili, professionisti, figure eminenti delle comunità italiane, ma anche familiari dei ricercati e vittime di rancori personali.
In Istria, nel 1943 gli arrestati vengono concentrati in alcune località, sottoposti a giudizio sommario, in genere condannati a morte e poi fucilati collettivamente, spesso sull'orlo delle voragini. I corpi vengono precipitati nelle cavità naturali (foibe) o artificiali (miniere) oppure anche dispersi in mare. 
Nel 1945 l'elenco dei "nemici del popolo" si estende ancora, fino a comprendere sia chi ha collaborato con i tedeschi, sia gli esponenti dei comitati di liberazione italiani, che hanno combattuto contro i tedeschi ma sono contrari all'annessione della regione alla Jugoslavia, sia anche gli esponenti del movimento autonomista fiumano, antifascista e antiannessionista.
In tutta la Venezia Giulia gli arrestati sono più di 10.000. Alcuni vengono uccisi subito, altri inviati nei campi di prigionia, dove la mortalità è altissima. Alcune migliaia non fanno ritorno.

Per capirne un po' di più consigliamo la visita al Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata di Trieste

lunedì 23 aprile 2018

L'Italiano: una lingua come mezzo di integrazione e di libertà



racconto ispirato dal romanzo


In questa palazzina di Trieste non c'è niente che sta al posto giusto.

Siamo tutti immigrati e c'è solo un italiano: il signor Rosso, che è razzista. 
Il signor Rosso non va d'accordo con nessuno, ha una casa molto sporca, beve e fuma da mattina a sera.

Al primo piano abitano dei cinesi che lavorano in un ristorante e la loro casa è arredata con pezzi di riciclo del locale.
Il signor Rosso da poco ha perso i suoi gatti, non li trova più e quindi accusa i cinesi, perché pensa che loro li abbiano mangiati.

Ce l'ha raccontato Bocciolo di Rosa... Noi donne del palazzo stiamo diventando amiche, ci aiutiamo nelle cose di ogni giorno e abbiamo deciso di imparare l'italiano, quindi abbiamo fatto una colletta per pagare un'insegnante che ci aiuti: per integrarci dobbiamo conoscere la lingua del paese in cui abitiamo.

Da qualche giorno un problema ci accomuna tutti (noi stranieri e anche il Signor Rosso): il padrone del palazzo, il signor Zacchigna, è morto e gli eredi vogliono vendere lo stabile. Siamo tutti nei guai, dove andremo ad abitare?!

La storia continua... leggete il libro!

Jona Buoso, IIBL