mercoledì 16 gennaio 2019

Rosa Parks (1913-2005): "Vorrei essere ricordata come una persona che voleva essere libera... perché anche altri potessero essere liberi."


Una volta la città di Montgomery, in Alabama, era una città segregata. Le persone nere e le persone bianche frequentavano scuole diverse, pregavano in chiese diverse, facevano la spesa in negozi diversi, usavano ascensori diversi e bevevano perfino da fontanelle pubbliche diverse. Tutti viaggiavano negli stessi autobus, però dovevano sedersi in settori diversi: i bianchi davanti, i neri dietro. Rosa Parks era cresciuta in questo mondo in bianco e nero. 
Per i neri era difficile, e molti erano tristi e arrabbiai a causa della segregazione, ma se protestavano venivano messi in prigione.
Un giorno Rosa, che allora aveva quarantadue anni, prese l’autobus per tornare a casa dopo il lavoro e si sedette dietro. L’autobus era molto pieno e non c’erano abbastanza posti davanti (nel settore riservato ai bianchi), così l’autista disse a Rosa di alzarsi e cedere il posto a un bianco.
Rosa disse no.
Passò la notte in prigione, ma questo atto di coraggio dimostrò alla gente che era possibile dire no all'ingiustizia.
Gli amici di Rosa organizzarono un boicottaggio. Chiesero a ogni persona nera della città di non prendere gli autobus di Montgomery finché le cose non fossero cambiate. Il passaparola fu rapido ed efficace. Il boicottaggio durò 381 giorni. Finì quando la segregazione negli autobus fu dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Ci vollero dieci anni perché la segregazione fosse bandita in tutti gli altri stati, ma alla fine accadde, grazie al primo, coraggioso “No” di Rosa.

biografia tratta da Storie della buonanotte per bambine ribelli di Elena Favilli e Francesca Cavallo

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