lunedì 23 settembre 2019

Tahar Ben Jelloun: “Siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Imparare a vivere insieme è lottare contro il razzismo.”


È uno scrittore, poeta e saggista marocchino nato a Fes il I dicembre del 1944 da una famiglia benestante di etnia berbera. Si trasferisce a Tangeri, dove frequenta il liceo francese, e poi a Rabat. Qui si iscrive all'università laureandosi in filosofia.
Intorno ai primi anni ’60 Ben Jelloun inizia la sua carriera di scrittore partecipando attivamente alla stesura della rivista Souffles che è diventata uno dei movimenti letterari più importanti del Nord-Africa.
In patria, ha svolto per diversi anni il ruolo di docente di filosofia, ma a causa dell’arabizzazione dell’insegnamento (e non essendo abilitato alla pedagogia in lingua araba), nel 1971 emigra a Parigi, e tre anni dopo consegue un dottorato in psichiatria sociale. Nel frattempo ha continuato a scrivere, sempre in francese, collaborando col quotidiano Le Monde.
Ben Jelloun è noto soprattutto per i suoi scritti sull'immigrazione e il razzismo, in particolare per Il razzismo spiegato a mia figlia.

IIIAL

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