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giovedì 8 marzo 2018

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (- 1 giorno alla visita d'istruzione a Padova)



Elena Cornaro Piscopia fu la prima donna a laurearsi in filosofia nel 1678 all’Università di Padova.
Fu un esempio per molte donne visto che nel Seicento le donne avevano pochi diritti.
Il nonno materno del padre di Elena, Giacomo Alvise Cornaro era un importante scienziato ed era amico di Galileo Galilei, e suo padre Girolamo aveva allestito una grande biblioteca, ricchissima di strumenti scientifici. Quando il padre di Elena si accorse delle grandi doti della figlia ne favorì la crescita culturale. Elena voleva studiare teologia, ma non le venne concesso dalla Chiesa, così scelse filosofia.


Abbiamo deciso di postare questa nostra piccola ricerca proprio oggi perché oggi è la Giornata Internazionale della Donna: celebrazione che ricorda le discriminazioni, le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in varie parti del mondo, ma anche le grandi conquiste politiche e sociali, come quella di Elena.

AUGURI A TUTTE LE DONNE!




mercoledì 7 marzo 2018

Il Bo (- 2 giorni alla visita d'istruzione a Padova)



Le tracce di Galileo a Padova sono un po' dappertutto perchè qui visse e insegnò dal 1592 al 1610 per 18 anni.
Al Bo sede dell'Università, c'è ancora la cattedra da cui Galileo teneva le sue lezioni.
L'Università è conosciuta come Bo perchè, nella zona, prima c'era un mercato di buoi, ed è anche per questo che il curioso simbolo dell'università è un cranio di bue.
Per il Bo sono passati altri studenti famosi come, ad esempio, l'astronomo polacco Copernico, che nella sua teoria "mise" il sole al centro dell'universo.
Qui si è laureata la prima donna al mondo: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.

Classi II della Fogazzaro

martedì 6 marzo 2018

Galileo Galilei (- 3 giorni alla visita d'istruzione a Padova)



Le invenzioni di Galileo

Era la terza volta che si alzava dal letto quella notte.
"Ancora una volta ho mangiato troppo, maledizione, e ora non riesco a dormire". Ma non era solo quello che lo rendeva così inquieto. Era quello che aveva visto con un aggeggio che andava perfezionando da un po': "il tubo" di un occhialaio olandese con cui si vedevano vicine le cose lontane. Pensava di venderlo alla Marina Veneziana: poteva essere un bel colpo, utilissimo per vedere le navi dei pirati dalmati che assalivano le navi della Repubblica Serenissima, prima di essere visti e così poter scappare. Ma quello che Galileo aveva visto alzando il cannocchiale al cielo lo aveva turbato a fondo e aveva acceso la sua curiosità. Aveva visto, 8 volte più grande che a occhio nudo, la Luna su cui c'erano montagne e ombre, crateri, deserti. Altro che corpo perfetto come si credeva! E quelle piccole stelle che aveva visto la prima volta il 7 gennaio 1610 vicino a Giove. Prima tre, poi due e poi quattro, tutto in 7 giorni. E non stavano fisse ma seguivano Giove: cos'erano? E come poteva accadere se, come si credeva, era la Terra al centro dell'Universo e le stelle giravano intorno? No, non poteva dirlo, nessuno gli avrebbe creduto. Era quasi l'alba del 16 gennaio 1610 quando smise di rimuginare. "Proprio io che insegno che quel che vale è l'evidenza delle esperienze che possiamo fare e rifare non posso stare zitto. Devo dire tutto e al diavolo se nessuno mi crederà".
Ritrovata la calma, Galileo prese carta e penna e iniziò a scrivere il Sidereus Nuncius (L'avviso astronomico), un libro in cui c'era tutto quello che aveva visto: da quel momento, quello che l'uomo pensava del cielo cambiò per sempre.