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mercoledì 23 ottobre 2024

29 ottobre: Adotta un ricercatore



Martedì 29 ottobre, dalle 9.30 alle 12.30, gli alunni delle classi terze della Fogazzaro andranno a Padova per l'Open Day di "Adotta un ricercatore", proposto dalla Fondazione Città della Speranza.

Questo progetto ha lo scopo di avvicinare gli studenti di ogni ordine e grado al mondo della ricerca scientifica, creando un rapporto privilegiato tra alunni e ricercatori dell'Istituto di Ricerca Pediatrica.

Gli studenti, suddivisi in gruppi, saranno accompagnati dai ricercatori nella visita di vari stand tematici, parteciperanno inoltre ad attività pratiche di laboratorio. 

A conclusione della mattinata, verrà proposto loro un dibattito con i medici del Dipartimento Salute Donna e Bambino, per approfondire il tema della salute e dei sani stili di vita.

La scuola secondaria "Antonio Fogazzaro" ringrazia di cuore l'associazione DONARE PER DARE VITA, per aver dato questa grande opportunità agli studenti, grazie al progetto dedicato al loro amico Luigi Lazzaretto che colpito da una grave malattia ha deciso di donare il suo corpo alla ricerca medica per la lotta contro le leucemie.

Quello di Luigi è stato un grandissimo gesto d'amore e di generosità, ma anche un nostro piccolo gesto può aiutare la ricerca medica, con la speranza di far ritrovare il sorriso a chi è ammalato. 

Doniamo!

venerdì 29 marzo 2019

Visita d'istruzione al castello del Catajo e al giardino monumentale di Valsanzibio (in provincia di Padova)


Il 20 marzo 2019 noi, la classe IIAL, con la IIBL, con le professoresse Donadon e Penso e i professori Bazzo e Ferrazzo, siamo andati in visita d'istruzione al Castello del Catajo e al Giardino Monumentale di Valsanzibio. 
Siamo partiti con l'autobus alle 7:00, dal parcheggio della scuola e siamo arrivati al castello verso le 9:00.
Dopo esser arrivati tre guide, Giorgia, Elisa e Chiara ci hanno spiegato come si sarebbe svolta la visita: avremmo fatto una caccia al tesoro!


Ci siamo divisi in due squadre, noi contro la IIBL. Con un gioco abbiamo deciso i nostri nomi: noi eravamo "le aquile" e gli altri "i cavalli".


In ogni stanza del castello e nel parco c'erano delle pergamene da trovare (che solo il caposquadra poteva prendere), e in ognuna di esse c'era scritta la storia di una delle persone che ha vissuto nel castello, ad esempio nel giardino c'era la pergamena con la tragica vicenda di Barbara Querini, uccisa dal marito Tommaso Obizzi, mentre nell'ultima stanza del castello c'era la storia del suo fondatore, Pio Enea II.


Tra storie e giochi a squadre siamo arrivati alla fine della caccia al tesoro, e abbiamo scoperto la squadra vincitrice, giunti alla terrazza del castello.
Abbiamo vinto noi! Le guide ci hanno consegnato "la pergamena dei vincitori" e delle caramelle, che abbiamo condiviso con la IIBL.

Verso le 13:30 siamo partiti per andare al Giardino Monumentale di Valsanzibio.
Siamo arrivati alle 14:00. Abbiamo depositato i nostri zaini e abbiamo iniziato la visita.
Questo giardino è stato fatto costruire dal nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo, per ringraziare Dio, perché aveva salvato lui e la sua famiglia dalla peste.



Il giardino è un viaggio allegorico verso la purificazione, partendo dall'errore e dal peccato, si arriva alla verità e alla pace con se stessi.


E' un parco con delle aiuole molto belle e curate, con animali, con piante molto antiche (come ad esempio una sequoia di trecentottanta anni), con delle statue che rappresentano gli dei, fontane e scherzi d'acqua.
All'interno del giardino c'è anche un labirinto con sette trabocchetti, che rappresentano i sette vizi capitali.

Alla fine della visita si arriva ad una piazza, davanti a una villa, che ha una dislivello di sette scalini.
Sugli scalini sono scritti dei versi. Il significato di questa poesia è che il tuo viaggio è finito, ora ti sei purificato, ti puoi riposare nella tranquillità e nella pace, di cui fai parte.
Dopo aver finito il nostro "viaggio" di purificazione, abbiamo comprato qualche souvenir e siamo partiti per rientrare.
Siamo arrivati a scuola alle 17.30.


Questa visita mi è piaciuta molto, perché, nel castello, storia e divertimento si sono intrecciati e le guide erano molto simpatiche.
La visita al giardino di Valsanzibio, per me, è stata indimenticabile: eravamo all'aria aperta in questo parco stupendo. A me è piaciuto particolarmente il giardino anche perché mi appassiona tanto la mitologia e la guida ci ha raccontato un sacco di storie sugli dei.

Irene Dal Tin IIAL

sabato 10 marzo 2018

9.03 Visita d'istruzione a Padova: III tappa PALAZZO DELLA RAGIONE (in Piazza delle Erbe)



Il soffitto ricorda la chiglia di una grande nave.
L'architetto, Giovanni degli Eremitani, era infatti un veneziano specializzato nella progettazione di navi.
Il Palazzo della Ragione è stato il posto più importante della città per secoli, sede dei tribunali, degli affari e della politica della città.
Un continuo andirivieni di persone discutevano, facevano affari, stipulavano contratti o scambiavano due chiacchiere, mentre nello stesso spazio si svolgevano i processi.
Le pene, che venivano inflitte, andavano scontate subito, spesso addirittura lì dentro, in modo che i condannati subissero anche la vergogna di essere visti.


Di questo parlano i 2000 metri quadrati di affreschi che lo decorano... e siccome tutto quel che succede capita sotto i cielo, negli affreschi c'è anche lui, cioè il cielo come lo immaginavano e interpretavano gli uomini di allora, con i 12 segni dello Zodiaco, corrispondenti ai mesi dell'anno, con i lavori dei campi che si facevano in quei mesi, dalla semina alla macellazione degli animali, al raccolto.
Negli affreschi ci sono anche i pianeti, gli apostoli, la Madonna e i simboli dei tanto temuti tribunali, identificati con animali per permettere anche agli analfabeti di trovarli.




9.03 Visita d'istruzione a Padova: II tappa IL SANTO



E' una delle più grandi chiese al mondo ed è visitata annualmente da moltissimi pellegrini.
In essa sono custodite le reliquie di Sant'Antonio da Padova e la sua tomba.



La piazza del Santo ospita il monumento equestre al Gattamelata di Donatello.
Quest'ultimo realizzò anche le sculture bronzee (crocifisso, statue e formelle) oggi collocate sull'altare maggiore.

9.03 Visita d'istruzione a Padova: I tappa CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI



Vicino alla Chiesa degli Eremitani si trova la famosissima Cappella degli Scrovegni, un capolavoro della pittura conosciuto in tutto il mondo.
Da fuori è semplice e senza nessun segno particolare ma, una volta entrati, tutto cambia: ci sono colori brillanti, storie che scorrono su tutte le pareti e sulla volta c'è un meraviglioso cielo stellato, di un azzurro così intenso e luminoso che quasi abbaglia gli occhi.


Il famoso pittore Giotto dipinse la cappella ispirandosi alle storie dei Vangeli e ci impiegò 2 anni. In mezzo a tutte queste figure e colori, nel Giudizio Universale, si vedono i diavoli che castigano i peccatori, creature mostruose, omini che sembrano volare, fiumi di fuoco che ricordano l'Inferno di Dante.


Si possono anche ammirare i buffi cammelli che accompagnano i re magi alla capanna di Gesù Bambino.
Però la cosa più sorprendente di questa scena è rappresentata sopra la capanna di Gesù Bambino: una palla di fuoco con una lunga coda brillante.
E' la bella cometa, che nessuno prima di Giotto aveva mai rappresentato come stella dei magi.
E' la cometa di Betlemme, quella che tanti mettono nel presepe. Davvero molto bella, anche se ormai sappiamo che è un'invenzione di Giotto, che mentre dipingeva la cappella rimase impressionato dal passaggio in cielo della famosa cometa di Halley, che si fa vedere solo ogni 70 anni. La volle subito dipingere, mettendola addirittura sopra Gesù. Questa invenzione piacque talmente tanto che dopo qualche anno tutti la copiarono, fino a che la rappresentazione della cometa di Natale divenne per sempre questa. Ma quel che guidò i re magi per 900 chilometri almeno, dalla Persia fino alla capanna di Betlemme, non fu una cometa ma un altro segno del cielo, che solo loro capirono nel modo giusto.



giovedì 8 marzo 2018

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (- 1 giorno alla visita d'istruzione a Padova)



Elena Cornaro Piscopia fu la prima donna a laurearsi in filosofia nel 1678 all’Università di Padova.
Fu un esempio per molte donne visto che nel Seicento le donne avevano pochi diritti.
Il nonno materno del padre di Elena, Giacomo Alvise Cornaro era un importante scienziato ed era amico di Galileo Galilei, e suo padre Girolamo aveva allestito una grande biblioteca, ricchissima di strumenti scientifici. Quando il padre di Elena si accorse delle grandi doti della figlia ne favorì la crescita culturale. Elena voleva studiare teologia, ma non le venne concesso dalla Chiesa, così scelse filosofia.


Abbiamo deciso di postare questa nostra piccola ricerca proprio oggi perché oggi è la Giornata Internazionale della Donna: celebrazione che ricorda le discriminazioni, le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in varie parti del mondo, ma anche le grandi conquiste politiche e sociali, come quella di Elena.

AUGURI A TUTTE LE DONNE!




mercoledì 7 marzo 2018

Il Bo (- 2 giorni alla visita d'istruzione a Padova)



Le tracce di Galileo a Padova sono un po' dappertutto perchè qui visse e insegnò dal 1592 al 1610 per 18 anni.
Al Bo sede dell'Università, c'è ancora la cattedra da cui Galileo teneva le sue lezioni.
L'Università è conosciuta come Bo perchè, nella zona, prima c'era un mercato di buoi, ed è anche per questo che il curioso simbolo dell'università è un cranio di bue.
Per il Bo sono passati altri studenti famosi come, ad esempio, l'astronomo polacco Copernico, che nella sua teoria "mise" il sole al centro dell'universo.
Qui si è laureata la prima donna al mondo: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.

Classi II della Fogazzaro

martedì 6 marzo 2018

Galileo Galilei (- 3 giorni alla visita d'istruzione a Padova)



Le invenzioni di Galileo

Era la terza volta che si alzava dal letto quella notte.
"Ancora una volta ho mangiato troppo, maledizione, e ora non riesco a dormire". Ma non era solo quello che lo rendeva così inquieto. Era quello che aveva visto con un aggeggio che andava perfezionando da un po': "il tubo" di un occhialaio olandese con cui si vedevano vicine le cose lontane. Pensava di venderlo alla Marina Veneziana: poteva essere un bel colpo, utilissimo per vedere le navi dei pirati dalmati che assalivano le navi della Repubblica Serenissima, prima di essere visti e così poter scappare. Ma quello che Galileo aveva visto alzando il cannocchiale al cielo lo aveva turbato a fondo e aveva acceso la sua curiosità. Aveva visto, 8 volte più grande che a occhio nudo, la Luna su cui c'erano montagne e ombre, crateri, deserti. Altro che corpo perfetto come si credeva! E quelle piccole stelle che aveva visto la prima volta il 7 gennaio 1610 vicino a Giove. Prima tre, poi due e poi quattro, tutto in 7 giorni. E non stavano fisse ma seguivano Giove: cos'erano? E come poteva accadere se, come si credeva, era la Terra al centro dell'Universo e le stelle giravano intorno? No, non poteva dirlo, nessuno gli avrebbe creduto. Era quasi l'alba del 16 gennaio 1610 quando smise di rimuginare. "Proprio io che insegno che quel che vale è l'evidenza delle esperienze che possiamo fare e rifare non posso stare zitto. Devo dire tutto e al diavolo se nessuno mi crederà".
Ritrovata la calma, Galileo prese carta e penna e iniziò a scrivere il Sidereus Nuncius (L'avviso astronomico), un libro in cui c'era tutto quello che aveva visto: da quel momento, quello che l'uomo pensava del cielo cambiò per sempre.



lunedì 5 marzo 2018

La città dei "4 senza" (- 4 giorni alla visita d'istruzione a Padova)


Caffè Pedrocchi


Padova viene definita la città dei "4 senza" perché
  • la Basilica di Sant'Antonio è talmente famosa da essere conosciuta solo come "il Santo", senza nome;
  • il grande cavallo ligneo di Donatello a Palazzo della Ragione è senza cavaliere;
  • il Caffè Pedrocchi, uno dei simboli della città, luogo di incontro per intellettuali e artisti, è stato definito "senza porte" perché dal 1831 al 1916 era aperto giorno e notte;
  • Prato della Valle non è un giardino, ma è una piazza, quindi viene definito senza erba, anche se in realtà c'è dell'erba, ma non quanta ci si aspetterebbe se fosse un prato.
Prato della Valle


Apriamo il tour di preparazione alla nostra visita d'istruzione proprio con Prato della Valle.

Prato della Valle è la piazza più grande d'Europa: ci si potrebbero costruire dentro addirittura 8 campi da calcio.
Ha 4 ponti che portano a una specie di isola con un canaletto di acqua intorno, una bella fontana che zampilla al centro e, lungo i bordi del canale, tante statue.
Per essere proprio precisi, le statue intorno a Prato della Valle sono 78 e rappresentano personaggi importanti che nei secoli passati hanno avuto a che fare con Padova, come Antenore, il leggendario fondatore della città, il celebre pittore Andrea Mantegna, il famoso poeta Torquato Tasso e molti altri ancora.
Tra questi personaggi quello che guarda in alto, verso il cielo, è il grande scienziato Galileo Galilei.

Classi II della Fogazzaro

venerdì 22 aprile 2016

Tutti al castello...di Bevilacqua



Giovedì 14 Aprile, noi, ragazzi della prima media della Fogazzaro, siamo andati a visitare il castello Bevilacqua, perché proprio in questo periodo stiamo studiando i castelli in Storia.
Ci hanno accompagnato le professoresse Brussolo, Moro e Donadon.
Arrivati a castello ci siamo divisi in due gruppi: un gruppo è andato a visitare il castello, l'altro ha fatto n laboratorio di scrittura gotica. Avevamo a disposizione un alfabeto di riferimento, un pennino e  dell'inchiostro. Ognuno di noi ha compilato, scrivendo in gotico, un proprio diploma di amanuense e realizzato un segnalibro. E' stata una bella attività, anche se a dir la verità è stata anche molto faticosa: avevamo paura di sbagliare e rovinare il foglio!
Il castello è davvero bellissimo, molte sale vengono anche utilizzate per matrimoni. Dell'arredo mi sono piaciuti soprattutto i lampadari, in stile Ca'Rezzonico di Murano.
Dopo aver fatto la visita abbiamo creato un portamonete medievale di cuoio, facendo passare dei nastri tra i fori su una sagoma di cuoio che le animatrici avevano precedentemente preparato: questo laboratorio è stato divertente e abbastanza facile.
Non altrettanto facile è stato il tiro con l'arco: avevamo tre frecce per poter far centro sul paglione...
Dopo aver pranzato e giocato, abbiamo visitato, tutti insieme la sala delle torture...davvero spaventose.
Questa visita ci è davvero piaciuta!

Botosso Chiara IA