sabato 19 ottobre 2019

Sustainable Development Goals - Agenda 2030


Nel 2000 numerosissimi Capi di Stato e di Governo riuniti a New York in occasione del Millennium Summit hanno adottato un documento rivoluzionario, la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, assumendosi la responsabilità internazionale di realizzare 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio per porre fine alla povertà estrema, assicurare la realizzazione dei diritti umani, promuovere la pace e la sicurezza internazionale, favorendo la prosperità, il benessere ed il progresso, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle sue risorse naturali.
Da allora molti traguardi sono stati raggiunti, ma molti ancora rimangono da perseguire. Per questo motivo, il 25 settembre del 2015, la Comunità internazionale ha ridefinito gli Obiettivi stabiliti in precedenza e ha proposto l’adozione di un nuovo e ambizioso programma d’azione: l’Agenda 2030 articolata in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – da cui l’acronimo inglese SDGs), 169 Target, che declinano in modo specifico gli Obiettivi generali, ed oltre 240 indicatori per la loro misurazione. Sottoscritta da 193 Stati Membri, l’Agenda è ufficialmente entrata in vigore il 1° gennaio 2016. Per il raggiungimento degli Obiettivi, tutti i Paesi devono impegnarsi nel definire una propria strategia di sviluppo nel riconoscimento del principio della condivisione delle responsabilità: lo sviluppo sostenibile richiede la partecipazione di tutti gli attori della Comunità internazionale (Stati, organizzazioni internazionali, imprese, organizzazioni non-governative).
Ecco l’elenco dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs):
Goal 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo
Goal 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
Goal 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
Goal 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti
Goal 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere, per l'empowerment* di tutte le donne e le ragazze
Goal 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie
Goal 7: Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
Goal 8: Incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
Goal 9: Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
Goal 10: Ridurre le disuguaglianze all'interno e fra le Nazioni
Goal 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Goal 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
Goal 13: Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le sue conseguenze
Goal 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
Goal 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica
Goal 16: Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l'accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficaci, responsabili e inclusivi a tutti i livelli
Goal 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

*La conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell'ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale.

martedì 15 ottobre 2019

Tutti al lavoro per la festa di Halloween!




Sarà una bella festa!
Inizieremo con la proiezione di Playing Frankenstein.

Playing Frankenstein è un cortometraggio in italiano e in inglese, realizzato a maggio del 2019 dai ragazzi delle terze della Scuola Fogazzaro, diretto da Nives Carli e Cecilia Prosperi, con il supporto tecnico di Alessandro Buoso, nell'ambito del Laboratorio di teatro proposto dall'Associazione Peter Pan.

Continueremo con delle storie di mostri per i più piccolini... 
Alcuni classici della letteratura per l'infanzia verranno letti da Chiara, Elena, Mattia, Greta, Emilia, Andreagiulia, Aurora e Carolina, delle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado di La Salute di Livenza, che hanno seguito il corso di lettura animata, tenuto da Denise De Bortoli.

Inoltre giocheremo, mangeremo dolcetti e bruceremo tutte le nostre paure, facendone un bel falò!

Vi aspettiamo numerosi!

Messaggio distopico* da un ragazzino del 2059


15 ottobre 2059

Molta gente si meraviglia che il mondo ci sia ancora, considerando tutto quello che ha combinato l'uomo.

Quando esco devo mettermi la mascherina, per non respirare gas nocivi e la protezione totale, a causa del buco nell'ozono. 

Fa sempre più caldo: siamo passati dai 40 ai 50 gradi!
I ghiacciai si sono ridotti del 90% e il livello del mare è aumentato di un metro e mezzo.

La maggior parte degli animali selvatici è quasi estinta. L'orso non c'è proprio più perché il suo territorio di caccia è scomparso e le tartarughe marine sono sparite tutte, a causa della plastica in mare.

Vi odio generazioni precedenti, anche per aver abbattuto quasi tutti gli alberi del pianeta... per colpa vostra stiamo andando verso la fine del  mondo!

Luca, anni 12

(Giosuè Carbonera e Valentina Gaetani IIIAL)

*"Distopico" deriva da "distopia": descrizione o rappresentazione di uno stato futuro del mondo altamente negativo.

mercoledì 2 ottobre 2019

"Sulla Luna" di Gianni Rodari


Sulla Luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.

Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.

Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.

Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella Luna
lui da un pezzo ci sa stare...

A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.

Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla Luna e sulla Terra
fate largo ai sognatori!

martedì 24 settembre 2019

"A spasso col mostro" di Julia Donaldson e Axel Scheffler (1999)


A spasso col mostro, in seguito tradotto anche con il titolo Il Gruffalò (titolo originale in inglese: The Gruffalo), è un poema per bambini della scrittrice e drammaturga inglese Julia Donaldson, illustrato da Axel Scheffler, che racconta la storia di un topo che passeggia nella foresta. 

Il libro ha venduto oltre 13 milioni di copie, ha vinto numerosi premi per la letteratura per bambini, ed è stato sceneggiato in spettacoli teatrali e persino nell'omonimo film d'animazione nominato ai Premi Oscar.

E' scritto in distici, in rima baciata.

Il racconto, basato su una favola tradizionale cinese, è stato tradotto in più di 40 lingue.

IAL

lunedì 23 settembre 2019

Tahar Ben Jelloun: “Siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Imparare a vivere insieme è lottare contro il razzismo.”


È uno scrittore, poeta e saggista marocchino nato a Fes il I dicembre del 1944 da una famiglia benestante di etnia berbera. Si trasferisce a Tangeri, dove frequenta il liceo francese, e poi a Rabat. Qui si iscrive all'università laureandosi in filosofia.
Intorno ai primi anni ’60 Ben Jelloun inizia la sua carriera di scrittore partecipando attivamente alla stesura della rivista Souffles che è diventata uno dei movimenti letterari più importanti del Nord-Africa.
In patria, ha svolto per diversi anni il ruolo di docente di filosofia, ma a causa dell’arabizzazione dell’insegnamento (e non essendo abilitato alla pedagogia in lingua araba), nel 1971 emigra a Parigi, e tre anni dopo consegue un dottorato in psichiatria sociale. Nel frattempo ha continuato a scrivere, sempre in francese, collaborando col quotidiano Le Monde.
Ben Jelloun è noto soprattutto per i suoi scritti sull'immigrazione e il razzismo, in particolare per Il razzismo spiegato a mia figlia.

IIIAL

Diamo i numeri... in poesia



Questa è la storia di un bambino
che un giorno trovò un libricino.

Lesse:

1, 2, 3 la storia dei numeri comincia da te
4, 5, 6 il protagonista tu sei
7, 8, 9 l'ambienterai quando piove
e con il tuo sorriso giocondo
regalerai i numeri al mondo!

Emma Bortolomai, Rachele Cappelletto, Michele Veronese, Riccardo La Rocca Russo
IAL

"Io, Leonardo da Vinci" di Massimo Polidoro (2019)


Un giorno Massimo Polidoro, mentre stava scrivendo un libro sul grande Leonardo, sentì bussare alla sua porta. 
Andò ad aprire; non aspettava nessuno. 
Appena aprì si trovò davanti un uomo anziano con una lunga barba bianca e folti capelli grigi.
L'anziano si presentò come Leonardo da Vinci; Massimo si mise a ridere pensando che fosse uno scherzo, poi fece accomodare l'uomo. 
Quest'ultimo cominciò a raccontare com'era giunto fin lì: era a Milano per farsi fare una cassa, nella quale mettere i suoi appunti, sapendo che a quell'indirizzo c'era un bravo falegname, ma mentre bussava alla porta della bottega, una luce lo abbagliò e così si trovò davanti Massimo... probabilmente aveva viaggiato nel tempo!

Sarà davvero Leonardo? Sarà uno scherzo? Sarà un sogno?

Lo scoprirete solo leggendo!

Emilia Brichese IIBL

"Quando la luna ero io" di Luigi Garlando (2018)


Estate 1969
La famiglia di Libera vive in collina, in una casa soprannominata "la Bruciata".
Rebecca, la nonna di Libera, è un'ex-astrofisica e cerca di coinvolgere il paese di Sant'Elia ad assistere al primo allunaggio, portando in piazza il suo televisore... ma gli abitanti di Sant'Elia hanno un forte pregiudizio nei confronti della famiglia di Libera, composta di sole donne: credono siano tutte streghe.
Radunare tutti in piazza per questo grande evento sarà dunque difficile!

Libera e i suoi amici dovranno impegnarsi molto per riuscire ad eliminare il pregiudizio e affrontare lo scetticismo della gente sulla buona riuscita della missione spaziale dell' Apollo11...

Questo libro ha diversi pregi, uno su tutti la capacità di spiegare i particolari tecnico-scientifici in modo semplice, dunque comprensibili anche per i non addetti ai lavori!

Samuel Carta IIIAL

"Dalla Terra alla Luna" di Jules Verne (1865)



Questo libro parla di un'impresa eccezionale del Gun Club: un'associazione di americani amanti della guerra e della balistica, guidati dal presidente Impey Barbicane e dal suo braccio destro J.T. Maston. 
I due, insieme, decidono di tentare l'impossibile, cioè mandare un "missile" sulla luna. 

Tutto si complica con l'arrivo dell'esploratore francese Michel Ardane e dello storico "nemico" di Barbicane, il Capitano Nicholl, scienziato di natura audace e violenta. Il primo vuole entrare nel missile per raggiungere anch'egli la luna, il secondo tenta di ostacolare il progetto.

Il Gun Club riuscirà a vivere questa avventura eccezionale?

"Dalla Terra alla Luna" è un libro davvero interessante, in quanto fornisce tutti i dettagli di un'impresa che nel 1865, data in cui è stato scritto il romanzo, era quasi impossibile immaginare.

Irene Dal Tin IIIAL

mercoledì 18 settembre 2019

Music on the Moon


Venerdì 27 settembre alle ore 11:00, per la Maratona di lettura "Il Veneto legge", gli alunni della Fogazzaro leggeranno stralunate storie sul nostro romantico satellite, per celebrare i 50 anni dell'allunaggio, con accompagnamenti musicali che vanno da Mina ai Police.

lunedì 3 giugno 2019

6 giugno: festa di fine anno alla Fogazzaro



INIZIO ORE 10.00
10.00 – 10.30 PRESENTAZIONE dei PROGETTI della Scuola Fogazzaro
10.30 – 11.00 PRESENTAZIONE del PROGETTO Continuità tra i diversi ordini di scuola di La Salute
11.00.- 11.30 SAGGIO DI CHITARRA delle classi della Fogazzaro

11. 30-11.45 PAUSA

11.45 -12.30 FOGAZZARO’S GOT TALENT
12.30 – 13.00 CORO ROCK
13.00 – 13.30 PREMIAZIONE DEI GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI D’ISTITUTO E DEI GIOCHI MATEMATICI
13.30 – 14.00 LOTTERIA E BRINDISI FINALE
e buone vacanze a tutti!


lunedì 27 maggio 2019

Ieri è stata inaugurata l'ottava mostra del libro e noi...

Abbiamo presentato "Se magnea tuti da na padea" di Dino Andreetta: 
storie di vita nelle nostre campagne negli anni '50.

Abbiamo consigliato qualche libro.


Abbiamo letto un po' di storie ai piccolini...

e domani alle 11.30 faremo un flash mob per il bicentenario de "l'infinito" di Giacomo Leopardi!

martedì 21 maggio 2019

1° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "Smitty" di Kristen D. Randle


Quale mistero si nasconde dietro il viso bellissimo di Smitty, che non parla mai e non vuole farsi toccare da nessuno, ma è bravissimo a risolvere complicati problemi di matematica? 
Gimmy se lo chiede spesso, lei è irresistibilmente attratta da questo singolare compagno...

giovedì 16 maggio 2019

2° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "Mark Mission e la torre di giada" di Luca Azzolini


Mark ancora non lo sa, ma l'avventura gli scorre nelle vene! 
Trasferitosi da poco in India per seguire il lavoro del padre, si trova da subito catapultato in una serie incredibile di vicende.
Tra genitori scomparsi, messaggi in codice ed enigmi da risolvere, Mark dovrà recuperare tutti i frammenti di un'antica mappa perduta...

martedì 14 maggio 2019

3° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "Senza paura" di Gino Franchetti


Segnato dai problemi tipici dell'adolescenza, Giovanni è alla ricerca disperata del consenso del gruppo. 
In particolare, egli vuole accattivarsi le simpatie di una banda di ultras, una di quelle che danno vita alle cosiddette tifoserie...

lunedì 13 maggio 2019

4° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "Non è successo niente" di Antonio Skármeta



Lucio ha 14 anni e viene dal Sudamerica. La sua famiglia è stata costretta all'esilio, e così Lucio è arrivato improvvisamente in Italia. A Milano ci sono un sacco di cose interessanti: il calcio, la hit parade, i suoi amici greci Omero e Socrate Kumides, le manifestazioni, le moto e soprattutto ragazze come Patrizia e Francesca...

mercoledì 8 maggio 2019

Mia nonna Stella...



Mia nonna Stella mi ha raccontato che quando era piccola, fino a quando era una giovane sposa, i pasti non erano tanto vari, perché non c’era granché: mangiavano sempre fagioli e “muset” (cotechino) con la polenta. 
Per primi mangiavano gli uomini e i bambini, e per ultime le donne.
Si alzavano alle 3 di mattina per andare a tagliare “la spagna” (erba medica), per far foraggio per gli animali e usavano il “falzin”*: un attrezzo con un lungo manico di legno e una lama molto tagliente. Poi verso le 5 o le 6 del mattino tornavano a casa per dar da mangiare alle mucche, ai cavalli, ai maiali e alle galline. 
Per lavorare la terra usavano i buoi.
Abitavano lontano dal paese, ma lo raggiungevano sempre a piedi perché non avevano biciclette.
Per lavare i panni usavano la cenere della stufa e lavavano tutto a mano dentro il fiume.
Indossavano gli abiti dismessi delle famiglie ricche: mia nonna si teneva ciò che le andava bene e il resto lo dava alle altre famiglie.
Come calzature avevano solo gli zoccoli, d’estate e anche d’inverno.

Racconto della nonna di Sharon Gusso


lavoro ispirato dal testo "Se magnea tuti da na padea - Mangiavamo tutti da un'unica pentola : storie di vita contadina tra le foci di Piave e Livenza intorno alla metà del Novecento" di Andreetta Dino

*falcetto

5° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "Destinazione mistero" di Roberto Morraglia


Siamo in un angolo dell'Universo, un angolo buio, freddo e misterioso. Ma ad un tratto, un punto luminoso sorge dalla notte, prima tremolante e lontano, poi sempre più vivido e lucente. Quanto più si avvicina, esso rivela un aspetto riconoscibile, sebbene insolito: è un'astronave...

martedì 7 maggio 2019

6° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "La bara d'argento" di Peter Ellis


Nella serena atmosfera di un monastero inglese, un monaco sta accudendo le sue piante medicinali. È fratello Cadfael, un tempo marinaio, poi crociato, ora padre erborista dell'abbazia benedettina di Shrewsbury. Mite, paziente, devoto; un sant'uomo, con una particolarità: è il più grande detective che le cronache medievali ricordino.
Il possesso delle reliquie di santa Wìnifred ha scatenato una controversia fra i monaci di Shrewsbury e gli abitanti di un pacifico borgo del Galles...

lunedì 6 maggio 2019

La maestra Lisa Davanzo (1917-2006)



Nel 1940 l’Italia entra nel Secondo Conflitto Mondiale e Lisa inizia la sua carriera di insegnante a Ca' Corniani, facendo da maestra ai contadini del posto. È lei a raccontare nell'introduzione del suo libro “ossi de persego” come Romiati avesse a cuore la cultura di mezzadri e braccianti per i quali aveva creato, all'interno della sua azienda agricola, una scuola serale a titolo gratuito allo scopo di alfabetizzarli.

“Mi fae a maestra
E in bicicleta
Vae de qua e de à:
a Mussetta Castaldia Ca’ Corniani”

Lisa soggiornava per tutta la settimana nella casa delle insegnanti della scuola elementare della stessa Agenzia, e tornava a casa il sabato.

In quella zona operò la “Missione Nelson”, che in Valle Altanea aveva il compito di far imbarcare sui sottomarini che arrivavano a Porto Santa Margherita i prigionieri degli Alleati. L’ultimo tratto, lungo il Canale Brian, lo facevano i gommoni trasportatori, con la connivenza e la collaborazione di Giorgio Romiati, che aveva in casa il Comando Tedesco di zona e perciò rischiava la vita.

Se volete sapere qualcosa di più sulla maestra Lisa Davanzo cliccate qui

7° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "Basta guardare il cielo" di Rodman Philbrick


Maxwell Kane è un adolescente fuori misura. Grande grosso e un po' scemo, dicono gli altri, e in fondo ne è convinto anche lui. Finché nella sua vita entra Kevin, un bambino con seri problemi di salute...

sabato 4 maggio 2019

La figura di Giorgio Romiati

“la palude è sempre apparsa nei secoli simbolo di morte. Per noi agricoltori ha però conservato l’insuperabile fascino delle sue attrattive, dell’immensità dei suoi orizzonti, dello splendore delle sue albe e dei suoi fiammeggianti tramonti, dello stesso scatenarsi incontenibile delle bufere, delle stupende e commoventi manifestazioni biologiche tra gli specchi d’acqua e i canneti brulicanti di selvaggina e guizzanti di pesci. Fascino vivificato e accresciuto in quest’ultimo sessantennio nell'ancor maggiore attrattiva della bonifica nelle sue alte prospettive di redenzione umana e di sviluppo agricolo…”

Parole di Giorgio Romiati (dal libro “il fiume Livenza” di Giuseppe Marson)



Nominato cavaliere del lavoro nel 1952 per il settore Agricoltura, Giorgio Romiati era nato a Padova nel 1876 dove è stato sepolto dopo la morte avvenuta nel 1967.
Dopo gli studi di medicina, nel 1897 egli assunse la direzione della Azienda agricola di San Giorgio, 3000 ettari completamente paludosi, alla foce del Livenza, che bonificò.
Durante il primo conflitto mondiale alternò il servizio medico in prima linea con audaci azioni belliche. Nel corso del secondo, invece, fu alla direzione dell’Ospedale militare di Pordenone, dove salvò dalla deportazione molti soldati e ufficiali. Apportò inoltre la sua competenza in numerose amministrazioni e istituzioni.
Dopo la prima guerra mondiale riprese, con i fratelli, l’attività interrotta e la estese a tutta la proprietà. Si dedicò intensamente ai consorzi di Bonifica del Basso Piave.
L’intero comprensorio fu così dotato, oltre che di modernissimi impianti di prosciugamento, di strade, linee elettriche, impianti di irrigazione, impianti sanitari…
Benemerita fu la sua azione contro la malaria. All'opera di bonifica associò la difesa boschiva e il riscatto sociale dei contadini. Per tutto ciò ricevette dall'Università di Padova la laurea honoris causa in scienze agrarie.

Il XX secolo è anche per Caorle il secolo delle grandi guerre. In particolare si infiamma la vita lagunare dopo la disfatta di Caporetto, diventando territorio strategico per il fronte che combatteva sul Piave. Nell'ultima offensiva del 1918 anche i caorlotti si fecero onore, tanto che il cittadino Giorgio Romiati fondò l’associazione Giovane Italia, insignita della medaglia d’argento al valor militare dopo la vittoria del 4 novembre.
Non a caso una delle sezioni del Battaglione San Marco si chiamava proprio “Battaglione Caorle” e, insieme col Battaglione Bafile, ebbe un ruolo importante nella battaglia di liberazione sul Piave.

Durante il secondo conflitto grave fu il peso dell’occupazione tedesca, che arrivò a minacciare di allargare, per motivi strategici, tutto il litorale per una profondità di 10 chilometri; l’allarme rientrò inaspettatamente e ancor oggi i caorlotti, a memoria di un voto emesso il 2 gennaio 1944, attribuiscono il merito di ciò all'intercessione della loro Madonnina del Mare.

 dal testo "Se magnea tuti da na padea - Mangiavamo tutti da un'unica pentola : storie di vita contadina tra le foci di Piave e Livenza intorno alla metà del Novecento" di Andreetta Dino

8°posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "Magia interrotta" di Anne Fine


La povera Imogen possiede un dono disastroso: al solo contatto con i libri, entra in uno stato di agitazione folle, perché rivive in prima persona quello che accade nelle pagine. 
Soffre per gli animali tormentati, soffoca come il piccolo spazzacamino intrappolato nella cappa...

venerdì 3 maggio 2019

Abbiamo bisogno di...


Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e riconosce il vento.
Bisognerebbe stare all'aria aperta almeno due ore al giorno.
Ascoltare gli anziani, lasciare che parlino della loro vita.
Costruirsi delle piccole preghiere personali e usarle.
Esprimere almeno una volta al giorno ammirazione per qualcuno.
Dare attenzione a chi cade e aiutarlo a rialzarsi, chiunque sia.
Leggere poesie ad alta voce.
Far cantare chi ama cantare.
In questo modo non saremo tanto soli come adesso, impareremo di nuovo a sentire la terra su cui poggiamo i piedi e a provare una sincera simpatia per le creature del creato.

Franco Arminio Geografia commossa dell’Italia interna

9° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "Diario di una casa vuota" di Beatrice Masini


Protagonista di questa storia è una casa. 
Antica, solitaria, più di un oggetto, meno di una persona, eppure strettamente legata alle persone che la abitano. 
Questa casa è vuota e aspetta che qualcuno torni a riempire le sue stanze...

giovedì 2 maggio 2019

Quando i miei nonni erano giovani...

Ciao, io sono Valentina. Sono nata il 19 ottobre 2006. I miei nonni, Caterina e Giancarlo, hanno rispettivamente 82 e 84 anni: mia nonna è nata il 30 gennaio 1937 e mio nonno è nato il 27 dicembre 1934.
Per una ricerca scolastica ho deciso, sulla scia dei loro racconti,  di fargli l’intervista che segue.
Questa intervista mi ha permesso di conoscere un po’ di più il loro passato e di capire quanto fosse dura la vita quando loro erano giovani.

*monega

Valentina: Quando eravate piccoli dove abitavate?
Caterina: Io abitavo a Villanova di Motta di Livenza, poi a tre anni sono andata ad abitare a Sant’Anastasio di Cessalto. In casa c’eravamo io, mio papà, mia mamma e mia sorella.
Giancarlo: Abitavo a Ca’ Cottoni con altre ventiquattro persone. Eravamo otto figli: tre femmine, cinque maschi. Abitavamo con due fratelli di mio papà; un di loro aveva nove figli: sette femmine e due maschi.

Valentina: Da piccoli cosa facevate?
Caterina: Cucivo. A 6 anni mia mamma mi ha insegnato a cucire. A 10 anni una signora si complimentò con me per la mia bravura…
Giancarlo: A 8 anni andavo già ad arare la terra con i buoi. Da adulto mi alzavo a mezzanotte per andare a lavorare la terra…avevamo 24 ettari. Andavamo ad arare con sei buoi messi a coppie. I buoi, che avevano tutti un nome proprio, erano così tanto addestrati che gli davamo indicazioni come “gira a destra” o “ gira a sinistra” e loro eseguivano.

Valentina: E nel tempo libero?
Giancarlo: Giocavamo a nascondino e a “vivi e morti”: si mettevano in piedi delle pietre e con un sasso le si colpiva, le pietre che cadevano erano “i morti”, quelle che rimanevano in piedi “i vivi”. Oppure si giocava con modellini di legno, di ferro o a calcio con un pallone fatto di carta e stracci.

Valentina: Come affrontavate l’inverno senza il riscaldamento?
Giancarlo: Per riscaldarci andavamo in stalla, ci riscaldava il calore delle mucche. In stalla c’erano una trentina di bestie: mucche, buoi e vitelli. Si utilizzava anche la “monega”*.
Caterina: Dal momento che non avevo bestiame, a casa mia ci si scaldava con la stufa a legna, oppure andavo dalle famiglie che avevano il bestiame… anche per passare un po’ il tempo insieme. Mia mamma scaldava il letto, con la “monega”, oppure metteva un mattone, prima messo nella stufa, e poi avvolto in alcune maglie vecchie.

Valentina: E come facevate per avere la luce?
Caterina: Si utilizzava il “carburo” (lampada ad acetilene) e l’olio.

Valentina: Come facevate senza servizi igienici?
Giancarlo: Si faceva “tutto” per terra. Fuori casa c’era un buco, circondato da un muro di canne e per pulirci usavamo l’erba e  “i scartossi” (foglie secche) delle pannocchie.

Valentina: Come facevate per avere l’acqua?
Caterina: Andavo a prendere l’acqua al pozzo e se ci si doveva fare il bagno in quella stessa acqua ci si lavava in tre.
Giancarlo: In estate si andava a lavarsi nel canale. D’inverno avevamo una pompa, ma non era solo per noi, serviva anche per dare da bere al bestiame.

Valentina: Dove facevate la spesa?
Caterina: Andavamo in un piccolo negozio detto “casoin”, dove trovavamo di tutto.
Giancarlo: …per comprare le sigarette rubavo le uova di gallina: tre uova per tre sigarette.

Valentina: Cosa vi ricordate della fine della Seconda Guerra Mondiale?
Giancarlo: Avevo 11 anni. Ricordo che il cognato di mia sorella è stato torturato dai tedeschi (gli hanno tolto le unghie), poi lo hanno legato e buttato nel fiume, perché i tedeschi pensavano che lui fosse un partigiano.
Caterina: Avevo 8 anni, per andare a scuola, dovevo fare 4 km a piedi, attraversando i fossi… se quando arrivavamo avevamo le mani sporche la maestra ci picchiava le mani con una bacchetta. Sentivamo e vedevamo i bombardamenti e spesso succedeva che di notte i tedeschi o i partigiani chiedessero da mangiare. Mia mamma gli faceva la polenta.

Valentina: Come vi siete conosciuti?
Caterina: Ci siamo conosciuti perché Giancarlo è venuto a casa mia a fare dei lavori (faceva anche il muratore). Siamo stati fidanzati tre mesi e subito dopo ci siamo sposati.
Giancarlo:…ma non perché Caterina fosse incinta. Io avevo 40 anni e Caterina 37.

Intervista di Valentina Gaetani IIAL

lavoro ispirato dal testo "Se magnea tuti da na padea - Mangiavamo tutti da un'unica pentola : storie di vita contadina tra le foci di Piave e Livenza intorno alla metà del Novecento" di Andreetta Dino



* Ingombrante oggetto in legno di forma ellittica utilizzato per riscaldare il letto; entro un telaio esteso da archi atti a tenere sollevate le lenzuola si trova una base di metallo, sulla quale si poggia un contenitore per le braci opportunamente prelevate dalla stufa.

10° posto della nostra top ten dei libri letti quest'anno: "All'ombra del lungo camino" di Andrea Molesini


In un lager nazista uno zingaro e un ragazzo ebreo stringono amicizia e si confortano a vicenda, nonostante la fame e le crudeltà cui i loro aguzzini li sottopongono. 

Ma quando ai prigionieri viene ordinato di costruire un forno dall'imponente camino, diventa chiaro che non c'è più speranza...

mercoledì 10 aprile 2019

I nostri classici preferiti



Cecco Angiolieri "S'i fosse foco"

Mohamed Mtira Mi è piaciuta molto questa poesia perché è divertente e maleducata!


Dante Alighieri "La Divina Commedia"


Carolina Ronchiato "La Divina Commedia" è il mio classico preferito, perché racconta un viaggio ultraterreno 

Lodovico Vio  Mi è piaciuta perché c'è un forte senso di giustizia

Valentina Gaetani Della "Commedia" mi è piaciuto il fatto che Dante nell'Inferno prova compassione e si immagina al posto dei peccatori

Brando Eleonora Mi è molto piaciuto il Canto di Paolo e Francesca dell'Inferno

Sara Fantin Anche a me è piaciuto molto il canto di Paolo e Francesca perché parla di un amore proibito


Giovanni Boccaccio - Decameron 


Tommaso Bortoluzzo (riferendosi ad "Andreuccio da Perugia") Mi è piaciuta questa novella perché parla della trasformazione di Andreuccio da ragazzo "sfortunato", ingenuo a giovane furbo e scaltro

Gianmaria Presottin (riferendosi a "Chichibio e la gru") E' una novella davvero divertente, spiritosa e parla della prontezza di spirito di certi uomini

Thomas Freguia (riferendosi a "Chichibio e la gru") Mi è piaciuto il finale: Chichibio non è stato punito e tutti ridevano!

Lorenzo Molin (riferendosi a "Federigo degli Alberighi") Mi è piaciuta tanto questa novella perché mette in evidenza sentimenti molto forti come l'amore e l'altruismo


Ludovico Ariosto  - L'Orlando Furioso


Irene Dal Tin Mi è piaciuto molto l'intreccio, con momenti tristi e altri divertenti, e tanti colpi di scena

Gioia Abigail Zia  L'Orlando Furioso mi ha appassionato per la fuga di Angelica, la follia di Orlando e perché è pieno di magie


Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo


Manuel Roman Mi è piaciuta quest'opera perché è collegata alla  vita stessa di Galileo (fu costretto ad abiurare)

Samuel Carta Mi è piaciuto il "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo"  perché mi piace la scienza


Carlo Goldoni  - Arlecchino servitore di due padroni


Sharon Gusso  Mi è piaciuta questa commedia, perché il protagonista è stravagante e imbroglione

Silvia Fantinello  Mi è piaciuto "Arlecchino servitore di due padroni" perché Arlecchino (Truffaldino) parla in dialetto veneziano

Karen Simondo Il personaggio che mi piace di più è Truffaldino che riesce, con astuzia, a servire i due padroni

Giosuè Carbonera La commedia è divertente perché Arlecchino si è messo nei pasticci da solo e poi cerca di uscirne

Aurora Valeri Mi piace"Arlecchino servitore di due padroni" perché ci sono tanti travestimenti, che causano un sacco di equivoci e movimento

IIAL


martedì 9 aprile 2019

La mia prima esperienza con il ciclope assieme ad Odisseo


Presi dalla stanchezza cercammo un rifugio, una grotta, qualunque cosa che sarebbe potuta esserci utile per ripararci. La ricerca durò ben due faticosissime ore, con il lerciume per i tanti mesi senza lavarsi, il sudore, lo stomaco che gorgogliava dalla fame e la gola arsa e secca per la sete. Eravamo tutti scoraggiati fino al fatale momento, anche se noi non gli credevamo, in cui Odisseo urlò: "Fermate la nave, ho visto una grotta!” A quelle parole tutti (io compreso) sussultammo facendo un sospiro di sollievo. Pensai: ”Finalmente una sosta, del cibo, dell’acqua!” Ero al massimo della felicità, non sapendo cosa ci stesse aspettando. Al culmine della gioia sbarcammo ed entrammo nella grotta, ignari della nostra orribile sorte. Festeggiammo ma probabilmente non avremmo dovuto cantare vittoria troppo presto perché proprio in quel momento udimmo dei passi, dei passi pesanti e la terra vibrare come un terremoto “BUM! BUM!” Da quei rumori restammo immobilizzati, a quel punto ci apparve un mostro, un mostro enorme: aveva un solo occhio, un solo spaventosissimo occhio, con delle vene di un rosso intenso e pulsanti. Era agghiacciante. Gridò parole che feci fatica a comprendere con quella voce rauca: "Andatevene se non volete morire sbranati!” Tutti ci guardammo impauriti e poi guardammo Odisseo, di lui ci saremmo fidati ciecamente, era un uomo furbo e ingegnoso, un eroe, ma lui rispose con lo sguardo di chi, in questo caso, non sapeva che fare. Il mostro allora prese due nostri compagni con la tozza mano e li strinse senza pietà. Vidi i miei compagni di viaggio lasciare la vita. La disgustosa creatura prese le loro teste e le sbatté a terra come uova e piano piano si mise a mangiare i loro arti uno ad uno. Il loro sangue scendeva impetuoso ed io ero terrorizzato: sapevo di poter essere il prossimo. L’alba arrivò svelta e noi eravamo completamente spaesati. L’indomani mattina l’orribile gigante si mangiò altri due nostri compagni. Fu a quel punto che Odisseo porse alla bestia un calice di vino e io intuii che aveva un piano. Alla belva il vino piacque talmente tanto che ne bevve tre calici. Si ubriacò, così noi affilammo un bastone e Odisseo disse al mostro: ”Se ci dai ospitalità io ti svelo il mio nome: Nessuno”. L’essere orribile si addormentò e fu così che ci armammo di coraggio e del bastone che ZAC! infilammo nell'occhio lasciandolo cieco. Quando il ciclope chiese aiuto ai suoi compagni, gli domandarono chi lo avesse ferito e lui rispose nessuno. Nel frattempo noi scappammo e, da una certa distanza, Odisseo gridò alla bestia la sua vera identità. Ringrazio ogni giorno gli Dèi per essere uscito vivo da quella tragedia.

Sofia Valente IC

Giocando con il nostro dialetto...



El saez el piansea
parché tutti
quealtri alberi
i vea xa i buti,
e lu no!

Il salice piangeva
perché tutti
gli altri alberi
avevano già le gemme,
e lui no!

Giorgia Moro 



Me fradel se gha morsegà i lavari
da drio a palada:
ghe go dat un scufiot,
parché el stachea bacheti dal saez.

Mio fratello si mordeva le labbra
dietro la siepe:
gli ho dato uno schiaffo
perché staccava i rami dal salice.


Emma Calcinotto, Marco Tullio, Nicolas Bottosso




Coi bacheti cascadi dae palade
me tache un bel foghet
par scaldarme e man

Con i rami caduti dalle siepi
mi accendo un bel fuocherello
per scaldarmi le mani


Alice Donè



A fameja a xe importante
parchè a xe cara come l'oro
ma no tuti i ga sto dono

La famiglia è importante
perché è preziosa come l'oro
ma non tutti hanno questo dono

Matilde Salvador