venerdì 1 febbraio 2019

Martin Luther King Jr. (1929-1968): “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.”


Biografia
Martin Luther King nasce il 15 gennaio 1929 ad Atlanta in Georgia, uno Stato degli USA. 
I suoi antenati erano schiavi deportati in America. 
Fin da bambino, si trova a vivere in una società razzista. 

La società americana
A soli 5 anni, sperimenta sulla sua pelle una società ancora impregnata di razzismo. La madre di un amico di Martin, gli impedisce di giocare con lui “perché nero”. 
Quando ha 8 anni, la sua cantante preferite, Bessie Smith, muore dissanguata, dopo essere stata ferita, perché rifiutata da ospedali bianchi. 

Gli studi
Studia giurisprudenza nel Morehouse College di Atlanta (università per sole persone di colore).
Dopo qualche anno diventa pastore protestante e studia teologia. 
Nel 1952, a soli 22 anni, tiene la sua prima predicazione nella chiesa battista di Atlanta.
Nel 1953 si laurea a Boston e si sposa con Coretta Scott.   

L'esempio di Gandhi
Negli anni degli studi, conosce la figura di Gandhi e ne rimane affascinato, soprattutto dei principi della lotta non-violenta. 

Inizia la protesta
Nel 1954 si trasferisce con la moglie a Montgomery in Alabama. 
Proprio qui il 10 dicembre 1955 scocca la scintilla della protesta. Un’impiegata di colore, Rosa Parks, si rifiuta di cedere il suo posto in autobus ad alcuni viaggiatori bianchi. Per questo viene arrestata e portata in carcere. La notizia si diffonde rapidamente, gli esponenti e i pastori della comunità nera si riuniscono e propongono ai neri di non prendere più gli autobus. Martin Luther King è eletto capo del movimento. 
La protesta dura 382 giorni e il movimento ottiene la sua prima vittoria: l’abolizione della segregazione sui mezzi pubblici di trasporto.
La reazione dei bianchi è però violenta: Martin viene minacciato e arrestato. 
Il 30 giugno 1955 la sua casa viene distrutta da un attentato dinamitardo: la moglie e la figlia restano illese per miracolo.
Martin non si arrende, partecipa a manifestazioni e raduni per i diritti e viene più volte arrestato.   
La protesta si estende  
17 maggio 1957: a Washington per il pieno diritto di voto alle persone di colore. 
Martin continua a proporre il metodo della non violenza. 
Nel 1963 la protesta non violenta dilaga ormai in 800 città. Viene dichiarata illegale la segregazione nei negozi e nei luoghi pubblici e decreta l’assunzione al lavoro per bianchi e eri su basi egualitarie. 

I have a dream
28 agosto 1963: 250mila persone arrivano a Washington per chiedere l’approvazione della parità sui diritti civili per bianchi e neri. Le telecamere inquadrano una marea di bianchi e neri che cantano e pregano intorno al monumento di Lincoln. 
Qui Martin Luther King pronuncia il suo discorso più famoso ricordato come I have a dream. 

Il Nobel e la morte
Il 10 febbraio 1964 viene approvata la legge per i diritti civili. 
Nello stesso anno Martin Luther King riceve il Premio Nobel per la pace. 
La sua battaglia continua: organizza marce spettacolari in molte città degli Stati Uniti, come quella di Selma.  
Il 4 aprile 1968 Martin Luther King è assassinato mentre si trova in una terrazza dell’Hotel Lorraine per una riunione con gli altri leader del movimento per i diritti delle persone di colore. Aveva solo 39 anni.
Ma grazie al suo esempio le persone di colore sono riuscite ad ottenere i diritti civili. Attualmente il Presidente degli USA è afroamericano. Martin Luther King con il suo esempio è riuscito a cambiare le regole della società americana senza violenze.     
Al suo funerale si incontrano migliaia di persone di ogni ceto e razza. Il rito è celebrato dal padre, che fa ascoltare le parole del figlio registrate durante un sermone.

Se qualcuno di voi sarà qui nel giorno della mia morte, sappia che non voglio un grande funerale. E se incaricherete qualcuno di pronunciare un'orazione funebre, raccomandategli che non sia troppo lunga. Ditegli di non parlare del mio premio Nobel, perché non ha importanza... Dica che una voce gridò nel deserto per la giustizia. Dica che ho tentato di spendere la mia vita per vestire gli ignudi, per nutrire gli affamati, che ho tentato di amare e servire l'umanità.


Ricerca a cura della IIIAL 

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