sabato 9 febbraio 2019

Iqbal Masih (1983-1995): “nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”


IL SUO INIZIO

Iqbal Masih nacque nel 1983 a Murdike, in Pakistan, in una famiglia molto povera. A 5 anni fu ceduto da suo padre ad un fabbricante di tappeti perché doveva saldare un debito, quindi fu costretto a lavorare molte ore al giorno incatenato al telaio e sotto nutrito.
Nel 1992 riuscì a scappare e partecipò ad una manifestazione insieme ad altri bambini.

LA RIBELLIONE

Quando ritornò in fabbrica, si rifiutò di lavorare anche se il padrone aveva aumentato il salario e la dose di cibo giornaliera. La famiglia dovette abbandonare il villaggio a causa delle minacce, Iqbal fu ospitato in un villaggio in cui ricominciò a studiare.
Anche se aveva iniziato a mangiare e a prendersi cura della sua persona, le sue condizioni vitali rimasero comunque precarie: all'età di 10 anni aveva la struttura fisica di un bambino di 6.

LA SUA VOCE NEL MONDO

Dal 1993, Iqbal, iniziò a farsi conoscere viaggiando e partecipando a conferenze internazionali per sensibilizzare sempre più persone riguardo i diritti negati ai bambini in Pakistan.
Nel dicembre del 1994 si recò a Boston per ricevere un premio ottenuto partecipando a una campagna di boicottaggio dei tappeti pakistani, consistente in 15mila dollari che devolse per finanziare una scuola pakistana.
Nello stesso periodo in una conferenza a Stoccolma dichiarò:
“Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.” Dopo di ciò ricevette anche una borsa di studio ma la rifiutò perché voleva rimanere in Pakistan per portare avanti la sua campagna.
Nel 1995 a Lahore, partecipò a una conferenza contro la schiavitù dei bambini, in seguito il governo pakistano iniziò a chiudere decine di fabbriche di tappeti, salvando circa 3mila piccoli schiavi dalla loro condizione.
“Da grande” diceva Iqbal “voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo”.

LA SUA MORTE

Non ne ha avuto il tempo perché il 16 aprile 1995, alla giovane età di 12 anni, fu assassinato.
La sua famiglia era cristiana, così nel giorno di Pasqua andarono in chiesa per partecipare alla messa. Gli avvenimenti sono molto confusi e imprecisi, però le testimonianze date dai cugini riferiscono che nel tardo pomeriggio si allontanò con loro in bicicletta perché perse l'autobus che doveva portarlo alla capitale.
A seguito della deposizione data dai cugini, dove uno di loro rimase ferito nella sparatoria in cui Iqbal fu ucciso, secondo un rapporto della polizia l'assassino era un lavoratore agricolo che in precedenza aveva avuto una lite con Iqbal. Molti invece attribuirono la causa della sua morte alla “mafia dei tappeti”, ancora oggi rimangono diversi dubbi sull'accaduto.

IL LASCITO

A seguito della sua morte ci fu maggior attenzione verso lo sfruttamento e il lavoro minorile.
Nel 2000, inoltre, fu il primo a ricevere il “World's Children's Prize”.

RICONOSCIMENTI

Molti edifici sono stati dedicati al bambino più coraggioso di tutti, il bambino che salvò molti minori dallo sfruttamento in molti paesi del mondo.
A questo ragazzo vennero dedicate molte scuole, parchi ed edifici vari tra cui il parco “Iqbal Masih” di via Buozzi proprio qui a S.Stino di Livenza inaugurato nell'ormai lontano 2006 con un concorso di nome “Chi non è come te”, un concorso che aveva avuto come partecipanti tutte le scuole del comune di S.Stino di Livenza.

Ricerca a cura  della IIIC 

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