martedì 16 febbraio 2016

Romano Pascutto: 'st'acqua


'ST'ACQUA
Gera squasi scuro e sora 'st'acqua
passava i barconi carghi de strame
che i omeni tirava gobi da la riva
come se i se tirasse drio la bara.
Cossa resta de tanta fadiga granda,
tante lagreme e besteme fracade zò
par companasego co poenta amara?
Un fià de luna zala apena speciada
e po', varda, po' gnanca pi' quela
parchè, rufiana, sparisse anca ela.
Romano Pascutto (da l'acqua, la piera, la tera)


QUEST'ACQUA
Era quasi buio e sopra quest'acqua passavano i barconi carichi di strame che gli uomini tiravano gobbi dalla riva come se si trascinassero dietro la bara. Che cosa resta di tanta fatica, tante lacrime e bestemmie ingoiate per companatico con la polenta amara? Un po' di luna gialla appena specchiata e poi, guarda, poi nemmeno quella perchè, ruffiana, sparisce anche lei.



Questa poesia ci ha tanto colpito, perché parla del fiume che scorre vicino alla nostra scuola.
Giro Giacomo, Lorenzo Salgarella (IA)

Romano Pascutto è riuscito, in pochi versi, a raccontare la vita di queste persone che si guadagnavano da vivere  con il Livenza.
Marsonetto Chiara e Zlotea Nicoleta (IA)

Questa poesia parla del nostro paese, quando era povero e gli uomini facevano lavori duri, come tirare i barconi verso riva, senza avere un'adeguata ricompensa. L'unica felicità era lo spettacolo del riflesso della luna sull'acqua, ma anche quello poi spariva.
Sabrina Lazzarin, Daniele Zanutto, Chiara Bottosso (IA)

Nonostante il tema molto serio, la poesia ci è risultata simpatica per l'uso del dialetto e per il fatto di aver dato della caratteristiche umane alla luna, che viene definita "ruffiana".
Giulia Buoso, Alessia Zago (IA)

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