mercoledì 3 aprile 2019

Racconto autobiografico: la mia prima cotta





Beh, prima poi accade a tutti quella sensazione strana in cui ti batte il cuore incontrollabilmente, arrossisci e tutto ciò che ti sembrava sbagliato ora diventa perfettamente perfetto quando incontri una determinata persona. Insomma, la prima cotta.
La mia prima e vera cotta l’ho avuta nell'estate tra la seconda e la terza media durante un camp d’inglese. Prima d’allora lo conoscevo solo di vista o per lo più me lo ricordavo soltanto com'era all'asilo.
Il primo giorno, arrivata a scuola insieme alla mia amica, appena l’ho visto ho pensato fra me e me: “Uhh, ma quanto è carino questo; non me lo ricordavo così”. Durante la giornata abbiamo cominciato a parlare, fino a quel punto era tutto ok, o -meglio- non avevo alcun problema a parlare e a stare con lui. Insomma per me era carino ma lo vedevo semplicemente come un amico.
Nei giorni seguenti la storia si è complicata un po’: insomma tra di noi c’era un po’ d’imbarazzo, veramente non riuscivo più a parlare a dire una sola parola in sua presenza per paura di sbagliare. Credetemi, è una cosa molto strana da parte mia considerando il fatto che non so mai stare zitta, inoltre per la prima volta avevo le farfalle nello stomaco, ma non ero poi così sicura che mi piacesse. 
Poi i miei amici mi hanno fatto notare che lui con me era diverso che con le altre ragazze: era più gentile, carino e anche lui si limitava a dire le solite cose per paura di sbagliare. Inoltre mi hanno confermato che gli piacevo e che anche io mi comportavo in un modo completamente differente dal mio solito dimostrando che provavo qualcosa per lui. Mi sembrava tutto così strano: insomma, fino a due giorni prima manco ci calcolavamo, sono bastati pochi giorni e ci siamo follemente innamorati l’una dell’altro? Capite anche voi che c’era qualcosa che non andava, la mia testa in quei giorni pensava a tantissime cose l’una dopo l’altra senza un filo logico, ma solamente un parola continuava a rimanermi impressa credo che abbiate capito a che parola mi riferisco: …… eh, volevate sapere come si chiama? E invece no, mi dispiace.
Ormai avevo la conferma su tutto: mi ero INNAMORATA di lui, ogni suo difetto ora era semplicemente una cosa fantastica, veramente lo vedevo perfetto in ogni cosa anche se ero consapevole del fatto che la perfezione non esiste, ma in quel momento non me ne importava.
Da quando lo capii il mondo appariva meraviglioso, per la prima volta io ero nel posto giusto al momento giusto con la persona che desideravo di più. L’unica cosa che volevo era stare con lui, perché mi faceva stare bene e a mio agio. 
La ciliegina sulla torta accade il 13 luglio mentre ero a mangiare una pizza con una mia amica, ci stavamo scrivendo ed ad un certo punto mi squilla il telefono. Era proprio lui, in quella frazione di secondo prima che gli rispondessi speravo che mi dicesse quella frase che ogni teen spera di sentirsi dire dal ragazzo che le piace. E fu proprio così. Lascio a voi immaginare la frase e la mia reazione. Dico solo che mi sono messa ad urlare e a saltare in mezzo al ristorante dalla gioia; ripensandoci adesso voglio solo sprofondare dall'imbarazzo. 
Devo dire che questa esperienza è stata molto bella e diversa dalle altre perché per la prima volta avevo capito cosa significasse avere le farfalle nello stomaco a causa di un ragazzo. Anche se alla fine la nostra storia non si è conclusa nel migliore dei modi -forse anche per il fatto che ci conoscevamo appena- mi rimane un bel ricordo che spero di non perdere e che sicuramente mi ha fatto ragionare e maturare. 

anonima05

Nessun commento:

Posta un commento