sabato 25 marzo 2023

Tutta colpa delle carote!

E'  passato un po’ di tempo da quel giorno, ma ancora lo ricordo come fosse ieri!

Non sono una persona a cui piace mettersi in mostra ma quel giorno a scuola durante la pausa pranzo, in mensa, successe qualcosa che cambiò la mia reputazione per un bel po’.

Era il giorno di rientro, e come sempre, uscita dalla classe, mi sono avviata a passo veloce con i miei amici verso la mensa per sederci al nostro solito tavolo. 

Eravamo in sei: io, la mia migliore amica e altri miei compagni più fidati.

Come al solito abbiamo preso il vassoio e tra sgambetti, spinte e corsette ci siamo messi tutti in fila. 

Il menù di quel giorno era: pasta in bianco (che successivamente venne ricoperta da una montagna di formaggio grana che “Everest” scansati proprio) poi fesa di tacchino e carote tagliate a bastoncino (maledette carote!). 

La mia dentatura, allora, non era tra le migliori, mi mancavano i denti davanti e non so perchè ma quel giorno mi inventai di fare una cosa che era meglio non facessi: con le mani presi alcuni bastoncini di carota e iniziai, senza dare troppo nell’occhio, ad infilarmeli tra le fessure dei denti mancanti.  Quando fui sicura che non cadessero mi girai verso la mia migliore amica, la chiamai colpendole la spalla con un dito e quando lei si voltò verso di me le sorrisi con "la mia nuova dentatura", facendo uno strano verso, tipo “ghigno malefico”. Lei mi guardò dapprima seria, poi esplose improvvisamente in una simpatica e forte risata che fece girare tutti verso il nostro tavolo; pure io, che mi ero già dimenticata delle mie condizioni, mi girai verso gli altri ridendo e mostrando i miei denti di carota. 

Diventai così la protagonista di una situazione a dir poco imbarazzante. 

La mia faccia divertita, quando realizzai che il motivo del loro divertimento ero io, si trasformò in una faccia da funerale.  Le carote iniziarono a cadere una ad una, mi rimisi seduta composta e feci finta di niente fissando il piatto e sentendo le orecchie bruciare per l’imbarazzo. 

I miei amici invece di “consolarmi” continuarono a ridere e a prendermi in giro.

Da quel giorno per un bel po’ di tempo tutta la scuola mi conosceva come “il tricheco dai denti arancioni” e da lì non mangiai né toccai più carote in mensa. Ancora oggi ripensando a quel giorno mi sento in imbarazzo.

Anonima 

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