domenica 26 novembre 2017

Alfonsina Strada (1891 - 1959): "Nessuno può fermare la mia bicicletta."



C'era una volta una bambina che era velocissima sulla sua bicicletta. Quando passava lei, era come veder passare un lampo. "Non andare così forte, Alfonsina!" le gridavano i suoi genitori. Troppo tardi: era già sparita.
Quando la bambina diventò grande e si sposò, i suoi sperarono che finalmente avrebbe abbandonato l'idea folle di diventare una ciclista. Invece, il giorno delle nozze, suo marito le fece un dono: una bici da corsa nuova di zecca. I due si trasferirono a Milano, e Alfonsina cominciò ad allenarsi come una professionista.
Era così veloce e così forte, che alcuni anni dopo si iscrisse al Giro d'Italia, una delle corse più dure del mondo. Nessun'altra donna ci aveva mai provato. "Non ce la farà mai " diceva la gente. Ma nessuno poteva fermare Alfonsina.
La corsa era lunga e molto faticosa, con dodici tappe in un giorno ciascuna, e si inerpicava per alcune delle strade di montagna più ripide d'Europa. Dei novanta ciclisti alla partenza, solo trenta tagliarono il traguardo: Alfonsina era una di loro. Fu accolta come un'eroina.
L'anno seguente, tuttavia, le fu proibito di partecipare. "Il Giro d'Italia è una corsa per soli uomini" dichiararono gli organizzatori. Ma neanche questo la fermò.
Continuò a correre e stabilì un record di velocità che rimase insuperato per ventisei anni, nonostante la sua bicicletta pesasse venti chili e avesse un'unica marcia!
Oggi il ciclismo femminile è uno sport molto popolare ed è perfino diventato disciplina olimpica. Alfonsina sarebbe felice di sapere che le cose sono cambiate molto da quando era bambina.

biografia tratta da "Storie della buonanotte  per bambine ribelli" di Elena Favilli e Francesca Cavallo scelta da Angela Lucchetta IIBL

Per approfondire Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada di Paolo Facchinetti

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