giovedì 18 marzo 2021

Gordon Sato (17.12.1927 Los Angeles - 31.03.2017 Beverly) e le mangrovie

Gordon Sato, dopo Pearl Harbor, è stato rinchiuso con la sua famiglia in un campo di raccolta per i nisei, i figli degli immigrati dal Giappone nati sul suolo americano, perché secondo il governo gli americani potevano essere delle spie nemiche.

La valle di Owens, dove era situato il campo, era arida. Là si pativa la fame e il caldo. Il tempo non passava mai e per distrarsi Sato giocava a baseball con gli altri bambini. 

Una mattina Gordon Sato si svegliò con l’idea di migliorare quel paesaggio e le condizioni di vita. Così iniziò ad interessarsi alla vegetazione più adatta alle zone aride. Alla fine della guerra si laureò in biochimica. 

Nel 1987 andò in Eritrea, un luogo molto povero, dove i campi erano incoltivabili e gli allevatori di animali non sapevano dove portare gli animali a pascolare. Gordon iniziò a studiare il posto, e scoprì come le mangrovie potessero essere utili per migliorare il paesaggio. Queste piante crescono lungo le coste tropicali nutrendosi di acqua salata e le foglie sono un cibo perfetto per capre, cammelli e pecore, cioè tutti quegli animali da cui dipende il popolo Eritreo. E così Sato piantò le mangrovie lungo la battigia fangosa di Massaua, lambita dal Mar Rosso.

Dopo questo intervento di Sato il panorama cambiò: i contadini tornarono a coltivare, gli allevatori avevano di che dare da mangiare agli animali. Gordon aveva salvato quel popolo dalla fame.

Questo fu il suo progetto più famoso, ma Sato continuò ad aiutare altri popoli dalla carestia, fino alla fine dei suoi giorni.

Per questa ragione ha ricevuto numerosi riconoscimenti come il Premio Rolex e il Blue Planet Price.

Sato è stato un grande accademico, entrando a far parte di gruppi di biologi di diverse università americane.

E' morto a novanta anni negli USA.

Christian IIIBL

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