mercoledì 20 gennaio 2016

Goal!



Umberto Saba scrisse diverse poesie dedicate al calcio, di cui la più famosa è sicuramente "Goal" del 1933. Originario di Trieste, Saba amava moltissimo la squadra della sua città: la Triestina. 

In questa poesia Saba opera come se fosse un regista televisivo che in momenti diversi fotografa le tre realtà sul campo di calcio nel momento del goal.

Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Il compagno in ginocchio che l'induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.


Questa prima strofa descrive il momento subito dopo il goal. "La telecamera" si sofferma sul portiere battuto, vanamente consolato dal compagno. Il primo piano è sulle lacrime del portiere, e la sua sofferenza è sottolineata dalla sinestesia, che è nel contempo un ossimoro "amara luce".


La folla-unita ebbrezza-par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l'odio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.


Questa volta l'occhio del poeta si rivolge all'entusiasmo dei tifosi, che sono "diventati", attraverso una metafora, un liquido che par trabocchi, ebbri di gioia.

Saba poi rivolge il suo sguardo all'abbraccio dei compagni al giocatore che ha segnato, alla bellezza del calcio, al senso di festa e di appartenenza. Il poeta conclude la sestina con un'iperbole, un'esagerazione (Pochi momenti come questo belli,/a quanti l'odio consuma e l'amore,/è dato, sotto il cielo, di vedere).

Presso la rete inviolata il portiere
l'altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano .
Della festa – egli dice – anch'io son parte.


Lo sguardo è dedicato al portiere della squadra che ha segnato, colto nella sua felicità, contrapposta al dolore dell'altro portiere. Lui è lontano dall'azione vincente, eppure il suo spirito è molto vicino e gioisce. Questa felicità è ben resa dalla personificazione della gioia, che fa una capriola.


Stoppa Nicolò, Timis Claudio, Padovese Sofia, Biasia Alex (IIIB)

Nessun commento:

Posta un commento